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Autore: LouisDePointeDuLac    03/10/2016    4 recensioni
La convivenza, si sa, è una delle prove più ardue che ci si possa trovare ad affrontare.
Sopratutto con certi soggetti. O con i loro amici. O i loro problematici ed ingombranti drammi esistenziali che vanno a sommarsi a quelli personali, dando vita a risvolti imprevisti e non sempre graditi.
Perché la vita è un cubo di Rubik: molteplici facce, combinazioni, conseguenze e frustrazioni derivanti da ogni singola tessera e i suoi movimenti.
Dove non bisogna stare attenti all'introvabile soluzione, ma a ciò che accade nel mezzo della ricerca.
Sopratutto, a quali tiri mancini il dannatissimo cubo tenta di tirarti.
Genere: Comico, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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NdA: Welcome back, Cubers!
Sono ancora vivo, più o meno. Una piccola nota per annunciarvi che questo potrebbe essere l’ultimo capitolo del Cubo pubblicato su EFP.
Questo significa che smetterò di scriverlo? Assolutamente no!
Semplicemente, sto lavorando su un sito personale, dove sto trasferendo le storie messe su EFP: il Cubo, The Maiden & The Minstrel Knight e Over The Rainbow (nei racconti originali), che andranno così a raggiungere altre cosucce scritte qua e là e mai pubblicate.
Ci vorrà un po’, ma credo di poter togliere l’account per fine Ottobre, massimo metà Novembre.
Niente panico, tranquilli. Potete assolutamente rimanere sintonizzati, anzi, mi farebbe molto piacere avervi su altre frequenze! E come?
Ecco qui il link della pagina autore FB (§Tristan), da dove potete accedere al sito: https://www.facebook.com/tris1789/.
Eventualmente, potete raggiungerla anche dal mio profilo qui su EFP, finché ci sarò.
Tenete conto che al sito sto ancora lavorando, quindi non è precisissimo, ma ci si può iscrivere, seguirlo e stare dietro agli aggiornamenti senza problemi. Anzi, se doveste avere suggerimenti sarò ben felice di accoglierli. E’ anche possibile lasciare commenti, quindi non sarà molto diverso da qui, solo più personale.
Vi aspetto numerosi! Nel frattempo, enjoy  e…be’, quando giungerete alla fine spero di avervi dato un’ottima ragione per seguirmi anche altrove ;)
Louis/Tristan

 

(S)he’s Got You High
 

 
Ebbene sì, pare che l’albo degli avvocati ora conti un elemento in più, e che elemento!
Inutile dire che Milo non stava più nella pelle, ha indetto almeno tre feste per celebrare il successo. Per rispetto verso i nostri fegati e i nostri cervelli, lo abbiamo convinto a celebrarne solo una, per quanto notevole.
Non so nemmeno quanti siamo, ad essere sinceri.
Ci troviamo in un locale dove si mangia (requisito fondamentale), fanno musica dal vivo e a volte vengono anche invitati dei DJ, come stasera.
Praticamente, data anche l’ora, siamo in discoteca.
La maggior parte di noi non era mai stata qui, ma data l’impossibilità di piantare le tende al Cinque Picchi, Milo ha dovuto sfoderare le sue conoscenze del territorio, acquisite in anni di scampagnate illecite e compromettenti con Ioria, DM e soprattutto Kanon.
Quindi eccoci qui. Non riesco a fare a meno di chiedermi quali trascorsi oscuri abbiano avuto Milo e gli altri in questo luogo, dall’adolescenza in poi.
Devono esserci delle prove, da qualche parte!

- Mi spiace, non pensavo che ci sarebbe stato così tanto casino. – dico, rivolgendomi alla figura alla mia destra.
Isaac lancia un’occhiata alla sala, poi si volta verso di me e dice:
- Ma figurati. È…interessante. Decisamente diverso dalle serate che passo con Julian e gli altri, almeno da un anno a  questa parte. -
- Uhm. Sicuro? – chiedo, sinceramente preoccupata.
 Invitarlo alla festa non mi era sembrata poi una brutta idea. Prima però ho chiesto il permesso a Milo che, com’era prevedibile, ha prima guardato Camus, perplesso, e poi ha acconsentito, secondo la logica “più siamo e meglio è”.
Sì, si stava chiedendo se la fantomatica relazione che dovrei avere col suo coinquilino non sia in crisi. Lo capirà, prima o poi, che io e Camus non stiamo insieme.
Insomma, sto uscendo con Abadir!
Alla luce di come sta andando la serata, è palese che ho tuttavia commesso un terribile errore. Non tanto per Isaac, che ha comunque dimostrato di essere a proprio agio: ha parlato praticamente con tutti, perfino con Hyoga, e gli scambi di battute con Kanon sono stati notevoli.
Oh no.
Non avevo calcolato quanto GLI ALTRI sappiano rendersi imbarazzanti.
- Sicuro. – risponde con un sorrisetto, osservando divertito i vani tentativi di Seiya di muoversi a tempo di musica, mentre Shiryu e Hyoga fanno finta di non conoscerlo.
Sirio per fortuna può contare sull’appoggio di Shunrei, da cui si rifugia per una conversazione tra persone serie (forse) al riparo dall’amico.
Stanno ufficialmente insieme, ve l’ho detto? Mi sa di no. Ci sono volute settimane e manovre degne della CIA (almeno da parte nostra per farci sfacciatamente i fatti loro), ma hanno cominciato ad uscire seriamente, fino all’annuncio, un paio di giorni fa. Anche lì, abbiamo rischiato di dover cavare l’informazione, magari anche violentemente, dalla bocca di Sirio, se non fosse che Dohko è stato il primo a saperlo e ha mandato un messaggio a tutti, scritto in CAPS LOCK ON.
Non sa usare il cellulare, inutile specificarlo.
- Se ti annoi basta dirmelo. – mi affretto a dire ad Isaac.
- Se fosse così l’avrei già fatto. - ribatte lui - Anche se trovo piuttosto interessante il fatto che alcuni dei tuoi amici facciano finta di niente, ci guardino e poi si scambino delle occhiate. –

Uno sguardo veloce alla pista è sufficiente a cogliere Ioria e Milo in fallo, se non addirittura Lili e Elle.
- Perdonali, non lo fanno con cattiveria. – faccio, scuotendo la testa.
È che mi conoscono.
Non potete neanche immaginare la testa che mi hanno fatto Elle e Lili, e le paranoie che ho scaricato io su di loro, per questa festa e quello che è successo nel frattempo dopo la prima uscita.
Perché mi ha baciato sulla guancia? Ma sarà buon segno? Io mi sono divertita, e lui? Avrà capito quale caso perso e patetico sono? Insomma, io ho cercato di controllarmi, ma certe cose scappano sempre!
E questi sono solo esempi delle frasi che sono andata ripetendo per almeno due giorni.
Senza contare che nel frattempo io e Isaac abbiamo continuato a sentirci via messaggio. Con moderazione, però ci siamo sentiti.
Oh per la miseria, ma questo seriamente ascolta ciò che dico?
Giù con altre menate, finché Lili non mi ha sequestrato il telefono e tirato il libro di storia della televisione in testa.
- Non sono peggio dei miei, tranquilla. – dice Isaac in questo istante, distraendomi dall’immagine riapparsa nella mia mente -  In un’occasione del genere, a quest’ora, Baian e Krisaore ti avrebbero già fatto il terzo grado. –
- Davvero? –
- Sì. Sono tremendamente impiccioni e totalmente privi di vita privata. –

