Capitolo
1
«Spogliami.»
Mi
blocco di colpo e sbatto le ciglia, certa di non aver sentito bene.
«Come?»
«Ti
ho detto di spogliarmi.» ripete con naturalezza, come se solo
io ci trovassi
qualcosa di anormale in quella affermazione. Perché mai
dovrei fare una cosa
del genere? Non che mi dispiaccia, ad essere sincera; credo di aver
sognato di
farlo da anni. Ma mi lascia comunque perplessa detta in questo modo.
«Avanti,
non fare quella faccia.» sospira per nulla imbarazzato,
mentre cerca di
sfilarsi quei vestiti che sembrano più una trappola mortale.
«Aiutami, prima
che ci vedano.»
Dio,
perdonami per questo. Mi sono comportata bene per diciassette anni e
credo di
meritarmi una ricompensa. Per favore, non punirmi troppo severamente,
grazie.
Lo
aiuto a liberarsi da quel costume quasi ridicolo se non fosse su di
lui. E’ semplicemente
l’essere più perfetto che conosca, in ogni suo
minimo particolare. Mi sento
quasi come se non meritassi di stargli vicino.
«Potresti
smetterla di guardarmi come una maniaca sessuale? Comincio a sentire di
dovermi
preoccupare.» ironizza. Il mio sogno romantico è
appena andato in frantumi.
Lo
colpisco più forte che posso, anche se so di non avergli
fatto male. «E
cambiati da solo allora! Non sei più un bambino.»
Lo
odio. Lo odio con tutta me stessa. Anche se fino a dieci secondi fa gli
sarei
saltata addosso. Anche se vorrei saltargli addosso anche adesso che mi
guarda a
torso nudo come se fosse la cosa più normale del mondo. A
volte credo lo faccia
apposta. Insomma, non è stupido; dopo anni e anni penso
abbia capito che gli
sbavo dietro da, tipo… sempre. Eppure, continua a
comportarsi come se niente
fosse, come se io non fossi alla sua altezza. Per una volta mi
piacerebbe che
non mi guardasse come una sorella più piccola e mi
considerasse come donna.
«Capisco
di averti reso la situazione particolarmente eccitante,
ma…»
Viene
interrotto dal rumore della porta che si apre. Credo di essere
sbiancata in
questo momento. Forse per Matt è normale farsi trovare in
bagno, mezzo svestito,
con una ragazza -anzi, dalle voci che girano, è diventata
un’abitudine quotidiana-,
ma almeno io vorrei conservare il minimo di dignità che mi
è rimasto.
«Cosa
cosa? Adesso ti approfitti pure delle minorenni? Ti guadagnerai una
denuncia
per pedofilia, Matt, caro.»
«Beck!»
I suoi occhi s’illuminano. Le corre incontro dimenticandosi
persino di
rivestirsi. «Io non ho fatto nulla, sono loro che si
approfittano di me!»
Si
abbracciano in maniera talmente sensuale che mi fanno arrossire come
una stupida.
«Perché
non mi hai avvisato che saresti tornata oggi? Volevo farti compagnia
stasera ma
ormai ho già un impegno.»
La
sua espressione è sinceramente delusa. Lei si avvicina al
suo viso. «Vai a stare
con le tue amanti? Traditore che non sei altro.»
«Lo
sai che ti preferisco fra tutte, Beck.»
La
scena si è fatta talmente sensuale che comincio a sentirmi
di troppo. Tossisco
in modo da far notare la mia presenza. Lo so che non fanno sul serio,
lo so che
non sono mai stati a letto veramente –forse una volta sola,
ma non ne sono
sicura- ma sono talmente perfetti insieme che mi sento male. Ci
conosciamo da
quando siamo piccoli e da allora siamo talmente tanto uniti da sembrare
ridicoli. Ma ogni tanto ho come l’impressione che questo
equilibrio costruito
in tanti anni di amicizia cominci a vacillare.
«Cloe
è gelosa.» afferma Rebecca con le braccia avvolte
attorno al suo collo.
Arrossisco.
«Figuriamoci se sono gelosa di uno che va in giro vestito
così!»
Indico
i vestiti per terra. Matt gira lo sguardo nella direzione opposta,
imbarazzato.
«Ti
dai al travestitismo ora? Non ti è rimasto proprio un
briciolo di dignità.» lo
stuzzica Rebecca.
«E’
colpa del club di teatro! Mi sono letteralmente piombati
addosso!» cerca di
giustificarsi. «Ma d’altronde non posso biasimarli,
neanch’io riesco a resistermi.»
Si
passa una mano fra i capelli, convinto delle parole che ha appena
detto. Io di
certo nella mia posizione non lo contraddico. Anche se questo non lo
dico a
voce alta.
Rebecca
gli lancia un’occhiataccia. «Piantala e
rivestiti.» Mi guarda e sospira. «Lo
sapevo che neanche in una situazione del genere avreste potuto
combinare
niente.»
«E
chi vuole combinare qualcosa con questo qui!»
Tanto
è inutile. Matt si riveste e fa il finto offeso.
«Vado da chi sa apprezzarmi.»
Apre
la porta e fa per andarsene ma si blocca improvvisamente.
«Ah, Cloe, vieni a
trovarmi oggi?»
Si
riferisce allo studio fotografico. Lui e Rebecca lavorano come modelli
nel
tempo libero, il che consente loro di guadagnare molto ma perdono la
maggior
parte del tempo nello studio fotografico e io ho la mania di andare a
trovarli,
con la scusa di portargli la cena. Ogni volta, sia che li veda dal vivo
sia su
una rivista, rimango incantata.
Il loro mondo è talmente distante dal mio che sono convinta sia stato il destino a farmeli incontrare. Grazie, Dio, per avermeli regalati.
Alla
fine annuisco
e Matt mi sorride dolcemente prima di andarsene. Alla fine riesce
sempre a
rigirarmi come vuole. Anche se so che mi vuole bene. E per ora
può
bastare. Per ora.
«Cielo.
Seriamente Cloe, ogni volta che lo guardi sembri in adorazione.
Dovresti
smetterla di corrergli dietro in questo modo.»
«Lo
so.» sussurro debolmente.
Lo
so, lo so benissimo di farmi del male da sola. Ma mi accontenterei
persino di
essere solamente una delle tante, se solo potessi.