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Autore: Alina Alboran    26/09/2016    3 recensioni
Come ogni sera il bambino aspettava trepidante la storia della buonanotte. Stavolta il padre decise di raccontarne una nuova: la storia di Occhi Blu e Felpa Rossa.
[Sterek]
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Nuovo personaggio, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Once upon a time

«Papà, me la racconti una storia prima di andare a dormire?», chiese il bambino mentre alzava le braccia in alto, facendosi mettere dal padre la maglia del pigiama su cui faceva bella mostra la figura di Topolino. Saltò sul letto un paio di volte prima di lasciarsi cadere sul materasso morbido e mettersi sotto le coperte, sorridendo e mostrando con fierezza la sua dentatura imperfetta a causa di due dentini mancanti.         
 Il padre sospirò pesantemente poiché era stanco e sperava che almeno per quella sera il bambino si addormentasse senza che ci fosse bisogno del loro rito quotidiano; tuttavia prese lo sgabello in miniatura con la faccia di Topolino disegnata sopra – suo figlio aveva una vera e propria ossessione con il personaggio più famoso della Disney – e ci si sedette, ignorando la posizione scomoda.    
           
«C’era una volta una bellissima principessa che viveva in un cast-».          
«No, papà!», lo interruppe il bambino mettendo su un broncio adorabile e incrociando le braccia sotto al petto. Il padre inclinò la testa di lato, inarcando le sopracciglia senza riuscire a nascondere il sorriso che nacque spontaneo sul suo volto. Era creta nelle mani di quel piccolo essere umano, ma non era mai stato più felice come in quel momento.           
Stette un secondo in silenzio, accarezzandosi distrattamente il mento mentre pensava a una nuova storia. Era un bambino davvero vivace e curioso e si annoiava facilmente, perciò ogni sera doveva raccontargli qualcosa di nuovo, qualcosa che non aveva mai sentito prima e di cui non conosceva il finale.       
 «C’era una volta – a dire il vero non tanto tempo fa – un ragazzo un po’ stolto e incosciente che, andando contro ogni avvertimento e consiglio degli amici, aveva deciso di uscire nel cuore della notte per provare a salvare l’amore della sua vita: un licantropo un po’ scorbutico che il nostro stolto eroe amava alla follia». Girò la testa verso la porta, sorridendo malizioso prima di riportare l’attenzione sul figlio, il quale lo ascoltava a bocca spalancata, attento alle parole del padre.       
«Chiudila o ti ci entrano le mosche». Con un piccolo colpetto sul mento magro spinse verso l’alto la mandibola per fargli chiudere la bocca.        
«Il licantropo era molto furbo e spesso era quello che salvava tutti dal pericolo, ma quella volta si era fatto ingannare da una donna, una cacciatrice». Fece una pausa ad effetto, riprendendo dopo qualche secondo.            
«Per lungo tempo il licantropo – chiamiamolo “Occhi Blu” – aveva vissuto da solo senza nessuno che si preoccupasse per lui: da quando la sua famiglia era morta in un incendio appiccato dalla cacciatrice lui aveva vissuto senza sapere che cosa fosse l’amore. Poi però aveva conosciuto i suoi amici e vivere gli sembrava un po’ più facile. Ma la cacciatrice era gelosa di lui e una notte, quando il licantropo come al suo solito controllava che il perimetro intorno alla casa del nostro eroe fosse sicuro, gli aveva sparato, colpendolo alla spalla con una pallottola imbevuta di veleno. Si era accasciato a terra e si era risvegliato diverse ore dopo in un ambiente umido, sporco e spaventoso».                     
Il padre si era fatto trascinare dai ricordi, dimenticando la presenza del figlio e continuando a parlare a se stesso, mettendo a nudo la sua anima.         

«Papà. Papà!». Il bambino si era alzato e lo aveva scrollato più di una volta prima che il genitore portasse lo sguardo su di lui, scuotendo la testa per poi alzarlo per le ascelle e rimetterlo a letto.       
«Che dicevo?». Si sentì toccare sulla spalla, sussultando perché non aveva avvertito la nuova presenza nella stanza.
«Derek, non è il caso di raccontare certe cose a un bambino di sei anni». L’altro aveva preso la parola, sedendosi sul letto ai piedi del figlio e tenendo una mano del marito stretta nella sua.

