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Autore: Carol2000    10/10/2016    1 recensioni
Heather Wilson è all'apparenza una sedicenne come tutte le altre, ma in realtà c'è qualcosa di diverso in lei.
All'inizio del secondo anno scolastico si trasferisce in un nuovo istituto: l'Atlantic High School, dove fa amicizia con un bizzarro gruppo di ragazzi.
Durante il corso dell'anno si accorge di alcune insolite coincidenze, che le spingono a documentarsi e scopre così lo strano mistero legato a quel maestoso e antico edificio.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alejandro, Blaineley, Heather, Sierra | Coppie: Alejandro/Heather, Bridgette/Geoff, Cody/Sierra, Duncan/Courtney, Trent/Gwen
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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«le acque sommersero completamente l'isola, fino ad affondarla fra gli abissi insieme ai suoi abitanti».
Quella frase mi risuonava nella mente imperterrito, l'aveva pronunciata con tale enfasi da lasciarmi senza fiato.
«ma certo! Il tesoro perduto, la città sommersa...che cosa poteva essere se non Atlantide?»
Pensai.
Mi appartai in una scrivania della biblioteca e cominciai a sfogliare il libro, d'altronde non pensai che lei si sarebbe arrabbiata se avessi dato un'occhiata.
Sulla prima pagina era illustrata una cartina geografica che mostrava, appunto, la posizione del luogo quando era ancora una terra emersa.
«CAPITOLO 1
C'era una volta un bel sultano di nome Ander che viveva felice nella città di Atlantide, patria di grandi templi e di sontuosi palazzi.
Tuttavia egli si rammaricava, poiché non era ancora riuscito a trovare moglie, nonostante fossero diverse le pretendenti che si presentavano al suo cospetto.
Tutti i cittadini si domandavano come mai faticasse così tanto a scegliere una compagna, in quella terra così rigogliosa e colma di donne bellissime.
Un giorno, però, accadde che per caso il sultano conobbe una bella giovane dai capelli color dell'oro di nome Diana.
Ella all'apparenza aveva un carattere molto docile, ma sotto quell'aspetto così mansueto si celava un'anima nera, una maga.
La donna conosceva degli incantesimi così potenti da incutere timore a tutto il regno, ma il sultano per qualche assurdo motivo non se ne accorgeva.
Un giorno, egli dovette recarsi in viaggio alla conquista di nuovi territori, ma qualcosa andò storto e la nave si scontrò contro degli scogli sulle coste della Bretagna.
Una bella giovane, il cui nome era Arnaude, corse in loro aiuto e portava sidro di mele e viveri di ogni genere per tenerli in vita.
Con il tempo, il sultano si innamorò perdutamente dei modi gentili della ragazza e dei suoi grandi occhi azzurri.
Egli si dimenticò presto di Diana, ormai il suo cuore batteva solo per la bella Arnaude, così quando la nave fu riparata decise di portarla con lui in patria.
Le sue intenzioni erano lasciare Diana per sposare Arnaude, ma decise che la cerimonia si sarebbe tenuta in segreto, così in seguito avrebbe congedato la maga e l'avrebbe spedita su un'isola deserta.
Quello di cui non era al corrente, era che ella aveva osservato ogni suo minimo movimento attraverso la sua sfera di cristallo.
Era così adirata per il tradimento, che giurò vendetta ad Ander, ma decise di aspettare il suo ritorno per mettere in atto il piano.  
Quando i due innamorati giunsero in città, Arnaude disse di essere la nuova schiava del sultano e tentò di stargli il più lontano possibile.
La maga si recò al tempio, come faceva ogni giorno, per comunicare con gli dei.
Ella confessò il tradimento del marito, ricordò loro che egli aveva giurato di sposare una donna della sua patria e così facendo avrebbe infranto il giuramento.
Gli dei andarono su tutte le furie e decisero di punire Ander per la sua slealtà: le acque sommersero completamente l'isola, fino ad affondarla fra gli abissi insieme ai suoi abitanti.
Tutti i cittadini furono tramutati in conchiglie, Ander compreso, spopolando completamente Atlantide.
Nonostante tutto scelsero di salvare Arnaude, ma la rispedirono su una spiaggia della sua patria, con lo scopo di tramandare la storia di quel luogo mitico.
Tuttavia, decisero di punire Diana per le malefatte compiute in passato e per aver fatto la spia, così la chiusero in una cella nelle segrete del palazzo reale.
In seguito, Atlantide divenne luogo di residenza per sirene e tritoni».
Non riuscivo a capire se disprezzassi più Diana o se la compatissi per il tradimento di Ander.
Quella storia mi aveva sconvolta, perché nonostante fosse la prima volta che la leggessi mi sembrava di averne già sentito parlare in precedenza.
Ma certo, era il libro da cui era tratto il mito che ci aveva raccontato la professoressa Leonard!
La campanella suonò e quindi dovetti ritornare in classe, ma prima andai a consegnare il libro alla O'Halloran.
Quando fu nelle sue mani, notai una scintilla negli occhi.
"Grazie mille, è stato molto gentile da parte sua signorina Wilson".
"Si figuri".
Girai i tacchi e mi diressi verso l'aula, dove nel frattempo la lezione di spagnolo era già iniziata.
 
