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Autore: perriescola    22/09/2016    0 recensioni
"Lydia ricordava a stento il ragazzo sarcastico e imbranato che le veniva dietro dalla terza elementare.
Si rendeva conto che nessuno di loro era lo stesso di pochi anni prima, anche lei era parecchio cambiata, ma a volte sperava di poter rivedere la luce sarcastica tipica degli occhi marroni di Stiles"
In cui Stiles e Lydia arrivano in ritardo a scuola e decidono,finalmente, di parlare.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lydia odiava arrivare in ritardo.
Aveva una lezione di fisica alla prima ora e doveva ancora prepararsi.
Quella mattina si era svegliata tardi perché la sveglia non aveva suonato.
Non che di solito avesse bisogno della sveglia per alzarsi dal letto.
La sera prima era andata a letto tardi, essendo rimasta a studiare con Kira e Malia fino alle 2.
La "serata-studio" si era poi trasformata in una "serata-ragazzi" visto che erano state a parlare di 'maschi', soprattutto due di loro, per tutta la notte.
A Lydia non infastidiva la discussione in sé, quanto piuttosto il non poter sentirsi partecipe al 100%.
Aveva avuto dei ragazzi, certo, ma ne aveva mai amato uno?
Uscì di casa e salì in macchina.
Dopo dieci minuti in cui la macchina non partiva- e in cui Lydia imprecava- uscì dal cancello di casa sua e guidò verso la scuola. 
Ormai era in ritardo, avrebbe saltato l'ora di lezione di una delle sue materie preferite.
Era piuttosto fiera di sé per i voti alti che prendeva, la facevano sentire utile.
Scese dalla macchina e si diresse verso la panchina posta davanti al portone dell'istituto.
Mentre camminava verso di essa, fu fermata dalla vista di qualcuno.
No, non qualcuno, non era solo uno stupido "qualcuno".
Magari lo fosse stato.
Davanti a lei, seduto sulla panchina, vi era Stiles che leggeva e sottolineava un libro di scienze, con una matita fra le labbra.
Lydia si voltò e fece per andarsene, quando la voce del moro la fermò "ehi, Lydia?".
La rossa chiuse gli occhi e sospirò frustrata.
Perché la vita mi odia? pensò.
"Lydia?" ripetè il moro, mentre la ragazza si girava a rallentatore, quasi come se fosse entrata in un qualche film fantascientifico.
Fissò il ragazzo per qualche minuto.
Aveva i capelli spettinati, il viso sconvolto di chi si era appena alzato dal letto- o di chi aveva incontrato qualcuno di inaspettato- e portavo una camicia a quadri bianca e blu.
La stava guardando con la bocca leggermente spalancata, con quell'aria idiota.
O adorabile.
O adorabilmente idiota.
Oh, andiamo, piantala Lydia.
Stiles chiuse la bocca e deglutì, mentre lei tentava di sorridere e di apparire disinvolta.
Cosa piuttosto difficile visto che entrambi sapevano di aver tanti argomenti di cui parlare.
La rossa aveva evitato, fino a quel momento, di restare da sola con lui.
Okay, doveva ammetterlo, era imbarazzata.
Non aveva avuto modo di pensarci prima, ma il modo in cui Stiles era andato ad Eichen House per salvarla, o il modo in cui le aveva tenuto la mano all'ospedale, le avevano provocato qualcosa.
Si okay, non sapeva cosa, era stato solo.. bello e strano allo stesso tempo.
"Ciao" sussurrò il ragazzo, non puntando lo sguardo su niente in particolare.
"Ciao" rispose lei, lentamente.
Okay questo non va bene, pensò Lydia.
Insomma, loro erano sempre e solo stati amici, avevano parlato tante volte e non c'era stato mai imbarazzo.
Okay, forse qualche volta.. oh ma chi vuoi prendere in giro, Lydia?
"Ehm..allora..tu..cioè,io.." iniziò a balbettare Stiles senza ritegno.
Lydia aveva voglia si ridere e di scappare allo stesso tempo.
"Stiles!" lo interruppe "Calmati", e si avvicinò di più a lui, cosa che non aiutò nessuno dei due.
"Okay, ehm, sei arrivata in ritardo?" chiese, tornando a puntare i suoi occhi su di lei. 
Aveva uno sguardo così serio..
Lydia ricordava a stento il ragazzo sarcastico e imbranato che le veniva dietro dalla 3^ elementare.
Si rendeva conto che nessuno di loro era lo stesso di pochi anni prima, anche lei era parecchio cambiata, ma a volte sperava di poter rivedere la luce sarcastica tipica degli occhi marroni di Stiles.
Sapeva di chiedere troppo ma.. avrebbe desiderato che almeno lui, essendo umano, potesse vivere una vita normale ed essere felice.
"Sì, mi sono svegliata tardi" rispose lei.
"Oh, anche io, sono stato tutta la notte a parlare con Scott e.." si fermò per prendere fiato e chiuse gli occhi.
A Lydia non restava che guardarlo, ammirando la sua pelle chiara contornata da pochi nei o quelle labbra non troppo carnose, che si aprirono per respirare.
Oddio, non stai veramente fissando le sue labbra, vero? Dimmi di no, pensava la ragazza mentre distoglieva lo sguardo.
"Lydia" disse Stiles, avvicinandosi "dobbiamo parlare"
"Lo so" rispose lei.
Si avviarono verso la panchina e si sedettero, facendo sfiorare involontariamente le loro mani.
"Stiles" esclamò la rossa "non ne abbiamo mai discusso ma.. quando mi hai salvata, io.." si fermò, pensando a cosa dire per concludere la frase.
Avrebbe voluto dire tante di quelle cose che non riusciva a farne uscire fuori nemmeno una.
Notò che Stiles la stava fissando, in attesa.
Era concentrato sul suo viso così tanto da metterla in soggezione.
Lydia lo aveva sempre pensato: il modo in cui Stiles la guardava era intenso.
"Credo di non averti ringraziato abbastanza" proruppe poi.

