Videogiochi > Resident Evil
Segui la storia  |       
Autore: GregMiller    27/09/2016    0 recensioni
Si pensava che la sconfitta di Lord Kuarl avrebbe posto fine alla guerra. Tuttavia la Rebellion continua imperterrita la propria campagna di distruzione e morte in tutta Europa. L'unico che può affrontare questa situazione è il sergente Gregory Miller,del corpo militare della BSAA già distintosi sul campo di battaglia in precedenza, durante le operazioni condotte contro la Rebellion. Reclutato dalla US SOCOM, un'agenzia di spionaggio governativo dovrà infiltrarsi all'interno di un'isola nascosta nell'Atlantico vicino alle coste degli Stati Uniti e recuperare delle informazioni di vitale importanza per convertire l'andamento della guerra a favore degli alleati. Sarà aiutato dal caporale Nicholas Rivas, indiscusso tiratore scelto, Evelyn Ryder, abile spia dei servizi segreti americani ed Anthony Tucker, accanito hacker informatico. Insieme dovranno affrontare il nemico in una serie di scontri ed efferati combattimenti, usando le loro migliori abilità sul campo di battaglia....
Genere: Avventura, Azione, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Chris Redfield, Jill Valentine, Leon Scott Kennedy, Nuovo Personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: Bondage
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Attacco alla base!

Saliti sul Pave Low, decollammo velocemente verso la nostra prossima destinazione: La base in cui avevamo stabilito il comando per le operazioni BSAA sul suolo europeo era pesantemente sott’attacco. Quest’ultima era localizzata a Roma, in Italia e tale decisione di collocamento fu presa dal comando supremo basandosi su criteri altamente fattibili e concreti: dal momento che sin dall’antichità fu una penisola d’importanza strategica per molti popoli, sia per motivi culturali che per quelli economici e militari, rappresentava anche nel momento attuale una zona di grande rilevanza tattica, dal momento che poteva fungere anche come “terra di passaggio” per collegarsi con gli altri territori in sua prossimità; ad esempio paesi altamente sviluppati come l’Inghilterra, la Francia e soprattutto la Germania, punto di riferimento e fulcro trainante dell’economia Europea. La strategia d’attacco della Rebellion allo scoppio del conflitto fu molto strana, dal momento che non attaccarono subito l’Italia, bensì i paesi a nord di essa; tuttavia ben presto,la tattica utilizzata da quest’ultimi fu chiara e solo apparentemente stupida: occuparsi prima delle nazioni più potenti per dedicarsi senza intoppi ad altri obbiettivi successivi. Quando poi i terroristi attaccarono l’Italia, pensavo che quest’ultima cedesse e si arrendesse quasi seduta stante; invece fu quasi del tutto il contrario. Era anche vero che oltre ad aver resistito grazie ad una moderata quantità di fortuna, la nostra divisione riuscì ad arrivare appena in tempo, quando la Rebellion iniziò ad attaccare Roma, la capitale della penisola. Nonostante i suoi numerosi problemi dal punto di vista economico e politico ( di cui potevo fare una lunga e noiosa lista grazie a tutte le notizie lette e seguite nei telegiornali ) era riuscita ad opporre un efficace  resistenza contro un nemico ben armato ed equipaggiato, superiore di molto rispetto a quest’ultimi, lasciando letteralmente sgomentati tutti gli altri paesi, inclusa la stessa BSAA. Ora, come se l’assalto precedente non fosse già stato di per sé abbastanza distruttivo, la Rebellion ne aveva lanciato disperatamente un altro: chissà dove riusciva a trovare la forza ma soprattutto l’energia di ricompiere un assalto del genere; era vero che comunque i loro soldati erano imbottiti fino al midollo di Virus C ed uno solo poteva valere dieci j’avo ma questo non significava che fossero invincibili ed infatti ne avevo avuto io stesso la prova, combattendoli sul campo di battaglia; all’inizio potevano sembrare mostruosi in tutto e per tutto  ma grazie alle tecniche apprese durante le sessioni d’addestramento ma soprattutto grazie all’esperienza ed all’abilità dei miei superiori, diventava parzialmente banale affrontarli. Questo non significava che in situazioni del genere il pericolo veniva sottovalutato anzi, cercavamo in tutti i modi di incoraggiare gl’altri ( specialmente le reclute ) a non tirarsi indietro di fronte a queste situazioni ma soprattutto impegnarsi al massimo. Mentre riflettevo di fronte a quei problemi, sentì un potente boato scuotere violentemente l’elicottero, facendomi perdere l’equilibrio dal sedile, cadendo rovinosamente per terra, seguito dal mio superiore e colleghi. Ciò ci suggeriva che in breve tempo eravamo riusciti a raggiungere velocemente la nostra destinazione, con alta probabilità che l’attacco era già cominciato e che probabilmente i terroristi avevano individuato il nostro uccellino volante. Cercai di rialzarmi lentamente dal pavimento, barcollando verso il finestrino laterale per esaminare meglio al situazione: proiettili, strisce di sangue, crateri ancora fumanti,accompagnati appassionatamente da cadaveri dei j’avo e diverse BOW giacevano sul terreno in uno spettacolo raccapricciante. Nonostante ciò, i terroristi e le armi bio-organiche continuavano ostinatamente ad attaccare le