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Autore: 365feelings    09/10/2016    0 recensioni
Raccolta di drabble e flash fic spudoratamente a caso, scritte in occasione di diverse iniziativite (tra cui la PJShipWeeks e la Spring Shower indettte dal campmezzosangue). Troverete headcanons, missing moments, slice of life, ma soprattutto au. Solangelo e jasiper a volontà e altre cose belle tipo Chris/Clarisse. Lievi spoiler di The Hidden Oracle.
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Clarisse La Rue, Jason/Piper, Nico/Will
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note prima di iniziare: ho così tante fanfiction su Percy Jackson da cross postare che non so nemmeno da che parte iniziare e se penso che dopo questo capitolo ce ne saranno molti altri mi viene da piangere. Prima o poi non cross posterò più, me lo sento, e lascerò le storie lì dove stanno (facebook, livejournal, ao3). Nel frattempo beccatevi un po' di solangelo.


Prompt: Will/Nico, Stop - killuale
Avvertimenti: post BoO, post THO, vaghissimo spoiler di THO
Note: e niente, questa cosa della presunta gelosia (che per me non è mica tanto presunta) di Nico mi piace troppo.
(rileggendo mi sono accorta che più che Stop, questa storia si abbina meglio a Sorry: perdonami. però giuro che c'è il calmare l'altro, velato ma c'è)



Nico è una chiazza bianca e nera su un mare di smeraldo, un gioco di chiaro scuro sotto il cielo sempre limpido del Campo.
«Sei di cattivo umore» dice, sdraiandosi al suo fianco. Se sposta appena il braccio può prendergli la mano nella propria.
«Non è vero» replica l’altro. Il broncio che indossa ormai da giorni afferma a gran voce tutto il contrario.
«Perché sei di cattivo umore?» insiste, anche se conosce già la risposta e sa che lo riguarda. Senza davvero volerlo, senza alcuna cattiva intenzione, ne è la causa.
«Non sono di cattivo umore» ripete il figlio di Ade «Ma potrei diventarlo se non stai zitto».
«Ok».
Resta in silenzio per qualche secondo.
«Nico?»
Dalle labbra dell’altro esce un esasperato che c’è?!
«Scusa».
È sempre dell’idea che essere diretti e sinceri sia il modo migliore per risolvere situazioni simili.
«Eh?»
«Ho detto: scusa».
«Sì, quello lo avevo capito» ribatte il ragazzo agitandosi e poi, quietamente, aggiunge «Il perché mi manca».
«Lo sai il perché».
«Voglio sentirlo» è la semplice richiesta del semidio al suo fianco.
Mentirebbe se dicesse che l’idea di Nico geloso non lo abbia lusingato. È così difficile ottenere dal figlio di Ade un segnale di ciò che accade nella sua mente (o nel suo cuore), perciò quando ha iniziato a tradire niente di meno che della mal posta gelosia, Will si è sentito stupidamente importante (e normale, normalissimo, niente di più che un altro ragazzo che attraversa l’adolescenza) tanto da rivolgere a Paolo qualche occhiata più del necessario.
Mentirebbe e a lui piace essere onesto, con se stesso e con gli altri. Per cui inizia.
«Paolo. Sei geloso di Paolo, di ciò che c’è tra di noi. Tra parentesi: nulla, non c’è nulla tra me e il figlio di Ebe. Dicevo, sei geloso di Paolo e sono stato egoista e avido, invece di tranquillizzarti ho approfittato dei tuoi sentimenti e delle tue incertezze per inseguire una parvenza di normalità di cui non ho bisogno. Sono stato ingiusto e ti ho fatto soffrire».
Accanto a sé Nico non dice nulla. C’è un po’ di tensione nell’aria e del vago imbarazzo. Will si sente risucchiato da quel silenzio.
«Mi perdoni?»
«Non sono geloso» replica dopo un po’ il figlio di Ade.
«Non sei geloso?» domanda senza crederci nemmeno un po’ «Mi stai dicendo che ti sei sentito miserabile per tutto questo tempo e che hai approfittato di ogni occasione per infastidire Paolo e fargli dispetti perché non sei geloso
«Ti ricordo che sei qui per chiedere scusa» ribatte «E che vuoi che le tue scuse vengano accettate».
«Però tu non sei geloso».
Volta il capo e Nico è già lì ad osservarlo, occhi scuri che assorbono ogni dettaglio del suo volto. Ricambia lo sguardo.
«Però io non sono geloso, esatto».
Will sa che l’argomento è chiuso, archiviato. Si puntella allora sul gomito e si sporge quanto basta per poter baciare il suo fidanzato.
Le labbra di Nico sono fredde, le sue sono calde. Viaggiano sui contrasti, loro due. Il giorno, la notte. La vita, la morte. E si trovano a metà. Forse è per questo che stanno così bene insieme.
«Paolo lo sa che tra te e lui non c’è nulla?» gli chiede quando si separano. Will aggrotta le sopracciglia, annuendo senza capire.
«Fossi in te non ne sarei così sicuro» continua Nico, acuendo la sua perplessità. Di cosa sta parlando? Perché ne sta parlando? Era sincero quando ha detto che tra lui e il figlio di Ebe non c’è nulla, se non al massimo un rapporto guaritore-paziente, ma quello è un rapporto che ha praticamente con tutti gli semidei passati per il Campo da quando ha capito come sfruttare i suoi poteri – e sono davvero tanti.
«Cosa –» inizia, ma viene interrotto.
«Gli piaci» spiega il figlio di Ade con lo sguardo di chi sa e Will, che vorrebbe tanto replicare con un ma cosa stai dicendo, non trova le parole per rispondere.
 
