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Autore: AliceWonderland    05/10/2016    0 recensioni
-Il tuo problema è il viso, dammi retta. A volte mi sembra di fare la doccia con una ragazza-.
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alister/Amelda, Raphael, Valon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note: i personaggi presenti in questa fanfic appartengono al loro rispettivo creatore. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro. Buona lettura!



-Mr. Muscolo-



-Posso farti una domanda, Raphael?-.
Il ragazzo aprì gli occhi, scorgendo il partner nel box doccia accanto al suo poggiarsi al divisorio e fissarlo con aria curiosa.
-Come hai fatto a mettere su tutta quella montagna di muscoli nell’arco di un paio d’anni?-.
Valon si sporse dalla doccia vicina a quella di Amelda e annuì: -Bella domanda. Me lo chiedo spesso anche io-.
-Spesso?-;
-Bè, che c’è di strano?- disse Valon, alzando le braccia e imitando la posa di un body builder -Siamo uomini e a una certa età parte il confronto, no?-.
Raphael batté le palpebre, e le ciglia bionde vibrarono appena, insidiate dalle stille d’acqua, mentre rimuginava sulla domanda del vicino: -Suppongo che l’aver trascorso l’infanzia arrampicandomi, correndo e nuotando tutto il giorno debba avermi aiutato parecchio- rispose, alzando le spalle.
Dai coetanei dell’organizzazione era sempre stato considerato un personaggio alquanto minaccioso per via del suo aspetto possente, e se questo da un lato lo aveva sempre scoraggiato nell’aprirsi agli altri, dall’altra parte doveva ammettere che superati i venti anni, gli ottanta e passa chili di massa muscolare e il metro e novanta di altezza, la cosa aveva cominciato ad andare a suo vantaggio, visto il numero dimezzato di attaccabrighe che da quel momento decisero di pensarci due volte, anche tre, prima di mettersi sulla sua strada.
L’unico a non aver mai mostrato soggezione al suo fianco era stato proprio Amelda, adesso che ci pensava, e il fatto che questi gli avesse posto una domanda simile così a bruciapelo lo metteva un po’ in imbarazzo, perché in automatico si era subito domandato se l’avesse chiesto con l’intento di farlo sentire anche lui un armadio ingombrante…
-Ma- continuò, nonostante quei pensieri -In realtà credo sia ereditario. Anche mio padre e mio nonno erano piuttosto robusti- ne concluse, mentre sul viso del partner si faceva strada una delusione quasi sospetta.
-Se è così allora non c’è speranza- sospirò Amelda, tornando a passarsi le mani fra i capelli bagnati, mentre la schiuma dello shampoo gli scivolava lungo il collo e le spalle -Altro che ereditario. Nella nostra famiglia gli uomini erano tutti dei pali della luce-.
Raphael lo ascoltò, spalancando un po’ gli occhi.
-Perché questa domanda?- gli chiese, ora incuriosito a sua volta da quello strano interesse nei confronti di una questione che non sembrava mai averlo toccato davvero.
Amelda esitò, e per un attimo a Raphael sembrò di scorgere le sue gote imporporarsi appena, prima che questi tornasse a rinfrescarle sotto l’acqua.
-Hm, niente… Ecco- disse sbrigativo -Ti sembrerà un’idiozia, ma se mettessi su i tuoi muscoli forse smetterebbero di scambiarmi per una donna. Fin’ora ho cercato di soprassedere alla cosa, ma non è affatto piacevole come ti fa sentire certa gente, specie certi morti di fame-.
In principio, Raphael la prese come un’affermazione estremamente immatura e sciocca, ma soltanto poco dopo gli vennero in mente alcuni episodi passati in cui il rosso era stato insidiato dagli sguardi degli estranei. Raphael non vi aveva mai prestato troppa attenzione, anche perché Amelda non aveva mai fatto parola, prima di quel momento, del suo ‘problema’, e inoltre sapeva difendersi benissimo, anzi, in genere non doveva neanche alzare le mani: bastava un’occhiataccia per fare rabbrividire anche il proprio riflesso allo specchio. Quest’ultima peculiarità, unita al fatto che lui era uno dei protetti di lord Dartz, per il momento gli aveva impedito di venire avvicinato, ma continuare a essere guardato in un certo modo a distanza non doveva essere una sensazione piacevole. Ci stava che a volte sfiorasse l’idea di possedere un aspetto più vigoroso…
