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Autore: Selhin    04/05/2009    2 recensioni
...La tortura aveva avuto inizio da solo venti minuti, e lui già voleva scappare via. Ma come poteva darsi alla fuga proprio a metà missione? Perché quella per lui, era una vera e propria impresa. Ormai aveva quindici anni, e doveva dimostrare di essere diventato un uomo coraggioso in qualche modo...
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Zell Dincht
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tatoo

Tatoo

 

 

Stava soffrendo molto.

La tortura aveva avuto inizio da solo venti minuti, e lui già voleva scappare via. Ma come poteva darsi alla fuga proprio a metà missione?

Perché quella per lui, era una vera e propria impresa. Ormai aveva quindici anni, e doveva dimostrare di essere diventato un uomo coraggioso in qualche modo. Quello, bè...era forse un modo un po’ infantile di dimostrare coraggio, d’altronde non tutti riuscivano ad accettare una simile prova.

  - Ehi, non metterti a tremare, altrimenti qua succede un casino.- urlò la donna con i capelli più abbaglianti che lui avesse mai visto.

Erano un concentrato di colori, tutti mescolati assieme: alcune ciocche rosa, altre verdi affiancate da lunghe meches bionde e arancio, due ciuffi a mo’ di frangetta neri e blu.

Era rimasto sconcertato quando, entrando nel locale, l’aveva vista la prima volta. Quel giorno aveva anche le lenti a contatto colorate,completamente bianche; da morir d’infarto per uno non abituato come lui.

  - Mi scusi, starò più attento.-

Chiuse gli occhi azzurri, cercando di concentrarsi su qualcos’altro. Pensò al suo atto di coraggio, e a come lo avrebbero ammirato al Garden l’indomani. O forse si sarebbe beccato una punizione?

Cambiò pensiero, e immaginò la reazione di sua madre, una donna molto comprensiva. Gli avrebbe dato una bella pacca sulla spalla dicendogli quanto ne fosse orgogliosa. No, ripensandoci forse si sarebbe incavolata così tanto da sbatterlo fuori di casa.

Tremò di nuovo. - Vuoi star fermo?- ripeté la donna con la sua voce bassa e roca. Gli spinse con forza il viso sul tavolo per bloccargli il tremolio.

  - Mi...mi dispiace...- provò a dire il ragazzino.

  - Se viene male, mi pagherai lo stesso perché non è colpa mia...sappilo.-

Lui annuì con un mugolio, e chiuse nuovamente gli occhi in cerca di distrazione. Tentò d’inspirare profondamente, cercando però di rimanere immobile.

  - Ma cosa vuol dire questo strano simbolo?- gli chiese la donna all’improvviso, incuriosita, o forse solo annoiata.

  - Ehm...veramente non lo so...- ammise lui, leggermente imbarazzato.

  - Non sai che vuol dire, e vuoi tenerlo addosso per tutta la vita? Certo che sei strano...-

Era particolarmente permaloso, anche se non l’avrebbe mai ammesso, e quella frase lo infastidì - L’ho sognato...ed io credo che i sogni siano molto importanti. Lo stava disegnando mio nonno sulla sabbia della spiaggia...- raccontò lui -...mio nonno è morto da qualche anno. Io lo ammiravo molto, e sogno di diventare un grande soldato valoroso come lui. Per questo da domani inizierò a frequentare il Garden di Balamb!-

Non vedeva l’ora che fosse il giorno successivo per iniziare la strada verso il suo sogno.

  - Ah ho capito...- iniziò la donna -...credi che il tuo caro nonnino ti abbia dato questo simbolo come una specie di portafortuna immagino...-

  - Esatto, esatto...come l’hai capito?- chiese curioso, forse quella era una donna dotata di strani poteri magici. Si sarebbe spiegata quella strana acconciatura almeno!

  - Mah, hai la faccia da credulone, quindi...intendi diventare un Seed eh?-

Affondò con l’ago nella carne, e lui mugolò per il dolore improvviso dimenticandosi dell’offesa sottile appena ricevuta.