Oh, sul serio? Di tutte le cose che potevi dire, hai scelto la più stupida?

Sta zitta,tu.

Stiles la guardava, ancora.
Questa volta nel suo sguardo non c'era aspettativa, ma nemmeno delusione.
Lentamente, la sua bocca formò un piccolo sorriso che le scaldò il cuore. 
"Non è la prima volta" disse soltanto.
La ragazza aveva l'impressione che non si riferisse solamente al fatto di averla salvata.
Lo sguardo del moro era così triste e vuoto che le venne spontaneo stringergli la mano, provando a trasmettergli tutta la sua gratitudine.
Sembrava così strano, ma lei voleva davvero ringraziarlo.
Purtroppo non era mai stata brava con questo tipo di cose.
Quando gli prese la mano, Stiles la guardò stupito.
Okay, in quei giorni si erano tenuti spesso la mano, ma solo a causa di circostanze ben precise.
Lydia dovette ammettere a se stessa che aveva trovato confortante la presenza di Stiles nell'ultimo periodo, l'aveva fatta sentire meno sola.
Era sempre stato lì, con lei.
"Grazie" sussurrò la rossa, puntando i suoi occhi su di lui "per tutte le volte in cui mi hai salvata" proseguì.
Sapeva di avere altre cose da dire, ma in quel momento riuscì a dire solo quella.
Poteva sembrare la cosa più stupida del mondo, ma aveva faticato un sacco per far uscire quelle parole dalla sua bocca.
Anche Stiles sembrava esserne consapevole perché le sorrise in modo sincero.
Continuarono per un po' a stare seduti, godendosi quel breve momento di pace in cui nessuno dei due doveva badare a mostri e altre disgrazie.
Con sua grande sorpresa, Lydia trovava quel silenzio rassicurante.
L'imbarazzo non se n'era di certo andato del tutto,- su quello dovevano ancora lavorarci- ma almeno era diminuito.
"Cosa faremo ora?" chiese Stiles, interrompendo la pace "intendo..noi"
Noi?
"Noi?" chiese Lydia stupita.
Le stava davvero chiedendo.. cioè, lui le stava chiedendo..di loro?
Ohmiodio,ohmiodio,ohmiodio,ohmiodio
"Sì, Lydia, tu ed io, noi. Hai presente?" le chiese irritato.
Sapeva quanto il ragazzo odiasse le domande stupide, soprattutto se venivano da una ragazza intelligente come lei, ma non aveva potuto farne a meno.
Non aveva mai pensato a un noi.
Oh, cavolo.
"Ehm..noi" iniziò la rossa "credo che..andremo avanti" concluse poi.

Sul serio, Lydia? Sul serio?

Perché non rispondi tu visto che sei tanto intelligente?

Grazie a Dio non riuscì a vedere il volto di Stiles.
Forse era sconvolto quanto lei.
A salvarla dalla vergogna fu la campanella, questa volta.
Lydia si affrettò a raccogliere le sue cose e a incamminarsi verso l'istituto, voleva raggiungere la sua aula al più presto possibile.
Stiles la raggiunse e le si parò davanti "Ci vediamo dopo la scuola?" chiese genuinamente.
Ora toccò a lei essere sorpresa per quell'iniziativa presa dal ragazzo.
Lo guardò per un po', notando i suoi occhi pieni di speranza, e sorrise.
"Certo" rispose "Ci vediamo dopo".
Si affrettò a girarsi per non fargli notare la sua espressione da idiota.
In fondo non è così male arrivare in ritardo, pensò.



 

CIAAAAO! 
Okay, inizio scusandomi per gli errori che avrò sicuramente fatto!
Purtroppo sono costretta a scrivere tutto dal cellulare, avendo il pc rotto.
Questa os è stata scritta in classe, durante un'ora di supplenza.
Avevo bisogno di scrivere sugli stydia visto che Jeff non si è ancora deciso a renderli canon!
È ambientata dopo la 5b (che è stata meravigliosa, a mio parere) e, ovviamente, prima della 6a.
Spero che vi sia piaciuta!

Un bacio,
Cascy

 
  
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