Anime & Manga > Kilari
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Autore: PiperBlue    16/09/2016    0 recensioni
Kilari è una bellissima giovane idol giapponese, famosa anche nel resto del mondo: la sua storia d'amore si sviluppa fra le luci della ribalta. Ma come sarebbero andate le cose, se così non fosse stato? Se lei fosse rimasta una normale studentessa, avrebbe avuto modo di trovare la sua anima gemella ugualmente? Oppure sarebbe rimasta sola, in attesa di un principe azzurro che non avrà mai modo di incontrare?
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hiroto Kazama, Izumi Amakawa, Kilari Tsukishima, Seiji Hiwatari
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il giorno seguente, naturalmente, Kilari fece molta fatica ad alzarsi dal letto, e, dato le poche ore di sonno, aveva anche due ben visibili borse sotto gli occhi, talmente profonde da farla quasi sembrare uno zombie in divisa scolastica.
«Kilari!» la chiamò il padre, non appena lei scese le scale facendo il suo sonnolento ingresso nella cucina, incorniciato da un sonoro sbadiglio con tanto di stiracchiamento.
«Buongiorno… vedo che hai dormito poco questa notte! Vedrai che una buona ed abbondante colazione ti rimetterà in sesto, dandoti le energie giuste per affrontare la tua giornata!» le sorrise, girando la frittella sul fuoco, pronto ad aggiungerla alle altre quaranta già nel piatto pronto sul tavolo al posto di Kilari, quando lei prese parola:
«Grazie papà, ma oggi non ho molta fame e nemmeno tempo per fare colazione… mangerò qualcosa fuori, forse!» esclamò, correndo fuori di casa e lasciando il padre piuttosto spiazzato e dispiaciuto.
Kilari correva verso la scuola, era in ritardo di cinque o sei minuti, e non voleva che la prof la rimproverasse come aveva fatto l’ultima volta, mettendola in imbarazzo davanti a i suoi compagni che avevano ridacchiato sotto i baffi mentre lei prendeva posto completamente rossa in viso. Fortunatamente riuscì a fare il suo ingresso nell’aula prima dell’arrivo dell’insegnante di matematica, quella che lei considerava la più severa (ed anche più odiosa!) di tutte. Una volta aveva assegnato una punizione all’intera classe perché aveva trovato una cartaccia sul pavimento! Insomma, non sopportava lei -e le sembrava vagamente che fosse reciproco-, né tantomeno la materia che insegnava. Matematica! Utile solo fino alla terza elementare, poi cominciano ad affrontarsi argomenti come le espressioni e le equazioni, che dopo la scuola ti dimentichi e non ti tornano utili nemmeno se finisci a fare l’ingegnere, l’architetto o il meccanico.
Proprio mentre la ragazza si ritrovava immersa da queste sue giuste riflessioni, sistemando il materiale della lezione sul banco in attesa che la docente arrivasse, Hiroto le si avvicinò, trascinandola così fuori dai suoi pensieri.
«Sì?» gli chiese.
«Ho parlato con la prof ieri, cosa che, ci tengo a sottolineare, avremmo dovuto fare insieme. Ha detto che il nostro argomento dovrà riguardare l’astronomia.» spiegò lui, e le guance della ragazza si tinsero di porpora.
«Ah, scusa, me ne ero dimenticata! Quindi cosa facciamo?» si scusò.
«Facciamo che tu questo sabato vieni a casa mia con il libro di scienze, verso le quattro se possibile, e vedi di non combinare pasticci, imbranata che non sei altro!» le ordinò lui, consegnandole il suo indirizzo, per poi andare a sedersi, lasciando Kilari incredula delle sue parole, ed anche un po’ ferita. Cosa le prendeva? Solitamente non le importava nulla di quello che la gente diceva di lei, figuriamoci se avesse dovuto ascoltare le parole di uno tanto maleducato e cattivo! Improvvisamente, però, si ricordò di una cosa che schiacciò letteralmente tutti gli altri pensieri: astronomia era proprio la sua nota dolente! Fantastico, avrebbe sicuramente