«Il nostro eroe, possiamo chiamarlo “Felpa Rossa” si era innamorato degli occhi blu del licantropo dalla prima volta che li aveva visti. Si era innamorato dei suoi modi scorbutici e delle sue sopracciglia parlanti». Il bambino era scoppiato a ridere, coinvolgendo i due che si guardarono con occhi pieni di amore.            
 «Aveva trascorso ogni ora del giorno e della notte a fare ricerche sulla cacciatrice cattiva, sulle proprietà della sua famiglia e su ogni probabile nascondiglio. Dopo estenuanti ricerche e tentativi falliti, finalmente era giunto nel bunker sotterraneo in cui Occhi Blu era tenuto ostatico.  Le narici gli bruciavano a causa dell’aria rafferma e la gamba destra gli faceva male perché mentre camminava cauto era inciampato in qualcosa di oscuro e spaventoso che era apparso all’improvviso davanti a lui».
«Erano solo i suoi piedi. Il nostro stolto eroe era inciampato nei suoi stessi piedi». Lo interruppe Derek, provocando nuovamente l’ilarità del bambino.        
«Ehi!». Esclamò Stiles dando un pizzicotto sul dorso della mano pelosa di suo marito.   
«Dovresti farti una ceretta, Sourwolf».        
«Più storie e meno chiacchiere». Stiles si era girato sorpreso e divertito verso il figlio che lo guardava con le sopracciglia aggrottate.         
«Questo lo ha imparato da te», accusò Derek riprendendo il racconto subito dopo.
«In lontananza vide due occhi blu elettrico illuminargli la strada e Felpa Rossa cominciò a correre più forte che poteva, tanto che sentiva la gola in fiamme e i muscoli delle gambe rigidi e duri come la pietra».     
«Ma poteva correre se gli faceva male la gamba? Non era inciampato?».  
Stiles sbuffò e fece un smorfia in direzione del figlio.        
«Ok, forse non si era fatto poi così tanto male!», ammise schiarendosi la gola.     
«Ma se mi interrompi un’altra volta non ti dico più niente». Il bambino si chiuse un’immaginaria cerniera all’altezza della bocca, facendo finta di chiuderla con il lucchetto e di buttare via la chiave.       
«Questa la prendo io!», esclamò Derek fingendo di acchiappare la chiave al volo e di mettersela nella tasca dei jeans.        
«Così potrai parlare nuovamente solo quando lo vorrò io», spiegò alla muta domanda del figlio.
«Come dicevo prima che vuoi due cominciaste con i vostri giochetti: quegli occhi gli avevano indicato la giusta strada da percorrere e il nostro temerario eroe, con la sua fedele mazza da baseball, si era tuffato nel pericolo per salvare la vita al lupo scorbutico».
«Ma non era stolto?».
«E tu non avevi la bocca chiusa con il lucchetto?», ribatté fintamente offeso. Il bambino sgranò gli occhi e si portò le mani alla bocca, premendo con forza.         
«Quando si trovò davanti ad Occhi Blu avrebbe voluto abbracciarlo, scostargli i capelli sudati dalle fronte e dirgli che adesso sarebbe andato tutto bene».         
«Ma Occhi Blu era scocciato e aveva detto sbrigativo a Felpa Rossa di smettere di fare l’idiota e di slegarlo».           
Stiles guardò storto Derek ma non disse niente, limitandosi a continuare il racconto.       
«Prima di liberarlo dalle catene che lo imprigionavano Felpa Rossa gli diede un casto bacio sulle labbra secche dell’altro che non si era né ritirato né si era lamentato di quel gesto». Ci tenne a specificare Stiles.         
«In realtà era talmente stanco a causa dei giorni di tortura che non si era nemmeno accorto di quello che era successo». Lo incalzò Derek con un sorrisetto di sfida. Il bambino seguiva incantato il botta e risposta dei propri genitori, inarcando le sopracciglia sottili e chiedendosi se si rendessero conto di quanto fossero ridicoli in quel momento. E menomale che il bambino era lui!        
«“Idiota, perché sei venuto? È pericoloso” disse Occhi Blu mentre guardava con aria annoiata i numerosi tentavi di Felpa Rossa che cercava di aprire delle semplici catene».
«Se Felpa Rossa fosse presente direbbe che lui non era un licantropo e non riusciva a rompere delle catene a mani nude!».  
«La verità, tesoro, era che Felpa Rossa era talmente debole da non riuscire ad aprire nemmeno un barattolo di sottaceti».      
«Ehi! Questo è un colpo basso!». Il bambino sospirò, accomodandosi meglio nel letto. Si girò su un fianco e si portò la mano sotto alla guancia sinistra, sbadigliando rumorosamente e stropicciandosi gli occhioni grandi.           
Stiles si alzò dal letto e raggiunse Derek, posizionandosi dietro di lui e cominciando a massaggiargli dolcemente le spalle tese.      
«Felpa Rossa e Occhi Blu si sono salvati?», domandò il bambino dopo un altro sbadiglio.          
«Sì. Hanno vissuto una bellissima storia d’amore ma hanno conosciuto la felicità solo quando nella loro vita è entrato un cucciolo bellissimo che ha riempito le loro vite». Stiles camminò verso il letto del figlio, abbassandosi per baciargli prima la fronte e poi la guancia morbida.
Derek gli rimboccò le coperte e gli accarezzò lo zigomo con la nocca dell’indice, intenerito dalla visione del figlio che dormiva.    
«Andiamo, bestione. Se ti vedesse qualcuno in questo momento non crederebbe più nessuno alla tua faccia da duro». Sussurrò uscendo mano nella mano con il marito dalla stanza del bambino, illuminata solo dai tenui raggi della luna che penetravano dalla finestra lasciata socchiusa.
Quando si chiusero la porta alle spalle Stiles sbatté Derek al muro, avvicinando la bocca alla sua e soffiandogli sulle labbra socchiuse:  
«Io non sono stolto».
«Dettagli», disse prima di afferrare la testa del minore e di catturargli le labbra in un bacio passionale.  
Quando si separarono Stiles gli sorrise malizioso, prendendolo per mano e trascinandolo nella propria camera da letto.         
«Che ne dici se giochiamo a Cappuccetto Rosso e il Lupo? Anzi, Felpa Rossa e Occhi Blu».
Note: Fiuu! A stento sono riuscita a completare una Sterek anche per il mese di settembre. Spero che questa storiellina vi sia piaciuta!
Alina_95

   
 
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