- E Julian? – mi azzardo a chiedere.
- No, Solo è più discreto. Senza contare che in questo periodo ha altro per la testa. – osserva lui, l’espressione rassegnata.
- Davvero? Nulla di grave, spero. -
- Oh no. Come sai, sta uscendo in pianta stabile con Saori, di nuovo. Pare che la ragazza abbia definitivamente deciso di dargli una seconda possibilità. – pausa – Tetis non ha gradito. -
Uh, immagino. Spero che non scopra mai che il suggerimento a Saori è arrivato da me.
- Sorrento neppure. – si lascia scappare Isaac poi con un sorrisetto.
- Quindi Kanon ha ragione? –
- Mi spiace ammetterlo, ma ci sono molte cose su cui Darth Vader ha ragione. –
Fare una smorfia mi risulta inevitabile, al che mi pone una domanda più che lecita:
- Che c’è? –
- Be’…mi ha detto che venire qui con te stasera sarebbe stato patetico. – ammetto.
- Patetico? Vuole solo nascondere il fatto che lo conosco troppo bene e sa che potrei rovinarlo davanti a tutti. – ribatte lui, lanciando un’occhiata al soggetto in questione.
- Affermare di conoscere troppo bene Kanon potrebbe essere da sbruffoni. – lo avverto.
- Sono una persona piuttosto sicura di sé. –
- Ho notato. – mi limito ad osservare, ringraziando interiormente che lo sia, perché…
Be’, perché io sono OVVIAMENTE impedita.
Non so di preciso cosa pensi della mia osservazione. Tuttavia, lo vedo gettare un’occhiata alla scena di fronte a noi, magari addirittura in direzione di Kanon, prima di fare un sorrisetto e chinarsi verso di me, bisbigliando al mio orecchio:
- Usciamo? –
Mi guardo attorno e, notando che tutto procede tranquillamente e in modo imbarazzante come previsto, decido velocemente, sussurrando:
- Sì. –
 

ΩΩΩΩΩΩ

 
Aria fresca, finalmente.
- Dove andiamo? – domando non appena siamo fuori, guardando poi l’orologio - Per la miseria! Già l’una e mezza?! –
- Già. – fa lui, alzando il colletto della giacca di pelle – Che ne dici se facciamo una passeggiata e ti accompagno a casa? –
- Okay. – annuisco, ben contenta di sgranchirmi le gambe.
Anche all’andata siamo venuti a piedi, solo che eravamo tutti assieme: io, lui, le ragazze, Shun Nemes, Sirio e Shunrei.
- Grazie per aver accettato un’uscita così inusuale. –
- Mi sono divertito. – dice, prendendomi per mano con un gesto fluido e senza esitazioni. – Non mi faccio i problemi che si fanno gli altri con Hyoga e i suoi amici. –
- Crystal non ne è così sicuro. – dico, prima di riuscire a fermare le parole.
Isaac pare soppesarle per un istante, prima di chiedere:
- Perché? –
-  È sempre un po’ a disagio quando…si parla di ciò che è successo. Credo si senta ancora in colpa. –

- Non stento a crederlo. – conferma Abadir dopo un po’. Si prende ancora un attimo di riflessione, prima di aggiungere: - Non posso dire di averlo completamente perdonato per…- si indica velocemente l’occhio -…ma non posso odiarlo per sempre. E poi che dovrei fare? Vendicarmi e cavargli un occhio? –
- Sarebbe la base per un ottimo splatter per il padre dei gemelli. – scherzo, assaporando la sensazione della mia mano nella sua. Ha la pelle morbida e una presa ferma, ma non esageratamente stretta.
Senza contare che, per tornare, ha preso di sua spontanea iniziativa la strada meno ovvia e un pochino più lunga.
Interessante.
- Oh, Kyros. – fa, sorridendo – Ho avuto modo di conoscerlo. –
- Pure io. – confermo, raccontandogli l’episodio.
- Posso capire. – dice, quando finisco – Una volta dopo una vittoria per le qualificazioni regionali ci ha portato a visitare il set di uno dei suoi film come premio. –
- Davvero? –
- Oh sì. Non ti dico la faccia dei ragazzi quando si sono trovati davanti Inga e le altre attrici. –
- Già, ho sentito parlare di Inga, anche se non ho ancora avuto modo di conoscerla. – ammetto.
- Oh be’. È in perfetto stile Kanon, credimi. –
- Non ne dubito. –

- Invece per gli altri il nostro gruppo non è frequentabile, eh? – chiedo poi, alludendo all’indizio che mi ha dato involontariamente - A vedere il comportamento dei tuoi amici, pare ci sia una faida alla Jets vs Sharks1 in corso. O Street Sharks e Biker Mice2, come direbbe Lili. –
- Faida? Be’, Kira e Baian hanno avuto un…disagreement con DM e Ioria anni fa, ma non definirei le tensioni una Guerra dei Cento Anni. Non siamo migliori amici, tutto qui. E onestamente, posso anche capirlo. Ancora mi chiedo quale sia il senso di un essere vivente come Sorrento. –
- Avrà anche lui qualche qualità. – faccio.
- Sì, una volta che conosci Lemuri da vicino. – ribatte lui, facendomi ridere.

- Siamo arrivati. – mi fa notare dopo che svoltiamo l’angolo della via che stavamo percorrendo.
Oh. Già.
- Così sembrerebbe. – confermo, senza accennare a lasciare la sua mano.

E adesso?
- Bè…- azzardo – Perché non…-
Sali?
Ma sarà il caso?
Mica deve per forza succedere qualcosa.
Però potrebbe.
Ci rivediamo?
Ma che domande faccio? A me stessa poi!
Meglio dire qualcosa, mi sta guardando.
- Perché non…- riprovo.
- Ehi ragazzi! Di ritorno anche voi? –
MALEDIZIONE SEIYA!
- Così sembrerebbe. – mi sforzo di sorridere nel vederlo con la mano sulla maniglia del portone d’ingresso, con Shun e Shiryu appresso – Voi che ci fate qui? –
Guastafeste?, aggiungo mentalmente.
- Cominciavamo ad annoiarci – si limita a dire Sirio, scrollando le spalle e senza ammettere che in parte la sua noia c’entra con l’aver dovuto accompagnare a casa Shunrei e, di conseguenza, l’essere rimasto solo a sopportare Pegasus.
E proprio la strada più breve dovevate prendere?!
- E io ho appuntamento con Crash. – afferma poi Seiya con sguardo battagliero.
Sì, e Shun deve andare a dormire, commento nella mia testa nel notare l’aria palesemente assonnata di Andromeda.
- Capisco. – dico – Allora ci vediamo su. –
- Yep. A dopo! – fa lui, scattando nell’ingresso e tirandosi dietro Shun, mentre Sirio li segue lentamente.
- Ciao Isaac! – esclamano mentre si allontanano.
Abadir risponde al saluto, voltandosi poi verso di me per tornare…ah-ehm, a noi.
- Scusa. – gli dico – Ecco cosa succede ad avere parecchi coinquilini. Ce n’è sempre qualcuno in giro e non ci si può mai davvero fare gli affari propri…-
- Con questi coinquilini accade abbastanza spesso, lo ammetto. – concorda.
- Di nuovo scusa. Avrei voluto proseguire con la chiacchierata. –
- Oh bè. Possiamo sempre replicare un’altra volta. –
Uh. Mi piace il fatto che potrebbe esserci un’altra volta.
- E poi…- cerco di riportare il cervello a concentrarsi su ciò che mi sta dicendo Isaac - Posso sempre fare questo. –
Non faccio in tempo a chiedere “cosa”, che mi spinge attentamente contro il muro. Mi sfiora le labbra con le sue, decidendosi poi ad appoggiare la bocca sulla mia.
@#§!!”=^=!
Oh. Mica male.
Affatto.
 

