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Autore: Looney_Pleurite    12/10/2016    7 recensioni
|Storia ad OC|
Un brutale omicidio sconvolge la cittadina di Lumber Hill Valley.
Gli abitanti non fanno in tempo ad assimilare il lutto che un altro corpo viene rinvenuto nel bosco.
Un cadavere antico che nasconde un segreto.
Il passato ritorna con i suoi scheletri per ricordarci che non possiamo lasciarci nulla alle spalle.
La scia di sangue non si ferma.
Chi si nasconde dietro la maschera dell'assassino?
Genere: Drammatico, Horror, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Blaineley, Chris McLean, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Contesto generale
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La bruma leggera avvolgeva lo sterrato, i marciapiedi e i giardini accanto, una calma innaturale si era posata da pochi minuti nel quartiere avvolgendo ogni cosa.
Le urla, la paura, il dolore… tutto era terminato.
La porta di fronte alla casa degli orrori era intrisa di sangue, manate e graffi ricoprivano la superficie.
La vittima doveva aver sperato ci fosse qualcuno che potesse aiutarla, ma i Collins trascorrevano ogni fine settimana nella loro baita di montagna. A pochi metri dalla villetta, in mezzo alla strada, una pozza di liquido scarlatto dominava un corpo inerme, ricoperto di coltellate.
Quella serata, a Lumber Hill Valley, doveva essere tranquilla. Sicura. Tutto era sotto controllo, le ronde erano state organizzate, i ragazzi erano controllati a vista, il coprifuoco era in vigore. Eppure la situazione era degenerata, qualcosa era andato storto. Pochi attimi, una chiamata e lo sceriffo accompagnato da altre due volanti sfrecciava per le strade della cittadina, imprecando in un misto di preoccupazione e paura. Quando arrivarono a quell'indirizzo, quando vide il cadavere riverso sull'asfalto… l'uomo non poté che sperare che fosse l'unico.
-Mandate… mandate un'ambulanza al 29 di Elm Street.- Disse alla radio, stanco e provato. Stava facendo di tutto per proteggerli, ma non stava servendo a niente.
Lui e i suoi uomini scesero dai mezzi e si avvicinarono alla pozza di sangue.
Non servì controllare il battito, da com'era conciato il corpo era chiaro fosse senza vita.
Puntarono le pistole all'entrata dell'abitazione e a passi rapidi la raggiunsero. Il corrimano degli scalini davanti alla porta era zuppo di sangue, alcune gocce erano depositate sul tappetino della serranda.
Entrarono in casa, lo sceriffo mandò due agenti al piano di sopra e due a perlustrare le stanze di quel piano. Insieme ad un altro poliziotto andò direttamente verso il salone, ma si bloccò a metà strada. Un odore pungente proveniva da quella stanza, sulla parete del corridoio una manata rossa si trascinava fino alla porta incriminata. L'uomo si fece coraggio ed insieme al suo secondo varcarono la soglia dell'androne. Le gambe gli tremarono.
-Ce n'è un altro qui.-balbettò.

 

Well

Prologo

 

Una settimana prima

 

-Scordatelo, quella ragazza mi fa venire i brividi.- disse Heather tirando una riga su un foglio di carta.
La ragazza dai lineamenti asiatici viveva con i suoi genitori sull'Ambercross Lane, una delle strade più lussureggianti della cittadina.
Quella sera i coniugi Wilson erano andati, come ogni domenica, ad un corso di latino-americano nella vicina Moonslope.
-Ma ti assicuro che è simpatica!- insistette un’adolescente bionda che si era palesemente fatta qualche lampada di troppo.
Dakota Milton non si era mai abituata al carattere eccessivamente autoritario dell'amica.
-Ah ah.- acconsentì ironicamente la mora, non accennando a ritornare sulle sue decisioni.
Un cane abbaiò lì vicino.

Bvvv.