sabotato la loro ricerca, avrebbero preso un brutto voto, lui si sarebbe arrabbiato e lei avrebbe fatto un’altra figuraccia! Sospirando, prese a guardare fuori dalla finestra; sembrava quasi che il bel tempo del giorno prima fosse stato tutto un sogno, stando alla tempesta che imperversava al di fuori dell’edificio! C’era un gran vento che faceva agitare le chiome degli alberi, e la pioggia era talmente forte e fitta che c’era una bassissima visibilità, possibile causa di sfortunati incidenti, e il tutto non accennava nemmeno per scherzo a migliorare! Il cielo era coperto da minacciosissimi nuvoloni neri come la pece... ma Kilari dovette presto distrarsi dalla distrazione stessa, in quanto l’insegnante aveva appena fatto il suo ingresso nella stanza, col cappotto completamente zuppo e l’espressione di una che è già stufa alle otto del mattino di quella giornata.
“Benissimo!” pensò la castana, “ci massacrerà!”.
Tutto sommato le lezioni quel giorno scorsero relativamente in fretta, permettendo ai trepidanti studenti di essere liberi di tornarsene a casa propria, proprio come stava facendo Kilari quando si ritrovò a riflettere.
“Allora, lui ha detto questo sabato, ed oggi è… venerdì! Oddio! Non posso nemmeno ripassare, sono fregata! Ho troppo da fare oggi! Devo pranzare, andare a fare il turno al caffè, poi farmi una bella doccia, fare tutti i compiti, ripassare per la verifica di domani, andare a fare un paio di commissioni in centro per papà…” pensò, cominciando a correre per risparmiare più tempo possibile.
Il resto della sua giornata divenne così frenetico: mangiò in fretta e furia, ed il meno possibile (comunque non voleva far preoccupare suo papà), corse a cambiarsi per andare al lavoro, dove avrebbe dovuto stare dalle cinque fino alle sei e mezza a servire i tavoli di un bar poco lontano da casa sua. Aveva trovato quel lavoro per poter guadagnare un po’ di soldi per conto suo, e quello era un locale molto carino: pavimento di pietra e muri rivestiti di assi di legno grezze, con i tavoli sparsi ordinatamente per la sala, ricoperti da tovaglie rosse e circondati da sedie di legno foderate da un cuscino anch’esso rosso, sovrastati da eleganti centritavola. In un angolo era presente il bancone della cassa, che era stato posizionato davanti alla porta che conduceva alla cucina. Il tutto era rischiarato dalle numerose finestre che facevano filtrare molta luce e dai lampadari di legno e vetro che erano appesi in modo simmetrico nella stanza. Finalmente, dopo aver rovesciato parecchi vassoi ed aver chiesto scusa un’infinità di volte, il suo turno finì e poté tornare a casa, fare una bella doccia calda e rilassante, lunga come piaceva a lei, per poi sedersi alla scrivania a fare i compiti e ripassare delle ultime informazioni importanti. Dopodiché, verso le otto di sera, uscì nuovamente di casa per comprare un po’ di frutta per il padre che lavorava come pasticcere in un locale aperto da lui stesso. Dopo aver girato qualche bancarella ed avere finalmente trovato quello che desiderava, poté definitivamente fare ritorno a casa. Poggiò la spesa sul tavolo della cucina ed andò in camera sua con tutte le intenzioni di ripassare un poco di astronomia, prese l’odiato libro e si sedette sul letto, poi… senza nemmeno aver letto una riga, senza nemmeno accorgersene, cadde in un profondo sonno, ancora tutta vestita. Il risveglio le avrebbe riservato una bella sorpresa!



Ciao a tutti e scusate dell'enorme distanza temporale fra un capitolo e l'altro, ma d'ora in poi cercherò di aggiornare con più frequenza questa mia, che spero vi stia perlomeno interessando! Recensite numerosi, per favore, che i vostri pareri sono per me di fondamentale importanza! Allons-y dalla vostra PiperBlue!

   
 
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