Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Cida    04/10/2016    13 recensioni
Elsa ha preso davvero sul serio il suo ruolo di regina, così tanto che la sua famiglia è preoccupata. Qualcuno, però, porterà un po' di scompiglio nella sua rigida routine quotidiana.
«Sinceramente, quanti anni avete voi?»
«Quale età volete sapere?» le chiese lui a sua volta, cercando di nascondere il suo divertimento.
«Quella reale» disse lei finendo di sistemare «Quella cerebrale è di sicuro molto bassa» concluse mettendo tutto al sicuro nel cassetto e guardandolo in tono di sfida.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Anna, Elsa, Nuovo personaggio, Olaf
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Il Ciclo delle Stagioni'
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Di somme e palle di neve
 
           «Dunque, ricapitolando…» disse la regina fra sé, intingendo delicatamente la punta di un pennino dentro ad un calamaio «Duemila corone d’oro per riassortire le provviste del castello» la mano vergò decisa i numeri con precisione su un foglio di carta immacolato «Diecimila pezzi d’argento per il fieno nuovo delle stalle» un’altra colonna prese posto accanto alla precedente «A questi vanno aggiunti i salari delle guardie» ancora un tuffo nell’inchiostro nero «Ora le spese d’importazione, a cui vanno sottratti i ricavi delle nostre esportaz…» un sonoro schiocco interruppe la sua frase a metà: la punta del pennino esplose senza ritegno, andando ad imbrattare la zona ancora bianca e gran parte dei dati già scritti.
Un tick nervoso le sconvolse il viso di solito così composto, strinse i denti e si alzò poi, quasi con un ringhio, appallottolò la carta sulla scrivania e, stizzita, la lanciò con violenza contro ad un muro.
Non bastava dover fare la revisione dei conti, ci mancava anche quello. Oh certo, il compito era dei mastri del conio, chi glielo faceva fare di prendersi anche quest’onere… ma lei voleva essere attiva nella gestione del suo regno, non sarebbe stata mera spettatrice, non voleva essere quel tipo di regina che non sa nulla di quello che le accade intorno, tutto doveva essere sotto controllo per non essere presa alla sprovvista, voleva davvero tante cose per il bene del suo popolo e, proprio per questo, dopo aver tirato un grosso sospiro si apprestò a ricominciare tutto da capo.
Quasi con rassegnazione riprese posto alla scrivania: aprì il cassetto, ne recuperò tutto il nuovo occorrente e, dopo averlo chiuso, cercò di rimettersi all’opera.
Un’improvvisa folata di vento gelido spalancò la finestra alle sue spalle, una nube di fogli cominciò a sparpagliarsi dappertutto.
Elsa per un momento non seppe se lasciarsi andare ad una liberatoria imprecazione o abbandonarsi al sorriso che aveva sentito salirle sulle labbra.
Troppo irritata per scegliere la seconda ipotesi, si ritrovò a non esserla poi così tanto per cedere alla prima. Per cui decise di mantenere un’espressione neutra e di stare al gioco «Frost»
«Regina di Arendelle» salutò a sua volta l’uomo apparso alla finestra, facendole un grosso inchino e omaggiandola con un movimento del suo bastone ricurvo.
Lei percepì immediatamente l’abbassamento di temperatura dovuto alla sua presenza e notò con orrore come i cristalli di ghiaccio emanati dal suo corpo scivolassero inesorabilmente verso il pavimento, pronti ad inzuppare i suoi preziosi scritti.
«Non vi azzardate a rovinare i miei documenti» lo rimproverò bloccando, con una rotazione della mano, il possibile disastro.
«Mi spiace, non era mia intenzione» le rispose lui contrito, abbassandosi a recuperarne uno «Non sapevo fossero così importanti per voi»
Ancor prima di notare la sua espressione per niente pentita, la donna avvertì lo scrocchio del ghiaccio partire dalle sue mani: assottigliando gli occhi pericolosamente, superò a grandi falcate la distanza che li separava e, quasi strappando il foglio dalla sua presa, salvò di nuovo la situazione «Sinceramente, quanti anni avete voi?»
«Quale età volete sapere?» le chiese lui a sua volta, cercando di nascondere il suo divertimento.
«Quella reale» rispose finendo di sistemare «Quella cerebrale è di sicuro molto bassa» concluse mettendo tutto al sicuro nel cassetto e guardandolo in tono di sfida.
«Senti, senti» ridacchiò l’uomo in risposta, per nulla offeso da quelle parole «Così disse la matura regina che poco fa lanciava ringhiante una palla di carta contro a quel muro» accettò la sua provocazione indicando con un dito il luogo incriminato.
«Voi…» esclamò Elsa sentendosi avvampare il viso «Voi dovete smettere di spiare le persone»
«Mi stavo annoiando tremendamente» si giustificò Jack facendo spallucce «In Estate c’è così poco da fare»
«Ci sarà un Inverno da mandare avanti in qualche parte del mondo» celiò trattenendo un sorriso.
«Si dia il caso che abbia già svolto egregiamente il mio lavoro, ovunque sia stato necessario» le fece presente quello con una faccia da schiaffi.
«Immagino anche dove non lo sia stato» continuò a punzecchiarlo l’altra.
«Che intendete?» chiese lo spirito non capendo.
«Ghiacciare gli scafi delle navi nei porti, far scivolare persone su lastre di ghiaccio apparse improvvisamente dal nulla…» gli spiegò.
«Imprevisti dell’Inverno, immagino ne abbiate sentito parlare»
«A Giugno?» volle sapere curiosa inarcando un sopracciglio.
«Questi sono solo piccoli dettagli» cercò di tagliare corto lui «Se non sbaglio, qualcuno fece ben di peggio diverse estati fa e non era neanche uno spirito dell’Inverno» contrattaccò.
«Questo…» boccheggiò Elsa punta sul vivo «Questo è tremendamente sleale da parte vostra» lo accusò arrossendo nuovamente «Ero sola e spaventata, non sapevo controllare le mie emozioni e i miei poter…» il tonfo di una palla di neve sulla sua faccia fece scivolare il suo sfogo nel silenzio più totale. «Come avete osato?» sibilò pulendosi il viso con una mano, rivelando un’espressione adirata «Non dovevate farlo»
Jack rise «Perché, cosa mi farete ades…» questa volta fu il suo turno di non terminare la frase, spostando la testa velocemente di lato il suo naso venne sfiorato da un’altra palla creata e lanciata a tutta velocità dalla donna che aveva di fronte «Wow, bel lancio, peccato mi abbiate mancato»
«Voi dite?» sentenziò seria la regina, rapida fece apparire una lastra di ghiaccio sotto ai piedi dello spirito e, prima che lui potesse anche muovere un solo muscolo, lo fece scivolare con una folata di aria gelida. Quando sentì il tonfo del suo corpo sul pavimento non perse tempo ad esultare, anzi, si prodigò a sotterrarlo sotto ad un grosso cumulo di neve.
Tosse e risate arrivarono attutite alle sue orecchie «Questa è stata un’ottima mossa» furono i complimenti che ne seguirono «ma la neve è mia alleata»
Lo spirito dell’Inverno uscì dalla sua prigione, allargò le braccia e accorpò ogni singolo fiocco di neve, trasformando la magia dell’altra in una propria arma: attaccò.
Elsa non si scompose e, erigendo un muro davanti a sé, parò ogni singolo colpo «Anche la mia!»
La battaglia riprese, senza esclusione di colpi.
 
