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Autore: ICChin__    25/09/2016    1 recensioni
Renly aveva smesso da tempo di fissare la finestra nella speranza dell'apparizione di Robert, imponente e fiero sul suo cavallo nero, con il suo esercito al loro salvataggio.
Stannis l'aveva sempre saputo che non sarebbe mai arrivato in loro soccorso: aveva dato a lui il compito di tenere Storm's End ed era quello che suo fratello si aspettava facesse. Non poteva permettersi di perdere l'antica casa di famiglia, non poteva permettersi di impegnare un assedio anche su quel fronte, perciò il loro unico compito era resistere.
Genere: Angst, Fantasy, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Eddard Stark, Renly Baratheon, Robert Baratheon, Stannis Baratheon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Brothers...

«Could you believe I loved him once?»

 

Erano giorni che l'unica cosa che vedevano nei loro piatti era solo carne della cui provenienza, Stannis, non era del tutto convinto. A dirla tutta, non voleva nemmeno sapere da dove provenisse: ora come ora, doveva solo assicurarsi che Mace Tyrell non riuscisse a far breccia nelle mura di Storm's End, perché questo era ciò che Robert, suo fratello, gli aveva ordinato quasi 8 mesi prima, perché questo era il suo dovere.


Renly continuava a fissare il piatto. Il cibo intoccato. Non che non avesse fame: mangiava a malapena e quello che mangiava lo lasciava con un buco nello stomaco perenne. La sua fame non poteva essere saziata da carne di cavallo, di topo o da qualche verdura rinsecchita. No, la sua era una fame ben diversa: era la fame della spada, del combattimento, del sangue. Robert era sceso in battaglia contro i Targaryen, ormai da tempo, in una battaglia che sicuramente sarebbe stata ricordata negli anni a venire e lui, dall'alto dei suoi 11 anni, sentiva di essere grande abbastanza per combattere al suo fianco.


Stannis, la mappa di Westeros aperta sul tavolo sovrastata da un altro milione di carte, stava riflettendo: Mace Tyrell lo aveva circondato, il suo esercito era più numeroso, ogni notte, si sentivano le urla e gli schiamazzi dei soldati provenire dalle tende dell'accampamento e l'odore del maiale arrosto si propagava per tutto Storm's End quasi a farsi beffe di loro, quasi a tentarli e poteva contare su rifornimenti pressapoco infiniti. Lui, d'altro canto, aveva ben pochi soldati, al confronto, non poteva ingaggiare una battaglia e i rifornimenti non arrivavano in città, perciò le vettovaglie stavano scarseggiando. Sembrava non esserci alcuna via d'uscita, ma non poteva arrendersi: doveva compiere il suo dovere, doveva...
Venne distolto dai suoi pensieri dal soldato di guardia alla porta.
Milord, suo fratello chiede di essere ricevuto.”
Stannis digrignò i denti, ma diede l'ordine di lasciarlo entrare. Dopo tutto era suo fratello.


Renly respirò e si fece coraggio.
Aveva ripassato mentalmente il discorso più volte: non vedeva alcun motivo per cui Stannis dovesse dire di no. In fondo, anche lui aveva il diritto di avere un occasione per combattere, per dimostrare il proprio valore giusto?
Voglio combattere.” sentenziò Renly, a uno Stannis per niente sorpreso.
Stava aspettando il momento in cui suo fratello avrebbe avanzato quella proposta. Sapeva che era questione di tempo: era un ragazzo, aveva visto Robert, magnifico e possente nella sua armatura con l'elmo con le corna di cervo, aveva provato il desiderio irrefrenabile di unirsi a lui, di cavalcare al suo fianco. E come biasimarlo, anche Stannis lo aveva provato. Il carisma di Robert, travolgente e impetuoso, come un torrente.
Posso farcela!” continuò il fratello più giovane. “Potremmo scendere in campo contro i Tyrell. Mace non è un comandate in gamba quanto te! Potremmo sconfiggerlo, la gloria...”
La gloria?” fece l'altro, più irato di quello che era in realtà. “La gloria? Il nostro esercito è in netta minoranza, metà di loro sono persino troppo affamati per stare in piedi e tu parli della gloria? Dovrei lasciare che tu esca e vada a morire insieme alle poche forze che già abbiamo?”
Renly era sbiancato. Avrebbe voluto dire qualcosa, qualsiasi cosa, ma tutto quello che gli veniva in mente erano frasi che lo sarebbero potute uscire dalla bocca di un bambino. Non da quella di un uomo. Non da quella di un membro della futura casa reale di Westeros.
Non gli rimase altro che abbandonare la stanza.


Stannis vide la delusione, la rabbia, l'orgoglio di Renly in quei pochi secondi e un moto d'affetto lo pervase.
Certo, avrebbero potuto combattere, avrebbe potuto essere così stupido da portare Renly sul campo di battaglia, ma come avrebbe potuto lasciarlo andare quando nemmeno lui aveva il coraggio di farlo? Quando non era nemmeno sicuro di poterlo proteggere?

