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Autore: Shainareth    07/05/2009    2 recensioni
[Gundam SEED Destiny] Nonostante le parole di conforto da lei stessa pronunciate, Cagalli avvertì un senso di pesantezza al petto quando vide l’innamorato salire a bordo dell’elicottero che lo avrebbe portato alla piattaforma di lancio da cui sarebbe partito lo shuttle diretto per PLANT. Sapeva che sarebbe tornato, lo faceva sempre, e pertanto non era questo ad impensierirla.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Athrun Zala, Cagalli Yula Athha
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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PREZIOSO




Notando la sua espressione mortificata, la ragazza lo prese per mano, cercando di nascondere quel gesto agli occhi degli altri. «Non pensarci, non è certo colpa tua.»

   «Lo so, ma…», iniziò a mormorare lui in risposta.

   «Staremo insieme quando sarai di ritorno, d’accordo?» Annuì e, sospirando, le strinse gentilmente le dita fra le sue: quello era il massimo gesto d’affetto che era permesso loro di scambiarsi in pubblico. Nessuno, o quasi, sapeva della loro relazione, ed era meglio evitare ancora per qualche tempo che la voce si spargesse, perché il Delegato – ed il giovane era d’accordo con lei – era dell’opinione che avesse prioritaria importanza stabilizzare la situazione del Paese, sconvolto dalla Seconda Guerra del Bloody Valentine, piuttosto che mettere subito in piazza una verità che avrebbe potuto alimentare scomode dicerie, quali il volersi alleare con PLANT tramite un matrimonio di convenienza per chissà quale recondito motivo.

   Nonostante le parole di conforto da lei stessa pronunciate, Cagalli avvertì un senso di pesantezza al petto quando vide l’innamorato salire a bordo dell’elicottero che lo avrebbe portato alla piattaforma di lancio da cui sarebbe partito lo shuttle diretto per PLANT. Sapeva che sarebbe tornato, lo faceva sempre, e pertanto non era questo ad impensierirla. Ciò che la faceva sentire triste era la consapevolezza che di lì a pochi giorni avrebbe compiuto vent’anni e che lui non ci sarebbe stato. E nemmeno suo fratello, nato forse nello stesso istante in cui anche lei aveva visto la luce per la prima volta. Gli altri Emiri avevano insistito affinché si organizzasse una serata di gala, ma il Delegato li aveva immediatamente messi a tacere, ricordando loro che Orb necessitava di ben altro, in quel momento.

   Con un rumoroso sospiro, la fanciulla voltò le spalle al punto in cui era sparito il velivolo che era rimasta ad osservare il più a lungo possibile ed iniziò a percorrere a ritroso la strada che, dal grande cortile della sua abitazione, l’avrebbe riportata nel suo appartamento. Quando ne varcò la soglia, Myrna le corse affannosamente incontro con il sorriso stampato in faccia: prima nota stonata.

   «Cagalli Oujosama, l’Ammiraglio è già partito?»

   Seconda nota stonata.

   Cagalli aggrottò le sopracciglia bionde e si ostinò nel proseguire il suo cammino. «Poco fa.»

   «Bene.»

   A quella terza nota stonata, la ragazza accelerò il passo. Cosa c’era da essere contenti? Se pure i rapporti diplomatici con le altre nazioni erano importanti, non era forse altrettanto vero che lei si sarebbe sentita tremendamente sola fino al ritorno di Athrun?

   «Cagalli Oujosama, ascolti…»

   «Scusa, Myrna, sono stanca», la liquidò quindi bruscamente, riuscendo a raggiungere la propria camera e a chiuderle la porta in faccia prima che la donna potesse proseguire. Odiò il modo in cui si era appena comportata, tanto che si ripromise che si sarebbe fatta presto perdonare. Ma la malinconia l’aveva assalita per l’ennesima volta, e la cosa non era positiva: per quanto si sforzasse, alle volte il suo animo gridava vendetta contro quella repressione che subiva da parte della forza di volontà del Delegato. Scrollò il capo, battendo la mano chiusa a pugno contro la superficie di legno sulla quale aveva poggiato le spalle. Orb era più importante anche del suo malessere.