Lo smartphone di Dakota fece vibrare la scrivania.
-Dawn è meravigliosa, fidati.- insisté.
Tracciò una V sullo schermo e sbloccò la schermata d’avvio.
-E poi fa delle tisane depurative fenomenali.- concluse aprendo i messaggi.
-Negativo. Ragazza strana rifiutata.- disse Heather imitando un robot.
Il cane abbaiò di nuovo.
-C’è questo tipo...- iniziò la bionda -che mi invia messaggi raccapriccianti…-
L’amica alzò un sopracciglio. 
Certo che se li trovava tutti lei quelli strani.
Anche lei aveva avuto una bella gatta da pelare con “Alejandro”, il latino sexy incontrato a Ibiza l’estate prima, ma niente a che vedere con quella sottospecie di nerd con cui si sentiva Dakota.
E quante lacrime aveva versato quando si era trasferito ad Atlanta, da non credere.
-Fa’ vedere.- pronunciò seccata porgendole la mano.
L’altra le consegnò il telefono.
Il cane continuava ad abbaiare.
-Pepper finiscila!- si sgolò la padrona di casa scorrendo un dito sul telefono e corrucciando la fronte.
-Sono l’ultima persona che vedrai prima di morire.- lesse Heather -Non vedo l’ora di ficcarti un coltello in gola e guardare i tuoi occhi supplicarmi.-
Distolse lo sguardo.
-E’ malato!- commentò allibita -E tu ci parli?!-
-Voglio capire chi è!- mugugnò Dakota per giustificarsi.
-Sarà qualcuno dei ragazzi che si diverte a fare lo stupido.- ipotizzò l’asiatica.
-Leggi l’ultimo messaggio.- balbettò.
L’amica obbedì.
-Can che abbaia non morde. E tu mordi, cagna?- scandì ad alta voce restituendole lo smartphone -Ma che significa?-
Pepper abbaiò per l’ennesima volta.
-Dio santo!- imprecò Heather -Pepper piantala!-
-Senti, Dakota, vado a farla entrare in casa.- sbuffò alzandosi in piedi.
Dakota fece cenno di sì con la testa e riprese a digitare un messaggio. 

La brezza fredda sfiorò le nude braccia di Heather appena mise piede fuori dalla serranda. Scese i cigolanti gradini di legno, che ad ogni passo sollevavano polvere, e s’incamminò verso la cuccia di Pepper.

Bvvv.

Sfilò dalla tasca dei jeans il telefono, preparandosi ad un altro selfie di Topher con gli alcolici per il party che stavano organizzando, ma si trovò davanti ad un numero sconosciuto.

Un cane ha solo bisogno di attenzioni. Anche tu?

Dakota osservò confusa il messaggio, per rendersi conto subito dopo che il cane aveva smesso di abbaiare. In quell’esatto istante i suoi occhi si illuminarono di consapevolezza, capendo finalmente chi era a scriverle quei messaggi.
-Heather, lurida stronza.- Borbottò a denti stretti, era sicuramente un suo scherzo.
-Vaffanculo, sei proprio una stronza. Torna dentro.digitò sulla tastiera del telefono.

Heather si piegò sulla cuccia del cane, osservandone l’interno vuoto.

Bvvv.

Si rialzò in piedi, osservando le alte siepi intorno al giardino. Dove si era cacciata adesso Pepper?
Sbloccò nuovamente la schermata del cellulare, che si aprì sulla nuova chat.
-Uno sfigato ha bisogno di nascondersi dietro ad un telefonino per insultare le persone. Anche tu?- Aveva scritto lei, intuendo fosse la stessa persona con cui si stava sentendo Dakota.

-Ma io sono proprio vicino a te.- 

Heather si guardò intorno, il vento si strusciava nel prato ed uno dei cespugli accanto a lei iniziò a ondeggiare

La notifica ricevuta da Dakota era identica a quella dell’amica. Sentì lo sportello del frigo aprirsi ed allora si alzò dal divano, pronta a riversare la sua frustrazione su di lei.
-Prova un’altra volta a farmi scherzi del genere e giuro che...- Arrivata sull’uscio della cucina osservò l’elettrodomestico spargere luce nell’ambiente buio, privo di qualsiasi presenza.

 Una figura nera uscì dai cespugli, sfrecciando verso la ragazza.
-Pepper.- Il sospiro di Heather venne ricambiato dall’abbaiare felice del cane, che iniziò a fare le feste intorno alla padrona, che sbloccò nuovamente il telefono.
-Dovrai fare di meglio per spaventarmi.- Scrisse, rientrando in casa insieme al cane.

