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Autore: Shainareth    04/05/2009    1 recensioni
[Gundam SEED Destiny] Il pilota dell’Infinite Justice sospirò pazientemente. «Shinn… sembri una moglie gelosa.»
Il ragazzo saltò su a sedere, imbarazzato. «Mi sto solo preoccupando per te, idiota!»
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Athrun Zala, Cagalli Yula Athha, Kira Yamato, Lacus Clyne, Shinn Asuka
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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FIORI




«Davvero ti fidi di quella donna?» La voce di Shinn era visibilmente seccata, e Athrun non sapeva dire se perché, nonostante tutto, lei non gli andasse ancora a genio o se piuttosto per una sorta di infantile gelosia nei confronti del suo ex-Comandante. «Non stava forse per sposare un altro?»

   «Era il suo fidanzato, agli occhi della Nazione. Prima o poi avremmo comunque dovuto affrontare la questione, e probabilmente non ci sarebbe stato molto da fare», gli spiegò in tutta calma l’Ammiraglio Zala, accarezzando con il palmo della mano i sottili fili d’erba smossi dal vento primaverile. Aveva sempre saputo di essere soltanto l’amante, eppure, allo stesso tempo, aveva avuto la consapevolezza di essere l’unico oggetto delle attenzioni e dell’affetto di Cagalli, e questo gli aveva dato la forza per continuare a sperare in un futuro migliore per la loro relazione. Yuna Roma Seiran aveva probabilmente capito tutto, per cui, non appena Athrun aveva lasciato Orb per quella che credeva sarebbe stata una breve visita a PLANT, non aveva perso tempo e aveva spinto la ragazza sull’altare senza che lei potesse permettersi di protestare: al di là dei motivi politici che Yuna le aveva snocciolato per farle un bel lavaggio del cervello, cullandosi sull’inesperienza del giovanissimo Delegato, quell’unione era stata voluta dal defunto padre di quest’ultima.

   «E chi ti dice che adesso lei non abbia una tresca a tua insaputa con un altro bell’imbusto?»

   Il pilota dell’Infinite Justice sospirò pazientemente. «Shinn… sembri una moglie gelosa.»

   Il ragazzo saltò su a sedere, imbarazzato. «Mi sto solo preoccupando per te, idiota!»

   «Ti ringrazio per il pensiero, ma non ce n’è bisogno», gli assicurò l’altro. «Checché tu ne dica, Cagalli è una persona onesta.»

   Il più giovane lo fissò ancora contrariato, quindi tornò a stendersi sul prato, le braccia intrecciate dietro la nuca, gli occhi chiusi. «Mi chiedo cosa diavolo ci trovi in quello spaventapasseri biondo…»

   «Mi riservo di porre una domanda simile a Lunamaria, in futuro», rispose Athrun con fare allusivo, provocando i nervi di Shinn e costringendolo a girarsi sul fianco per voltargli le spalle.

   «Merda!», si sentì gridare all’improvviso alle loro spalle.

   «Ecco Cagalli», affermò l’Ammiraglio senza scomporsi. Entrambi allora puntarono lo sguardo verso la fanciulla che si avvicinava a grandi falcate nella loro direzione. Athrun si levò in piedi. «Che succede?»

   «Succede che quel mentecatto del fioraio ci ha consegnato una fattura esorbitante!», lo informò lei, sbattendogli contro il petto un foglio di carta rosa pallido. «Ti rendi conto? E anche il servizio catering ci costerà una fortuna! Come se fossero Nozze di Stato!»

   «In teoria lo sarebbero», le ricordò il giovane, togliendole un germoglio di genziana dai capelli prima di dare uno sguardo alla cifra scritta sulla fattura. «Ti ci sei rotolata, fra quei fiori?»

   Cagalli abbassò le pupille, il musino offeso. «No. Ho provato a rompergli un vaso sui piedi quando mi ha detto quanto avremmo speso, ma Kira mi ha fermata.»

   Il suo fidanzato preferì passarle una carezza sul capo piuttosto che riprenderla: sapeva quanto si stesse impegnando per la cerimonia che si sarebbe svolta di lì a due giorni, e sapeva anche che quelle sue reazioni violente erano un modo come un altro per scaricare lo stress accumulato da tempo. «Cerca di farlo sopravvivere almeno fino a che ci saremo sposati, va bene?», fu quindi il blando rimprovero del poveretto.

   Lei annuì, già pentita del gesto ma non dello scatto d’ira. I suoi occhi si spostarono poi su Shinn, che ancora la guardava come se ella necessitasse di un esorcismo: come poteva, un Capo di Stato, essere così poco diplomatico?

   «Che c’è?»

   «Te lo richiedo:», riprese allora parola il ragazzo, tornando a rivolgersi ad Athrun, «ne sei proprio sicuro?»

   «Di cosa?», s’incuriosì Cagalli.

   «Tu pensa agli affari tuoi», ribatté il soldato di ZAFT, palesando una volta di più la sua antipatia nei confronti della donna.

