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Autore: Winter tales    19/09/2016    3 recensioni
Mi ha sempre intrigato il personaggio di Katherine, in modo particolare il suo amore incondizionato per Stefan. Ho voluto rendere un po' più "profondi" i suoi ultimi momenti di vita. Per chi non ricordasse l'episodio, i fatti si ricollegano alla 5x11. A chiunque la leggerà, spero che vi piaccia.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Katherine Pierce | Coppie: Katherine/Stefan
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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L'odore di morte aleggiava nell'aria: assumeva le sembianze di un'ombra solitaria che si divertiva a deride ancora gli ultimi momenti della sua vita spezzata.  Era l'odore di una dolce sofferenza. È odio, terrore, speranza negata, felicità estinta, dall'ingombrante presenza di questi demoni delle tenebre che non lasciavano la sua mente neanche durante i suoi ultimi sospiri.
Era sola. Completamente sola.
Non poteva aspettarsi un'accoglienza diversa, non dopo tutto quello che aveva causato. Sembrava chiedersi quando sarebbe finita, quando avrebbe smesso di essere la sopravvissuta. Tra tutti quei volti sembrava che la sua memoria non facesse altro che tormentarla tanto da poter sentire una risata stridula, e fredda quanto il ghiaccio: anche la morte si prendeva gioco di lei; aveva tentato per troppi anni di sfuggirle, ma adesso era proprio lì, accanto al suo letto che le sorrideva ansiosa di portarla con sé nell'oscurità.
Quasi non si accorse di un tocco lieve che arrivò a scaldarle la guancia.
Avrebbe riconosciuto la sua mano fra mille.
La sua mente la riportò in quella notte del 1492. La notte in cui perse ogni cosa, la sua famiglia. Le persone che amava. E tutto per sopravvivere.
Sopravvivere ad un ibrido che le dava la caccia da oltre cinquecento anni.
<<È questo il ricordo al quale sei tornata?>> 
La voce improvvisa di Stefan la destò dai suoi ricordi per un momento.
Non era mai stato facile affrontare quella notte. Le lenzuola del letto erano così sporche di sangue che difficilmente si sarebbe detto che un tempo erano bianche, candide. Il momento in cui anche la sua vita la abbandonò. << Piuttosto triste non credi? >>
<< É stato il giorno più brutto della mia vita. Damon dice che...è stata colpa mia. Che merito tutte le cose orribili che mi sono successe. >>
Una lacrima, unica goccia di memoria concessa, si sgretola oltre l’orlo delle sue ciglia, sfiorandole la guancia con la sua scia di sale e dolore.
<< Ha ragione, Stefan. Non merito di essere amata >>
<< Guarda tuo padre >>.
Tutto intorno a sé, al solo pronunciare quelle parole, pareva cambiare.
Le macchie di sangue sparse cominciavano a sparire, come se non fossero mai esistite. Era un sogno che non avrebbe mai voluto abbandonare. << Che stai facendo? >> domandò 
<< Ti meriti un po' di pace >> 
Adesso tutto sembrava essere più nitido, definito. 
Niente di tutto quello che somigliava a un massacro era più presente.
<< Avevi solo diciassette anni >> 
Stefan accolse il suo viso fra le mani e asciugò le ultime lacrime che si annidavano fra gli orli umidi dei suoi occhi.
<< Tu non hai nessuna colpa >> sentenziò 
Il pianto di una bambina squarciò il silenzio, tanto da far spingere Katherine verso una culla, posta in un angolo, quasi come se fosse stata dimenticata. Ma no, lei non era mai stata dimenticata, pensò fra se.
La sua unica ragione di vita.
Un raggio di luce la riportò alla realtà solitaria, e abbandonata.
Agonizzante come se fosse un animale sofferente.
<< Addio Katherine >>
In quell'instante se avesse avuto la forza di reagire, lo avrebbe preso per mano e gli avrebbe chiesto di restare, prima che tutto diventasse buio.
Gli avrebbe chiesto di renderle quegli ultimi momenti della sua vita, i ricordi più preziosi che potesse portare della sua vita longeva.
Le avrebbe assicurato che la luce procede senza fine, anche dopo la morte. La avrebbe semplicemente rassicurata.
D'altronde era così che finivano le storie d'amore.
Non avrebbe mai immaginato che sarebbe morta. Per di più da una semplice essere umana. 
In tutti questi anni non era mai riuscita ad assaporare davvero l'essenza di esistere: sempre pronta a fuggire da un momento all'altro, contro le paure, talvolta persino da se stessa. Non si era mai fermata, neanche per un breve istante, tanto da lasciarle scivolare la vita addosso.
Ma davanti a Stefan avrebbe fatto un eccezione.
Ed era per questo che era tornata. Unicamente per lui.
Avrebbe dato qualsiasi cosa per sentirselo dire ancora una volta, che l'universo era stato creato soltanto perché lei lo ammirasse.
A corto fiato, avrebbe pronunciato il suo addio, spiegandole l'infinito.
Quanto raro e bello sia anche soltanto esistere.

 

   
 
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