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Autore: Aliseia    12/10/2016    4 recensioni
Poi su ogni cosa calerà la cenere. Fredda e perpetua. Sulla mia splendida, orribile fine.
Cenere
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Elijah, Hayley, Tristan
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Les Chambres De Chasse'
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Fandom: The Originals
Genere: Angst, Introspettivo
Personaggi: Elijah Mikaelson, Tristan De Martel, Hayley Marshall
Pairing: Tristan/Elijah

Note: Questo racconto potrebbe essere un approfondimento del mio “La Serratura”. Non un seguito (ma questa non è la fine, Aya). Forse l’altra faccia della stessa moneta.
 
Per i lettori di EFP: Hayley Marshall è tra i personaggi. Ma questa non è una storia Haylijah. E se lo è, ne è insieme la negazione (ancora:l’altra faccia). Per questo non ho citato Hayley nella lista personaggi: non volevo deludere i fan della coppia. L’altro protagonista, insieme a Elijah Mikaelson, è Tristan De Martel (che nella lista inspiegabilmente non c’è)
 
Rating: Per tutti.
 
Disclaimer: I personaggi e i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me ma a Lisa Jane Smith, a Julie Plecnonché agli altri autori della serie e a chi ne detiene i diritti.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa. 
 
 
 
 
Cenere
 
Don't
Don't you let me down
Fall
Fall to the battleground
No, I won't stand to keep watching you stay
Go, soon the sun will be turning away

Leave
Leave me no promises
Wave
From the walls as they're caving in
No, I won't stand to keep watching you stay
Ooh go, soon the sun will be turning away

Run through the arrows
Let the reins fall behind you
Race to the shadows
Hold your breath till your heart blooms
Ashes to ashes
Lighting up all around you
Ooh

Feel the weight of your hand in mine
What's left if we're only stealing time
No, I won't stand to keep watching you stay
Ooh go, soon the sun will be turning away

Run through the arrows
Let the reins fall behind you
Race to the shadows
Hold your breath till your heart blooms
Ashes to ashes
Lighting up all around you

Fly fading past the bend
I wait just to watch it go
Throw the ash into the wind
Sun sinking like a stone
Sun sinking like a stone

 
Ashes – Madi Diaz

 
Siamo due falene che si gettano sulla stessa fiamma. Lo stesso drago alato dagli occhi morenti. Ci consumiamo nella stessa negazione, pagandone poi l’altissimo prezzo di solitudine. Di rifiuto.
Siamo le facce di una moneta che il fuoco ha reso incandescente, fino a cancellare ciò che in essa era inciso.
Di noi resterà solo un feroce grumo di risentimento, un cuore accartocciato di metallo. E poi cenere, a nascondere un millenario e mai sopito rimpianto.
Cenere.
 
Il tuo cuore che affonda nell’oceano come pietra. Ma ancora i tuoi occhi sono asciutti.
Come i miei. Grigi come la cenere, che è scesa lenta e fredda dalle tue parole, a velarne le reali intenzioni.
Ciò che hai provato. Ciò che sentirai.
E l’ultimo sguardo a leggerti dentro sarà il mio, l’unico grumo di calore in questo ricordo sarà quello che langue al fondo della tua indignazione.
Nobile. Necessaria.
 
Poi su ogni cosa calerà la cenere. Fredda e perpetua. Sulla mia splendida, orribile fine.
Cenere.
 
*
 
Strati di smalto o ghiaccio sul vetro di una finestra, sul cristallo di un bicchiere. I suoi occhi mandavano tenui, pallidi bagliori. Splendevano di una rabbia ragionata e fredda.
Elijah non aveva dubbi che dopo, nel nero nido del container, quel gelo si sarebbe sciolto in una paura attonita, incolore.
Forse persino in lacrime.
Ma al momento Tristan non voleva deliziarli né con le sue preghiere né con le sue grida.
 
Egli riversò nel bianco della sclera le iridi dal colore incredibile, che cangiavano in delicate sfumature di grigio, pervinca o turchese, a seconda di come li colpivano gli squallidi led al neon del capannone, di come li accendeva il suo tormento interiore.
I pallidi occhi d’animale notturno erano infatti grigi e immoti, quasi inespressivi, quando li fissava su Hayley. Limpidi, e chiari come il mattino, quando egli nominava Aurora. Per poi mutare in un intenso, incandescente azzurro, quando intercettava lo sguardo scuro del proprio creatore.
Quello, da parte sua, sembrava raccontare cose diverse con le iridi ardenti e con le gelide parole.
 
«Ricorda la mia faccia, perché è l’ultima che vedrai…» mormorò Hayley, distogliendolo da ancor più tormentosi pensieri.
Gli occhi del nobile vampiro scivolarono indifferenti sul bel volto tumefatto di lei. Sulla faccia tirata e sul moccio da bambina, sulle sue lacrime. Legittime, pensò Tristan. Ma così volgari. Così esplicite.
Prima che il buio prevalesse e cominciasse a soffocarlo, mentre la porta lentamente si chiudeva, egli catturò un ultimo lampo del crudele splendore di Elijah. Il suo terribile signore. I cui occhi erano asciutti, quasi divertiti.
Senza una parola consegnò a lui il proprio ricordo.
 
 
 
 
 
  
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