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Autore: Napee    12/10/2016    10 recensioni
- Questa OS partecipa al Sesshoumaru’s contest indetto da Supersara nel forum di efp -
- Sesshoumaru si occupa di InuYasha da bambino -
***
Tratto dalla storia:
Senza degnarla di risposta, la vide giustiziare dai suoi stolti simili, poi si voltò e tornò sui suoi passi.
Lui, proteggere un mezzospettro...che stupida richiesta.
Probabilmente i vaneggiamenti di una condannata a morte.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Inuyasha, izayoi, Sesshoumaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Proteggilo

 
Trotterellava giocoso rincorrendo la palla rossa che probabilmente gli aveva regalato sua madre.
InuYasha si chinò sulle ginocchia paffute ed  infantili, raccolse il suo gioco e lo calciò lontano per poi corrergli nuovamente dietro.
Rideva e si divertiva così, in solitudine, senza mai allontanarsi troppo dal villaggio.
Inciampò in una radice sporgente e cadde sul terreno duro ferendosi il palmo della manina dotata di artigli infantili e smussati.
Si mise seduto ed osservò quel piccolo taglio dalla quale sgorgava qualche goccia di sangue, con gli occhi già colmi di lacrime.
 
Che visione patetica...
 
Sesshoumaru osservò quella scena comodamente seduto sul ramo di un albero poco distante.
Assottigliò leggermente gli occhi e si soffermò a scrutare quel mezzospettro che dicevano essere suo fratello.
La pelle leggermente ambrata ed i capelli argentei erano certamente frutto dell’eredità demoniaca paterna... per non parlare di quelle orecchie improponibili che richiamavano alla sua natura mista.
I lineamenti del viso invece differivano parecchio dai suoi.
InuYasha li aveva molto più dolci rispetto ai propri così dritti e spigolosi, decisamente più maturi.
Non si assomigliavano per niente, solo uno stolto avrebbe pensato ad una possibile parentela con lui.
Quella donna poteva benissimo aver giaciuto con un altro demone cane e non per forza con suo padre.
 
Pigramente si alzò in piedi, pronto per spiccare il volo e tornarsene a casa, ma in quel momento, InuYasha volse lo sguardo verso di lui, sorridendogli amichevole.
“Ciao!” Esordì il bambinello asciugandosi le lacrime che gli appannavano la vista.
Sesshoumaru, in risposta, gli rivolse uno sguardo gelido e distaccato che non lasciava intendere risvolti amichevoli.
“Tu mi somigli. Per caso sei il mio fratellone?” Gli chiese sorridente trotterellando vicino all’albero sopra il quale Sesshoumaru si trovava.
“La mia mamma mi ha raccontato che ho un fratello maggiore... Per caso sei tu?” Insistette ancora.
Sesshoumaru non lo degnò nemmeno di risposta e spiccò il volo improvvisamente lasciando InuYasha da solo in quella piccola radura.
Il giovane demone fece una lieve smorfia di disappunto ripensando al viso di quel mezzospettro.
La cosa che lo aveva colpito di più erano stati i suoi occhi: ambrati, caldi, profondi.
Proprio come quelli del Gran Generale.
Così simili eppure totalmente differenti dai propri, caratterizzati da quella sfumatura glaciale.
Digrignò i denti ringhiando il suo disappunto al cielo ormai rosato a causa del tramonto.
Le voci allora erano veritiere, l’umana ed il bambino erano sopravvissuti all’incendio.
 
^^^
 
Erano passati diversi giorni e Sesshoumaru si era quotidianamente recato al villaggio per osservare quell’essere.
Il giovane principe dei demoni ancora stentava a credere che quell’ignobile mezzodemone fosse suo fratello.
Come erano riusciti a sopravvivere all’incendio?
Perché suo padre era morto per loro?
Avrebbe fatto lo stesso per lui e sua madre?
Quell’ultimo dubbio in particolare gli si soffermava in gola come un groppo scomodo che non riusciva a scendere.
In fondo al cuore, sotto la sua  impenetrabile coltre di orgoglio, Sesshoumaru sapeva che la risposta sarebbe stata quella che più odiava.
Lui e sua madre non contavano assolutamente niente per suo padre, lui non contava niente per suo padre... altrimenti non lo avrebbe mai abbandonato per correre da una sporca umana, altrimenti non lo avrebbe mai sbeffeggiato dandogli in eredità Tenseiga.
Quella amara consapevolezza gli bruciava nel petto come un fuoco inestinguibile.
Quell’essere contava più di lui, quel mezzospettro contava più di lui, un demone maggiore.
 
