Serie TV > Queer as Folk
Ricorda la storia  |      
Autore: Giandra    16/09/2016    2 recensioni
❧ Britin
➥ s1; visual smut (blowjob + penetrative safe sex)
“Che cazzo ci fai qui?” chiese alzando un sopracciglio, portando la mano sulla porta di metallo e poggiandoci la fronte, mentre l'altra era ben tesa per sbarrare la strada al suo ospite indesiderato.
“Non sei al Babylon.” rispose Justin, leccandosi il labbro e guardandolo come se lo stesse spogliando con gli occhi.
“Caspita, Justin: non ti sfugge niente.”
“Così ho pensato di farti compagnia.”
Genere: Comico, Erotico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Brian Kinney, Justin Taylor
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Halloween

Quando bussarono alla porta per la settima volta in un'ora, Brian imprecò sonoramente. Urlò un “Andate a fanculo!” con la testa all'indietro sul bracciolo del divano, steso a pancia in su.
Lui odiava Halloween; e non c'entravano le cazzate da psicoterapista
tipo che, poverino, i ricordi della sua infanzia travagliata gli impedivano di gioire nel vedere la nuova gioventù divertirsi e ingozzarsi di dolci fino alla nausea : semplicemente, detestava essere disturbato ogni due per tre al suo lussuoso loft o imbattersi nei costumi più ridicoli se usciva per andare al Babylon. Persino nel locale più gay di Pittsburgh avevano allestito una serata a tema, con tanti lecca-lecca a forma di membro e travestimenti che lasciavano ben poco all'immaginazione. Unica ragione per cui era a casa, di sabato, da solo e con l'umore nero. Persino Mickey l'aveva abbandonato, contagiato dal buon umore di David e della principessa Honeycutt. Contava i ticchettii dell'orologio aspettando che la giornata finisse e che tutto tornasse alla normalità fino alla prossima stupida, ridicola festa.
Socchiuse gli occhi, prendendo accendino, canna e dando inizio al suo party personale. Inspirò a pieni polmoni, poi espirò e si sentì già meglio.
Proprio quando stava per ritrovare la pace dei sensi, bussarono di nuovo rumorosamente.
'Che palle!' pensò.
Si diresse all'ingresso pronto a cacciare via in malo modo i bambini di turno — sperando di toglierseli dalla lista l'anno seguente. Non seppe dire se quello che si ritrovò davanti fosse meglio o peggio di un gruppetto di mocciosi petulanti in cerca di caramelle.
“Che cazzo ci fai qui?” chiese alzando un sopracciglio, portando la mano sulla porta di metallo e poggiandoci la fronte, mentre l'altra era ben tesa per sbarrare la strada al suo ospite indesiderato.
“Non sei al Babylon.” rispose Justin, leccandosi il labbro e guardandolo come se lo stesse spogliando con gli occhi.
“Caspita, Justin: non ti sfugge niente.”
“Così ho pensato di farti compagnia.” aggiunse, ignorando il sarcasmo acido dell'uomo. Fece per entrare, ma Brian lo fermò.
“Non fai il tuo giro di Dolcetto o Scherzetto?”
Il biondino negò col capo. “È roba da bambini...”
“Appunto.”
“... e comunque voglio stare con te.” L'occhiata gelida dell'altro lo spronò a modificare la frase. “Qui, da te, a casa tua; con te.”
Brian sospirò, chiedendosi cosa avesse fatto di male per meritarsi quella spina nel fianco. «Ti sei scopato un minorenne» gli ricordò una vocina malvagia nella sua testa, «più volte» aggiunse, perfida. Sembrava Melanie.
Con un'alzata di spalle roteò gli occhi seccato e gli lasciò libero l'accesso. Justin sorrise radioso e lo seguì saltellando, spalmandosi sul divano senza troppi complimenti.
“Prego, fai come se fossi a casa tua.” ironizzò Brian e lo sentì ridere di sottofondo. Aprì una birra e prese un bicchiere di vetro dalla credenza; si morse il labbro, sbuffò e ne afferrò un secondo, versando il liquido in entrambi.