ΩΩΩΩΩΩ

 
- Togliti quel sorrisetto dalla faccia. –
- Quale sorrisetto? – chiedo, afferrando una bustina di zucchero di canna.
- Quello che stai portando in giro con arroganza da ieri sera. – mi bacchetta Lili. – È troppo presto per essere felici! –
- Sono le nove e mezza. – osserva Elle.
- E io non ho un sorriso arrogante. – ribatto.
- Non ho detto che il sorriso è arrogante, ho detto che lo sfoggi con arroganza. – è la correzione.
- Cambia qualcosa? – si intromette Lexi, beccandosi un’occhiata d’avvertimento.
Siamo in un bar a fare colazione. Le provviste cominciavano a scarseggiare ed essendo domenica mattina non avevamo voglia di andare a fare la spesa.
Senza contare che per le undici dobbiamo essere al campo da calcio dove si allenano Pegasus e l’Athens, la sua squadra: oggi giocano e avevamo promesso tempo fa di andare ad assistere. Ovviamente previa promessa di un hamburger offerto in caso di vittoria.
Curioso come la nostra vita ruoti così strettamente attorno al cibo, vero?
- Ad ogni modo – riprende Lili, rivolgendosi a me – Se quell’ottico3 amico tuo ti fa questo effetto adesso, non oso pensare quando deciderete di passare al livello superiore! –

- Bacia molto bene. – mi limito ad osservare, affondando l’imbarazzo nella tazza di cappuccino.
- Non ne dubito. – fa lei scrollando le spalle.
- Momento appropriato? Alito pulito? – domanda Lexi -  Ma soprattutto…lingua? –
- Be’…sì, sì e…all’inizio no, poi sì. Più…ehm…volte. Però le mie tonsille per fortuna sono ancora al loro posto. – ammetto.
- Ah, lingua senza asportazione di tonsille? Elegante. – dice Elle, intenta a scarabocchiare su uno dei tovaglioli.
- Quindi? A quando la prossima uscita? – indaga Lexi.
- Non saprei. Presto, credo. – rispondo, lanciando inavvertitamente un’occhiata al cellulare. Dopo qualche secondo di riflessione, mi lascio scappare: - Chissà come sarebbe finita se non fossero arrivati Pegasus e gli altri. –
- Dobbiamo imparare a legarlo, quando sta per succedere qualcosa di interessante. – fa Elle – Rovina sempre tutto. -
- Scusate ragazze, ma quello non è Mur? –
La domanda di Lexi ci fa voltare nella direzione indicata dal suo movimento di capo, ovvero alle nostre spalle. In fondo verso la vetrina, ad un tavolo per due, scorgiamo effettivamente il profilo noto del ragazzo, intento a parlare con…
- Con una ragaz…una donna! – esclama Elle, correggendosi nel notare il viso dell’interlocutrice.
-  Vi sembra cosciente? Non è sotto l’effetto di qualche sostanza, vero? – s’informa Lili.
- Chi? Lui o lei? – domando perplessa.
- Ti sembra rilevante? –
- Sì, perché se è lei…-
- Oh per la miseria, era una domanda retorica! – mi interrompe la mia coinquilina.

- Secondo voi chi è? – chiede Elle dopo un po’che fissiamo i due, cercando di non farci notare.
- Una professoressa? – azzarda Lili, memore della conversazione avuta qualche tempo fa circa il dottorato di ricerca.
- Già, o magari è una collega. – ipotizzo di nuovo, per quanto la palese differenza di età tra i due non sia a vantaggio di tale suggerimento.

- Stiamo tutte escludendo una possibile spasimante, vero? – fa Lexi dopo alcuni istanti.

Il silenzio che segue è piuttosto eloquente.
Sì.
 

ΩΩΩΩΩΩ

 
- Ciao Mur! – fa Lili, attirando infine l’attenzione del ragazzo e  della donna che è con lui mentre sono al bancone a pagare .
- Ciao ragazze. – risponde, avvicinandosi dopo aver compiuto l’operazione, facendo poi un cenno verso la sua accompagnatrice – Questa è mia zia Lois. Zia, queste sono Lili, Micky, Elle e Lexi. –
- Piacere – ci sorride la donna, salutandoci a turno.
- ‘ere! – rispondiamo in coro.
È piuttosto minuta, con i capelli scuri, lunghi fino alle spalle, e gli occhi della stessa tonalità. Per quanto la guardi, non riesco a trovarle tratti in comune con il nipote, onestamente.
Forse qualcosa nello sguardo…
- Tutto bene Mur? – chiedo.
- Oh sì – risponde lui scrollando le spalle – Ci siamo visti per un caffè.  Giusto il tempo di chiedere consiglio e lamentarmi di mia madre…-
- Oh, non avercela troppo con Peggie, tesoro. – interviene Lois - Il suo lavoro…-
- Eh già. Il suo lavoro. – taglia corto lui.
La donna scuote la testa con aria rassegnata, un mezzo sorriso sul viso.
- Va bene, come vuoi. – fa poi, passandogli una mano tra i capelli – Ne riparleremo, okay? –
- Okay. – dice lui.
- E mandami tuo fratello, ci farò due chiacchiere. – aggiunge la donna, dandogli un bacio sulla guancia a mo’ di saluto.
- D’accordo. Ciao zia. – sospira Mur.
- Ciao tesoro, ci sentiamo. Arrivederci ragazze. –
- Arrivederci! – esclamiamo di nuovo in coro, in modo piuttosto inquietante, ma solo perché stiamo pregustando delle ottime prese in giro.
Mur segue sua zia con lo sguardo mentre esce.
- Poveretta. – fa dopo qualche istante - Ci ha dovuto crescere per forza, ma proprio non ce la fa a non giustificare sempre sua sorella. Voi che fate qui? –
- Colazione. – rispondo – Prima della partita di Pegasus e Ioria. Tu ci vieni? –
- Penso di sì, Aldebaran me l’ha chiesto ieri, e dovrebbe esserci anche Kiki…se si sveglia in tempo. – si lascia scappare, sedendosi a capotavola.
- Fatto tardi, ieri? – domanda Lili con un sogghigno.
- Purtroppo sì, ma solo perché Milo non voleva proprio saperne di lasciare andare mio fratello troppo presto. Non faceva che blaterare che ha diciassette anni e che deve pur vivere. Manco lo tenessi in gabbia! – protesta il ragazzo.
- Be’…- azzardo, ma Mur non mi da’ il tempo di proseguire e continua imperterrito: - È anche per questo che ho insistito per vedere mia zia oggi. –
- Cioè? – fa Lili, inarcando un sopracciglio con fare inquisitore.
- Mi serviva una consulenza. – spiega lui, l’espressione improvvisamente seria.
- Per cosa? – chiede Elle.
- Sono preoccupato per Kiki. –