   La quale subito fissò il futuro marito. «Ok, il fioraio posso anche lasciarlo in vita. Ma posso uccidere almeno lui?»

   Prima ancora che l’Ammiraglio Zala avesse modo di rispondere, qualcuno li chiamò da lontano: Kira e Lacus, giunti anche loro nel giardino del palazzo degli Athha in cui erano ospiti. Shinn non perse tempo e si rimise dritto sulle gambe per omaggiare entrambi del saluto militare, cosa che indispettì ulteriormente Cagalli, data la completa mancanza di rispetto che quel disgraziato aveva invece nei suoi riguardi.

   «Ti sei calmata?», le chiese suo fratello con un sorriso condiscendente sulle labbra.

   «Ho ancora una voglia matta di menare le mani.»

   «In bocca al lupo», fu quindi il caloroso augurio che, a quella dichiarazione, Kira dette ad Athrun in vista dei parecchi anni che questi avrebbe passato al fianco di quel diavolo di sua sorella.

   L’amico sospirò ancora, tollerante come sempre. «Cagalli, non è una cifra poi così spropositata.»

   «Non quanto quella per il matrimonio con quell’idiota di Yuna, siamo d’accordo», gli concesse lei, i pugni sulle anche, «ma ciò non toglie che dovremmo spendere parecchi soldi per un ammasso di materia organica morta.»

   «La poesia di questa tipa mi commuove…», fu il commento che Shinn preferì bofonchiare fra i denti per non rischiare di prendere un ceffone.

   «Se usassimo fiori finti la gente penserebbe ad una caricatura», cercava frattanto di fare ragionare la fidanzata l’Ammiraglio, prendendola gentilmente per le spalle. «Mi sta bene evitare le esagerazioni, ma rimane il fatto che sei il Capo di una Nazione, e purtroppo bisogna fare attenzione all’opinione pubblica. Abbiamo gli occhi di tutti puntati addosso perché il nostro sarà il primo matrimonio misto di grande importanza. Cerchiamo di fare le cose per bene.»

   L’espressione di Cagalli lasciava ben intuire quanto lei fosse ancora restia ad arrendersi: insomma, il punto chiave di quelle nozze, a parte l’amore incondizionato che univa i due giovani, era proprio il fatto che un Coordinator ed una Natural si sarebbero legati per la vita, a dispetto dei focolai razzisti che continuavano a nascondersi sulla Terra e su PLANT. Di più, era altrettanto fondamentale che i due interessati portassero il nome degli Athha e degli Zala, a dimostrazione che questi ultimi non erano affatto tutti sulla stessa linea di pensiero del violento ex-Presidente Patrick. Non bastava tutto questo a far capire al mondo intero che le loro intenzioni erano più che serie?

   «E se si utilizzassero piante in fiore?», fece da intermediatore Lacus, ruolo che le riusciva sempre al meglio, e non soltanto perché ormai quella era la sua funzione nella società. «In questo modo potreste poi metterle qui in giardino, magari, e la spesa verrebbe ammortizzata nel tempo.»

   «Sarebbe un’ottima cosa!», batté le mani il Delegato, riuscendo finalmente a fare dono agli altri di un sorriso. «A te sta bene?» Athrun annuì all’istante, forse più per farla felice che per altro. «Corro a telefonare a quel mentecatto e torno!»

   «Aspetta, lascia che ci parli io», si affrettò a seguirla poi, timoroso che potessero sorgere nuovi problemi che facessero di nuovo esplodere dalla rabbia la sua poco docile metà.

   «Hai salvato molte vite innocenti», fu il ringraziamento che Kira fece alla sua innamorata.

   Lacus rise. «Voglio solo che siano felici. Se lo meritano, dopo tutto quello che hanno passato.» I suoi occhi chiari si posarono su Shinn. «Non credi anche tu?»

   Preso in contropiede, lui abbassò lo sguardo con fare impacciato. «La mia opinione credo che conti poco.»

   «In realtà lei ti piace molto, vero?» A quella innocente osservazione, il ragazzo alzò la testa di scatto, orripilato. Reazione che impensierì Kira e che invece divertì un mondo Lacus. «L’orgoglio è davvero una brutta cosa.»

   «Non capisco di cosa lei stia parlando», mugugnò il giovane Asuka, infilando vigorosamente le mani nelle tasche. «Per quel che mi riguarda, per Athrun sarebbe molto più adatto un orango di sesso maschile.»

   «Bastardo! Guarda che ti sento!», si sentì ululare dall’interno dell’abitazione, dalla quale provenne anche l’eco della voce dell’Ammiraglio.

   «Shinn, avresti potuto almeno scegliermelo femmina, l’orango…»

   «Non ti ci mettere anche tu, deficiente!»

   «Di sicuro», riprese Lacus, per nulla toccata da quella serie di scambi di battute poco ortodosse, «quei due non si annoieranno mai.»






  
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