         «Elsa, Elsa, si può sapere cos’è tutto questo baccano?» volle sapere Anna da dietro la grossa porta di rovere dello studio, poco prima di girare la maniglia ed entrare «E si può sapere con chi stai parland… Oh santo cielo, che diavolo è successo qui dentro?» chiese stupita dallo spettacolo che una stanza piena di neve le stava dando.
La regina, in preda ad una crisi di risate, dovette sforzarsi per balbettare un debole «N-Niente»
L’altra sgranò gli occhi «Questo lo chiami niente?» domandò ancora, allargando le braccia per far ben presente quello che aveva intorno.
«Siiiì, che bello, neve!» esplose una voce cristallina alle spalle della principessa e un piccolo terremoto con treccine bionde irruppe nella stanza «Vieni Olaf, costruiamo un amico che giochi con noi»
«Eccomi, Freja!» le trotterellò dietro il pupazzo «Wow ma qui sembra proprio Inverno e guarda Elsa com’è felice, chi è che ti ha fatto ridere tanto?»
«Oh nessuno» gli rispose lei cercando di riprendere un po’ di contegno «Proprio nessuno» confermò lanciando una rapida occhiata all’anta della finestra rimasta aperta.
«Proprio nessuno» ripeté il piccoletto guardando la donna davanti a sé perplesso, senza voltarsi mosse piano la bocca di lato «Molto bene, tua zia è impazzita…» sussurrò alla bimba esaltata al suo fianco «Adesso io la distraggo, tu prendi tua madre e insieme scappate, scappate più lontane che potete» concluse e, cambiando repentinamente espressione, giubilò «Elsa ma la bufera di neve che hai creato qui dentro è meravigliosa: guarda questo cumulo, è a dir poco perfetto»
Ovviamente Freja non ascoltò minimamente l’avvertimento dell’amico, troppo rapita dallo spettacolo che la magia della zia le stava regalando.
La stessa Elsa, sebbene avesse sentito ogni cosa, non vi badò anzi trattenne l’insorgere di una nuova risata «Perché mi cercavi, Anna?»
Quella abbandonò per un attimo il suo cipiglio battagliero «Oh giusto, volevo chiederti di prendere una pausa dal lavoro, perché stai veramente lavorando troppo in questo periodo… e lo stai facendo davvero, davvero troppo visto che sei qui a ridere da sola come una pazza dopo che hai trasformato il tuo studio in una ghiacciaia, a proposito c’è un freddo qui dentro! Te l’ho già detto che stai lavorando troppo? Dovresti davvero prenderti una pausa, e per davvero intendo davve…»
L’ennesima palla di neve della giornata bloccò anche il suo sproloquio.
«Perché l’hai fatto?» sibilò la principessa pulendosi la faccia, esattamente come poco prima aveva fatto la sorella «Io vengo qui, preoccupata per te, e tu mi colpisci?!» irritata si accucciò e preparò con cura la sua prima munizione «Adesso me la paghi»
La sua reazione non fece che aumentare il buonumore della regina «Non sono stata io» fece presente con una mezza risata, alzando le mani in segno di resa.
«Ah, così non sei stata tu» ripeté l’altra facendo volare pericolosamente su e giù la palla di neve nella propria mano «Qui nessuno si è mosso, tu sei l’unica che avrebbe potuto colpirmi usando la magia… ma, guarda un po’, non sei stata tu»
«Ha ragione, mamma!» intervenne la bambina «Non è stata lei, è arrivata dalla finestra!»
Anna guardò la figlia con aria di finto rimprovero «Freja, tu dovresti prendere le parti di tua madre, non di tua zia»
«Ma è vero» rispose lei mostrando un visetto corrucciato «Io l’ho vista!»
«Molto bene, l’hai vista…» sentenziò sua madre assumendo un’espressione tranquilla «Sono calma» inspirò a fondo «Sono calmissima» ma anziché lasciar cadere il suo colpo, lo sparò dritto a tutta velocità contro l’altra donna.
Elsa, sinceramente stupita dal fatto che la nipote si fosse accorta di un intervento esterno, attivò i suoi riflessi troppo tardi e venne inesorabilmente colpita. Con un ghigno vendicativo, richiamò il potere nelle proprie mani «Questa. È. Guerra!»
Fra schiamazzi, risate e grida di un pupazzo di neve e di tre bambine, di cui due troppo cresciute, prese campo una nuova battaglia.
 