La sua aura fremette improvvisa di rabbia, ebbe un singulto così repentino che la natura circostante tremò spaventata dinnanzi a cotanta forza distruttiva, si inchinò al suo cospetto e lo implorò di avere pietà.
Ogni creatura mistica fuggì ai ripari, solo InuYasha rimase affascinato, se non incuriosito, dal quel cambiamento improvviso.
Come un cucciolo sprovveduto, era attratto dal cambiamento repentino dell’aria e della terra, invece di temerlo.
InuYasha si avvicinò alla radura dalla quale proveniva quell’aura distruttiva ed osservò il demone bianco appollaiato sull’albero più lontano.
“InuYasha!” Lo chiamò la madre correndogli dietro goffamente a causa del principesco kimono ingombrante.
“Non allontanarti da solo, lo sai che non tutti sono buoni a questo mondo.” Aggiunse apprensiva stringendolo al petto e carezzandogli dolcemente la chioma argentea.
“Non so che farei se ti accadesse qualcosa...” sussurrò schioccandogli un bacio sulla guancia.
Izayoi alzò lo sguardo verso l’orizzonte e riuscì ad intravedere una figura di bianco vestita sparire verso il cielo.
Fra sé e sé sorrise mestamente prima di ricondurre il figlio all’interno del villaggio.
 
Sesshoumaru rimase turbato dalla visione della donna.
Dunque quella era la donna per il quale suo padre era perito...
Dunque era quella la donna con la quale aveva concepito quell’essere...
L’ennesimo ringhio di rabbia gli gonfiò il petto e gli bruciò la gola.
Quella donna...
In un impeto di indignazione, lasciò fluire la sua aura demoniaca e liberò la sua vera forma di inu youkai.
Quella donna... e quel cucciolo...
Sua madre non si era mai comportata così con lui.
 
^^^
 
Era notte fonda, la luna era alta in cielo e rischiarava la terra con i suoi raggi candidi.
Sesshoumaru seguì curiosamente quella acuta e ferrigna  nota olfattiva che lo trasportò lontano dal suo castello.
Vagò per ore intere, finché non giunse nei pressi di una radura ben nota ai suoi occhi.
L’odore di sangue permeava inestinguibile nel villaggio dove abitavano quella donna e quell’essere.
Si avvicinò furtivamente saltando da tetto a tetto ed arrivò appena in tempo per scorgere quella donna che veniva giustiziata dinnanzi a tutti.
L’accusavano di fornicazione con demoni ed aver messo al mondo un demonio che avrebbe portato la morte nel loro villaggio.
 
Stupidi ed inutili umani.
 
Sesshoumaru scorse lo sguardo fiero e distinto che indossava Izayoi e ne rimase stupito, anche se non lo diede a vedere.
La sua breve vita volgeva al termine, sarebbe morta ammazzata dai suoi simili, eppure si stagliava alta e fiera fra di loro, come un fiore che impavido non teme l’arrivo del gelido inverno.
“Proteggilo, ti supplico.” Bisbigliò nel vento, sovrastata dalle grida fomentate dei contadini, ma Sesshoumaru la udì alla perfezione e non gli sfuggì neppure quel tono straziato con la quale lo implorava.
Senza degnarla di risposta, la vide giustiziare dai suoi stolti simili, poi si voltò e tornò sui suoi passi.
Lui, proteggere un mezzospettro...che stupida richiesta.
Probabilmente i vaneggiamenti di una condannata a morte.
 
“Eccolo! Sta scappando!” Gridò un uomo sovrastando il vociare popolare.
InuYasha stava fuggendo dal villaggio attraverso i campi per non farsi notare, ma purtroppo era stato comunque scoperto e certamente non sarebbe scampato alla stessa sorte della madre.
Sesshoumaru si voltò ad osservare la scena che gli si parò davanti: il mezzodemone arrancava nelle risaie cercando di correre, con le gambette tozze ed infantili immerse nel fango fino a metà coscia e gli occhi appannati di lacrime, mentre ,dietro di lui, un branco di almeno dieci uomini avanzavano velocemente.
 
Proteggilo, ti supplico.
 
Le parole di Izayoi gli rimbombarono in testa con violenza ed una sensazione strana e nuova gli strinse lo stomaco in una morsa crudele.
Voltò ancora lo sguardo verso suo fratello, appena in tempo per vederlo tuffarsi nel fiume adiacente al villaggio.
L’acqua era scura, profonda e piena di insidie e pericoli.
Un bambino non sarebbe mai sopravvissuto alla spietata corrente...
Senza neppure accorgersene, si mosse lesto verso gli umani che brandivano strane armi rudimentali.
 
InuYasha faticava a restare a galla, arrancava nell’acqua scura cercando un appiglio inesistente e ripiombava sott’acqua, dove gli era celato quell’ossigeno prezioso.
Sesshoumaru, fulmineo, strappò un ramo robusto da un albero e lo depositò in acqua, proprio dinnanzi ad InuYasha, in modo che potesse facilmente trarsi in salvo.
Il mezzodemone allungò la manina nell’ennesimo tentativo disperato di trovare un appiglio e stavolta toccò qualcosa.
Fece presa, si aggrappò anche con l’altra mano e si tirò su tossendo.
“G- Grazie fratellone!” Esordì contento, con qualche difficoltà a causa dei colpi di tosse.
Sesshoumaru non rispose, si limitò solamente ad alzare lo sguardo derisorio sui corpi maciullati che giacevano a pochi metri da loro ed infine se ne andò, lasciando il piccolo mezzodemone da solo.
“Ho esaudito la tua richiesta.” Disse osservando la luna sopra la sua testa, conscio che quel messaggio, Izayoi, non lo avrebbe comunque udito.


 
  
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