Grido il tuo nome nel buio senza ricevere alcuna risposta. 
Uno sparo.
Un gemito.
Una tetra risatina.
-Sherlock!
Corro, senza rendermi conto di niente, neppure di dove stia andando o se ci siano pericoli imminenti di qualche tipo. Non mi interessa. Devo assolutamente raggiungerti. 
L'unico rumore udibile è il suono del mio respiro caldo e affannato.  La giacca sembra pesare quintali sulle mie spalle stanche, il mio cuore batte all'impazzata: un po' per la corsa, un po' per la paura che mi sta assalendo.
Riesco a scorgere una figura nel buio, la tua figura. La riconoscerei ovunque.
Sembri esanime, immobile, indifeso.         
Quando mi avvicino tu già non respiri più. Sento il dolore pressare forte sul mio petto. Mi manca il respiro. È troppo tardi ormai. Un proiettile lacera il tuo corpo perfetto.
Mi butto per terra e ti abbraccio, mischiando le mie lacrime con il tuo sangue, soffocando nel mio stesso pianto.
Sono qui da giorni, chissà forse anni, consumando questo tempo indefinito piangendo e pensando a te. L'unica persona, per me.
Finalmente lo faccio, finalmente pronuncio ad alta voce quelle 5 parole che, prima di adesso, avevo solo sognato, pensato di dirti, e non l'ho mai fatto, forse per pigrizia o per paura. Tanto ora so che non puoi sentirmi.
-Io ti amo, Sherlock Holmes.