   Prese un grosso respiro e diede uno sguardo panoramico alla stanza, così grande, così triste, così vuota. Non che Athrun vi passasse le sue giornate, ma il non saperlo sotto lo stesso tetto le faceva avvertire ulteriormente la solitudine. Mosse un piede dopo l’altro fino al grande baldacchino e vi si gettò su a peso morto, la faccia contro il materasso. Riaprì gli occhi e si volse supina, mentre la sua mano sinistra andava ad urtare un qualcosa che, nascosto dietro le tendine chiare del letto, in precedenza le era sfuggito alla vista: una scatola. La prese e si levò a sedere per scrutarla meglio. Aveva tutta l’aria di essere un pacco regalo. Accanto al nastro dorato con cui era decorata, infatti, vi era un biglietto.

   Happy Birhday.

   Le sue labbra si curvarono dolcemente verso l’alto e, infischiandosene del fatto che mancassero ancora settantadue ore buone al suo compleanno, sciolse il nodo e svelò l’arcano: all’interno della scatola, fra carta velina colorata vi trovò un granchio. Il sorriso sul suo volto si congelò, lasciando posto ad un’espressione alquanto perplessa.

   «Ma che…?»

   Lo prese fra le dita: si trattava apparentemente di un giocattolo, molto simile agli Haro di Lacus e all’uccellino verde che Kira portava con sé ovunque andasse. Come quelli, con tutta probabilità anche quel crostaceo rossiccio era opera di Athrun. Cagalli sogghignò, ricordando il perché di quella scelta.

   Felice come una bambina, il Delegato si affrettò ad agguantare il telefono cellulare, sperando di fare ancora in tempo a contattare l’Ammiraglio. Vi riuscì.

   «Grazie per il regalo!», esordì con enfasi.

   «L’hai già aperto?», fu la contrariata risposta che ricevette. «Avevo chiesto a Myrna-san di avvertirti di non farlo prima del tempo!»

   «E allora perché lo hai messo sul mio letto? Lo sai che sono curiosa come una scimmia.»

   Sentendola ridere di cuore, Athrun ammorbidì il tono. «Ti piace? Non è troppo infantile?»

   «È carino da matti.»

   «Lo vedi quel pulsante rettangolare sotto gli occhi?»

   «La bocca?»

   «Premi lì.» Lei lo fece, ed il granchio si schiuse come una conchiglia. «È un piccolo portagioie, in realtà. Se ti va, puoi riporvi quello che ritieni più prezioso.»

   Cagalli non esitò. «Non credo che tu possa entrare qui dentro.» Spiazzato da quella frase inaspettata, il giovane ammutolì, coprendosi subito il volto con una mano per celare l’imbarazzo ben visibile agli occhi della gente che lo circondava. «Posso metterci il tuo anello?» Adesso la voce di lei si era fatta più timida.

   Athrun sorrise. «Certo.»













Approfitto di questo piccolo spazio per poter lasciare due righe a Justice Gundam, MaryRobin, Rinoa87heart e NicoDevil per le loro recensioni, pubbliche e private, e/o per aver inserito le precedenti fiction sulla serie fra quelle preferite: grazie di cuore, siete stati dei tesori.
Mi dispiace infinitamente di non essere in grado di scrivere storie degne di essere definite tali (almeno dal mio punto di vista), tuttavia spero di riuscire ad imparare quanto prima. Soprattutto, mi auguro di avere già fatto dei progressi dalla shot d'esordio su Gundam SEED, dove leggo tutta la mia insicurezza sulla serie e sui personaggi...
In ultimo, mi scuso sin d'ora con i fan: ormai sono in fissa con Kira, Athrun, Cagalli, Lacus e compagni, quindi rassegnatevi all'idea di vedere la sezione riempita di mie sciocchezze su di loro. XP
Shainareth



  
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