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Autore: BBL    03/05/2009    2 recensioni
Rieccomi con un'altra fan fiction su Miley e Katy. Quattro anni di semplice amicizia? No, per me era qualcosa di più già da qualche tempo. Mi ero fatta cogliere dalla sua semplicità, dalla sua bellezza, dalla sua risata. Da lei.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Back to Tennessee

 

 


Oltre il finestrino di quel furgone che mi stava portando alle origini, si stendevano infinite campagne interrotte da qualche rara casa rustica. Mio padre era felice come non lo era da tempo e in qualche modo mi riusciva a tirare su il morale.

Non riuscivo a guardare oltre al finestrino non pensando alle ultime ore passate a Los Angeles. Quelle immagini mi scorrevano ininterrottamente nella testa come una pellicola rotta. Avevo ancora inciso nella memoria l’odore e il sapore di Katy. Avevo impressione che la pelle mi bruciasse proprio lì dove mi aveva baciata.

Insomma io e Katy eravamo sempre state amiche non immaginavo potesse accadere, ma quel che mi stupiva di più che ogni mia buona intenzione era ceduta al contatto delle sue labbra. Come diamine facevo a resisterle? Le sue mani esperte mi sfioravano la pelle, il suo profumo inebriava le mie narici e il suo sapore deliziava la mia bocca…

Sarei riuscita a riprovare la tenera amicizia che provavo prima?

Con fare incerto guardai verso l’orizzonte credendo che quelle terre mi aiutassero a ritrovare me stessa.

 

***

 

Non so quanto tempo rimasi a fissare la curva vuota, dove lei era sparita.

Quattro anni di semplice amicizia?

No, per me era qualcosa di più già da qualche tempo. Mi ero fatta cogliere dalla sua semplicità, dalla sua bellezza, dalla sua risata.

Da lei.

Non volevo confessarlo a me stessa di essermi innamorata della mia migliore amica, ma era così.

Ora me l’avevano portata via. Non so chi e neanche come, l’unica cosa che m’importava era rivederla.

Tornai a casa ripensando continuamente alle sue labbra e immaginandomi cose al di là della ragione. Quella notte sogni di lei che tornava a braccia aperte pronta a ricominciare di nuovo invasero il mio sonno.

In qualche modo dovevo tirarmi su, non potevo di certo stare lì, come una stupida, a piangermi addosso.

La settimana seguente ci sarebbe stata una festa d’inaugurazione di una discoteca nel centro della città. La mia compagnia era sempre pronta a divertirsi, quindi dopo un paio di telefonate e il weekend era già pianificato.

C’era confusione lì dentro, i miei amici mi strattonavano di qua e di là, ma avevo bisogno di sfogarmi e di non pensare sempre e costantemente a lei. Markus mi offrì un Martini io lo accettai.

Dopo molti Martini, mi sentivo libera e sicura di me stessa.

Era dall’inizio della serata che una bella bionda non faceva altro che ballarmi addosso. Colsi l’occasione, infondo si vive solo una volta quindi mi avvicinai con l’ennesimo bicchiere in mano. Senza troppi complimenti la trascinai in bagno. La premetti contro il muro lambendogli il collo, la bocca e le spalle. Ero in un vortice di ebbrezza e passione. Dopo circa una mezz’ora nell’occhio di questo vortice lasciai la bionda compiaciuta nel bagno e tornai dai miei amici. Gli dissi che ero stanca e che era ora di andare a casa.

L’unica cosa che ricordai la mattina seguente era un flash abbagliante e che in quel gesto irresponsabile immaginai di avere tra le braccia un’altra donna.

All’improvviso la razionalità mi colpì. Come avevo potuto fare un gesto simile? Sprofondando nel senso di colpa, sperai che la storia non fosse emersa.

Passeggiai nelle vie affollate di Los Angeles, quando nell’edicola sulla strada notai un giornale scandalistico, che assomigliava a un catarifrangente, in copertina la mia foto di spalle che trascinava con forza una bionda.

Ne comprai subito una copia e scappai a casa.

Sgranai gli occhi c’erano tante foto di me insieme alla bionda mentre ballavamo. Il giornale diceva:

 

“Katy non si smentisce mai, ecco le foto e l’intervista scandalo!

 

La cantante di Santa Barbara ieri sera ha dato il meglio di sé, riuscendo ad abbordare una ragazza della zona, noi siamo riusciti a intervistarla.

Raccontaci, Lyra,  l’episodio che ti ha coinvolta ieri sera.

