Un luogo in cui fermarsi

 

 

 

 

 

 

È ammantata di una bellezza fredda come il ghiaccio che aveva accolto le schiere degli Esiliati nella Terra di Mezzo e remota come i lidi immortali lasciati alle spalle per un fuoco ben più ardente delle fiamme di Losgar. Lui non ha mai visto quelle spiagge né i suoi occhi hanno brillato alla luce degli Alberi, essi prendono forma nella sua mente grazie ai racconti del suo Re, eppure Celeborn ne è sicuro: ella ne racchiude il fulgore.

 

 

 

 

 

 

La vede risplendere mentre i suoi occhi scorrono insaziabili sul libro che tiene saldamente tra le mani e nulla sembra poterla disturbare. Non gli aliti di vento privi del tepore estivo né le danze delle foglie vestitesi delle sfumature dell'autunno, neanche il gorgoglio della fontana sul cui bordo aveva preso l'abitudine di sedersi.

Prende un profondo respiro l'Elfo grigio e avanza lasciando che le foglie, prima rifugio della sua presenza, gli carezzino il viso. Prova a formare un pensiero coerente, a ricercare la frase più adatta per approcciarsi a colei che abita ogni suo pensiero ma gli occhi di lei sono su di lui e la gola gli si prosciuga all'istante. Si perde per attimo che sa d'infinito in quel cielo terso; il cuore ed il respiro si fermano.

 

 

"Desideri qualcosa, principe Celeborn?" Chiede mettendo da parte la propria lettura.

 

Furioso il cuore del Sinda riprende a battere e lascia che sia questo a parlare per lui.

 

"Mi è stato riferito che non seguirai tuo fratello".

"Ebbene la voce che ti hanno riportato è veritiera: non è mio desiderio lasciare questo regno. Sotto la guida della regina Melian sto apprendendo molto ed è mia intenzione godere di tutto ciò che questa terra ha da offrirmi fintanto che i suoi sovrani me ne riterranno degna oppure il mio cuore non mi spingerà altrove".

"Dunque Finrod era nel giusto..." La vede corrugare la fronte preoccupata, forse per le possibili rivelazioni del fratello.

Le siede accanto. "Indipendente e in perpetuo movimento per cercare di saziare la sua sete di sapere, di crescere; così ti ha definita e anche il tuo nome gli dà -"

"Potrei fermarmi" Dichiara lei e i suoi occhi balenano di una luce simile a quella della sua chioma.

"Potresti..." Ripete Celeborn in un sussurro perso nel vento.

 

"Desideri qualcosa, Celeborn?" Domanda nuovamente, allora egli si volta e s'impossessa della sua mano.

"Un nome" Le sorride. "Voglio darti un nuovo nome: Galadriel giacché d'oro è la luce che risplende nei tuoi capelli. La stessa che rischiara i miei sogni".

"E con questo nome d'ora in poi sarò conosciuta, Celeborn. Qui dove il mio cuore ha deciso di rimanere".