 
 
Prompt: Will/Nico, Surprise - PandorasBox
Avvertimenti: tra BoO e THO
Note: ha senso, non ha senso, chi lo sa. Volevo solo aggiungere Austin e Kayla perché mi piace tantissimo il fatto che Nico faccia praticamente parte dell'Apollo family e abbia un gruppo di amici che non è quello dei Sette.


Will soffre il solletico.
Non c'è nulla di strano in ciò o stupefacente. Al mondo ci sono tantissime persone che soffrono il solletico. Anche lui, sotto i piedi.
Eppure non riesce a smettere di guardare il figlio di Apollo contorcersi tra le risate mentre Austin e Kayla gli stuzzicano i fianchi.
«No, smettetela, basta, vi – vi prego» lo sente supplicare inutilmente, senza quasi più fiato. I suoi fratelli, infatti, si stanno divertendo troppo per smettere proprio ora.
Altre risate. Will si agita, scalcia, perde un'infradito, ride istericamente.
Non lo ha mai visto così – non sa nemmeno come definirlo. Scomposto forse, a tratti selvaggio. Will è sempre rilassato e di buon umore e allo stesso tempo sempre teso. Non ci ha fatto caso subito, stordito dai sorrisi dell'altro, ma essere il miglior guaritore del campo e anche capo-cabina sono compiti richiedono costante concentrazione e non lasciano spazio ad alcuna leggerezza.
Il Will che si agita sotto le dita dei suoi fratelli e ride ride ride, le lacrime agli occhi e il volto arrossato dallo sforzo, assomiglia tanto al Will di un tempo. Al bambino che è stato e che Nico non ha conosciuto, ma vedendolo ora la sua mente formula un unico pensiero: è così che deve essere stato Will solo pochi anni fa.
È quindi forse questo ciò che lo sorprende: non tanto il fatto che soffra il solletico, quanto piuttosto che quel Will esista ancora, che quella leggerezza sia ancora lì, nascosta sotto tutte le responsabilità di cui si è fatto carico – che gli sia permesso di assistervi.
«N – Nico» lo chiama il figlio di Apollo, accorgendosi della sua presenza sulla soglia della Cabina «Aiutami!»
Austin e Kayla gli rivolgono uno sguardo veloce (un invito) e poi non badano più a lui perché hanno un fratello maggiore da torturare e Nico improvvisamente si ricorda com'è avere un familiare (una sorella) più grande da tormentare e stranamente non fa male.
Lancia un ultimo sguardo al trio, un intreccio di braccia e gambe e risate, infine si unisce a loro.
«Traditore!»


Prompt: Nico/Will, Birthday - Pandoras Box
Avvertimenti: post THO, slice of life, future fic
Note: nulla da dichiarare se non: secondo me Nico preferisce la dc comics alla marvel per via dei toni più cupi della prima, in particolare le testate di batman, ma sono aperta a qualsiasi altra idea.


