~~

Gli capitava sempre più spesso di anno in anno: la compagnia degli altri asgardiani a tratti gli diveniva irritante, come se tra lui e tutti, persino i suoi famigliari, scendesse un’invisibile, sottilissima, tagliente lastra di vetro. Era una sensazione che aveva provato fin da piccolo, ma solo in quegli ultimi tempi era diventata tanto intensa da turbarlo. In quei momenti desiderava solo essere solo, e discorrere con sé stesso, come non vi fosse altro nell’universo. In fin dei conti si è diversi solo se c’è qualcosa da cui esserlo, perciò di tanto in tanto gli piaceva concedersi il lusso di fingere d’essere davvero l’unica persona in tutta Asgard.
Una cosa non mancava mai di infastidirlo: capitava più spesso di quanto fosse statisticamente opportuno che per caso suo fratello Thor passasse distruggendo quell’illusione.
Quella volta, mentre lui passeggiava assorto sotto il colonnato della sala del trono, non fece eccezione.
“Ehi, fratello” fece Thor venendogli incontro. Loki chiuse gli occhi un istante e diede un impercettibile sospiro “Thor.” Salutò senza entusiasmo
“Va tutto bene, Loki?”
“Benissimo …”
“Sei ironico?” domandò Thor sospettoso
“Da che mondo è mondo sono ironico.”
“Allora non va tutto bene …”
“Non l’ho detto.”
“Ma sì, un secondo fa.”
Loki corrugò un poco la fronte “Non capisco, fratello.”
“Hai detto che sei ironico, dunque con benissimo intendevi dire malissimo …” spiegò Thor un poco spazientito
“Tu hai chiesto se sono ironico.” Protestò Loki “Non se quella data risposta a quella data domanda era ironica.”
Thor allargò le braccia con fare esasperato “E va bene: era ironica quella data risposta a quella data domanda?”
“Qual’era la domanda?”
“Va tutto bene?”
“Sì …”
“Non sei ironico?” fece Thor dubbioso
“Da che mondo è mondo sono ironico, fratello.”
“Loki …”
“Sì?”
“Mi stai prendendo in giro?”
“No.”
“Sei …”
“Ironico, per caso?”
“… serio?”
“Sì, Thor.”
“Davvero?”
“Davvero.”
“E allora che diamine stai facendo?” esclamò Thor
“Sto discorrendo amabilmente con mio fratello.” Spiegò con calma disarmante Loki
“Amabilmente?” ripetè scettico Thor
“Io sto trovando amabile questa conversazione, fratello.”
“Beh, io no.”
“E come la trovi, allora?”
“Snervante, ecco!”
Loki diede un fischio fingendosi impressionato
“è un aggettivo forte.” Osservò
“è l’aggettivo giusto.”
“è la controbattuta giusta.” Ammise Loki
“Piantala.” Protestò Thor
“Sei liberissimo di andartene.”
“Non so nemmeno perché sono venuto a farmi prendere in giro.” Brontolò Thor
“Non ti sto prendendo in giro.”
“Non ti credo.”
“Peggio per te.”
“è inutile!” sbottò Thor “Ci vediamo quando sarai disposto meglio.” Concluse allontanandosi a grandi passi
“Arrivederci al secolo prossimo, allora.” Commentò tra sé Loki quando il fratello fu ormai lontano. “Potrei scrivere un trattato” aggiunse parlando a bassa voce con sé stesso “Come evitare le domande scomode con una dialettica snervante.”






Angolo autrice:
Suppongo di dover innanzitutto chiedere perdono per aver scritto qualcosa di così palesemente futile, ma non ho resistito alla tentazione di pubblicare un piccolo esercizio di dialettica e tanto meno alla tentazione di metterlo in bocca a Loki, il signore degli inganni: solo lui poteva rendere tanto contorta la conversazione da non dare di fatto alcuna risposta alla domanda "Va tutto bene?".
Fatemi sapere e ricordate che questa storia non aveva alcun intento serio ;)