***
 
In quel periodo mi ero vista di rado con la mia comitiva e quando stavo con loro parlavo pochissimo.
Avevo come l'impressione di non potermi più fidare di loro, sentivo che mi nascondevano qualcosa.
Ma la festa di Halloween si avvicinava sempre di più e non vedevo l'ora di sfoggiare il mio costume.
In quel preciso istante mi trovavo a mensa con i miei amici, intenti a discutere sulla fantomatica celebrazione.
"Sono così eccitata, sarò la streghetta più sexy del party insieme al mio Frankenstein!"
Esclamò Lindsay abbracciando Tyler.
"Alla fine Justin non si è più fatto sentire, credo proprio di doverci andare con Dj".
Dichiarò Katie con un'aria triste, mentre il ragazzo in questione era ai servizi.
Gwen le cinse una spalla e sfoderò un sorriso a trentadue denti.
"È un bravo ragazzo, ti divertirai con lui...ne sono certa!"
Lei annuì, ma poco convinta.
Mi girai verso Alejandro, il quale era seduto accanto a me, ma non spiccicava una parola.
"Allora mister Latin lover, mi farai da accompagnatore?"
Lui si voltò nella mia direzione e mi sorrise, poi appoggiò una mano sulla mia coscia sinistra provocandomi un brivido.
"Certo, madamoiselle Wilson".
Nonostante il suo tono scherzoso, mi appariva molto insolito e taciturno nell'ultimo  periodo.
"Ma a voi non sembra un tantino strana la O'Halloran?"
Domandò all'improvviso Bridgette.
"No, perché?"
Rispose Cody.
"Non lo so, ma ha un che di familiare e non mi convince".
Geoff alzò gli occhi al cielo e le scoccò un bacio sulla guancia.
"Secondo me sei solo un tantino gelosa".
Lei rimase a bocca aperta e divincolò dalla sua stretta.
"Non è vero, lo sai benissimo! Tu che ne pensi, Heather? Mi sembra che lei abbia un occhio di riguardo per te".
Aggiunse, tutti mi fissarono e io rimasi impalata.
"Con me è molto gentile e premurosa, non mi sembra che sia così fuori dal normale...forse ha un metodo diverso dalla Leonard perché è più giovane".
A dire il vero mi sentivo un po' soggiogata da lei, come se fosse stata una maga e io la vittima di un suo incantesimo.
Ma quella era la vita reale, streghe e formule magiche non esistevano.
Sierra teneva stretto a sé il povero Cody, che tentava senza successo di liberarsi dal suo abbraccio.
Quello che più mi stupiva era il fatto che desse per scontato che anche lui avesse, a sua volta, una cotta per lei.
In realtà il giovane, appena ne aveva l'occasione, inventava una scusa per scappare da lei, come una forte necessità di andare in bagno o di dover prendere un libro in biblioteca.
Era evidente, invece, che provasse qualcosa per Gwen, ma non aveva il coraggio di dichiararsi poiché lei era follemente innamorata di Trent.
Forse aveva accettato di fare da accompagnatore a Sierra solo per pietà, oppure perché si era rassegnato all'idea che la ragazza dei suoi sogni non lo considerasse.
Suonò la campanella che annunciava la fine della pausa pranzo, così lasciammo i nostri vassoi e ci dirigemmo verso l'aula.
La lezione di storia dell'arte con il professor Fitzgerald era piuttosto gradevole: egli aveva un modo tutto suo di spiegare ed era un vero folle, un genio!
Nonostante ciò, in quell'ora non prestai attenzione a nessuna parola che uscì dalla sua bocca, il libro di John White era diventato il mio chiodo fisso.
E se quel luogo sperduto esistesse veramente? Se quella non fosse solo una leggenda e fosse accaduto tutto per davvero? Avrei dovuto indagare e lo avrei fatto il prima possibile.
Prima, però, avrei dovuto cercare un momento in cui non avrei destato nessun sospetto, così i miei amici non se ne sarebbero accorti e non avrebbero fatto nessuna domanda.
"Signorina Wilson, segua la lezione e non pensi al suo fidanzato, per favore!"
Si udì qualche risatina di sottofondo, poi abbassai la testa e ritornai con gli occhi sul libro.
Era proprio quello che intendevo, non potevo nemmeno distrarmi perché tutti sembravano conoscere a menadito ogni mio movimento.
  
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