Antefatto – Siberia, 1892

Una figura avvolta in pelli cammina in una foresta. Il vento soffia schegge di ghiaccio tra gli alberi.

-La tempesta ci ha preso nel momento meno opportuno! Dovremmo cercare riparo, Grigorij!
-Non mi interessa! Raggiungerò il monastero, costi quel che costi!

Improvvisamente un canto acuto si ode al di sopra della bufera. I due, incuriositi, si inoltrano nella foresta, per trovare la fonte dello strano suono, fino a farsi largo nel sottobosco, oltre una siepe irta di rovi che copre l’ingresso ad una caverna. Il canto risuona tra le pareti strette del passaggio, seguendo il quale i due arrivano ad una figura umanoide, coperta di catene che lo intrappolano alla parete di ghiaccio alle sue spalle. I due rabbrividiscono quando la figura si rivolge loro con una voce roca e metallica, così diversa dal canto che avevano udito in precedenza.

-Fratelliii… siete giunti a liberarmiii, infiineeh?

Il più anziano dei due si tira indietro, ma il più giovane si avvicina, fino ad illuminare con la propria lanterna le fattezze della creatura, la quale sembra contenuta in un’armatura medievale. Come gli occhi della creatura riflettono la luce della lanterna, diventa chiaro che non ha nulla di umano. Grigorij non può saperlo, ma si trova faccia a faccia con un Ice Warrior!

-Tuuu… non seei del miooo popolooo…
Si interrompe, evidentemente debilitato.
-Noon impoortaa, tii suppliiico, aiuuutaaamiii!

Cade in ginocchio, mentre il giovane, mosso a compassione, tenta di forzare la morsa che gli imprigiona il polso:

-Ti aiuterò, non preoccuparti! Ma chi sei, tu?
-Il mio nome è Klistij, vengoo daa un mondo molto lontanooo, aiutami e ti ricompenseroooh… qual è il tuo nome, terrestreeeh?

-Grigorij- risponde quello –Grigorij Efimovic Rasputin