Serie TV > Hannibal
Segui la storia  |       
Autore: La_Giullaressa    02/10/2016    0 recensioni
Will si appiattisce contro il muro, trattenendo il fiato, il respiro che gli brucia nella trachea.
Passo dopo passo, con lo spirito di Abigail sulla spalla, ha seguito le tracce di Hannibal fino a Firenze.
Vorrebbe godersi lo splendore intramontabile della città, chiudere gli occhi e sprofondare nel placido sciacquio dell'Arno. Vorrebbe sparire e portare il suo odio – e il suo amore – per Hannibal nel vuoto assieme a sé, fino ad eliminarne ogni brandello dalla faccia del pianeta.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Hannibal Lecter, Will Graham
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
h

(...)


Quando il fumo si dirada, Will non ha né la forza né la chiarezza per interrogarsi sulle conseguenze. Su cosa gli succederà, ora che la sua ricerca di vendetta l'ha gettato dall'altra parte, dritto fra le braccia del suo carnefice (ma poi, chi è il carnefice di chi? Uno, fra loro, può onestamente definirsi la vittima?)

Si sente esausto, come al termine di una corsa infinita, che gli ha squarciato i polmoni.

Hannibal probabilmente può leggerglielo negli occhi. Solleva la mano, per accarezzargli dolcemente i capelli:- sembri stanco.- rileva, in un sussurro – dovresti dormire.-

Will solleva lo sguardo, e non sa se ribattere (anche se la cosa suonerebbe un po' come la protesta di un bambino) o piegarsi, e annuire. Eppure vuole continuare a parlare, si aggrappa disperatamente alla speranza che Hannibal abbia una sentenza, una metafora, uno dei suoi astrusi giri di parole, qualcosa in grado di rendere tutto chiaro. Qualcosa che possa dargli pace.

- Non credo di poter dormire, a questo punto.- confessa, alla fine.

Hannibal gli posa i polpastrelli sulla fronte, per massaggiargli le tempie:- vuoi dirmi perché?-

- Vuoi chiedermelo?-

- Non voglio chiedere niente che tu non sia pronto ad offrirmi.-

Will socchiude gli occhi, sforzandosi di regolarizzare il respiro. Non sa cosa può offrire. Non è solo una questione di potere, di volere, di limiti, di etica. Il passato, gli omicidi, l'encefalite, Abigail, Beverly… sono tutti rumori in sottofondo, scarabocchi a margine. Will deve capire sé stesso, accettare l'uomo in cui Hannibal l'ha trasformato. Mettersi al centro, comprendere la propria mente, invece che calarsi in quella degli altri.

Nell'attimo in cui decide di volere del tempo, per riuscire ad analizzare i propri pensieri in solitudine, il suo inconscio decide l'esatto opposto, e dalle sue labbra scivola la frase:- posso dormire qui?-

Hannibal sorride:- ne sarei davvero felice.-

Si sposta, per fare posto a Will, e poi gli cinge le spalle con un braccio, guidando la sua testa fino al proprio petto. Riprende ad accarezzargli i capelli, le dita che massaggiano delicatamente la sua nuca.

Will si abbandona a quel contatto, lasciandosi cullare dal ritmico pulsare del cuore di Hannibal. A sentirlo così, sembra un cuore perfettamente normale. Forse più forte, più vigoroso della media, ma umano. Non sembra esserci neanche un frammento di oscurità, in quel placido battito. Il buio dovrebbe essere assordante, un suono stridente, stonato, come di vetri rotti, ma Will non ne sente nemmeno un'eco. Il cuore di Hannibal suona come una poesia.

- A cosa stai pensando?-

Will preme il viso contro il petto di Hannibal, quasi volesse immergersi in quel suono:- te lo dirò quando sarò ragionevolmente sicuro che il tuo ego non possa esplodermi in faccia. Quindi, beh, mai.-

Hannibal si piega in avanti, stringendo le labbra per combattere una fitta, e gli posa un bacio sulla tempia: - Mai è un tempo davvero lungo.-

Will respira una boccata del suo profumo e non risponde. Perché, che sia giusto o meno, per la prima volta il futuro non lo spaventa.


