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Autore: PandorasBox    09/10/2016    0 recensioni
#1 [Talia/Reyna]
#2 [Jason]
#3 [Nico/Will]
#4 [Luke/Talia]
#5 [Talia/Reyna]
#6 [Nico/Will]
#7 [Leo, Teen Wolf!au]
In quel momento, la sua già di suo triste e complicata vita, era diventata un film. Ma non un film bello, un film che somiglia più alle infinite telenovelas che vede tía Rosa in cui, ad una sfiga se ne aggiunge un’altra ed un’altra e poi un’altra ancora e arrivi a milleottocento puntate senza aver risolto nulla e con più morti di una guerra nucleare. Solo che i morti che vorresti tornassero non tornano e restano sottoterra
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Quasi tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Hey, once upon a younger year
When all our shadows disappeared
The animals inside came out to play
Hey, went face to face with all our fears
Learned our lessons through the tears
Made memories we knew would never fade
 





 
 
«Perché ovunque andiamo c’è sempre un morto? Sono stanco dei cadaveri! Mi dite che questo si è solo addormentato, per favore? Dorme, vero? Tra poco inizierà a russare, no?! Ditemi che è così!»
Le mani nei capelli e la voce di due ottave più alta del normale, Leo si allontana dalla scena che gli si para davanti agli occhi e da due ragazzi che la stanno esaminando: perché non è umanamente possibile trovare così tanti morti in pochi mesi e lui si sta impegnando a non ricordare che ovviamente tutto quello non è umanamente possibile visto che i responsabili di quegli omicidi sono quanto di meno umano esista al mondo. Solo negli ultimi due mesi ben tre branchi sono arrivati in città e, se per anni aveva –erroneamente- creduto che in un branco di lupi mannari ci fossero solo lupi mannari, si era dovuto ricredere molto presto di fronte a bestie dai nomi impronunciabili che avevano le fattezze di baldi giovanotti ma potevano tranciarti un arto o sventrarti in quarantotto secondi. Li aveva cronometrati, sa perfettamente come funziona, quarantotto secondi nelle giornate buone, lo sa.
C’è da dire che una scoperta del genere gli aveva regalato giornate di ansia e il vizio di guardarsi le spalle ad ogni passo e la sua vita aveva preso una strada che non riesce a tenere. Cosa sta facendo dei suoi giorni e dei suoi sogni, li sta davvero buttando al macero per notti insonni e un po’ di adrenalina?
Le parole dell’ultimo discorso con Piper gli tornano in mente «Qui nessuno sa quel che sta facendo, ci muoviamo saltando da un sasso all’altro, come nei film, e speriamo di restare vivi un giorno in più. Che è più o meno il sogno di ogni ventenne, no?» e Piper aveva riso ma Leo no, perché in vita sua non aveva fatto nulla e stava rischiando di morire avendo fatto ancor meno.
Stupido lui e stupida la sua idea di non trasferirsi fuori per il college, dannazione!, doveva intuire che ci fosse un motivo per il quale i prezzi delle case erano tanto bassi, da quelle parti!

 
«No, non dorme, è morto. Tu dormi con la gola squarciata?» ed eccolo lì, ecco lì il motivo per cui non fanno che trovare cadaveri, gli farebbe un occhio nero se solo non avesse paura di toccarlo e romperlo (anche se sa che potrebbe succedere il contrario), perché è raro trovare qualcuno più gracile di lui ma Nico sembra aver totalmente vinto la partita.
«Io NON dormo, ultimamente, perché voi mi portate a vedere certe cose e tu, tu Corvo!, tu mi inquieti, capisci? Io vivo nel terrore che ti metta ad urlare e, zac!, io cado stecchito! Ciao Leo, grazie per tutto il tofu!»
«Aspetto con ansia quel momento.» aveva replicato l’altro rivolgendogli uno sguardo stanco, infilandosi le mani in tasca ed avvicinandosi al cadavere per scattare qualche foto e mandarla al biondino, Tizio lì, il paramedico dell’ospedale, quello che aveva il fratello antipatico in polizia –e dice “aveva” perché quel tizio aveva fatto una finaccia tipo sei mesi prima, ma in città succede spesso e poi nessuno muore davvero, lo hanno imparato a loro spese. «Tornano solo con più voglia di ucciderti, è snervante.» aveva detto Percy e come dargli torto? Avevano dovuto uccidere di nuovo quell’arpia della Dodds solo due settimane prima.
 

Che poi anche quel biondino, il paramedico, è strano forte. Viene ad esaminare ogni singolo cadavere senza batter ciglio e poi ha anche il coraggio di offrir loro di andare a mangiare qualcosa insieme: perché chi non avrebbe voglia di un hot dog alle quattro del mattino dopo aver visto sangue ed interiora? Stava cominciando ad accarezzare l’idea di diventare un coniglio come Piper: le carote e l’insalata non sanguinano e non hanno l’odore di qualcosa di morto.

 
«Questa è la zona di Percy, io non posso far altro che chiedere a lui, non riconosco nessun odore e non riesco a riconoscere chi potrebbe essere stato. Non dovrebbero esserci omega da queste parti, abbiamo pattugliato con Frank la settimana scorsa.» è Jason a parlare, stavolta, continuando a misurare a grandi passi l’area attorno a loro, pulendosi le mani sui jeans.
Aveva conosciuto Jason alle elementari, quando era ancora paffuto e biondissimo e con gli occhiali di plastica verde ed erano sempre stati inseparabili. Perché Jason era, di base, una persona infinitamente buona e lui era, di base, un po’ un testa di cazzo, quindi insieme si compensavano e si volevano bene e Jason è una schiappa ai videogames e bisogna sempre avere amici schiappe ai videogames. Poi ormai vivevano uno a casa dell’altro e lui ha sempre detto a Piper che, un passo indietro!, lui c’era da prima. Piper, per tutta risposta, si era proposta come damigella ed ecco uno dei tanti motivi per cui le vuole bene.
 