difese della base, come se la morte non gli spaventasse per nulla, un esercito di assatanati ed ostinati bastardi che avrebbero fatto di tutto pur di sottomettere gli innocenti sotto il loro dominio. Avrebbero utilizzato tutte le risorse disponibili, fino all’ultimo uomo, fino all’ultima goccia di sangue rimasta nei loro putridi corpi. Ebbi anche modo di vedere le diverse fiammate delle armi che partivano dai bastioni della base; utilizzavano tutto ciò che era in loro possesso per respingere quell’assedio interminabile: dalle mitragliatrici fisse fino ai più piccoli oggetti che potevano causare danni ed alimentare il fuoco di soppressione. Dopo un paio di minuti quasi interminabili e dopo essere stati generosamente partecipi di incredibili e spettacolari manovre evasive da parte del nostro pilota; arrivammo finalmente all’interno della base: la lettera della zona d’atterraggio era ben visibile sotto i nostri occhi ed i nostri compagni a terra correvano come formiche impazzite; alcuni che rimpiazzavano i feriti o i morti alle mura, altri che invece s’improvvisavano corrieri e facevano staffette per aggiornare gli ufficiali a capo della base, altri ancora che si erano già messi sull’attenti ed attendevano il nostro atterraggio. L’elicottero non atterrò del tutto, ma la distanza dal suolo fu sufficientemente vicina da permetterci di scendere senza intoppi. Una volta a terra, dopo aver rapidamente risposto ai saluti dei nostri commilitoni e colleghi, ci dirigemmo verso il luogo del combattimento, precisamente al bastione dell’ingresso principale, dove la presenza ostile era più fitta ed i terroristi tentavano ostinatamente di sfondare quel settore. Appena ci videro sulle passerelle metalliche, i soldati si rincuorarono, notando soprattutto il colonnello: dall’espressione d’orrore, di desolazione e di sfiducia che avevano dipinto sul loro volto un secondo prima, si trasformò rapidamente in un espressione di speranza e sicurezza, come se fosse lo stendardo della vittoria, un dio della guerra che avrebbe sollevato il nostro morale da terra,la carta vincente che ci avrebbe permesso d’ottenere l’esito a nostro favore in maniera assicurata senza troppi problemi. “Rapporto sulla situazione?” disse rapidamente il colonnello al primo soldato che vide, accucciato dietro il muro per coprirsi dagli spari, seguito da me e da Rivas. “ Il nemico sta attaccando su più fronti ma quello in cui si sta concentrando maggiormente è il settore principale! Ad un primo impatto però,sembra che l’assalto non sia ostico come pensavamo, nonostante i ripetuti ed ostinati attacchi!” Grazie al cazzo! Avrei voluto rispondergli, dal momento che la maggior parte  delle missioni dietro le linee nemiche  (e anche suicide in un certo senso,data la mia scarsa esperienza) le avevano portate a termine il sottoscritto ed il suo fidato braccio destro: tutti gli obiettivi che avevamo neutralizzato e fatto saltare in aria come fuochi d’artificio evidentemente avevano inflitto un duro colpo sul fronte della Rebellion, in tutto e per tutto. In parole povere, le missioni impossibili che avevamo portato a termine,avevano dato i loro frutti ma ciò non significava che dovevamo prendere sottogamba l’affare in questione: anche se avevano subìto perdite sia come risorse che come soldati e BOW, un solo uomo oppure anche la più piccola particella infettata da virus C poteva provocare ed innescare una reazione a catena dalle conseguenze inimmaginabili; quindi eliminati definitivamente, dal più grande al più piccolo, dalla A alla Z. “ Gli eroi sono entrati in azione? “ Il soldato lo fissò per un paio di secondi per poi rispondergli, sorridendo lentamente “Certamente signore! Sono stati i primi a mettersi all’opera appena hanno cominciato ad attaccare!” Sapevo di chi stavano parlando: non avevano bisogno di presentazioni, i loro nomi si potevano contare sulle dita della mano, coloro che furono i primi e sfortunati protagonisti nell’affrontare minacce del genere, quelli che si erano impegnati al massimo nel salvare il mondo da minacce bio terroristiche e da pazzi psicopatici affinché fossimo qui a combatterli ancora una volta al nostro fianco:la moglie del mio comandante, Keith e Quinton… potevamo elencarli tutti a memoria, quasi contarli sulle dita della mia mano per quante volte ne avevamo sentito parlare ed incontrare. Durante e dopo l’atterraggio purtroppo non riuscì ad individuarne qualcuno, ma difficilmente rimanevano fermi e statici in un punto fisso quando c’erano situazioni del genere; forse avrei avuto modo d’incontrarli dopo questo trambusto. Dopo aver udito la risposta,il comandante accennò un leggero sorriso ed annuì, quindi si rivolse verso Rivas ed il sottoscritto: “Bene ragazzi! Sapete cosa fare! Non ci sono regole, se non un ordine ben preciso: prendeteli a calci in culo con qualsiasi mezzo disponibile e necessario!” Disse scandendo lentamente le ultime parole. Senza pensarci due volte, ci alzammo velocemente in piedi e ci dirigemmo verso i luoghi ed i punti più delicati, con la speranza d’incontrare qualcuno degli “ eroi “ e che soprattutto non ci fossero altre sgradevoli sorprese… 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Resident Evil / Vai alla pagina dell'autore: GregMiller