 

L'assedio continuava ormai da 9 mesi. Unica cosa a spezzarne la monotonia, un tentativo fallito di attacco da parte di Mace Tyrell.
Il cibo scarseggiava, la malnutrizione dilagava, persino i topi erano diventati una rarità. Gli abitanti di Storm's End avrebbero cominciato a mangiarsi tra loro se non avesse pensato a qualcosa, ma cosa? Aveva vagliato ogni possibilità, ma tutto si era rivelato inutile.
Oltre che per i suoi uomini, era preoccupato per sua moglie, Selyse Florent, e Renly.
Selyse era dimagrita, come tutti, quasi le si vedevano le ossa e aveva quasi paura di spezzarla con un singolo tocco. Renly, d'altro canto, sembrava aver perso tutta la vitalità che lo contraddistingueva ed era ogni giorno più magro e smunto. Non sembrava nemmeno suo fratello.
Dal giorno del loro contrasto sembrava più...adulto. La luce nei suoi occhi era cambiata, c'era più consapevolezza nel suo sguardo.
Stannis aveva già dato disposizioni di dare parte della sua porzione alla moglie e al fratello, ma non era abbastanza. Non ancora.
L'unica cosa che poteva fare era resistere e continuare a fare quello che sapeva fare meglio: comandare i suoi uomini, compiere il suo dovere verso suo fratello, verso la sua casata.
Avrebbe mostrato a Mace Tyrell la furia dei Baratheon, ma non la furia cieca e distruttiva di Robert, avrebbe mostrato ai Tyrell la furia che si cela dietro il silenzio e la resistenza. La furia di Stannis Baratheon.


Erano passati 11 mesi, di cui 4 trascorsi nella fame e nella malattia.
Erano stati salvati da Davos, un contrabbandiere, che era riuscito a eludere la sorveglianza dei Tyrell e portare una nave carica di cipolle e cibo nella città. Stannis l'aveva ripagato per il suo atto di fedeltà e coraggio, ma l'aveva allo stesso tempo condannato per il suo essere un contrabbandiere: lui non era Robert Baratheon, non dimenticava i tradimenti o i crimini, non li perdonava, perché una buona azione non ne spazzava via una cattiva e viceversa.
L'aveva punito, tagliandogli una falange per ogni dito, ma l'aveva allo stesso tempo premiato conferendogli il cavalierato e una nuova identità: Davos Seaworth, cavaliere di Stannis Baratheon.
Renly non protestò per il trattamento da lui riservato a Davos, ma nei suoi occhi Stannis vide l'orrore montare quando la lama calò e tagliò le falangi del neo cavaliere.
Renly aveva sempre avuto il cuore tenero.


Renly aveva smesso da tempo di fissare la finestra nella speranza dell'apparizione di Robert, imponente e fiero sul suo cavallo nero, con il suo esercito al loro salvataggio.
Stannis l'aveva sempre saputo che non sarebbe mai arrivato in loro soccorso: aveva dato a lui il compito di tenere Storm's End ed era quello che suo fratello si aspettava facesse. Non poteva permettersi di perdere l'antica casa di famiglia, non poteva permettersi di impegnare un assedio anche su quel fronte, perciò il loro unico compito era resistere.
Resistettero per un anno, fino all'arrivo di Eddard Stark, il lord di Winterfell, e Robert Arryn, lord del Nido dell'Aquila, sconfissero i Tyrell e ruppero l'assedio.
Stannis ricordava lo sguardo di ammirazione negli occhi di Renly. Quello sguardo però non era rivolto a lui, bensì ad Eddard Stark. Stannis Baratheon sentì montare nel petto un sentimento a lui non nuovo.
Amarezza? Gelosia?
Forse entrambi.
Ancora una volta non c'erano state parole di ringraziamento, da parte di Robert, per lui, solo altri ordini ai quali era suo dovere obbedire: non c'era stata gloria, non c'era stata una pacca sulla spalla da parte di Robert, non una parola di approvazione.
La gloria, per Stannis, non c'era mai stata. Era sempre e solo la gloria di Robert.
Sperava che Renly lo capisse presto.

 

...until the end

«...I did love him, Davos. I know that now.»

 

Il corpo di Renly oramai doveva essere freddo.
Era morto da ore. Una lama sconosciuta lo aveva infilzato alle spalle, mentre lui si preparava per lo scontro.
Gli aveva dato la possibilità di ritirarsi, non voleva combattere contro il suo stesso fratello, soprattutto non contro Renly. Aveva sperato fino all'ultimo che si unisse a lui nella sua battaglia: in fin dei conti era Stannis il fratello maggiore, era lui ad avere la pretesa più forte al trono, perché doveva sempre contraddirlo? Perché doveva sempre fare di testa sua? Perché...?
Era turbato dalla sua morte. Era profondamente...cos'era quel buco che sentiva nel cuore? Dolore?
Pensava di non amare i suoi fratelli. Un tempo forse, ma ora...ora...
“...gli volevo bene, Davos. Ora lo so. Andrò nella tomba pensando alla pesca di mio fratello.”
Renly era morto e ora lui rimaneva l'unico in vita della casata Baratheon.
Renly, suo fratello, sangue del suo sangue, ucciso dalla spada di...chi?
Se Stannis avesse saputo, se avesse...avrebbe potuto...
Avrebbe potuto cosa?
Niente.
Renly era morto, nulla avrebbe potuto cambiare ciò.
Di lui rimanevano una pesca che già mostrava segni di marciume e un corpo freddo.
Una pesca che avrebbe perseguitato Stannis fino alla morte.

 

 

 

 

Note finali di quella che non è per niente soddisfatta dello schifo che ha scritto: STANNIS NON HA UCCISO RENLY STANNIS NON HA UCCISO RENLY STANNIS NON HA UCCISO RENLY.

  
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