E Jason era sempre stato un ragazzotto in forma, insomma, vista debole a parte ed una forte allergia alle noci (scoperta perché per poco non lo uccide offrendogli un biscotto a casa sua) non aveva avuto grandi problemi di salute, poi qualcosa era cambiato ed anche lui che al mondo fa poco caso lo aveva notato.
Perché era diventato un ragazzone muscoloso senza andare in palestra, perché improvvisamente la sua miopia era scomparsa e, se già prima poteva dirsi uno sportivo, ora era diventato un campione olimpico pur non muovendosi dal divano o dalla scrivania. Cioè, la cosa non lo sorprendeva poi troppo perché, dopotutto, era successo anche al Panda –alias Frank Zhang, il fidanzato di Hazel- ma in quel caso poteva credere a qualche strana schifezza cinese ingerita in quell’anno lontano dalla città e poi chi se ne frega di Zhang, insomma, chi gli dà più di quattro secondi di considerazione al giorno!
E ai cambiamenti fisici si erano accostati quelli nel modo di comportarsi ed aveva notato che non sopportava più la musica troppo alta in macchina (loro che sono campione di sgolate, impensabile!) e che sembrava muoversi come se tutto intorno a lui parlasse a voce troppo alta o si muovesse troppo lentamente: poi Jason aveva quasi rischiato di trasformarlo in una tartare di Leo alla prima luna piena e lui aveva finalmente capito.
In quel momento, la sua già di suo triste e complicata vita, era diventata un film. Ma non un film bello, un film che somiglia più alle infinite telenovelas che vede tía Rosa in cui, ad una sfiga se ne aggiunge un’altra ed un’altra e poi un’altra ancora e arrivi a milleottocento puntate senza aver risolto nulla e con più morti di una guerra nucleare. Solo che i morti che vorresti tornassero non tornano e restano sottoterra, sradicherebbe un albero dalla rabbia, se solo ne avesse la forza.
 
Ma lui la forza non ce l’ha, lui è un semplice umano con una certa bravura con gli ingranaggi ed un’eccessiva dose di iperattività, il massimo che sa fare è copiare pass o clonare carte di credito ed ha ancora parecchio da imparare nel caso volesse intraprendere la “carriera” da hacker ma…lui è quello che morirà prima, lo sa. O lui o il paramedico appariscente che non ha ancora capito le tecniche base del camuffarsi ma come potrebbe essere il contrario? Si finisce così ad ammuffire sui libri, ti mancano le cose pratiche come il coprirsi di cenere quando serve e rischiare quasi di finire arrosto dietro ad un cespuglio.
La sua unica forza sta nel cervello –e si pente di usarlo nel modo sbagliato circa tre quarti delle volte- e nei cacciavite che tiene in tasca ma, a meno che tu non sia il Dottore o tu voglia scassinare una serratura, non te ne fai molto di un cacciavite, che sia a stella o meno.
 
«Leo, Nico, tornate a casa e passate da Hazel a prendere qualcosa da mettere intorno casa vostra, io credo di dover chiamare gli altri e qui non è sicuro per voi.» aveva detto (ordinato) Jason con la sua miglior voce da alfa e quegli inquietanti occhi rossi accesi alla luce delle torce che stringono tra le mani.
E mentre Nico faceva per prendere le chiavi della macchina dalla tasca del giubbotto, Leo aveva piantato i piedi a terra ed aveva incrociato le braccia con aria di sfida perché, accidenti!, no che non si perderà il divertimento.
«E invece no, amigo, io resto qui perché sai che senza di me il tuo peloso culetto mannaro rischia grosso e tu e Percy avete bisogno di me e di lui perché senza di noi, ora che Annabeth pare essersi un po’ incazzata con tutto il paranormale, non avete molte possibilità di non morire uccisi dal coraggio da idioti che dimostrate.»
Accanto a lui, Nico si era esibito nella sua miglior espressione sorpresa (e si era quasi fatto cadere la torcia di mano, perché sembra tanto strano che anche lui abbia idee decenti?) salvo poi annuire, convinto, gettando uno sguardo a Jason –uno sguardo alla “te l’avevo detto”- e al Superlupo era toccato sospirare e tentare inutilmente di ribattere.
Inutilmente perché lo aveva stroncato sul nascere, ovviamente.
«Tu non uccidi neanche le mosche che ti ronzano sul panino quindi, prima che i tuoi canini cadano per sfinimento, te lo ripeto: tu hai bisogno di noi. Ed io ho bisogno di non vedere più cadaveri ma questo è il meno, tu hai bisogno di qualcosa?»
«Smettere di sentire le voci non sarebb-»
«La mia non era una vera domanda, Di Angelo, ora torna ad esalare un’aura di morte in silenzio mentre il nostro Lupo de Lupis chiama i suoi amici pelosi e noi aspettiamo l’arrivo di Tizio, lì, Raggio-di-Sole così ci dice che il cadavere è morto di una brutta morte e finiremo a bere gli strani milkshake di Hazel preparando un piano, ci siamo?» non aveva ricevuto altre risposte se non un lieve cenno del capo da parte di entrambi e un sorriso furbo era comparso sulle sue labbra. «Bene, qualcuno ha idee su come passare il tempo?»
   
 
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