Nelle settimane precedenti, con l’avvicinarsi del suo compleanno, il primo al Campo, ha avuto modo di riflettere senza deprimersi sulla vita che continua anche senza Bianca, sul significato di quei quindici anni prossimi ad essere compiuti e di accettare che molto probabilmente (no, sicuramente) Will gli avrebbe fatto un regalo.
Quindi, quando il figlio di Apollo, il giorno del suo compleanno, si avvicina con un pacco regalo, Nico non è stupito e nemmeno eccessivamente a disagio. Solo un po’ imbarazzato e di conseguenza un po’ rigido, ma Will ha imparato a riconoscere i suoi umori e gli sorride sereno, porgendogli il presente.
«Buon compleanno» gli sente dire festoso, mentre scarta il regalo e apre davanti a sé una delle magliette più brutte nella storia delle magliette brutte «Ho sentito che ti piacciono».
Palme e pappagalli variopinti su sfondo giallo canarino. Atroce.
Nico non ha combattuto due guerre per poi sentirsi mancare davanti alla mancanza di gusto del suo fidanzato, ma ci manca poco. Nelle settimane precedenti è riuscito ad accettare l’idea che Will non si sarebbe limitato ad augurargli buon compleanno, ma non si è preparato a ricevere il regalo che tiene in mano.
Porta lo sguardo dalla maglietta al figlio di Apollo, consapevole di dover dire qualcosa. Possibilmente non il «Fa schifo» che ha sulla punta della lingua.
Apre la bocca e sta per ringraziarlo, quando nota che il labbro inferiore del semidio trema come a trattenere una sonora risata e che lo sguardo indirizzato al regalo è fin troppo soddisfatto – come se avesse impegnato tutte le sue energie per trovare qualcosa di così orrido e Nico scommette che lo ha fatto. 
Uno. Inizia a contare. Due. Will è pessimo. Soprattutto a restare serio. Tre.
Il figlio di Apollo scoppia a ridere. Gli rivolge un’occhiata critica. Ti sto giudicando. Ti sto giudicando male, smettila. Ma l’altro continua e gli allunga un secondo pacco.
Sotto la carta c’è Batman Anno uno e questo, questo sì che è un regalo. Dedicarsi alle attività del Campo sarà davvero difficile sapendo che ad attenderlo c’è un fumetto simile.
Si sporge per dare un veloce bacio a stampo al ragazzo, mentre continua a tenere in mano il volume, incapace di concentrarsi su altro – gli Dei benedicano la DC Comics e le sue testate, che da generazioni fanno felici nerd come lui.
«Ci hai creduto» gli dice Will, allegro per lo scherzo di prima «Eccome se ci hai creduto!»
«Taci» risponde. Non ammetterà mai che per alcuni terribili istanti ha davvero pensato che fosse la maglia il suo regalo. Mai.
«Te lo si è letto in faccia».
«Vuoi stare zitto?»
Will continua a sorridere come l’idiota che è.
«Fammi stare zitto tu» ribatte e Nico rotea gli occhi, ma lo bacia.

___________________
BONUS ebbene sì, c'è un bonus. Questa scena mi è venuta in mente e non sapevo bene dove piazzarla. Se la lasciavo su word e basta finiva nel dimenticatoio quindi eccola qui.

«Dimenticavo, mia madre ti fa gli auguri» dice Will seduto dall’altra parte del tavolo, un bicchiere in mano.
Oh
Oh è l’unica cosa che Nico riesce a pensare. Il figlio di Apollo gli fa guadagnare altro tempo aggiungendo: «Voleva regalarti una copia autografata del suo ultimo album, ma le ho detto di non preoccuparsi e che molto probabilmente non sarebbe arrivata in tempo».
Naomi Solace non solo ha incaricato il figlio di fargli gli auguri da parte sua, ma voleva anche fargli un regalo. Chissà se Maria avrebbe fatto lo stesso per Will.
«Grazie» risponde alla fine e quasi timidamente continua «Non è un bell’album?»
«No no» replica Will «È che il country non penso sia il tuo genere. Kayla mi passi – sì, esatto, quello, grazie».
Nico annuisce, felice senza capire esattamente il motivo.