- C’è qualcosa che non va. A scuola. – precisa, di fronte al nostro silenzio che lo invita a continuare.
- Sei sicuro? – insisto.
- Oh sì. È più distratto del solito, fa i compiti di controvoglia e passa un sacco di tempo in giro. -
- E che differenza c’è col prima, scusa? – gli faccio notare.
- Be’, prima si lamentava, ma le cose le faceva. – mi corregge lui – Ora no, e non mi risponde neanche con insolenza. Anzi, in alcuni momenti mi sembra triste. –
- Triste? – ripete Lexi, sorpresa.
- Esatto. Anche dopo la gara di atletica, anche se la sua squadra ha vinto, aveva il morale a terra. –
- Effettivamente anche prima della gara era strano – ricordo – Me l’ha fatto notare Al. –
- Sì, me l’ha detto. Come se non bastasse, altre volte è veramente intrattabile e scontroso. – continua Mur, preoccupato.
- Cosa temi che sia, scusa? – fa Elle.
- Be’ onestamente…non vorrei avesse cominciato a frequentare giri strani…- fa lui, titubante.
Lili sbuffa, scuotendo la testa.
- Ha diciassette anni, Mur. Ecco qual è il problema. – gli dice – Non importa quanto bravo, allegro e vivace possa essere di natura, è comunque un adolescente. Ci siamo passati tutti. –
- Io non ricordo di…- inizia il ragazzo.
- Tu forse no, ma sono sicura che tua zia sì. Soprattutto riguardo a questa rabbia verso tua madre. Vogliamo parlarne o devo chiamare Saga? – ribatte lei.
- È presto detto. – sbuffa lui - Mia madre è un’antropologa specializzata in miti e civiltà antiche, soprattutto quelle orientali. Viaggia per il mondo da sempre. Durante uno dei suoi viaggi ha conosciuto mio padre, Larrie, medico che lavorava per organizzazioni umanitarie. Possiamo dire che si sono trovati, considerato che si sono sposati dopo nemmeno un anno. Dopo un po’ è rimasta incinta, e sono nato io, in Tibet. Questo ovviamente li ha tenuti fermi solo per poco, dato che siamo ripartiti quando avevo tre anni, avendo deciso di occuparsi loro stessi della mia educazione. Non so nemmeno dirvi quanti Paesi ho visto, in cinque anni. Finché, mentre eravamo in Cambogia, mia madre è rimasta di nuovo incinta. Kiki è nato lì. Abbiamo continuato a spostarci finché non hanno pensato che forse, e dico forse, ci serviva un po’ di stabilità. Morale: ci hanno mollato qui da zia Lois, io che dovevo iniziare il liceo e Kiki la scuola elementare. Da allora li vediamo sì e no una volta all’anno e di Kiki, ovviamente, ho dovuto sempre e comunque occuparmi io perché zia Lois, poveretta, poteva esserci fino ad un certo punto. –
Mur finisce il monologo un po’ a corto di fiato e, bisogna dirlo, non senza un forte risentimento nella voce.

Cala il silenzio per alcuni lunghi istanti, prima che Lexi si volti verso il bancone, esclamando:
- La birra più forte che hai! Ora! –
- Sono comunque le nove e quaranta, Lexi. – osservo.
- Fa niente. – ribatte Lili, proseguendo quando vede l’espressione scettica di Mur: - Bevi. Ti servirà. Da quanto tempo non ti sfogavi, eh? –
- Un po’… – ammette lui controvoglia, rivolgendosi poi al barista – Comunque niente birra. Un caffè. -
-  Basta caffeina, passa all’alcol. – taglia corto lei, facendogli alzare gli occhi al cielo.

- Tornando a bomba – faccio, riprendendo l’argomento “Kiki” - Sai se gli è successo qualcosa, di recente? –
- Nulla, che io sappia. -
- Non è che è vittima di bullismo, vero? – continuo.
- Ma chi, Kiki? Figurati! – mi risponde Lili – Se l’ho addestrato bene, il bullo è lui! –
- Cosa?! –
- È un modo di dire, Mur, accidenti! -
L’espressione poco convinta del ragazzo, al di sopra del caffè che gli viene servito, la dice lunga circa la sua opinione in merito.
- Forse è nervoso per il progetto europeo. – insisto - Te ne ha parlato? –
- Sì. – annuisce Mur - Ora che mi ci fai pensare, effettivamente è da quando hanno iniziato che è strano…-
- Ah, ecco! – esclama Lexi.
-…ma non riesco a spiegarmi perché. – sospira il ragazzo.
Dopo un pausa, alza lo sguardo su Lili.
- Non posso credere che sto seriamente per chiedertelo. – annuncia, l’aria di chi preferirebbe farsi rinchiudere per due giorni in una stanza con Seiya – Ma potresti parlarci? –

- Uhm. – fa la ragazza – E cosa ci guadagno? –
- Come sarebbe a dire?! –
- Mamma non fa mai niente per niente, tesoro…-
- Non provarci! – esclama Mur, diventando improvvisamente rosso in viso mentre noi cerchiamo palesemente di non ridere.
Siamo veramente terribili.
- Dico semplicemente che potresti, in cambio, farmi un favore. – spiega Lili con aria innocente.
Si studiano a vicenda per dei lunghi minuti, mentre io mastico un biscotto, Lexi  traffica con il telefono ed Elle ordina per sé l’ennesimo caffè della giornata.
- E va bene. – capitola Mur – Cosa vuoi? -
Lili si prende un momento per pensarci. Si appoggia allo schienale della sedia, soppesando il ragazzo con lo sguardo per un minuto buono. Ci vorrebbe Lavoisier in braccio, per completare l’immagine.
- Per scoprire l’arcano. – comincia la mia coinquilina – Avrò bisogno di passare più tempo con lui. Posso muovermi via telefono e online, certo, ma devo vederlo nel suo ambiente per capire veramente…-
- Vuoi l’accesso illimitato a casa nostra e, per essere più specifici, a tutti i suoi videogiochi e alle sessioni di X-Box con i suoi amici. – completa Mur, l’aria di chi preferirebbe non sapere di aver appena indovinato.
La mia coinquilina gli sorride, con un’espressione che ricorda molto il gatto del Cheshire, per poi annuire e sentenziare:
- Bingo. -

 