  - A me non piace quella gente...- continuava lei incurante del dolore provocatogli -...quando camminano per la città sembra esistano solo loro, ti squadrano dall’alto in basso e con uno sguardo di compassione come per dire “guarda quella poveretta, non ha la fortuna di essere come noi”...-

Forse dipende da come vai pettinata in giro!

Bloccò il pensiero per una volta, felice di essere riuscito a trattenerlo nella sua testa.

  - Ma capisco perché voi ragazzini volete diventare come loro...nelle loro uniformi così costose, nei loro Garden così luccicanti...è una vita militare di lusso quella. Sei fortunato ad essere riuscito a iscriverti.-

Lo spinse ancora più forte contro il tavolo, mentre il poveretto a stento tratteneva la voce per il dolore. Avvertiva quell’ago malefico entrargli e uscirgli dalla pelle, tingendola d’inchiostro nero.

Ma quanto sarebbe durata ancora? Quella donna non gli piaceva granché, e il male iniziava a farsi insopportabile.

  - Manca ancora molto?- chiese con la voce piccola piccola. La donna lo squadrò confusa e sorpresa.

  - Non starai sentendo dolore, vero?-

Lui scosse gli occhi, poiché la testa era bloccata dalle mani della sua torturatrice. - Bene, perché nessuno può sentir male con me...sono la più abile a fare questo genere di cose, in tutto il mondo.-

Ma perché adesso si sta vantando?

Sospirò, sicuro che la risposta non gli sarebbe arrivata mai. Nel silenzio che seguì si domandò più volte perché avesse deciso di fare una sciocchezza del genere, e l’unica cosa che gli veniva in mente come risposta erano gli occhi azzurri di quel tipo incontrato al Garden il giorno dell’iscrizione. L’aveva accompagnato sua madre, e insieme nella hall stavano aspettando una professoressa per terminare effettivamente la sua ammissione al Garden di Balamb. Era eccitatissimo e non faceva altro che vagare con gli occhi per quell’edificio così grande, sugli studenti nelle loro uniformi e ripensando all’uomo gentile poco prima incontrato che aveva rivelato essere il preside.

Poi aveva sentito una voce maschile alle sue spalle, dal tono molto arrogante. Si era voltato, e aveva visto questo ragazzo di circa la sua età, con un lungo cappotto bianco e dei capelli biondo-rossiccio arruffati. Si erano guardati per un istante, fino a che il ragazzo non gli aveva rivelato un ghigno sprezzante sul viso.

  - Ah accidenti...- aveva iniziato a dire ai suoi due amici, un ragazzo piuttosto robusto ed una ragazza dagli strani capelli argentati -...ecco qui un altro novellino. E si è fatto addirittura portare dalla sua mammina, povero piccolo.-

Da quell’istante era stato odio puro, impulsivo com’era si era scagliato contro il ragazzo, finendo però a terra sottomesso dalla sua incredibile forza. - Guarda che non ti conviene attacar briga con me...galletto.-

Si era alzato, e se n’era andato assieme alla sua risata altezzosa. Lui era rimasto seduto a terra, mentre la madre lo raggiungeva preoccupata.

Così si era ripromesso che gliel’avrebbe fatta pagare non appena fosse entrato al Garden e lo avesse visto.

Seifer si chiamava, o così gli avevano detto poco dopo. Aggiungendo di starci alla larga, che era solo un arrogante e attaccabrighe. Lui però non riusciva a non ribattere a quelle provocazioni.

La prova di coraggio era dovuta anche a quello che era successo, per far capire che lui era davvero un ragazzo meritevole di diventare un Seed.

  - Ecco fatto...ho finito.-

Non se n’era accorto, ma la donna sembrava aver finito il suo lavoro. Gli rinfrescò la guancia con un panno bagnato, mentre lui cercava i soldi per pagarla.