-Dakota quel bastardo ha scritto pure a me!- Gridò una volta dentro, osservando Pepper che la precedeva nell’entrata delle altre stanze. Arrivò in cucina, dove afferrò la maniglia del frigorifero.
-Quando ti prendi da bere almeno chiudilo!- Disse, scocciata. Si prese una lattina di succo di prugna e chiuse lo sportello, ma ancora nessuna frecciatina da parte della bionda.
-Dakota?- la chiamò, camminando verso la sala. Aprì la lattina e dall’uscio della sala poté osservare la coda del suo cane muoversi allegra. Si sporse verso la stanza e un attimo dopo il liquido violaceo si sparse a terra, insieme al contenitore, andandosi a mischiare con ben altro.

Pepper stava annusando una pozza vischiosa e rossa, che si espandeva dal corpo riverso di Dakota.
Un taglio netto le squarciava la gola ed un altro, ancora più profondo le percorreva il petto.
Come se qualcuno le avesse conficcato una lama tra le costole e avesse spinto verso il basso.

Bvvv.

Entrambi i telefonini vibrarono.

-Sorpresa adesso?-

Heather trasalì.
Che fosse una messa in scena per terrorizzarla?
Sangue finto forse.
-D..Dakota..?- balbettò con voce strozzata avvicinandosi di qualche passo.
Driiiin.
Il telefono le squillò fra le mani.
“Sconosciuto”
Premette la cornetta verde.
-Pronto?- bisbigliò.
-Io sì.- rispose una voce roca, gracchiante -E tu sei pronta a morire?-
La ragazza si allontanò il telefono dall’orecchio pronta a riattaccare.
-Interrompi la chiamata a e ti faccio ingoiare le tue dita una alla volta!- 
-Che cosa vuoi?- strillò ormai ad un passo del corpo dell’amica.
Le ferite erano senza dubbio reali.
In meno di un secondo si era precipitata alla porta di ingresso di fianco alla scala.
Chiusa, le chiavi non erano nella toppa.
-Voglio fare un gioco con te.- affermò la voce.
-Che gioco?!-
Doveva salire o doveva tornare in cucina? 
Lì avrebbe potuto prendere un coltello, ma di sopra si sarebbe potuta chiudere in bagno o nella camera dei suoi genitori.
Non riusciva a pensare con un maledetto cadavere lì di fianco.
Dov’era andata a cacciarsi ora Pepper?

-Un quiz.- le spiegò lo sconosciuto -Se sbagli a rispondere il tuo cane muore.-
-E’ solo un animale!- piagnucolò Heather.
L’ape regina che perdeva il controllo.
Lei, fredda spietata calcolatrice, si stava lasciando sopraffare.
Certo, Dakota era sgozzata a cinque metri da lei.
-Prima domanda.- cominciò la voce.
Driiiin.
L’interlocutore smise di parlare.
Stava squillando un altro telefono?
L’asiatica fece saettare lo sguardo per la stanza.
Proveniva da sotto il corpo della bionda.
Si lanciò per terra, sporcandosi le gambe e le braccia di sangue.
Infilò la mano sotto il busto del cadavere ed estrasse lo smartphone.
“Mamma”
-Tutto bene, tesoro?- domandò una voce calda e femminile dall’altro capo della linea.
-Chiama subito la polizia!- sbraitò Heather.
-Amore?- la donna era perplessa.
Una sagoma nera si era materializzata in fondo al corridoio.
Indossava un lungo mantello che gli arrivava fino alla testa, nella mano destra stringeva un grosso coltello da caccia, nella sinistra trascinava una coda marroncina, proprietaria di un corpo ricoperto da sangue. Aveva perso.

Quella visione fece scattare qualcosa in lei. Paura e rabbia si mischiarono, facendola correre verso la cucina in un guizzo adrenalinico. Estrasse un coltello dal ceppo di legno in cui era riposto, per poi correre verso la porta che dava al corridoio.

-Tesoro ci sei?- Il cellulare era rimasto steso accanto al corpo di Dakota, insieme a quello di Heather, dall’altra parte la madre della bionda sembrava molto preoccupata. Che diavolo stava succedendo?