ΩΩΩΩΩΩ

 
- È IL 15 OTTOBRE E TUTTO ANDRÀ BENE! -
- Siamo a inizio Ottobre. – fa Lili con aria esasperata – Chi è lo stronzo che già mi mette ansia? –
- Dohko! – esclamo, riconoscendo il ragazzo appena entrato che si sta prodigando per distribuire  volantini  – Finalmente! –
- Cominciavamo a pensare che Shion ti avesse incatenato nella cella frigorifera del Cinque Picchi! – aggiunge Elle.
- O ucciso. – specifica Lili.
- Ciao ragazzi!  Come state? – ci chiede il cinese, venendo verso di noi dopo aver lasciato una quindicina di volantini al bancone e altrettanti nelle mani della gente presente nel bar.
- Bene. Abbiamo appena scoperto che Mur ha una zia. – dico.
- Ah sì! Salutami tanto Lois, quando la rivedi! – esclama Dohko, sedendosi accanto a me e, notando Lexi, alzando la mano per salutarla vivacemente: - Ciao! Io sono…-
- Tu sei quel pazzo che mi ha quasi investito con la bicicletta al festival! – lo interrompe lei, sgranando gli occhi e facendoci sobbalzare dalla sorpresa.
- Cosa…? Mi chiamo Dohko. – risponde lui, perplesso.
- La sera del festival musicale. – ribatte Lexi, scrutandolo con aria vagamente accusatoria – Io camminavo tranquilla tranquilla sul marciapiede e tu sei sbucato dalla curva, in contromano, al buio, con le cuffie nelle orecchie! A momenti mi falciavi! -
- Questo è plausibile. – conferma Elle.
- Non ti avevo visto! – protesta Dohko.
- Possibile – confermo.
- E ci credo, con quel cespuglio che ti ritrovi davanti agli occhi! – continua Lexi.
- Molto vero anche questo. – concorda Lili.
- Comunque…stabilito che ti sei meritato le maledizioni di Lexi…- faccio, richiamando l’attenzione generale e cercando di distogliere Lexi da istinti omicidi postumi – Ciò che andavi urlando è veramente ciò che penso? State per riaprire?! –
- Oh sì! – esclama il ragazzo con un sorriso a cinquantadue denti  - Abbiamo una data. Il  15 Ottobre tenetevi pronti e saltate sull’Hogwarts Express! –
- Un mese e quindici giorni in ritardo?! – faccio – A quest’ora mi sto già allenando come una pazza per il primo match di Quidditch della mia Casa. –
- Seh, come se ci importasse….- inizia Elle.
- Di Tassorosso contro Corvonero! Lo sai che la folla vuole solo un match…Serpeverde contro Grifondoro! – ribatte Lili.
- Hufflepuff pride! – faccio di rimando.
- Ma per favore, i Corvonero sono i mejo! – si intromette Lexi, continuando a giocare col telefono.
- Ehi! Pure io sono stato sono stato smistato a Corvonero! – esclama il cinese entusiasta.
- Per sbaglio, spero. – commenta Lili.
- MA STIAMO SCHERZANDO?! – esclama Lexi tutto d’un colpo.
Silenzio. Non solo al nostro tavolo, ma anche nel locale, dato che tutti hanno perfettamente sentito la frase pronunciata in tono non proprio soave.
- Ehm…no, Pottermore mi ha davvero…- inizia Dohko.
- Ma non tu, mina vagante! – ribatte lei, troppo concentrata sul proprio cellulare – Quello stronzo del mio avversario a Pokémon! Ah, ma questa me la paga! –
La vediamo toccare furiosamente lo schermo, il che ci fa temere per la vita del suo telefono.
- Dai, anch’io ci gioco! – salta su il cinese con rinnovato entusiasmo, estraendo il suo cellulare dalla tasca.
- Ah, ma allora lo usi, quel coso? – salta su Mur con fare sorpreso.
- No, ma sei serio?! – lo rimbecca Lili, sapendo quali sono i rapporti del fratello di Kiki con il proprio, di telefono.
- Sì! Cioè, solo per monitorare l’avanzata del gioco quando non sono al pc. – spiega l’altro.
- Ah. E i messaggi, le mail…Facebook..no, eh? – commenta Elle.
- Cosa? – fa lui, perplesso – To’ guarda, mi è appena arrivata una notifica dal gioco! -
E ti pareva.
Mentre anche Dohko lascia la città di Pallett4 per “acchiapparli tutti”, lanciamo un’occhiata a Lexi, lasciando cadere ogni speranza di fronte alla sua espressione agguerrita.
- Lo distruggo. – la sentiamo mormorare.
- Quindi…ehm…- faccio, cercando un appiglio per far partire una qualsivoglia conversazione.
- Cercherò di capire quale sia il problema di Kiki – riprende Lili, riferendosi a Mur – Ma non ti prometto niente. –
- Basta che non sia nulla di grave. – si limita a dire lui – Perché mi sta davvero facendo preoccupare. –
- Tranquillo, vedrai che non sarà niente. – lo rassicuro, guardando distrattamente Dohko armeggiare col telefono per fare non so cosa con non so quali Pokémon all’avversario dal nome…
Un momento.
Non può essere.
Elle e Lili aggrottano la fronte davanti alla mia espressione probabilmente e comprensibilmente sorpresa, cercando di capire se la causa sia un pensiero improvviso, un film mentale o un ictus.
Accanto a noi, Mur rimane pensieroso, e Lexi salta su, esclamando:
- No, dico, ancora con questo Jigglypuff? Ma ha rotto i cosiddetti! –
- Ah, tanta stima per il tuo avversario, io adoro i Jigglypuff! – fa Dohko senza staccare gli occhi dallo schermo – Ne ho uno al livello 55, non sbaglia un colpo! Nemmeno contro questo Charizard al livello 57. L’allenatore ci prova di continuo a mettermelo KO, ma il lucertolone non ce la fa proprio! –
Le dita della ragazza si bloccano per un istante, mentre il telefono vibra per annunciare l’arrivo di una notifica.
- IO ho un Charizard di livello 57. – dice lentamente.
 …
- Cosa…? – fa Elle, sgranando gli occhi.
Intanto, anche Dohko sembra essere stato colto da una paralisi improvvisa.
- Ma che…? – azzarda Mur, senza capire cosa stia succedendo.
I due alzano contemporaneamente lo sguardo dagli schermi. Si guardano.

Oh-oh.
Avevo letto bene, allora.
- Non ci credo. – fa Lili, commentando a nome di tutti il dettaglio appena realizzato, spostando gli occhi da Lexi a Dohko, da Dohko a Lexi.
Ci vorrebbe dalla musica drammatica di sottofondo. Darebbe perfettamente l’idea delle occhiate che si stanno lanciando i due.
- Tu…- inizia Lexi lentamente – Tu…-
Forse per togliersi definitivamente il dubbio, la ragazza tocca lo schermo del proprio telefono, ipoteticamente per far accadere qualcosa nel corso del gioco. Dall’apparecchio nelle mani del cinese proviene subito dopo il suono di notifica. Un dettaglio che conferma lo scenario appena apparso nelle loro e nelle nostre menti, facendo sobbalzare sia Lexi che Dohko. I quali, quasi in contemporanea, con un balzo all’indietro sulla sedia, si puntano reciprocamente un indice al petto, esclamando:
- CHANSEYRAMEN84!!!! -
- TU SEI LEXITHEUNICORN26??! -

 

ΩΩΩΩΩΩ

 
- Comunque mi rifiuto di crederci. Chansey5 non può essere il suo Pokémon preferito! –
Siamo al campo, seduti sugli spalti, mentre sul prato Pegasus, Ioria e i loro compagni di squadra fanno riscaldamento. Il cielo è coperto, c’è un bel po’ di gente e non fa neanche freddissimo. Mentre assieme a Mur aspettiamo l’arrivo degli altri, Lili ha così commentato la scoperta fatta poco fa al bar riguardo a Dohko.
Ci abbiamo messo diversi minuti a convincere Lexi e il ragazzo a non ingaggiare la Prima Guerra Mondiale di Pokémon e a stipulare una pace provvisoria.
Mai visto il cinese così agguerrito, credetemi. Ha raggiunto più o meno lo stesso livello di quando l’apprendista ha toccato gli utensili in cucina che gli era stato proibito di usare.
Il feroce ChanseyRamen84.
Non che LexiTheUnicorn26 incuta particolare timore a sua volta, intendiamoci.
- Certo che può esserlo. – faccio, voltandomi verso di lei – Quale pensavi potesse essere? –
- E che ne so? Certo non Chansey! –
- Questo dettaglio sembra sconvolgerti più del fatto che quel fungo sia lo stronzo che…- inizia Lexi.
- Ma cos’ha questo Chansey di tanto assurdo? – domanda Elle annoiata, specificando, dopo aver notato l’espressione perplessa dell’altra ragazza: - Sorry, mai seguito i Pokémon. –
Lexi sgrana gli occhi, voltandosi verso l’altra mia coinquilina:
- Lili! Giri con un’eretica?! –
- Perdonala, perché non sa quello che fa. – è la risposta.
- Chansey! Chansey! - per la gioia di Elle mi esibisco nella perfetta imitazione del suddetto Pokémon, scatenando una prevedibile replica:
- Isaac non ti avrà tolto le tonsille, ma ha sicuramente causato l’esodo dei tuoi neuroni. –
 