- Alleluia.-

Abigail è seduta sulla riva del fiume, i piedi scalzi immersi fino alla caviglia nell'acqua tersa.

Will abbassa la canna da pesca, attraversa i flutti in quattro lunghe falcate, per raggiungerla.

- A quanto pare non analizzerò mai i miei pensieri in completa solitudine – commenta, sarcastico, sedendosi accanto a lei

Abigail arriccia il naso:- come se ti dispiacesse. Alla lunga, stare da soli diventa un fardello, un'abitudine che non si riesce a cancellare, finché la solitudine non porta più chiarezza, ma solo incubi.-

Will prende un respiro profondo, mentre Abigail lo abbraccia, premendo la testa contro il suo petto.

- Cos'ho fatto, Abigail?- le chiede, in un sussurro, anche se ha paura della risposta.

Lei scuote la testa, sbuffando aria calda contro il suo torace:- hai ceduto.- replica – come si cede alla marea o alla forza di gravità. Hai smesso di provare vergogna, per aver trovato il tuo posto, per esserti incastrato alla perfezione dove non credevi di poter sopravvivere.-

Will chiude gli occhi e cinge con un braccio le spalle della ragazza.

- In cosa mi trasformerò?-

Abigail solleva la testa, per guardarlo con quegli occhi limpidi, che hanno finalmente smesso di mentire, di piangere, di incupirsi:- un giorno capirai di avere la forza per controllare il tuo Divenire, per plasmarlo secondo la tua volontà.-

- Non è una risposta.-

Abihail si alza sulle punte degli stivali, per poggiargli un bacio sulla tempia:- in Will Graham – sussurra, dolcemente – ti trasformerai in Will Graham.-


La notte è passata e, con la notte, sono passati i sogni e l'euforia, ma Will si sente ancora stordito, ubriaco.

Eppure, ha dormito. Per la prima volta da mesi ha goduto d'un sonno ristoratore. Anche se solo per poche ore, nessun mostro è sorto da un lago di tenebra, nessuna pallida fanciulla l'ha osservato, stringendosi la gola per arginare una pioggia di sangue. Per la prima volta, Abigail non è morta di nuovo, al termine del suo sogno. Per la prima volta da che ha memoria, si è svegliato pigramente, sollevando le palpebre un po' alla volta, beandosi del tepore rimasto intrappolato fra le lenzuola.

- Buongiorno, Will.- lo saluta Hannibal - mi auguro tu abbia goduto di un buon riposo.-

Will si stiracchia. Non vuole affannarsi a definire cosa sia cambiato, fra loro, quale patto si sia consolidato, quali spettri siano stati ricacciati nel baratro e a quali sia stato permesso di rimanere. Vuole comprenderlo, brandello dopo brandello, e vuole farlo assieme ad Hannibal. Vuole capire la domanda, prima di consumarsi, cercando la risposta.

- Buongiorno.- ribatte, soffocando uno sbadiglio. I suoi occhi corrono alle finestre ma, dietro alle tende, trovano solo il prevedibile muro di mattoni – è tardi – sentenzia, dopo un rapido sguardo all'orologio – non si staranno chiedendo che fine hai fatto?-

- Confido che ormai Bedelia abbia imparato a non porsi domande sulle mie assenze.-

Will inarca un sopracciglio:- vivi con Bedelia?- chiede, un po' più incredulo di quanto ritenesse possibile.

Solo allora, in un battito di ciglia, si ricorda dell'anello d'oro all'anulare di Hannibal. Abbassa lo sguardo sulla sua mano ed osserva la fede come se la vedesse per la prima volta.

- Oh –

- Will?-

- No, niente.-

Si alza in piedi, per raggiungere l'armadio addossato al muro e cercare dei vestiti puliti. Di nuovo, sente in bocca il sapore acido di quell'ostilità immotivata, cui si rifiuta di dare un nome. Per un attimo, sente di odiare Bedelia Du Maurier più di qualunque altro essere sulla faccia del pianeta. Per essere esattamente quello che è lui, per essersi resa conto di provare un sentimento sbagliato per l'uomo sbagliato. Per essersi arresa prima di lui.