Si, quando ero entrata nel locale con le mie amiche avevo notato un po’ di confusione e mi accorsi che Katy era entrata nel locale. Mi osservava sempre ed io sentendomi a disagio mi allontanai insieme alle mie amiche. Dopo un po’ di tempo Katy si avvicinò a me e senza alcun permesso mi baciò…

All’improvviso sbattei il giornale in terra e urlai colta dall’ira. Se in quel preciso istante ci fosse stata quella bionda di fronte a me l’avrei presa a calci. Ma come diavol0 si permetteva? Non era per niente vero quello che aveva dichiarato al giornale. Sperai vivamente che quel giornale non fosse spedito nel paese sperduto del Tennessee di Miley.

***

Era una gioia rivedere tutti i miei parenti. Mia nonna mi accolse con un abbraccio strita-costole. I miei zii e i miei cugini mi accolsero invece con un caloroso bentornata. Dopo circa due ore di chiacchere sgattaiolai in camera mia e iniziai a disfare la valigia. Il giorno dopo sarei andata in paese per il mercato alimentare con mia nonna.

Il mercato in quel paese era allegro e solare. Aiutai mia nonna ad allestire la bancarella. La gente di quel posto era gentile e tutti si conoscevano. Verso le undici di mattina i miei occhi scorsero l’edicola di fronte. Riconobbi Katy all’istante.

“Ehi nonna vado un attimo in… Ehm… Bagno!” le dissi la prima cosa che mi venne in mente. Mi avvicinai all’edicola senza farmi vedere da mia nonna comprai il giornale che ritraeva Katy per mano con una bionda. Lo aprii di fretta e furia e le immagini che mi si propinarono davanti furono come delle coltellate al cuore. Trattenni a stento le lacrime.

Tornata da mia nonna, dovevo trovare una scusa per andare via di lì.

 

 

“Ehm nonna ti dispiace se torniamo a casa?”
“Come mai cara?”

“Mi gira la testa e non mi sento bene…” ero sicura di aver recitato la mia parte alla perfezione.

“Oh povera cara, vai in macchina e aspettami lì, raccolgo le nostre cosa e andiamo”

“Ok grazie nonna.”

Mi diressi verso il furgone con ancora quel giornale in mano. Come potevo solamente pensare che io fossi importante per lei. Mi sentii una stupida presa in giro. Non vedevo l’ora di  tornare a casa per lasciare cadere tutte le mie lacrime.

“Eccomi qui, cara. Ora andiamo  a casa e vai subito a letto. Sei pallidissima.” Mi disse mia nonna.

In camera mia sfogai tutta la mia ira detti calci e pugni a ogni cosa che mi capitava sotto tiro. Sfinita mi lasciai cadere sul letto e piansi. La mattina mi sentivo stremata.

 

Due settimane dopo

 

Non resistevo più, i miei sogni non facevano altro che farmi stare peggio. Alle tre di notte presi un aereo per il Tennessee.

Il viaggio fu breve. Mi persi solamente un paio di volte prima di trovare la sua casa. Mi appostai sotto un albero. Volevo aspettare un’ora decente e volevo coglierla da sola.

Dopo due ore la vidi che stava entrando in una stalla.

Corsi fino all’entrata e l’osservai dare da mangiare ai polli. Era alquanto comica quella scena, ma la situazione non lo era affatto.

Si voltò all’improvviso e ci guardammo per un tempo infinito. Lei mi corse incontro e iniziò a tirarmi dei pugni sulle spalle, non ne fui sorpresa ma fece male lo stesso.

“Miley ascolta…

“NO VATTENE!”

“Miley ascoltami ti prego!” la implorai e le strinsi il viso tra le mani volevo guardarla negli occhi.

“Come osi venire qui dopo quello che hai fatto?!”

“Non ci riesco a stare sola, senza te a Los Angeles”

“Ma, a me sembra che tu mi abbia rimpiazzata con estrema facilità invece” era davvero furiosa e iniziava ad avere gli occhi lucidi. Non potevo sopportare che piangesse.

“Oh no. Miley quella sera ero ubriaca non sapevo quel che facevo ti prego credimi!”

“NO” e si scaraventò contro di me per ricominciare a colpirmi.

La abbracciai. Cercava di divincolarsi ma io la tenevo stretta.

“Ascoltami credi davvero che quella là conti qualcosa per me?”

Stava singhiozzando sulla mia spalla. Ecco ero riuscita a farla piangere! Maledizione non le ho mai sopportate le lacrime!

“Ho detto di andartene! Ti odio! Vattene subito!”

Quelle parole mi ferirono più di ogni altra cosa.

“Miley credi che per quattro anni abbia finto la mia amicizia? Credi che quando te ne sei andata non sia stata male?”

La guardai fissa negli occhi e la baciai. Lei si sciolse ma si staccò immediatamente.

“Non è vero che ti odio…” guardava le sue scarpe e tirò su con il naso.

“… non immagini quanto sono arrabbiata con te. Immagina la mia reazione a delle tue foto con un’altra ragazza e io ero qui in mezzo al nulla non potevo fare niente, se non piangere. E lo feci piansi anche l’anima.”