ΩΩΩΩΩΩ

 
- Ehi ragazzi, siamo qui! –
Lili fa un ampio cenno con la mano per attirare l’attenzione dei nuovi arrivati: Aldebaran, Castalia, Sirio, Shun, Hyoga, Benam, Shadir, Lear e, in coda e con un’espressione ben lontana dalla sua solita allegria, Kiki.
- Ciao! – esclama Castalia, sedendosi tra Elle e me e facendo poi un gesto con la mano per farsi vedere da Ioria, il quale alza il braccio con la fascia da capitano per risponderle. – Come va? –
- Bene. Voi? Tutto a posto ieri? – chiedo.
- Oh sì, nessun problema. Per fortuna Milo sbronzo da riportare a casa se l’è beccato Camus. – fa lei – Un po’ mi è dispiaciuto per lui. –
- Un po’. – sottolineo, ridendo.
- Voi invece?  Siete sparite tutte e tre ad un certo punto. – osserva Marin, prendendo un sorso dalla lattina di Coca-Cola che ha in mano.
- Be’…io ero con Isaac. – dico mestamente.
- Oh sì, giusto. Ed Elle e Lili? –

Giusto, Elle e Lili?
Insomma, quando sono andata a dormire ancora non c’erano e stamattina quando mi sono alzata erano già in cucina a chiacchierare. Il che, per una delle due è anche normale…ma l’altra?
- Non saprei. – ammetto.
- Ehi Shiryu, ti sei finalmente staccato dalla tua ragazza, eh?! – sento esclamare da Lear.
- E se anche fosse? – cerca di minimizzare il ragazzo, arrossendo vistosamente.
- Già, da ieri sera, giusto in tempo per interrompere Micky e Isaac. –
- Lili! – protesto.
- Interrompere cosa? – domanda Andromeda.
- Una partita di cricket. Per la miseria, Shun! – sbotta Kiki, attirandosi uno sguardo confuso del ragazzo, che ovviamente non sa cos’abbia detto di sbagliato, e uno di Mur, che scuote la testa rassegnato.
- Ehi ragazzi – fa Aldebaran, rivolgendosi al rosso e ai suoi tre fedeli amici – Perché non vi avvicinate al campo? Seiya sembra molto impaziente di salutarvi. –
Effettivamente, il ragazzo in questione si sta sbracciando dal campo nella nostra direzione come se stesse affogando.
- Già. Meglio andare, prima che gli si stacchi un braccio. – commenta Shadir, alzandosi e aprendo la strada agli altri mentre scende verso il prato.

- Cos’ha Kiki? – chiede Hyoga, perplesso.
Bella domanda, BB. Per una volta, bella domanda davvero.
 

ΩΩΩΩΩΩ

 
- Per la miseria, si vede che è domenica! – esclama Lexi – Lili dimmi, quello non è lo Spirito Santo? –
Le sue parole attirano la nostra attenzione verso la figura che si sta avvicinando, salendo la scalinata in mezzo ai due settori degli spalti.
- Discepolo, Lexi. Non dargli cariche troppo importanti. – corregge la mia coinquilina – To’, ciao Aiolos! –
- Ciao ragazzi. – ci saluta il fratello maggiore di Ioria una volta giunto in prossimità dei nostri posti.
Uh. Sorriso accennato. Tono mesto. Nessuna particolare enfasi, né nelle parole, né nei gesti.
Mi sa che tira una brutta aria per Micene.
- Stai bene? – gli domanda infatti Aldebaran con espressione preoccupata.
- Sì, tutto bene, grazie. – fa il ragazzo, accomodandosi accanto a lui.
- Guarda, Ioria si sta scaldando. – gli fa notare Al, indicando il capitano sul campo che si esercita con gli scatti.

- Già. – si limita a commentare il fratello maggiore, dopo una lunga occhiata al prato.
 - Perché non…? – azzarda Mur, notando il suo riserbo.
 - Non sa…che sono qui. – spiega brevemente Aiolos.

- Ancora non ti parla?! – fa Elle.
- Solo se costretto e senza risparmiare sulle occhiate che mi fanno chiaramente capire quanto mi vuole morto. – risponde lui con un’espressione che da’ perfettamente l’idea di quanto la situazione non gli piaccia.
- Che esagerazione. - commenta Shiryu.
- Ricordati che è amico di Milo. Vivono di psicodrammi. – gli fa notare Lear.
- Queens of the drama queens - sento bisbigliare da Lili.

- Aiolos, forse gli ci vuole ancora un po’ di tempo…- azzarda Mur. – Marin…-
- Ci ho provato. – fa la ragazza – Sapete quanto è testardo. –
Le occhiate che ci scambiamo sono solo per confermare che sì, lo sappiamo fin troppo bene. Intanto, le due squadre hanno concluso il riscaldamento e si sono preparate per entrare in campo, su cui si dirigono in due perfette linee parallele, ai cui capi camminano l’arbitro e i sue assistenti. Ora, devono decidere chi giocherà in quale metà, tramite il famoso lancio della monetina.
Così viene stabilito: avendo perso, la squadra di Seiya e Ioria passerà il primo tempo nella metà alla nostra destra. I giocatori si dispongono sul prato, mentre Aiolia e un suo compagno rimangono al centro, dovendo dare il calcio d’inizio.
 - Oh bè. – dice mestamente Micene, gli occhi puntati sul fratello – Aspetterò. –
Fischio d’inizio.

 

ΩΩΩΩΩΩ

 
Però, chi l’avrebbe detto. I tifosi dell’Athens sono veramente agguerriti, con tutti questi cori e striscioni.
- Ioria! Ioria! Ioria! -
Incredibile, è pieno di ragazze che inneggiano il nome del capitano, e alcune non sono neanche maggiorenni, ad una prima occhiata.
- Ehi Marin, hai della concorrenza! – nota Lexi, osservando un gruppo particolarmente scatenato alla nostra sinistra.
- Già, fossi in te ne approfitterei e farei un salto di qualità. – suggerisce Lili.
- No, facciamolo noi e svendiamo Seiya. – ribatte Elle.
A proposito di Pegasus, ci sono dei suoi fan da qualche parte dietro di noi che non fanno che incitarlo dal calcio d’inizio, con un’enfasi e un trasporto che dovrebbero farci vergognare per la nostra totale mancanza di partecipazione.
- Corri Pegasus! – fa in questo istante una voce dal timbro giovane, quasi infantile.
- Ci sei quasi! – le fa eco un’altra.
- Segna! –
- Vai Seiya! Vai! Tir…AAAAAH! –
L’ultima frase sfocia in un urlo improvviso. Non capisco subito cosa stia succedendo, anzi, forse nessuno di noi ci riesce, nonostante sia molto, molto vicino a noi, se non addirittura…
- MIHO! – esclama qualcuno alle nostre spalle.
- Occhio! – sento dire da Mur.
Riesco a girarmi solo a metà, scorgendo un movimento confuso e delle espressioni sorprese di alcuni spettatori, prima di ritrovarmi mio malgrado premuta contro Castalia e la schiena di Lear a due centimetri dal naso, dato che si è girato di scatto per tentare di capire cosa stesse succedendo.
Non vedo nulla, ma sento una distinta esclamazione provenire dal gradone proprio sopra a quello su cui sono seduta:
- Presa! –
- Aldebaran! –
La voce di Shun mi fa concentrare sulla figura del nostro amico, in piedi al suo posto tra gli sguardi dei tifosi attorno a lui, l’aria leggermente sconvolta.
Un sentimento che credo sia ben presente sul viso di tutti noi, di fronte a questa scena.
Insomma…
Al tiene tra le braccia una ragazza.
Al tiene in braccio una ragazza!
Piuttosto carina, anche. Capelli scuri, legati in due codini, gonna blu e camicia bianca. Sembra avere la nostra stessa età e pare si sia appena presa un grosso spavento.
- Tutto bene?! – le chiede Sirio.
- Oh! Oh sì, sì…grazie…scusate, devo essermi sbilanciata… non mi ero accorta che fosse così ripido…mi sono sporta troppo. – fa, ancora con il respiro accelerato, indicando il posto dov’era seduta, ovvero tre gradoni più in su, e da dove stando in piedi deve effettivamente aver esagerato nell’incitare Pegasus.
- Miho, Miho! Stai bene? – le chiedono dei ragazzini, che sono chiaramente con lei, scendendo  verso di noi e accerchiando Al, alzandosi sulla punta dei piedi nel vano tentativo di avere una visuale migliore e accertarsi che stia davvero bene.
- Sì, sì…nulla di grave, tranquilli bambini. – li rassicura lei, poi guarda il nostro amico – Grazie…-
- A- Aldebaran. – si presenta lui con una lieve esitazione nella voce.
- Detto Al. – specifica Lili, ma stranamente nessuno dei due sembra farci caso.
-  Allora grazie, Aldebaran. Ti ho fatto male? – domanda Miho preoccupata.
- Cos..? Oh no. Nient’affatto. Figurati. Assolutamente niente. – si affretta a rassicurarla lui.
- Sicuro?- insiste lei.
- No dico, ma l’ha visto? – mi fa Elle sottovoce.
- Niente, tranquilla. –
- Bene. –
- Bene. –


