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Autore: Megumi e Gotely    07/05/2009    1 recensioni
Due ragazze.
Due amiche, come sorelle.
Un ragazzo. Una scommessa.
Genere: Romantico, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti ^_^

Quella che state per leggere è una cosiddetta “storia a quattro mani”. Abbiamo deciso di intraprendere una prova, per vedere il risultato che potevamo ottenere, usando due cervelli al posto di uno.

Emma e Serena sono due personaggi molto diversi, sebbene le loro vite siano intrecciate con fili indistruttibili.

La storia sarà quindi narrata da due punti di vista diversi: i primi due capitoli coprono lo stesso momento temporale, ciascuno visto però da una delle due. Dal terzo capitolo in poi, la narrazione si alternerà tra le due e anche temporalmente, per non rendere noioso il fatto di rivedere lo stesso momento due volte.

Ciascuna delle protagoniste è “manovrata” da una di noi due che ne conosce a tutti gli effetti gli aspetti del carattere.

Speriamo che l’idea vi piaccia come a noi è piaciuta l’idea di cimentarci in quest’impresa.

Buona lettura!

 

~

 

Quel pomeriggio ero talmente stressata e stanca che solo un po’ di calcio mi avrebbe distratta da tutto.

Oppure era meglio chiamare Serena?

Per colpa della squadra di calcio di mio padre l’avevo trascurata un po’ però…potevo farla venire agli allenamenti! Non si sarebbe di certo stufata lei, che appena vede un ragazzo carino se la tira tutta, io mi chiedo, come possa fare una persona ad ammiccare ad ogni minimo ragazzo che le capita a tiro, e la cosa ancora peggiore è che ce l’ha tutti ai suoi piedi!

Ovvio…lei è bella, dai capelli di un bellissimo rosso ed è…ecco, come dire…femminile.

Io ero un maschiaccio, giocavo a calcio, mi mettevo sempre i pantaloni e portavo i capelli a caschetto.

Siamo nate lo stesso giorno ma siamo state sempre diverse come la notte e il giorno, ma non abbiamo mai smesso di essere amiche. Ci conosciamo da troppo tempo, e anche se ci scappa una litigata riusciamo subito a far pace.

Volevo molto bene a Serena per questo presi il telefono nelle mani.

<< Pronto! >> rispose con voce allegra e sveglia << Finalmente Emma! Dov’eri finita? >>

<< Ehm…scusa ma ho dormito fino a tardi, ascolta, fra un po’ vado a fare gli allenamenti con la squadra di mio padre, se vuoi puoi venire anche tu>>.

<< Sarebbe fantastico!>> rispose prontamente, << A che ora? >>

<< Alle 5 va bene? Ti vengo a prendere con il mio motorino >>.

<< Okay, perfetto! A dopo! >>

Chiusi il telefono e sospirai.

<< Hey Emma! Guarda che ti ho preso! >>

<< Stupido poppante di un bambino rompi balle, dammi subito il mio cellulare! >>

Era sempre la solita storia, mio fratello Damiano, nato dal secondo matrimonio di mia madre con un generale tedesco dal nome bizzarro, Edmund, ronzava per casa rubando le mie cose.

Lo afferrai e gli presi le mani, lui si mise a strillare e piangere.

<< Emma! Insomma lascia tuo fratello! >> intervenne mia madre prendendolo tra le braccia. << Non ti vergogni neanche un po’? Ha 4 anni! >>

<< Ha preso il mio cellulare >> mi alzai da terra.

<< Ma smettila! Non lo usi neanche, ogni volta devo sempre chiamare Serena per sapere dove sei >> lo accarezzava piano come se fosse un oggettino fragile.

<< Anche se non lo uso, mi da lo stesso fastidio >> salii le scale per andare nella mia stanza.

Senza smettere di giocare con Damiano mi gridò di portare fuori Cuimip, il cane di mio fratello che odiavo quasi quanto lui.

Ma mi chiedo…odio proprio tutti in questa famiglia?

Mi ritrovai davanti quel piccolo labrador di 3 mesi che voleva essere portato a passeggio. Gli misi il guinzaglio, in fondo lui che colpa aveva?

Era capitato per caso nella mia famiglia, non aveva senso odiarlo.

Lo accarezzai, lo presi in braccio, mi leccò e sorrisi.