E Raphael che pensava di essere stato l’unico, per un certo periodo, a farsi problemi sulla sua muscolatura ereditaria.
Valon intervenne, tornando a rivolgersi ad Amelda: -Pensi che con qualche muscolo in più le cose cambierebbero? Con la massa muscolare di Raphael potresti al massimo sembrare una donna che pratica culturismo- disse, facendo trasalire entrambi -Il tuo problema è il viso, dammi retta. A volte mi sembra di fare la doccia con una ragazza-.
Amelda lo guardò di traverso, e Raphael dovette prepararsi a evitare a Valon l’annegamento, benché si trovassero sotto una doccia e non in una vasca.
-Non dire idiozie, Valon- lo riprese il biondo, serio.
A lui il viso di Amelda non sembrava un gran problema. Certo, non aveva tratti particolarmente marcati e mascolini come i suoi, ma non poté fare a meno di pensare che a nessun altro quel naso sottile e all’insù sarebbe stato tanto bene, né quegli occhi grandi ma affusolati avrebbero donato a un altro viso che non fosse il suo. Il suo possessore li sapeva portare bene, e a parere suo non erano neanche femminili in maniera esasperata, pensò, tornando ad ascoltare il partner più giovane, che aveva ripreso a parlare.
-Nel mio caso, invece, credo di avere parecchie possibilità di arrivare al livello di Raphael, quando avrò la sua età-;
-Ah sì? E cosa te lo fa pensare?- domandò il rosso, scettico, tornando a insaponarsi e a ostentare scarso interesse per la questione.
-Intanto non ho la più pallida idea di che aspetto avessero i miei genitori, tantomeno gli uomini della mia famiglia- replicò -Per quanto ne so potrei raggiungere misure invidiabili come le sue- disse poggiandosi al muretto e inarcando le sopracciglia folte con malizia -Specie nelle parti basse-.
Le labbra di Amelda si tesero sul viso eburneo, come se avessero appena saggiato il limone più aspro del mondo, e anche l’espressione di Raphael lasciò trasparire il totale disinteresse per un argomento tanto infantile, mentre i suoi occhi si alzavano al cielo.
-Ehi, cosa sono quelle facce? Siete uomini o cosa?- brontolò l’adolescente, non avendo riscontri da parte dei due -Andiamo, non comportatevi come delle vecchie zie-;
-Valon, a volte sei così infantile- sospirò Amelda, esibendo superiorità, per poi sgranare gli occhi chiari -E piantala di guardarmi là sotto!- lo ammonì subito dopo, afferrando l’asciugamano a cavallo del muretto e colpendo in faccia il compagno.
-Ahi! Andiamo, non fare la donnetta preziosa! Vediamo come sei messo!- protestò il motociclista, tendendo il braccio e cercando a tentoni in basso, all’interno del box doccia accanto al suo -Cosa vuoi che sia? Tutti gli uomini si prendono le misure e si confrontano. Siamo compagni, no? Non dovremmo avere segreti-;
-Certo che dovremmo averli, invece! Mai sentito parlare di senso del pudore e di privacy?!- lo rimbeccò Amelda, quasi azzannandogli il braccio.
Raphael seguì la scena con la coda dell’occhio, facendosi pensoso, e senza che se ne rendesse conto, rimuginando sulla questione, i suoi occhi scesero a percorrere la figura del partner, che si agitava sotto il getto dell’acqua, appena offuscato dai vapori che si sollevavano intorno a loro, mentre il ragazzo discuteva in maniera sempre più animata con il vicino.