- Ehm…Al? – azzarda Marin dopo qualche istante di imbarazzato silenzio in cui li guardiamo senza nessun ritegno, immersi nel reciproco imbarazzo – Puoi anche metterla giù, ora. –
- Cos..? – fa lui, preso in contropiede – Oh, sì! Certo! -
Con attenzione, appoggia la ragazza a terra e con fare maldestro arretra appena. Miho si passa una mano sulla gonna, come se volesse lisciarla, poi si rivolge ai bambini:
- Sedetevi, su. Pegasus ha ancora bisogno del nostro tifo. –
- Conosci Seiya? – domanda Lexi.
- Sì, è un mio vecchio amico, ci conosciamo dalle elementari. – conferma lei, disfando i codini per poi risistemarseli.
- Oh giusto. – interviene Hyoga in questo momento – Tu lavori alla pasticceria di fianco alla Facoltà di Pegasus. –
- Esatto. – conferma lei con un sorriso.
- Pasticceria? – ripeto, incuriosita. - Ecco perché Seiya torna sempre a casa con quei dolcetti buonissimi! –
- Temo siano opera nostra, già. – conferma Miho, ridendo.
- Uh uh. – fa Elle, tirandomi un pizzicotto di nascosto. Quando la guardo con aria interrogativa, fa un lieve cenno con il capo. Seguendone la direzione, noto che sta indubbiamente indicando Aldebaran, che pare non volersi perdere una singola parola che esce dalla bocca della ragazza, sotto lo sguardo perplesso di Mur.

Vuoi vedere che…?
- Guardate, il primo tempo è finito. – salta su uno dei bambini – Andiamo giù da Pegasus, Miho? Tipregotipregotiprego! –
- Va bene. – acconsente lei – Ma tenetevi per mano e statemi vicino, d’accordo? –
I ragazzini annuiscono, obbedendo all’istante mentre la ragazza si volta verso di noi:
- È stato un piacere conoscervi, ragazzi. Scusate ancora. –
- Ma figurati. Il piacere è stato tutto nostro.- dice Lili con espressione divertita.
- Sopratutto perché ora sappiamo dei dolci. – le do’ man forte.
- Quando volete. – ci rassicura, per poi salutarci – Ciao! Ciao Aldebaran! E grazie! –
- Eh? Ah sì. Di niente, figurati.  C-ciao. – esita lui, risedendosi mentre la guarda allontanarsi con i bambini verso bordo campo, da cui sentiamo  Pegasus urlare:
- EHI MIHO! CHE CI FACEVI IN BRACCIO AD AL?!  –
 

ΩΩΩΩΩΩ

 
- Carina. – commenta Elle ad alta voce, mentre torniamo a casa.
La partita è finita con un tre a due per la Athens, il che significa che i ragazzi staranno fuori a festeggiare ancora per un po’, dopo che ci siamo fatti fuori gli hamburger promessi. Per un attimo, dopo il fischio finale, quando Ioria si è accorto della presenza di Aiolos, abbiamo pensato ci potesse essere anche una rissa. Lili stava giustamente facendo partire le scommesse, quando il fratello maggiore ha semplicemente salutato Aiolia con un sorriso e un complimento circa il modo in cui ha giocato, e se n’è andato.
Non ne sono sicura, ma lo sguardo di Ioria, per un attimo, mi è sembrato quello di una persona che si sente in colpa. Non ha parlato molto, mentre eravamo fuori a pranzo, anche se in realtà non era il solo.
Anche Aldebaran e Kiki, effettivamente, non sono stati molto di compagnia, anche se in modo diverso. Mentre Al sembrava avere la testa da un’altra parte, il fratello di Mur si è limitato a pochi monosillabi, con l’aria prima scontrosa, poi improvvisamente depressa.
- Molto carina. – aggiunge Lili con un sorrisetto.
Avrete ben capito che stiamo, senza alcun dubbio, parlando di Miho e del suo “incontro” con Al, che a quanto pare ha portato un po’ di scompiglio nella testa del nostro amico.
- E gentile. - mi inserisco.
- E ha detto “ciao Aldebaran”. – sottolinea Lexi, riportandoci alla mente l’immagine di Al, arrossito fino alla punta delle orecchie per quel saluto.
- Senza contare che mi ha aiutato con Kiki, indirettamente.. – salta su Lili, cogliendoci di sorpresa.
- Come? – fa Elle. – Spara. –
- Diciamo che le brutte compagnie o il bullismo, come immaginavo, non c’entrano proprio niente.-
- E quale sarebbe il problema? – domanda Lexi.
- Kiki è innamorato. –
- COSA?! – esclamiamo in coro.
- Sei sicura? – chiedo.
- Certo, cara. Mi pare più che evidente. –
- Ehm…no? – fa Elle.
- Pensate a quello che ha detto Mur. Aggiungeteci l’atteggiamento descritto alla gara di atletica dove, palesemente, stava cercando qualcuno nel pubblico. Oggi, poi, era di umore pessimo e quando abbiamo cominciato a canzonare Al, l’ho proprio sentito dire “Ci mancava solo questa”. Ovvio che si riferiva al colpo di fulmine di quei due…-
- Frena! Colpo di fulmine? – le dico – Ma sei sicura? Insomma, si sono appena visti...-
- Al aveva la stessa faccia che avevi tu quando hai visto Isaac. – osserva Elle.
- Ehi! –
- Micky, cara mia fedelissima amica Disney, proprio tu neghi l’evidenza? – mi riprende Lili.
- Assolutamente no, però…magari per Miho non è stato un colpo di fulmine…per Isaac mica lo è stato! – faccio notare alle altre tre.
- Vero. – mi da’ ragione Lexi.
- Però c’è del materiale su cui potranno lavorare. – prosegue Lili. – E c’è tempo. –

- Quindi abbiamo risolto l’enigma Kiki. – conclude Elle.
- Oh no, affatto. – la corregge l’altra.
Di fronte alle nostre occhiate interrogative, è Lexi a dare la risposta alla nostra silenziosa domanda:
- Ormai sapete che Kiki è innamorato. Ora dovete scoprire di chi. -
 