La ragazza invece si ritrovò davanti al volto coperto del maniaco, mentre tentava di bloccare quell’entrata. Bastò uno spintone dal pazzo sulla porta per farla cadere all’indietro, contro il lavello. Lui, una volta dentro, tentò di accoltellarla con un fendente al petto, ma lo scatto repentino di lei fece scontrare la lama sporca dell’arma contro il legno del mobile. Heather corse nuovamente verso la sala, estrasse la chiave dalla toppa della porta e tentò di chiudersi almeno questa alle spalle, ma quel pazzo non la mollava. Tentò nuovamente di prendere a spintoni l’accesso di legno, ma la mora, in un liberatorio urlo di rabbia, riuscì a chiudere la porta.

Iniziò a guardarsi intorno, alla ricerca di una via di fuga. L’arco all’entrata della sala non permetteva di separare quest’ultima dal corridoio, da cui presto sarebbe giunto il killer, e le scale erano proprio lì. Poi un particolare attirò la sua attenzione. Un leggero venticello fresco le sfiorò la spalla e in un attimo si voltò.
La finestra.
Salì sul davanzale e, sentendo i passi svelti del maniaco dietro di lei, saltò sul prato. Iniziò a correre verso il cancello, urlando a squarciagola aiuto. Quando superò l’entrata di casa da essa uscì il maniaco, che subito prese a braccarla.

Lei lo sapeva. Sapeva che tentando di scavalcare l’inferriata lui l’avrebbe presa. Doveva trovare il modo di guadagnare del tempo, quel bastardo non era stupido, sapeva che presto qualcuno sarebbe andato a vedere che stava succedendo, doveva concludere in fretta se non voleva essere costretto a scappare dalla polizia.
La mora si bloccò di colpo, girandosi verso l’assassino con il coltello preso in cucina rivolto contro di lui. Lo vide bloccarsi di colpo, con ancora in mano il cadavere di Pepper, e un sorrisetto soddisfatto si palesò sulle sue labbra. Era riuscita a prenderlo alla sprovvista.
-E tu ora sei sorpreso?- Disse, cercando di riprendere a respirare in modo regolare. Doveva mantenere la calma, lei era Heather Wilson, poteva reggerlo un combattimento corpo a corpo.

Driiiin.

Il suono di quel telefonino la distrasse. Per un secondo, solo per un secondo, osservò il busto del killer, da cui proveniva la suoneria, e lui ne approfittò per disarmarla. Le lanciò contro la mano la bestia morta, e il coltello le volò a terra. In un attimo le fu addosso e la sua lama sprofondò nella carne della giovane.

Il corpo di Heather cercò automaticamente di ritrarsi ancora prima che lei stessa si rese conto di essere stata accoltellata allo stomaco. Appena il dolore si fece largo nelle sue viscere abbassò la testa, osservando la maglietta zuppa di sangue a contatto con l’arma. Il killer ritrasse il coltello e subito dopo la colpì nuovamente all’addome. Un gemito uscì dalle labbra candide della ragazza, insieme a uno spruzzo di sangue che andò a sporcare la maschera dell’assassino. Una volta estratta la lama, la mora cadde a terra, continuando a sputare sangue. Vanamente, tentò di trascinarsi verso il cancello, ma lui la prese per i capelli, le alzò la testa e le tagliò la gola.

Quando finalmente il suo corpo smise di tremare, il killer si tolse la maschera, gettandola accanto a quel cadavere ancora caldo e scappò tra le ombre di quella terribile notte. 
 




 

Angolo autori

Buonsalve popolo di Efp e benvenuti in questa nuova fanfiction horror ad Oc!
Se ancora non ci conoscete, siamo due autori che si impegnano per essere attivi nel fandom, senza troppi risultati purtroppo.
Da come avrete potuto dedurre siamo TheLooneyBlogger (di cui vi consiglio di leggere assolutamente "Total Drama: All Stars in Pahkitew") e Pleurite98 (e vi proporrei di dare una lettura a "Reality" che ci tengo un sacco).
Abbiamo deciso di unire le nostre forze per produrre qualcosa di gradevole.
E per noi gradevole significa pieno di sangue.

Come sapranno gli autori che già hanno proposto un OC, questo capitolo è stato ripubblicato sul capitolo condiviso e quindi le iscrizioni sono già chiuse, ahimè..
Ma questo significa anche che l'avventura sta per cominciare!

Allora, la storia è ispirata alla bellissima saga di Scream e come essa cercheremo di creare una storia piena di colpi di scena e di citazioni.

Grazie per la lettura, buona giornata!

   
 
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