Prompt: Will/Nico: una volta che è Will a essere ombroso, ma Nico lo fa tornare a splendere
Avvertimenti: post the trials of Apollo
Note: la ruota è uno dei simboli di Tyche, la dea della fortuna. Quella del Sotoportego del Tragheto è una superstizione che ho trovato in internet: se si riesce a toccare le ancore allora la morte è lontana. Questo perché il traghetto un tempo attraccava lì e la fermata successiva era quella del cimitero.
(scritta in occasione di una delle iniziative del gruppo fb We are out for prompt)

«Dovresti andartene» piagnucola Will dal letto in cui si è isolato per la salvezza propria e altrui «Potrei essere contagioso».
Nico non sottovaluta la natura dispettosa degli dei e da sua nonna, che gli faceva sempre toccare le ancore se passavano per il Sotoportego del Tragheto, ha ereditato un po’ di superstizione e scaramanzia. Tuttavia gli dispiace per la punizione impartitagli da Tyche (certo, se non avesse rotto il timone sacro alla dea conservato nella Casa Grande ora non si troverebbe in quella situazione, ma è stato un incidente e sarebbe potuto capitare a tutti) e, soprattutto, sente la mancanza del figlio del Apollo.
Quindi rotea gli occhi, perché qualche giorno di sfortuna ha fatto scoprire a Will un’inclinazione per la drammaticità chiaramente ereditata dal padre, e avanza nell’infermeria.
«Vai più in là» gli intima e l’altro obbedisce con aria mogia, facendogli spazio. È un po’ come se avessero spento il sole e Nico detesta vederlo così. Will è solito dire «Esistono brutte giornate, non vite brutte» ed agire di conseguenza, ma perseguitato com’è dalla sfortuna ha smesso di crederci. Per accorciare la punizione o renderla più sopportabile hanno anche mandato un messaggio Iride a Chiara, ma nemmeno lei è riuscita ad intercedere presso la madre. Al quinto giorno, la condizione del semidio ha smesso di essere divertente e anche irritante ed è semplicemente triste.
«Ho portato un po’ di cose» spiega indicando la borsa che ha con sé e che Will guarda con tiepido interesse.
Iniziano dal laptop che Alice Miyazawa gli ha eroicamente prestato, ma il dvd che vogliono vedere non parte e lo stesso i film contenuti nella pen drive.
«Colpa mia» mormora il figlio di Apollo, ma Nico è giunto preparato e gli propone di giocare a carte.
«Se ti piace vincere ogni partita» replica l’altro, così anche il mazzo ritorna nella borsa senza nemmeno un tentativo.
Il figlio di Ade gli propone allora di uscire e di prendere almeno un po’ d’aria – quasi stenta a credere che simili parole provengano da lui e non dall’altro. Will, però, memore di tutto ciò che gli è capitato nei giorni passati (dal portafoglio rubato e il mignolo rotto all’acqua sempre fredda, passando per allergie che non ha mai avuto e innumerevoli altre sfortune di cui si parlerà per molto tempo) preferisce restare lì, al sicuro. Considerando che il tetto non gli è ancora caduto in testa, forse per il semidio quello è davvero il luogo più sicuro.
«Manchi a tutti» gli dice, togliendosi le scarpe «E Austin è terribile come capo-cabina».
«Cosa stai facendo?»
Nico gli rivolge uno sguardo che a parole suonerebbe come non è ovvio?
«Ti faccio compagnia» risponde comunque.
«Non ti metterai nei guai con Chirone?» domanda preoccupato «Le attività sono in corso e potrei contagiarti».
«Da quel che mi risulta hai rotto tu il timone e la sfortuna ha colpito solo te» replica e poi chiede «Non mi vuoi qui?»
Will si affretta a negare, gli occhi azzurri sgranati con orrore alla sola idea del contrario, e le labbra di Nico si curvano verso l’alto mentre considera che non c’è niente da fare, è irreversibilmente innamorato di quel perdente biondo.
«Allora smettila di lagnarti» ribatte e riprende a raccontare gli avvenimenti principali di quei giorni, soffermandosi su come se la stanno passando i suoi fratelli senza di lui. È allora che succede una cosa bellissima: mentre sta parlando Will scoppia a ridere, una delle sue risate contagiose, una di quelle che ha lo stesso suono della felicità.
«Grazie Nico» gli dice non appena torna serio, quindi lo bacia.
Tutte le volte che vuoi, pensa distrattamente il figlio di Ade. 

____________
BONUS

Nico gli ha appena messo una mano tra i capelli e stanno scivolando sdraiati quando la porta dell’infermeria si apre e la figura di Chirone si staglia sulla soglia.
«Di Angelo» tuona il centauro «Non ho acconsentito alla tua richiesta perché ti infilassi nel letto del tuo ragazzo. Da te proprio non me lo aspettavo. Ora fuori».
La mia solita fortuna, pensa Will trattenendo però a stento un sorriso. Comunque sia andata, il suo umore è decisamente migliorato.

 
 
 
 
   
 
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