Guardò nel portafogli, e si rese conto con terrore di averli dimenticati sul comodino di casa. Sudò freddo per un istante, restando immobile senza lasciar trapelare i suoi pensieri. Anche questo, dopotutto, faceva parte dell’allenamento per diventare un buon Seed.

Le sorrise brevemente, mentre la donna lo osservava confusa, poi iniziò a frugare nello zainetto blu che si era portato dietro. Doveva pur avere dei soldi di riserva da qualche parte!

Come un’illuminazione, gli capitò fra le mani una bustina con tutte le monete che stava mettendo via da mesi, nell’eventualità appunto di restare senza soldi. La prese, sorrise di nuovo alla donna che nel frattempo innervosita, si avvolgeva una ciocca di capelli rosa attorno al dito con fare annoiato. Poi iniziò a estrarre le monetine una per volta, posandole con cura sul bancone creando piccole torrette da 10 guil l’una.

  -...35...36...37...-

La donna lo osservava spiazzata, mentre lui aggiungeva un’altra torretta di monete alla lista per il pagamento. -...63...64...65...-

Doveva arrivare a 3 mila guil, e non sapeva se ce l’avrebbe mai fatta, dal canto suo la donna stava già pensando a dove avrebbe messo quelle tremila monete una volta finito il pagamento.

Mentre impilava l’ultimo guil per completare i primi 100, starnutì improvvisamente. Con la cresta dei capelli colpì accidentalmente una penna stilografica che stava lì posata nel portapenne, cadde e rotolò fino a colpire la prima torretta di monete. Questa si distrusse in un rumore metallico, sopra alle restanti, ed una per volta tutte le monetine finirono a terra compiendo un lungo salto nel vuoto. Il tutto successe in pochi, minuziosissimi millimetri di secondo.

Il ragazzo restò imbambolato ad osservare la scena, mentre alla donna sfuggiva una risata sfrenata. Negli occhi azzurri di lui si formarono due grossi lacrimoni, poi si accucciò per cercare di recuperare ogni singola moneta.

Alzò lo sguardo e la vide scuotere la testa - No tieniteli...mi sei simpatico e ti faccio un regalo.-

  - Ma è sicura?-

La donna aveva annuito con enfasi - Promettimi solo di diventare un Seed che non mi guarderà dall’alto in basso. E portami qualche tuo amico un giorno.- gli fece l’occhiolino mentre lui si avviava alla porta del negozio.

  - Ok, lo prometto.-

Uscì dal locale, e s’incamminò verso casa, con la guancia dolorante e la paura per la reazione della madre. Mentre passeggiava lungo la strada, gli capitò di guardare alla sua sinistra, in una vetrina. Il suo riflesso s’intravedeva nella luce del tramonto.

Si avvicinò e si guardò bene il viso. Sul lato sinistro adesso stava ben disegnato un tatuaggio nero, dal simbolo sconosciuto ma per lui molto importante. Sorrise allegro al se stesso del riflesso.

Eccomi, un nuovo Zell. Vedrai Seifer, mangerai la mia polvere un giorno.

Questa è una promessa.

 

 

 

 

 

Fine

 

 

 

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Ah, l’avevo detto che prima o poi avrei scritto qualcosa su Zell ^^ dunque eccomi qua, con una piccola gag su di lui, il pg più spassoso, dolcioso e cuccioloso di tutta la serie di Final Fantasy!

Scusatemi, ma io lo adoro, è uno dei miei preferiti in assoluto *_*

 

Spero vi siate divertiti a leggere questa fic, almeno la metà di quanto mi sia divertita io nello scriverla ^^

Ringraziamenti dovuti alla mia Beta *_* se non ci fosse stata lei che mentre parlavamo mi ha dato l’illuminazione, la storia delle monetine potevate scordarvela XD

 

Bene, vado...chiedervi una piccola recensione è chiedere troppo forse? ç_ç

 

Kiss, Selhin

 

 

   
 
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