ΩΩΩΩΩΩ
 



Sono già in piedi. Alle nove del mattino di lunedì. Questo come minimo dovrebbe darvi un’idea di quanto io sia su di giri.
In fibrillazione.
Insomma, settimana scorsa ho passato il primo esame dell’anno, ieri dopo la partita ho trascorso il resto della giornata in compagnia dei miei due Dvd di musical nuovi fiammanti (avevo casa libera) e la sera prima ho pure baciato Isaac! Più di una volta!
“C’è un tizio in università con una maglia di una squadra di calcio. Ti mando la foto, sai dirmi quale, data la mia ignoranza? =)
Barcellona!”
Ebbene sì, signore e signori, questa è stata la prima conversazione avuta con Isaac via messaggio, poco fa. Elle per poco non mi ha rovesciato il caffè in testa. Le stavo solo riportando cosa ci stessimo scrivendo, ma l’ha spacciata per “misura preventiva verso possibili azioni in stile disneyano o musical che non sopporterei.
Si legga: mettere le colonne sonore di tali film e genere a tutto volume.
Uf.
I can hear the bells6.
Okay, basta.

Però è vero.
Va tutto a gonfie vele!
Abbiamo scoperto cos’ha Kiki, abbiamo del materiale amoroso per Aldebaran, il Cinque Picchi sta per riaprire e…ho già detto che ho baciato Abadir?
Non potrebbe andare meglio e…
Il telefono: messaggio di Lili.

Un momento.
Vengo fulminata dall’immagine del suo letto vuoto, quando mi sono alzata. Ieri pomeriggio, quando ci siamo separate, lei è andata via con Lexi, mentre Elle ha deciso di andare al parco per disegnare in santa pace. È tornata abbastanza tardi da evitare il finale de “Il mago di Oz”. Non sufficientemente per schivare la maratona di Glee.
In mia difesa, è stato Shun a sceglierlo, non io (per una volta).
Ad ogni modo, finite le nostre occupazioni, siamo andate a dormire.
Ma Lili?
In tutta onestà, credevo fosse rimasta a dormire da Lexi. Guardo lo schermo del mio cellulare, aprendo l’SMS.
Ultimamente, sia lei che Elle sono un po’ strane…
 A giudicare dal messaggio, sono costretta a correggere l’ipotesi fatta.
Mi servite qui. Adesso.”
Dov’è, qui?
Scrivo velocemente la domanda, perplessa, per poi rimanere ancora più sorpresa nel leggere la risposta.
 “Casa di Camus. Ora.”
 

ΩΩΩΩΩΩ

 
- Attenzione, attenzione, missione di salvataggio! – esclamo, mentre varchiamo il portone aperto e  ci dirigiamo (quasi) correndo su per le scale del palazzo dove vivono il francese e il greco.
- A chi vuoi che importi? – mi fa Elle, seguendomi a ruota – Sia chiaro, di qualsiasi cosa si tratti io vado a mettere in salvo i miei…i libri di Shura! –
Giusto. Occorre sottolineare che dopo quella breve comunicazione, Lili non ci ha più detto nulla. Nessun dettaglio su cosa stesse succedendo in quella casa, il che ci ha fatto perfino ipotizzare che Lavoisier sia impazzito e abbia preso il controllo dell’appartamento. Liberté, felinité e pâté.
Già entrando sentiamo un certo trambusto provenire dal piano dei ragazzi, dove, notiamo, anche la porta dell’appartamento risulta aperta.
- Ma che…? - sento dire da Elle, mentre vado avanti per prima.
- 23-19! Abbiamo un 23-19!7– esclamo io, piombando nell’ingresso e guardandomi attorno pronta al peggio.

Non capisco.
C’è Camus seduto sul divano, o meglio, nell’angolo del divano, con un Lavoisier apparentemente terrorizzato che pare pronto a saltargli in testa al minimo segno di pericolo; ci sono degli scatoloni e dei sacchetti appoggiati in terra, di cui alcuni che conducono, con la propria disposizione, lo sguardo alla cucina. Facendovi scorrere rapidamente gli occhi sopra, incrocio la figura di Lili, appollaiata su una sedia della suddetta stanza, l’espressione preoccupata e i capelli che definire “spettinati” è un eufemismo.
Dal resto dell’appartamento, il vociare che ci ha accolto fin dall’ingresso ha acquisito maggior volume e meno comprensione, dato che non è nella nostra lingua. Mi pare che una, piuttosto concitata, sia la voce di Milo.
- Camus, cosa sta succedendo? – domando.
Elle lancia un’occhiata verso la stanza di Shura, come per accertarsi che un raid salva-libri sia possibile, ma lascia perdere in fretta e va a posizionarsi vicino al muro dell’arco della cucina, ritenendolo un punto sicuro.
Il francese scuote la testa, sussultando per un improvviso scatto nella voce del greco, che si alza bruscamente. La sentiamo sfociare in un suono di stizza, mentre la sua figura compare in salotto, l’aria di chi vorrebbe staccarsi la testa, mentre si lascia cadere sul divano accanto all’amico. La seconda voce, che distinguiamo essere femminile, continua quella che non è più una conversazione, ma un monologo, tra rumori di cassetti aperti, ante dell’armadio chiuse e passi affrettati.
- Milo? – faccio, attirando la sua attenzione per avere risposte.
Intanto, i rumori nelle altre stanze proseguono imperterriti, facendo muovere la coda a Lavoisier con fare nervoso.
Il ragazzo si guarda attorno, notando il mio arrivo e quello di Elle.
- Be’ ragazze – esordisce dopo un lungo sospiro, il tono di voce e l’aria funerea - Diciamo semplicemente che oggi, su questa casa, si è abbattuto un fenomeno greco di proporzioni tsunamiche, portando con sé afflizione, desolazione e sensi di colpa…-
-…tesoro, guarda che ti ho fatto ordine nel cassetto delle mutande, così ci sono state anche quelle nuove che ti ho comprato! – trilla la seconda voce, sempre così alta e più vicina, finché sulla soglia del salotto compare una figura, accompagnata dal sospiro e della rassegnata descrizione di Milo:
- Mia madre. –
 
 
 
N.B:
1Jets e Sharks = i due schieramenti, uno anglosassone e uno portoricano, del musical West Side Story (Jerome Robbins, Leonard Bernstein e Stephen Sondheim, 1957)
2Biker Mice from Mars = è una serie animata creata da Rick Ungar che narra delle avventure di tre topi motociclisti antropomorfi marziani giunti sulla Terra (1993-1996)
3ottico amico = citazione da Hercules (Walt Disney, 1997)
4Pallet Town = città da cui parte Ash Ketchum nella prima serie animata dei Pokémon, in alcune versione dei videogiochi corrisponde a Biancavilla;
5Chansey= Pokémon n° 113 della prima generazione;
6I can hear the bells= canzone del musical Hairspray (Marc Sheiman, Scott Whitman, Mark O’Donnel&Thomas Meehan, 2002; ispirato all’monimo film del 1988)
723-19= citazione da Monsters&Co. (Pixar Animation Studios, 2001)
 
 
NdA: Molto bene , Cubers. Nel caso in cui aveste avuto bisogno di un incentivo per sintonizzarvi sul blog, ora ne avete parecchi: scoprire chi è l'amore di Kiki, se finalmente Al avrà una ragazza, come finirà la guerra tra Lexi e Dohko ecc. Ma sopratutto, ce n'è uno grosso così. Insomma, non vorrete mica perdervi LA MAMMA DI MILO, VERO?!

   
 
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