Jongin
lavora in un grande negozio di dolciumi, articolato su due piani e
impostato
come un supermercato straripante golosità più o
meno nocive per la glicemia. E’
laureato in Storia, ma con i tempi che corrono -sospirano sconsolati i
suoi genitori-
si è dovuto accontentare di un impiego ben al di sotto delle
sue competenze.
Eppure Jongin è felice del suo lavoro. Nonostante i turni
massacranti, le
vecchiette che lo fermano in corsia per domandargli se vendano anche
pantofole
o asciugamani, gli allestimenti che il signor Yixing, il folle
direttore del
punto vendita, lo costringe a realizzare sfidando ogni legge della
fisica e per
cui pensa di meritare una laurea honoris causa in architettura o
ingegneria;
nonostante una volta alla settimana debba svegliarsi alle cinque e
mezzo per
aiutare a caricare la merce in arrivo, con il risultato di ritrovarsi
la divisa
(bianca) sporca e stazzonata e mannaggia alla riforma agraria ma lui ne
ha
soltanto due paia e passa il tempo libero a far lavatrici e stirare.
Eliminati
questi piccoli inconvenienti, Jongin è un commesso fiero del
proprio status. Gli
piace dare una mano al banco, dove i colleghi Kyungsoo e Joonmyun lo
rimpinzano
di bignè avanzati il giorno prima, ugualmente buoni. Gli
piace anche stare in
corsia, prendere nota degli articoli in scadenza o quasi terminati,
avventurarsi negli oscuri meandri del magazzino e frugare tra gli
scatoloni
stipati in pile semi traballanti. Ma la sua vera passione è
la cassa. Maneggiare
i soldi, strisciare carte di credito e prendere a male parole un
prodotto
quando lo scanner non riesce a leggerne il codice a barre appaga il
contabile che
sonnecchia in lui. E sì che in matematica, al liceo, a
stento raggiungeva la
sufficienza. Lu Han, il bizzarro uomo delle pulizie che al disinfettare
superfici
preferisce elargire perle di saggezza new age non richieste, sostiene
che Jongin,
essendo nato sotto il segno del Capricorno, possiede il materialismo
della
terra, elemento che domina tale segno zodiacale. Jongin, più
concretamente, pensa
di amare il denaro in quanto fondamentale per tirare avanti. Delle
teorie
strampalate di Lu Han non sa che farsene.
A turbare il
cosiddetto idillio lavorativo del nostro eroe vi è
però un neo, ovvero un
bietolone dalle sembianze umane con lo spirito di una patata e
simpatico come
un ravanello infilato nel posteriore che risponde al nome di Sehun.
Suddetto
tubero antropomorfo era un compagno di liceo di Jongin, scemo e
perennemente circondato
da un folto harem femminile. Sehun era il classico ragazzino aspirante
idolo
della scuola; ne aveva l’aspetto fisico, ma non il carisma
né il sintomatico
mistero. Jongin lo detestava già allora, quando era
sostanzialmente innocuo e
tenuto bene a distanza. Adesso, a ritrovarselo tra i piedi ogni santo
giorno, l’iniziale
antipatia rischia di sfociare in odio cieco e assoluto.
Perché Sehun, lo stesso
pischello che a diciassette anni vantava il quoziente intellettivo di
un
broccolo al vapore, ha sul curriculum un master in Management E
Qualcosa Che Onestamente,
Chi Se Ne Frega nonché un lavoro da dirigente pluripagato
mentre Jongin, primo
della classe e letterato nel cuore, è un commesso invece che
docente o ricercatore.
E Sehun, lo stronzone, da un mese a questa parte è cliente
fisso del negozio
dove Jongin è impiegato. Oltre al danno la beffa: non
importa quanto lunga sia
la fila e quante altre casse disponibili cerchino di attrarlo come le
sirene
con la ciurma di Ulisse, Sehun accetta di farsi battere scontrino
solo da
Jongin.
