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Autore: BonnieBlake    13/10/2016    1 recensioni
Due anni dopo aver sconfitto la strega, Squall ha capito che Rinoa non era l'amore della sua vita. C'è qualcun altro che ha sempre occupato i suoi pensieri, anche se l'uso intensivo dei G.F. gli aveva fatto dimenticare quei sentimenti, che ritornano a galla insieme ad altri terribili ricordi, quando per caso, a una festa, rivede il suo rivale di sempre.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Seifer Almasy, Squall Leonheart, Zell Dincht
Note: Lemon | Avvertimenti: Threesome, Triangolo
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Squall chiuse la porta dietro di loro e si tolse la giacca. La gettò sul bracciolo della poltrona e poi diede alcuni ordini vocali al computer, finché le luci della stanza si ridussero a una rilassante penombra.
Seifer era rimasto sulla soglia; osservava il lusso del dormitorio in cui Squall viveva adesso. Il bruno andò in cucina e prese due lattine di birra dal frigo. Tornando verso Seifer, che si stava liberando dell’impermeabile, gli porse la birra.

“Allora questa è la stanza riservata al Comandante.”
“È una suite deluxe. Ho insistito con Shu fino alla morte che non mi serviva, ma lei non ha voluto sentire ragioni.”
“Ha fatto bene.”
Squall si morse il labbro inferiore, lasciando scorrere sul corpo muscoloso di Seifer uno sguardo eccitato.
“…”
“Sembra che il comandante voglia ordinarmi di fare qualcosa. Naturalmente non potrei oppormi alla sua decisione. La tua autorità nei confini del Garden è assoluta, Comandante.” Mormorò Seifer, restituendogli lo sguardo e un sorriso malizioso. Squall si lasciò cadere sul divano e bevve un sorso dalla lattina.

“Non chiamarmi così anche tu. Sono stanco di venire sempre tirato in ballo e di dover risolvere i problemi degli altri. E poi, sono più un tipo da campo di battaglia che non da ufficio. Non volevo essere il Comandante.”
Seifer si sedette vicino a lui. Annuì distrattamente alle sue parole, mentre cominciava a baciare Squall sul collo.
“Lo so. Tu… hai bisogno di azione.” Sussurrò con voce carica di desiderio, mordicchiando il lobo del ragazzo più giovane.
“Sì, io…” Squall si fermò a metà della frase, sentendo le mani di Seifer che si facevano strada sotto la maglietta, ne afferrò una per farlo fermare. “Aspetta.”
“Che c’è?”
“Ci siamo appena rivisti, mi sento strano.”
“Non dire così. Ci conosciamo da sempre.”
“Non è quello… è che… Non lo faccio da un bel po’.”

Squall arrossì violentemente davanti al sorriso beffado di Seifer. Ecco cos’era: gli stava chiedendo di andarci piano. Seifer non sapeva nulla della sue esperienze passate, a parte quello che poteva immaginare con Rinoa. Nelle sue fantasie più segrete Squall era un pervertito ma non è che ne fosse così sicuro.

“Non è giusto, Leonheart. Ne hai bisogno.” Disse, baciandogli la cicatrice che gli tagliava la fronte, quella che gli aveva fatto lui, e rifletteva la sua, come un’immagine davanti allo specchio. Lasciò che Squall notasse il broncio sensuale che intendeva rompere i suoi dubbi. Gli diede il tempo di sentire il percorso lento della sua mano, che dall’ombelico gli risaliva verso un capezzolo e, strizzandolo leggermente, decise che aveva aspettato abbastanza.
Si sporse su di lui e imprigionò le sue labbra con un bacio focoso. Quando sentì che Squall cominciava a ricambiare il bacio, la sua mano scivolò di nuovo verso il basso, a indugiare sul cavallo dei pantaloni stretti, che si era gonfiato, come per magia. Seifer sorrise contro le sue labbra nel notarlo e Squall si ritrasse di nuovo.
“Aspetta… vai troppo veloce…”
“No, Squall, non dirmi di fermarmi, lo so che mi vuoi. Faremo a modo tuo. Prometto di non farti male.”
Nonostante tutto, Seifer si fermò a guardarlo. I loro sguardi si scambiavano promesse, mentre aspettava un suo cenno per proseguire. Squall deglutì.
“Mi fido di te.”
“Lasciati andare. Non devi stare in imbarazzo con me.”
Squall lo baciò per risposta e Seifer, mantenendo la promessa, ci andò piano. Passò dieci minuti buoni ad accarezzarlo da sopra i vestiti, baciarlo languidamente e farlo abituare al suo corpo. Anche se doveva ammettere di essere stato più volte sul punto di perdere la testa, non avrebbe mai voluto semplicemente spingere Squall sul letto e scopare. I sogni sono fatti per essere vissuti, non consumati. Era una cosa in cui lui credeva veramente.
Squall avendo vinto la sua diffidenza, era sempre più eccitato e cominciava anche a diventare impaziente. A discapito della sua stessa richiesta di andarci piano, montò a cavalcioni sulle gambe del biondo seduto sul divano. Prese a baciargli il collo, mentre le mani di Seifer scorrevano sui suoi fianchi nudi sotto la maglietta.
“Toglitela.”
Squall obbedì con mani tremanti e appena lo fece, le mani di Seifer si misero a tracciare sentieri incandescenti su ogni centimetro della sua pelle esposta. Il biondo lo attirò a sé per baciarlo dappertutto. La sua bocca che lo leccava e mordicchiava sui suoi punti più sensibili faceva sospirare Squall e fu sollevato in tutti i sensi quando sentì che Seifer si alzava dal divano. Gli cinse le gambe attorno ai fianchi per lasciarsi trasportare fino al letto. Appena la sua schiena toccò il materasso il ragazzo più grande gli si sdraiò sopra, baciandolo ancora e ancora. Squall era talmente perso nelle sensazioni piacevolissime che provava abbandonandosi alle cure di Seifer, che non aveva sentito la sirena dell’allarme.

Guardando Seifer dal basso gli chiese con gli occhi perché si fosse fermato.
“Qualcosa non va.”
Seifer si alzò dal letto e Squall controvoglia allungò una mano verso il comodino, verso il trasmettitore che squillava. Sullo schermo, Quistis con la frusta in pugno e un gruppo di SeeD che fronteggiavano un Ochu gigantesco sullo sfondo del giardino, proprio vicino al laghetto dei cigni, alcuni dei quali erano stati divorati. Non era un bello spettacolo.

“Squall, torna subito qui. Il giardino è stato invaso dai mostri. Abbiamo bisogno di supporto!”
“Ma che diavolo sta succedendo?”
“Non lo so, vieni subito! Ci serve tutta la forza possibile.”
Squall si alzò dal letto e si diresse verso l’ingresso, dove Seifer, che aveva già recuperato Hyperion si stava infilando l’impermeabile.
“Scusa.”
Seifer scosse la testa, sorrideva.
“E di che? Andiamo ad ammazzare qualche mostro, come ai vecchi tempi.”
Squall si rivestì in fretta e prese il gunblade, prima di seguire il ragazzo fuori dai dormitori.
   
 
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