Mi sentivo un verme. Un schifoso verme. L’unica cosa che riuscii a dire era un sincero scusa.

***

Infondo ero felice di rivederla e lei sembrava davvero dispiaciuta. La presi per mano e la portai al mio cavallo.

“Miley mi perdoni?” e mi guardò.

Ero impotente contro il suo sguardo. Annuii con la testa decisa a chiudere quel capitolo della mia vita.

Salii sul cavallo, e aiutai a farla salire.

“Aggrappati a me”

E mi cinse con le braccia la mia vita. Una scossa percosse il mio stomaco.

“Dove andiamo?” mi chiese all’orecchio.

“Non lo so”

Dopo un quarto d’ora di galoppo ci fermammo in una distesa alle rive di un fiume.

Lei fece per scendere ma scese dal lato sbagliato e mi cadde rovinosamente addosso. Ridemmo entrambe, dopo esserci accorte di essere l’una sopra l’altra, come l’ultima volta. Mi spostò una ciocca di capelli dietro all’orecchio. Ci guardammo negli occhi per molto tempo.

***

Sentivo ancora quel dolce sapore sulle mie labbra. Le nostre lingue si intrecciavano con estrema delicatezza. Le sfiorai la schiena, sotto la maglia. Aveva una mano sul mio fianco e procedeva sempre più verso l’alto. Con le labbra scese fino al collo poi la clavicola, poi dal basso mi guardò fino che non mi alzò la maglia e al livello dell’ombelico iniziò a baciarmi. Lentamente. La sua lingua scorreva sulla mia pancia ed era inebriante. Andava sempre più lenta era una dolce tortura. Stavo impazzendo. Le scorsi un sorriso furbo sul viso e mi resi conto che lo stava facendo di proposito. La afferrai per i capelli e riportato il suo viso sul mio le sussurrai

“Ti diverti?”

Lei con stampato in faccia ancora quel sorriso furbo che mi piaceva tanto rispose:

“Molto. In qualche modo devo fartela pagare no?”

Se era la guerra che voleva, la guerra avrà!

Ok… Peggio per te Miley!”

La feci rotolare sotto di me iniziai a baciarla dietro all’orecchio scesi fino al collo accompagnando la mia lingua all’origine del suo profumo. Con la mia mano le accarezzai il fianco scesi fino alla coscia e intanto con la lingua scesi fino all’inizio del suo seno. Mi appoggiai meglio su di lei. I miei baci si fecero più intensi e vedevo il suo stato di evidente eccitazione. Sorrisi anche io, soddisfatta del mio operato. Riportai la bocca e le mani sul suo viso. Mi baciò dolcemente e semplicemente come solo lei poteva fare.

Iniziò a piovere.

Si stacco da me.

“Dobbiamo rientrare”

***

Durante il tragitto verso casa sentii la sua mano spostarmi i capelli bagnati e successivamente percepii le sue labbra sul mio collo, di nuovo. Era incredibile che ogni volta riuscisse a farmi sentire in paradiso. Sorrisi.

“Attenta che siamo quasi arrivate”

La sua risposta fu un lamento confuso.

Un momento ma come potevo spiegare alla mia famiglia la sua presenza? Tutt’un tratto mi arrestai.

“Katy cosa diciamo ai miei?”

“Oddio me ne ero scordata!”

“Aspetta un minuto possiamo dirgli che sei venuta a trovarmi e che ti fermerai qui qualche settimana” il mio genio aveva colpito ancora!

“Mi fermerò?” mi chiese sorpresa.

“Certo, non crederai che ti lasci andare un’altra volta?”

“Davvero?”

“Ma certo!”

Arrivate a casa. Trascinai Katy in cucina, dove mia nonna era intenta a pulire l’insalata.

“Ehi nonna… Ciao questa è Katy…

Katy si allungò per stringerle la mano. Ci sapeva fare la ragazza!

“Buonasera”

“Salve cara” rispose mia nonna.

“è passata a trovarmi e volevo chiederti se si può fermare qui per un po’, sai due settimane. Oooh ti prego nonna!?”

Attendavamo la risposta ansiosamente entrambe.

“Ma certo care… L’unico problema è che non abbiamo una stanza in più.”

Si! Stavo saltellando per la felicità.

“Oh non c’è nessun problema sta in camera mia” io non vedevo nessun problema anzi.

“Oh si cercherò di adattarmi signora, nessun problema per me!”

“Ok va bene, si pranza fra mezz’ora. Vai a sistemare le tue cose cara”

“Ok grazie infinite signora.”

Scappammo su.

“Katy ma tu non hai nessun bagaglio”

“Lo so ho preso il primo aereo stanotte”

Katy senza troppi complimenti mi spinse sul letto.

“Credo che non dormirai neanche stanotte sai?”

“Che peccato.”

E le sue labbra mi toccarono ancora.

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

  
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