Il mondo gira troppo velocemente ed io non riesco a stargli dietro.
Seduta qui, su questo taxi, con mille pensieri per la testa, tante domande e nessuna risposta, il cuore batte così forte da fare male.
Ho pensato mille volte a questa conversazione, ho buttato giù discorsi interi con mille varianti e possibilità, ma adesso, che la distanza tra di noi diminuisce a poco a poco, non ricordo neanche una parola.
Sento la gola secca e gli occhi gonfi a causa del pianto di questi giorni. Come ho potuto non accorgermi di niente per tutto questo tempo?  
E’ sempre stato lì, per tutta la mia vita, ed io l’ho dato per scontato fin da quando eravamo piccoli.
Arrivo sotto casa sua a notte fonda e la paura di non trovarlo mi uccide.
Invece eccolo lì, poggiato su quella ringhiera dove mille volte siamo stati, insieme.
Si gode per l’ultima volta quella vista che tanto mi è familiare, e che da domani lui non vedrà più.
Scendo da questo taxi di corsa, non curante della pioggia che mi riga il viso e che mi bagna i vestiti. Lui abbassa lo sguardo e incrocia i miei occhi con quell’espressione perplessa e rilassata così familiare, e all’improvviso è come se tutto avesse di nuovo un senso, come sei il mondo  sotto i miei piedi si fosse finalmente fermato.
Sorride, come gli ho visto fare milioni di volte, e entra dentro casa.
Per un attimo mi manca il respiro, la paura di aver preso la decisione sbagliata mi assale, ma poi eccolo lì, sul ciglio della porta, che mi porge il suo ombrello preferito, compagno di mille avventure.
“Credevo che non ti avrei più rivista” mi dice abbracciandomi, ed io ricomincio a piangere.
“Lo credevo anche io” riesco a dire tra un singhiozzo e l’altro.
Lui non mi guarda ma continua ad abbracciarmi, come fa spesso negli ultimi mesi, e restiamo così per quella che mi sembra una vita intera.
 “Perché?” mi dice all’improvviso “avevamo deciso di non vederci più, strappo netto, come un cerotto” in un modo così distaccato che mi fa dubitare per un attimo di tutto ciò che sto facendo. Mi sciolgo dal suo abbraccio e lo guardo, e per la prima volta da quando lo conosco mi vede piangere.
“Lo sai che domani parto” gliel’ho sentito dire migliaia di volte negli ultimi mesi, ma stavolta è diverso, stavolta la sua partenza mi fa male, un male fisico, che non fa respirare.
“Non ti sto chiedendo di non partire, non ti sto chiedendo di abbandonare i tuoi progetti. L’unica cosa che ti sto chiedendo è di passare con me la tua ultima notte, come se fosse l’ultima notte della tua vita” lo dico con l’ultimo briciolo di speranza che mi rimane.
“No” mi dice all’improvviso, senza aggiungere altro.
Il mio cuore  perde un battito. Che abbia frainteso tutto? Tutto questo tempo, io e lui, inseparabili. Non ero pronta a questa eventualità, non so più che fare.
“Non voglio passare con te l’ultima notte, voglio passare con te la prima. Voglio risvegliarmi domani mattina ed averti accanto a me, voglio abbracciarti, voglio avere il tuo odore addosso. Ma soprattutto voglio che vieni con me, in qualsiasi parte del mondo io mi trovi, voglio che tu sia lì con me, perché senza di te nulla ha senso, e mi dispiace averlo capito così tardi.” Mi prende i fianchi, si avvicina a me, e mi bacia.
Il mondo ricomincia a girare, la pioggia scende più forte, ma noi rimaniamo lì, in quel bacio che vorrei non finisse mai.