Dopo la piccola passeggiata per i bisogni, portai il cucciolo a casa e mi preparai per andare agli allenamenti.

Guardai l’orologio.

Le 4:30.

Ops…è tardi!

Mi vestì in fretta e furia, misi tutte le mie cose dentro il saccone e mi avviai verso la porta di casa.

<< Vai ancora a calcio, Emma? >>

<< Si >> risposi vaga.

<< Perché non cambi sport? >> fece una pausa quando vide la mia smorfia.

<< Potresti…ecco…trovare uno sport…più femminile >>.

<< Ma…mamma a me piace il calcio >> risposi sbuffando.

<< Lo so…ma potresti fare tennis, danza…e tante altre cose… >>.

<< Ci penserò >> chiusi la porta alle mie spalle.

Non avevo intenzione di lasciare la squadra, però non riuscivo mai a dire ciò che pensavo a mia madre, mi comportavo sempre da codarda.

Arrivai alla mia vespa azzurra, allacciai il casco e mi avviai verso casa di Serena dove mi aspettava entusiasta.

<< Emma! Finalmente sei arrivata, sono le 5 passate! >>

<< Lo so, ho dovuto portare Cuimip a passeggio >> sospirai e le diedi il casco.

Guardò male il casco.

Sbuffai. << Sì, Serena, devi proprio metterlo e lo sai >>.

Allacciò seccata il casco e partii. Arrivammo dopo pochi minuti e ci accolse mio padre.

<< Emma! Aspettavamo solo te >>

<< Scusa, ma ho dovuto portare fuori il cane di mio fratello >>.

Sorrise e mi abbracciò << Andiamo >>

<< Io vado al chiosco a prendermi un frappé ok? >> disse Serena alle mie spalle.

<< Ok >> riposti seguendo mio padre negli spogliatoi.

<< Ti faccio conoscere il nuovo capitano >>.

<< Come sarebbe il nuovo capitano? Dov’è finito Davide? >>

<< Beh…purtroppo lui si è infortunato, allora per la partita della prossima settimana abbiamo preso un nuovo bravissimo giocatore >> mi disse fiero.

<< E sarebbe? >>

Aprii la porta e i miei occhi caddero sul nuovo capitano.

<< Emma lui è Fabio, Fabio lei è mia figlia Emma >>.

Il ragazzo biondiccio si avvicinò a noi e mi porse la mano. << Molto piacere Emma, mi hanno parlato molto bene di te, mi hanno detto che sei una bravissima giocatrice >>.

Arrossii al complimento. << Beh…la maggior parte esagera >>

<< Questo è da vedere >> mi sorrise quando gli occhi di mio padre non erano attenti a guardarci e andammo a giocare.

 

 

 

 

E’ la prima volta che scrivo in questo diario dopo che Serena mi ha convinto a comprarne uno. Ha fatto proprio bene, sa che ho difficoltà ad esprimere i miei pensieri, allora mi ha consigliato di farlo per iscritto, svuotare la mia mente e chiuderli dentro.

Devo dire che è davvero una cosa geniale, chiudere dei pensieri ed aprirli ogni volta che si desidera. Oggi è stata la solita giornata d’estate morta, la litigata con mio fratello, il rimprovero di mia madre e l’uscita con Cuimip.

Direi che si è aggiustata un po’ durante gli allenamenti, ho conosciuto il nuovo capitano della squadra, se non ricordo male si chiama Fabio, ha i capelli biondi spettinati e gli occhi verdi, ho notato che ha uno strano tic, ogni volta che mi guardava chiudeva sempre l’occhio sinistro…poverino mi dispiace chissà quanto fastidio gli darà.

Mi ricorderò di non fargliela pesare troppo.

Inoltre sono contenta perché Serena sembrava divertita, guardava seduta in un angolo con il suo solito frappé alla fragola e sorrideva ogni secondo.

E’ mezzanotte, ormai la casa è silenziosa e devo dire che mi piace così, senza le urla di mia madre e i capricci di Damiano. Mi piace sentire la natura notturna, il vento leggero che sguazza tra le foglie dell’albero vicino alla mia finestra e il ronzio di qualche zanzara che stanotte si nutrirà un po’ del mio sangue.

Tranquilla, fai pure ce n’è a sufficienza.

 

A domani

Emma.

 

 

  
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