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Autore: Arial    03/05/2009    3 recensioni
A volte fare la scelta giusta ti costringe a sacrificare quanto hai di più caro, ma come puoi sopravvivere quando il tuo mondo non esiste più?
Genere: Triste, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Dean Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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“At night I pray
that soon your face will fade away”
(Everytime, Britney Spears)

 

 

È poggiato contro un vecchio muretto di pietra. Il fiume, parecchi metri più in basso, gorgoglia sommessamente. La notte è serena e la pallida luce lunare mi consente di vedere il suo volto, reso duro da fitte ombre e da troppi anni di solitudine. Muovo qualche passo verso di lui, il cuore in gola. Ogni anno è la stessa storia: non posso lasciarlo solo, ma non riesco ad avvicinarlo.
Non ci sono parole per mitigare il suo dolore, non un gesto che possa mettere a tacere i suoi sensi di colpa. Quella di fronte a me è un’anima distrutta, un pallido fantasma dell’uomo che conoscevo.
-“Sei arrivata anche stavolta” dice, senza smettere di guardare il paesaggio sotto di lui.
Ti sono rimasta solo io.
-“Sì.”
Sono al suo fianco adesso, tanto vicina da sfiorarlo. Sollevo una mano, ma si ritrae. È a poco dal ciglio, un movimento falso e cadrebbe nel vuoto. La perfetta metafora della sua vita.
Sospira e porta le ginocchia al petto, facendomi posto accanto a lui.
-“Grazie.”
Scuote la testa a mo’ di risposta e alza gli occhi al cielo.
-“Credi che lui…” comincia, incerto.
-“Ne sono sicura.”
“Vorrei esserlo anch’io” conclude.
Devi avere fede.
Resto in silenzio, non posso chiedergli anche questo.
Di solito le nostre conversazioni si concludono così, nell’attesa che sorga il sole. Non oggi.
-“Conosci la storia di Caino e Abele?”
L’osservo qualche istante, sorpresa dalla rottura della nostra routine e dall’insolita domanda. Prima che possa rispondergli, prosegue: -“Ovvio che la conosci. Cos’altro potrebbero insegnarvi a scuola?”
Gli sorrido: -“Non è una delle mie preferite, comunque.”
-“Sai cosa ribatte Caino, quando Dio gli chiede dove sia suo fratello?”
Annuisco e distolgo lo sguardo, incapace di sostenere il suo.
-“Dimmelo” incalza.
-“Sono forse il custode di mio fratello?” mormoro.
Abbassa la testa, apparentemente soddisfatto. Perché mi ha chiesto una cosa simile?
-“Tu cosa replicheresti, Dean?” lo interrogo, incapace di fermarmi.
“Che il suo custode l’ha ucciso...” sussurra.
Serro le palpebre; il dubbio come un veleno si insinua in ogni fibra del mio essere: perché Dean deve portare un simile fardello?
Nonostante si siano macchiati della stessa colpa, nonostante il sangue del proprio fratello macchi le mani di entrambi, Dean è molto diverso da Caino: non può perdonarsi, non cerca giustificazioni. L’uno ha compiuto il volere di Dio e questo l’ha distrutto; l’altro, sentitosi abbandonato dal proprio Padre, ha tolto la vita al figlio più amato, senza mai pentirsene.
-“Non sei come lui, Dean” bisbiglio, carezzandogli la nuca.
Comincia a ridere, dapprima lentamente, poi in singulti sempre più isterici. Si tiene il viso fra le mani, le spalle scosse da un tremito violento. Adesso non riesce più a mascherare i singhiozzi.
Tento di abbracciarlo, ma lui mi scaccia via.
-“Non mi toccare, tu sei come loro” sibila.
Sono come loro? Lo pensi davvero? Anche Castiel lo era?
Stringo le labbra, sforzandomi di non lasciarmi ferire: è solo la sua disperazione a parlare.
-“Mi dispiace” aggiunge, dopo qualche tempo. “È solo che…”
-“Lo so.”
-“Non avrebbe dovuto sacrificarsi per me, non ne valevo la pena. Non ne valgo la pena.”
Il suo tono è amaro, consapevole.
Perché non riesci ad assolverti, Dean? Perché non capisci quanto tu sia speciale, quanto meriti il dono che ti è stato fatto? Che poi lo è davvero? Castiel ti ha fatto un favore strappandoti ogni ricordo della persona che amavi di più, di quella che ti ha reso l’uomo che sei? Di certo ti ha salvato la vita, regalandoti la possibilità di essergli di nuovo accanto un giorno. Aveva visto la tua decisione nel momento in cui avevi preso fra le braccia il corpo di Sam, tutti l’avevamo vista, eppure era stato l’unico a decidere che non gli importava degli ordini, l’unico a non poter accettare l’idea che tornassi all’Inferno dopo tutti i tuoi sacrifici. Le disposizioni che avevano avuto erano chiare: ti saresti trovato nella stessa situazione che ti aveva portato all’Inferno, se la tua scelta fosse stata la stessa di allora vi saresti tornato. Tu non avevi esitato, non potevi vivere senza di lui, ma Castiel era stato più veloce. Nel momento in cui le sue labbra si erano posate sulla tua fronte, un’intensa luce bianca aveva inondato il campo di battaglia. Quando avevo riaperto gli occhi sia Castiel che Sam erano spariti; il primo caduto, il secondo sepolto nei meandri del tuo inconscio. Sono passati cinque anni da quel giorno e stanotte, nell’anniversario della sua morte, tu ricordi tutto. Neppure i poteri dei Suoi angeli riescono a cancellare Sam dalla tua anima, perché Dio non ha pietà almeno di questo? Perché non ti dà la pace che tanto meriti? Provo l’impulso di farlo io stessa, ma non riesco ad alzare la mano contro di te. Posso solo restare al tuo fianco, attendendo che l’alba porti via questo dolore e con esso un pezzo della tua anima.

   
 
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