“At
night
I pray
that soon your face will fade away”
(Everytime, Britney Spears)
Non
ci sono parole per mitigare
il suo dolore, non un gesto che possa mettere a tacere i suoi sensi di
colpa.
Quella di fronte a me è un’anima distrutta, un
pallido fantasma dell’uomo che
conoscevo.
-“Sei
arrivata anche stavolta”
dice, senza smettere di guardare il paesaggio sotto di lui.
Ti
sono rimasta solo io.
-“Sì.”
Sono
al suo fianco adesso, tanto
vicina da sfiorarlo. Sollevo una mano, ma si ritrae. È a
poco dal ciglio, un movimento
falso e cadrebbe nel vuoto. La perfetta metafora della sua vita.
Sospira
e porta le ginocchia al
petto, facendomi posto accanto a lui.
-“Grazie.”
Scuote
la testa a mo’ di risposta
e alza gli occhi al cielo.
-“Credi
che lui…” comincia,
incerto.
-“Ne
sono sicura.”
“Vorrei
esserlo anch’io”
conclude.
Devi
avere fede.
Resto
in silenzio, non posso
chiedergli anche questo.
Di
solito le nostre conversazioni
si concludono così, nell’attesa che sorga il sole.
Non oggi.
-“Conosci
la storia di Caino e
Abele?”
L’osservo
qualche istante,
sorpresa dalla rottura della nostra routine e dall’insolita
domanda. Prima che
possa rispondergli, prosegue: -“Ovvio che la conosci.
Cos’altro potrebbero
insegnarvi a scuola?”
Gli
sorrido: -“Non è una delle
mie preferite, comunque.”
-“Sai
cosa ribatte Caino, quando
Dio gli chiede dove sia suo fratello?”
Annuisco
e distolgo lo sguardo,
incapace di sostenere il suo.
-“Dimmelo”
incalza.
-“Sono
forse il custode di mio
fratello?” mormoro.
Abbassa
la testa, apparentemente
soddisfatto. Perché mi ha chiesto una cosa simile?
-“Tu
cosa replicheresti, Dean?”
lo interrogo, incapace di fermarmi.
“Che
il suo custode l’ha
ucciso...” sussurra.
Serro
le palpebre; il dubbio come
un veleno si insinua in ogni fibra del mio essere: perché
Dean deve portare un
simile fardello?
Nonostante
si siano macchiati
della stessa colpa, nonostante il sangue del proprio fratello macchi le
mani di
entrambi, Dean è molto diverso da Caino: non può
perdonarsi, non cerca
giustificazioni. L’uno ha compiuto il volere di Dio e questo
l’ha distrutto;
l’altro, sentitosi abbandonato dal proprio Padre, ha tolto la
vita al figlio
più amato, senza mai pentirsene.
-“Non
sei come lui, Dean” bisbiglio,
carezzandogli la nuca.
Comincia
a ridere, dapprima
lentamente, poi in singulti sempre più isterici. Si tiene il
viso fra le mani,
le spalle scosse da un tremito violento. Adesso non riesce
più a mascherare i
singhiozzi.
Tento
di abbracciarlo, ma lui mi
scaccia via.
-“Non
mi toccare, tu sei come
loro” sibila.
Sono
come loro? Lo pensi davvero?
Anche Castiel lo era?
Stringo
le labbra, sforzandomi di
non lasciarmi ferire: è solo la sua disperazione a parlare.
-“Mi
dispiace” aggiunge, dopo
qualche tempo. “È solo che…”
-“Lo
so.”
-“Non
avrebbe dovuto sacrificarsi
per me, non ne valevo la pena. Non ne valgo la pena.”
Il
suo tono è amaro, consapevole.
Perché
non riesci ad assolverti,
Dean? Perché non capisci quanto tu sia speciale, quanto
meriti il dono che ti è
stato fatto? Che poi lo è davvero? Castiel ti ha fatto un
favore strappandoti
ogni ricordo della persona che amavi di più, di quella che
ti ha reso l’uomo
che sei? Di certo ti ha salvato la vita, regalandoti la
possibilità di essergli
di nuovo accanto un giorno. Aveva visto la tua decisione nel momento in
cui
avevi preso fra le braccia il corpo di Sam, tutti l’avevamo
vista, eppure era
stato l’unico a decidere che non gli importava degli ordini,
l’unico a non
poter accettare l’idea che tornassi all’Inferno
dopo tutti i tuoi sacrifici. Le
disposizioni che avevano avuto erano chiare: ti saresti trovato nella
stessa
situazione che ti aveva portato all’Inferno, se la tua scelta
fosse stata la
stessa di allora vi saresti tornato. Tu non avevi esitato, non potevi
vivere
senza di lui, ma Castiel era stato più veloce. Nel momento
in cui le sue labbra
si erano posate sulla tua fronte, un’intensa luce bianca
aveva inondato il
campo di battaglia. Quando avevo riaperto gli occhi sia Castiel che Sam
erano
spariti; il primo caduto, il secondo sepolto nei meandri del tuo
inconscio.
Sono passati cinque anni da quel giorno e stanotte,
nell’anniversario della sua
morte, tu ricordi tutto. Neppure i poteri dei Suoi angeli riescono a
cancellare
Sam dalla tua anima, perché Dio non ha pietà
almeno di questo? Perché non ti dà
la pace che tanto meriti? Provo l’impulso di farlo io stessa,
ma non riesco ad
alzare la mano contro di te. Posso solo restare al tuo fianco,
attendendo che
l’alba porti via questo dolore e con esso un pezzo della tua
anima.