Di nuovo, Hannibal sembra leggere fra i suoi pensieri:- la cura per i dettagli è ciò che rende stabile una copertura. Soprattutto quand'è a tempo indeterminato.- gli spiega, nel tono pacato dell'insegnate che si rivolge al suo studente – I confini delle mie due vite, quella reale e la rappresentazione gentilmente offerta al pubblico, non si sono mai confusi.-

- Ma sì, certo.- borbotta Will, senza distogliere lo sguardo dalla sua ricerca – e, anche se fosse…- la frase si perde in un mormorio incomprensibile. Come spesso gli accade, Will non sa come completarla. Non può ancora accettare quella parte di sé che vorrebbe essere stato al posto di Bedelia (che sente che avrebbe dovuto essere al posto di Bedelia), così riprende a scavare fra i vestiti, sentendosi un perfetto idiota.

Hannibal gli concede qualche minuto (che Will sfrutta per rimuginare senza approdare a nemmeno mezza conclusione, a parte che vorrebbe strangolare Bedelia e poi sé stesso), prima di pronunciare il suo nome, con una dolcezza di cui Will non lo riteneva capace.

- Will. Vuoi dirmi cosa ti turba?-

- Niente.- replica Will, risoluto – solo, davvero, qualcuno si chiederà che fine hai fatto. Non hai un capo, dei colleghi, qualcosa del genere?-

Hannibal inclina la testa:- sì – annuisce – Corvina li informerà della mia improvvisa indisposizione. Se conosco il professor Soliato, ne sarà tutt'altro che addolorato.-

Qualcosa, nel suo tono, tocca le corde più nascoste di Will, e gli strappa un sorriso:- incredibile, esiste qualcuno che non nutre per te la massima ammirazione. A questo punto, devo incontrarlo.-

Hannibal risponde al sorriso, ma è appena un'increspatura sulle sue labbra:- la cosa può essere facilmente arrangiata, se lo desideri. E' sempre piacevole avere un così stimato collega, per cena.-

Will leva gli occhi al cielo:- eh, credo proprio che passerò.-

Perché, sul serio, dal tentato omicidio all'apprezzare le battute sul cannibalismo il passo è decisamente più lungo di quanto Hannibal possa immaginare.

- E il tipo di ieri?- Cristo, "ieri" sembra appartenere ad un'altra era – quello con la sciarpa?-

- Ah, il signor Dimmond – Hannibal scuote la testa, sollevando una mano come per placare le ansie di Will – un fastidioso incomodo, nulla di più, incapace di causare danni sulla lunga distanza. Ad ogni modo vedrò di occuparmi anche di lui, prima di lasciare Firenze.-

Will inarca un sopracciglio, sorpreso:- vuoi lasciare Firenze?-

Hannibal annuisce, mentre i suoi occhi sembrano inseguire un pensiero ribelle, un ricordo lontano:- ho scelto Firenze per lenire il dolore della nostra separazione, per curare le mie ferite, mentre attendevo di comprendere se fossi riuscito ad escluderti dai miei pensieri. E se tu fossi riuscito ad escludere me. Stanotte, tutto è cambiato. Siamo arrivati alla fine di un percorso, abbiamo scoperto cosa si cela alla fine della strada che abbiamo iniziato quando la tazza è andata di nuovo in frantumi.-

- Pensavo che fosse quella, la fine della strada.-

- Un'esistenza umana è un continuo susseguirsi di strade. E mentre una finiva nel sangue, un'altra vi nasceva.-

Will scuote la testa poi, senza pensarci, sfiora la cicatrice che gli solca l'addome:- tutte le strade che percorriamo insieme sono destinate a finire nel sangue?- dice, ma la sua frase suona come una domanda.

Hannibal gli tende una mano e Will l'accetta, esitante, allargando le dita sul palmo di lui. Ha le mani tiepide, i muscoli che guizzano sotto la pelle, sotto la trama iridescente delle vene.

- Questa non è finita solo nel sangue.- mormora, posando un bacio sul piccolo taglio, lasciato dal coltello sulla mano di Will. Will socchiude gli occhi. Sotto le sue palpebre, il cervo nero lo sta guardando, ma per una volta i suoi occhi hanno un'espressione mansueta, che potrebbe quasi sembrare dolce.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Hannibal / Vai alla pagina dell'autore: La_Giullaressa