         «Oh cielo» esclamò Anna senza più fiato, abbandonandosi sul pavimento e poggiando la propria schiena contro quella della sorella «Sono esausta»
«A chi lo dici…» si trovò d’accordo la regina cercando di riprendersi un po’.
Una leggera risata scappò ad entrambe quando videro come Olaf e Freja fossero ben lontani dall’essere stanchi.
«E’ bellissimo vederti così, Elsa» le confessò la principessa con un sorriso, arrossendo leggermente «Dovresti lavorare un po’ di meno e divertirti un po’ di più»
«Hai ragione» convenne l’altra.
«Cioè, capisco che tu voglia avere sempre tutto sotto controllo e questo è ammirevole, non mi fraintendere» continuò quella non dandole retta «Ma puoi sempre chiedere aiuto a noi, no? La famiglia serve anche a questo… aspetta, che?» si bloccò di colpo «Mi hai dato ragione» constatò guardandola con occhi sgranati, schizzando in piedi per l’emozione «Freja, tua zia mi ha appena dato ragione»
«Sono contenta per te, mamma» rispose la piccola nel bel mezzo di un vorticoso girotondo con il pupazzo di neve.
In quel momento anche Elsa si alzò e circondò la sorella con un abbraccio «Grazie»
Anna si lasciò andare a quello slancio di affetto e lo ricambiò con calore.
Con il viso sulla spalla della rossa, la regina non poté fare a meno di lasciar scivolare lo sguardo verso la finestra mimando un muto “Grazie anche a te”.
In risposta un sorriso apparve sul vetro appannato dell’anta chiusa.
«Coraggio, sarà meglio risistemare qui, prima che qualcuno si prenda un malanno» disse infine, trovando l’approvazione dell’altra.
Solo Olaf azzardò una debole protesta, la quale finì non appena si ricordò di essere nella sua adorata Estate. Stranamente Freja non disse niente: né un capriccio per le parole della zia, né una lacrima quando la magia della neve venne dissolta. In quel momento la piccola era troppo impegnata a capire di chi fosse quella mano che aveva appena scritto sulla finestra.

 

Ciao a tutti.
Eccomi qui con una nuova one-shot sul mondo del Jelsa. Questa volta ho fatto i compiti a casa e mi sono vista il film delle Cinque Leggende, piuttosto carino tra l'altro. 
Quello che avete appena letto è ambientato l'Estate dopo "Ballo d'Inverno", per questo ho saltato a pie' pari la descrizione di Jack (anche perché ormai è un personaggio che conosciamo tutti, chi più chi meno). Nel caso non aveste letto la precedente, il che non è un problema, ho immaginato un Jack e una Elsa più adulti (poco più che trentenni), la stessa cosa per Anna che nel mentre si è sposata con Kristoff e insieme hanno avuto una bambina, Freja, che al momento ha 5 anni.
Del ballo Elsa non ricorda nulla, ma Jack da allora non è riuscito a starle poi troppo lontano e così hanno iniziato a conoscersi e ancora si conosceranno.
Sinceramente non so dove queste shot porteranno, se a una raccolta o a qualcosa di più... al momento mi accontento dell'ispirazione che questi due mi hanno regalato, perché non mi succedeva da tempo.
Spero che leggere questa fic sia stato piacevole e divertente come è stato per me scriverla.
Se avrete voglia e piacere di lasciarmi un pensiero, lo leggerò con gratitudine.
Grazie per essere arrivati fin qui,
Cida




 
  
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