Sembra
conoscerne orari, turni e giorni di riposo alla perfezione,
giacché ogni volta
che è di servizio il poveretto si vede puntualmente
depositare in cassa una
sporta colma all’inverosimile di schifezze e la faccia da
schiaffi (altrettanto
dannosa per la salute) di Sehun che attacca bottone, augura buona
giornata e
buonasera, chiede come stai, cosa fai nel weekend, sembri stanco, come
ti
trovi, ti trattano bene? Lo tiene aggiornato riguardo ai loro ex
compagni di
classe; racconta che Yifan e Chanyeol si andranno a sposare in Spagna,
che la
bella Yoona si è messa con la sua migliore amica Yuri,
Baekhyun ha superato le
selezioni per entrare in una rinomata scuola di cucina e Minseok
è diventato
ostetrico. Jongin, a cui fanno male i piedi e la schiena, per non
parlare della
testa, importa relativamente poco dei discorsi dell’altro
ragazzo. Lo lascia blaterare, grugnisce una risposta smozzicata se ne ha voglia e tamburella
le dita
sul ripiano, in attesa del pagamento. Sehun, incredibile a dirsi,
riesce a
rendersi odioso persino a quel punto. Un cassiere, salvo rari casi
eccezionali,
non ha affatto bisogno di moneta. Ne ha a pacchi, rifornito
costantemente da un
responsabile, e a pacchi cerca di sbolognarla ai clienti di modo da non
passare
un’eternità, a fine turno, a contare il proprio
fondo cassa. Sehun però ignora
questa regola aurea, e gira con un borsellino apposta per gli spiccioli
che
conta solerte, preciso, quasi premuroso e ansioso di compiacere Jongin.
Il
quale al contrario lo odia, gli augura una morte lenta e dolorosa, ma
non può
protestare perché il cliente va assecondato e accontentato e
vezzeggiato e
coccolato e viziato. Tutto, insomma, eccetto che preso a ceffoni. In
simili
momenti Jongin odia il proprio lavoro.
Jongdae, un
collega con cui condivide diversi turni, lo prende in giro.
“Povero figliolo,
cosa non si sta inventando pur di fare colpo su di te. E’
cotto a puntino”
ride.
“Semmai
vuole
farmi sentire uno zero assoluto, mentre lui è il manager di
‘stocazzo” borbotta
bellicoso Jongin.
“Cocco,
hai
tutte le diottrie a posto o hai bisogno di un paio di occhiali? Ti
guarda in un
modo! E cerca soltanto te, come se fossi l’unico cassiere
carino qui presente”
finge indignazione.
“Attento
a
quello che dici, se Zitao ti sentisse…” chiude il
discorso riferendosi alla
guardia giurata che sorveglia il negozio e, nel frattempo, corteggia
l’impertinente
Jongdae.
Anche Lu Han
mette bocca sulla questione, e imbastisce uno sproloquio farcito di
congiunzioni
astrali e temi natali. Farnetica riguardo al fuoco impetuoso
dell’Ariete (come
sia venuto a conoscenza della data di nascita di Sehun è un
mistero) che potrebbe
ravvivare il polveroso, terreno e solitario Capricorno. Jongin scrolla
le
spalle e lo ignora perché, ripetiamo, a lui di quelle teorie
strampalate non
frega una beneamata cippa.
Sennonché
al
termine di una serata infernale, stravolto, con i calzini spaiati e il
cavallo
dei pantaloni bucato, Jongin esce dal negozio. Gli si para davanti
Sehun, un
mazzo di fiori gigantesco in mano, rosso in volto come una susina.
Spara a
mitraglia: scusami sono un disastro, so di averti dato fastidio
presentandomi
ogni giorno ma non sapevo come avvicinarti, volevo che lo sapessi, al
liceo ero
innamorato di te e probabilmente lo sono ancora, so di non starti molto
simpatico però vorrei che mi dessi una
possibilità, Jongdae mi ha spiegato la
storia dei centesimi, giuro che non lo farò più,
non lo sapevo, scusami di
nuovo, mi sto rendendo terribilmente ridicolo vero? Jongin non sa cosa,
come o
se rispondere.
(E se Lu Han
avesse ragione?)
Trama sensata,
questa sconosciuta! Finale degno, idem! Chiedo scusa a Mika per avergli
rubacchiato un verso di Lollipop.
Una
cliccatina è sempre gradita: https://www.facebook.com/IlGeniodelMaleEFP/.