Non lo invitò a unirsi a lui, ma Justin lesse fra le righe, si avvicinò al tavolo e bevve in un sol sorso. “Grazie.”
“Mh.” monosillabò l'altro, atono. “Dico sul serio, hai ancora l'età per andare in giro a elemosinare dolci.”
Justin lo squadrò malizioso. “C'è un solo dolce che ho voglia di assaggiare, al momento.”
Si avvicinò cauto verso Brian, che aveva iniziato a scrutarlo con un mezzo sorriso, come faceva sempre quando il biondino lo sorprendeva con una fame di sesso persino maggiore della sua. Prima si avvicinò alla sua bocca, osservandogli le labbra che si separavano per far scontrare le loro lingue, dopodiché con un ghigno voluttuoso si inginocchiò, sbottonandogli i jeans. Lo guardò un secondo negli occhi scuri di lussuria, gli calò gli slip bianchi e si avventò sulla sua erezione, districandosi nel pompino migliore che Brian avesse mai ricevuto.
Quest'ultimo non riuscì a trattenersi, gemendo più volte e sospirando deliziato, stringendogli i capelli possessivo. Quando poi il ragazzino si dedicò alla punta e la lambì con la lingua, intrappolandola, venne senza saper resistere oltre.
Justin ne ripulì ogni goccia, leccandosi le labbra. Si alzò in piedi e lo guardò con un sorriso nel constatare la sua espressione ancora estasiata.
Stava per dire qualcosa, ma Brian lo afferrò per la maglietta e lo condusse sul divano, spogliandolo in meno di cinque secondi; gli torturò il viso con baci e morsi, prima di passare alla gola e lasciargli un bel succhiotto sul collo. Attraversò il petto con la lingua soffermandosi sull'ombelico e Justin gridò, artigliando il sofà. Brian gli portò le gambe sulle proprie spalle, prese un preservativo dal tavolo con difficoltà, lo aprì con i denti e lo porse al suo amante, che sapeva già cosa fare. Si pose una generosa quantità di lubrificante sulle dita e lo preparò accuratamente, ma con urgenza; dopodiché entrò in lui con una sola stoccata decisa e l'altro inarcò la schiena e urlò forte, più forte a ogni affondo, aggrappandosi alle sue spalle. Brian pose le mani sui suoi fianchi e aumentò la velocità delle spinte un minuto prima di farlo venire, seguendolo subito dopo.
Si accasciò sul suo petto e ascoltò il battito irregolare del suo cuore. Justin gli accarezzò i capelli e inconsuetamente il suo amato glielo lasciò fare.
“Justin.”
L'interpellato abbassò il mento verso il suo interlocutore, che ancora aveva il viso nascosto dal suo torace. “Dimmi.”
Brian alzò il capo e gli spedì un'occhiata soddisfatta. “Sto rivalutando questa festa. Halloween non è così male, dopotutto.”
“La prossima volta mi travesto.”
Brian alzò un sopracciglio, perplesso. “E da cosa? Da vampiro succhia cazz- ehm, sangue?”
Justin ridacchiò, spedendogli un'occhiataccia. “No, magari da un... animale, che so.”
“Da mucca.” gli consigliò Brian.
Fu il turno di Justin di osservarlo scettico. “Perché proprio da mucca?”
“Così andrai a cercare qualcuno che ti monti.”
“Un toro?” gli resse il gioco.
Brian gli carezzò il collo col naso dolcemente e annuì con un sorriso ebete.
“Vuoi essere il mio toro?”
Lo sentì ridere sommessamente, poi sbuffare. “Stai davvero provando a rendere romantica la mia proposta di incularti a dovere?”
Il biondo rise di gusto. “Riuscirò sempre trovare un lato romantico.”
“Come ti pare, ma non farti strane idee: noi non siamo e non saremo mai una coppia. È solo puro e semplice...”
“... sesso.”
“Esatto", sbadigliò, "ma non finire le mie frasi.”

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Queer as Folk / Vai alla pagina dell'autore: Giandra