Di sicuro non avrebbe mai potuto ambire ad una massa muscolare come la sua, come tanto avrebbe desiderato, ma nel corso degli anni, da quando era giunto nell’organizzazione, il fisico di Amelda si era comunque evoluto in maniera invidiabile, ben proporzionato per natura, slanciato e dai movimenti eleganti, la muscolatura resa tonica dagli allenamenti... Raphael a volte non poteva fare a meno di ricollegare alcune peculiarità fisiche del partner a quelle delle statue del Canova, arricchito dal piacevole contrasto dei capelli rossi che in quel momento gli aderivano al viso bagnato e corrucciato.
Per quanto Amelda desiderasse un aspetto più mascolino, il biondo non l’avrebbe mai potuto immaginare in maniera diversa da come gli si presentava ogni giorno, e se si trattava di sguardi lascivi da parte di sconosciuti, allora ci avrebbe pensato lui a risolvere i suoi problemi in via definitiva. (Graziose margherite piantate nei pavimenti della Paradius… Ah, no, sono degli ex adepti voyeuristi. NdA) (Da quanto tempo non si inseriva più all’interno di una storia, autrice? Fa uno strano effetto… NdValon)
Poco dopo Raphael dovette interrompere le sue considerazioni perché, improvvisamente, nei bagni della palestra scese il silenzio, e lui scoprì gli sguardi di entrambi i compagni su di sé.
-Sì?- disse, inarcando le sopracciglia, dissimulando e sperando che Amelda non si fosse accorto delle sue occhiate, dato che erano proprio quelle che il partner non tollerava.
-Come “sì?”. Almeno tu non avrai nulla di cui vergognarti. Vista la stazza, secondo me, là sotto, sarà tutto proporzionato o molto più- lo incoraggiò Valon, mentre Amelda si schiacciava una mano sul viso, in imbarazzo per lui.
Raphael ruotò ancora gli occhi e, chiudendo il rubinetto, afferrò l’asciugamano, se lo avvolse intorno alla vita e uscì dalla doccia.
-Se lo dici tu, Valon, allora ti credo- fu l’unica risposta di cui il ragazzino dovette accontentarsi, prima che Amelda si sporgesse per premere la sua spugna insaponata sul viso dell’impertinente, facendone fuoriuscire una quantità ingente di schiuma che infiammò i suoi occhi azzurri.
-AAAH! Accidenti, ma che fai?!- gridò Valon, lanciandosi sotto il getto d’acqua, gli occhi rossi come il sangue.
-Vedi di darti una calmata. Siamo pur sempre tuoi superiori, cerca di ricordartelo- lo ammonì il compagno –E sappi che alla tua età Raphael aveva già il triplo dei nostri muscoli, perciò rassegnati-.
In tutta risposta, da sotto il getto d’acqua al suo fianco, giunse un grugnito di frustrazione.
Nell’udirlo, il rosso ridacchiò: -Ma se ti fa piacere, davanti a quella vamp della nuova arrivata potremmo chiamarti Mr.Muscolo. Raphael può fare tranquillamente a meno di quel titolo, vero?- domandò al biondo.
Asciugandosi e rivestendosi, l’interessato sorrise fra sé: -Cercherò di farmene una ragione-.
-Non siete divertenti- gorgogliò Valon, offeso, uscendo dalla doccia a grandi falcate, mentre il partner si sporgeva trattenendo l’asciugamano che il ragazzino si era legato ai fianchi, e lasciandolo completamente nudo di fronte ai loro occhi.
Ci fu un attimo di silenzio, ma durò il tempo di uno sguardo tra i due ragazzi più grandi che, dopo una veloce occhiata al suo basso ventre, si limitarono a pronunciare un –Ah- piuttosto enigmatico che lasciò Valon preda dello sconforto per giorni.

FINE.

Disse l’autrice:

Questa storia non era in lista per la pubblicazione. E infatti alla fine l’ho pubblicata. Duh.
Credo sia la primissima fanfic da quando la mia ‘carriera’ di ficwriter ha avuto inizio, ad essere stata scritta, corretta e pubblicata nella stessa settimana (lol). Magari un po’ si nota, ma per una volta volevo provare anche io l’ebbrezza di scrivere una storiella nonsense e spensierata, e pubblicarla senza pensarci troppo su.
Inoltre era da un po’ che non scrivevo dei Tre Moschettieri della Doma <3. Cominciavo a sentirmi in colpa. Non appena riuscirò a concludere le ultime Pride che ho in cantiere tornerò a fracassarvele amabilmente a suon di Orichalcos, non temete u__u.
Per ora vi lascio e auguro a tutti voi buona giornata/serata!

+AliceWonderland+
  
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