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Autore: TheonlyNiallHoran    21/10/2016    1 recensioni
Ogni sera si appostava alla finestra di casa, stava lì finché non vedeva il ragazzo di turno. Hayley ammirava tutto ciò che facevano memorizzandolo nella sua mente. Sbucavano dall'oscurità con un cappuccio calato sulla testa nel vano tentativo di sembrare invisibili e non aver problemi con la legge. Fu così che lo vide per la prima volta, avvolto nel nero, come i ragazzi nell'ombra.
Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ashton Irwin, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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KIDS IN THE DARK




Ogni sera si appostava alla finestra di casa, stava lì finché non vedeva il ragazzo di turno. Hayley ammirava tutto ciò che facevano memorizzandolo nella sua mente. Sbucavano dall'oscurità con un cappuccio calato sulla testa nel vano tentativo di sembrare invisibili e non aver problemi con la legge. Nella maggior parte dei casi i giovani riuscivano nei loro intenti ma raramente, il giorno dopo, spuntava sui giornali locali la foto del poveretto dandolo per matto e scrivendo pure il posto dove sarebbe stato rinchiuso. Un manicomio.

La cosa però che non sapeva era quella del dove venivano fermati. Hayley infatti conosceva solo il posto dove tutto cominciava. E tutto iniziava lì, proprio davanti casa sua. Quel giorno, però, era decisa a sapere molto di più. Aspettò un po di tempo e, proprio quando iniziò a pensare che non sarebbe arrivato nessuno, vide una figura longinea camminare furtivamente a pochi metri da lei. Il ragazzo guardò prima a destra e poi a sinistra per assicurarsi di non essere visto da nessuno. Dopo ciò, con uno slancio si arrampicò sull'albero secolare posto vicino all'alta rete. Hayley si avvicinò di poco, quel tanto che bastava per osservare più attentamente i suoi movimenti e saziare la sua curiosità. E proprio quando il ragazzo stava per saltare dall'altra parte la ragazza produsse un piccolo tintinnio con la collana che portava al collo. Il giovane si fermò in tempo, attirato dal suono, si girò subito in quella direzione per vedere una giovane ragazza dai corti capelli castani, quasi neri, ma forse era solo la luce della luna a farli sembrare tali.
Sospirò frustrato prima di saltare giù dall'albero ed andarle incontro con la consapevolezza di essere stato beccato. 
Si mese davanti alla ragazza e la studiò attentamente prima di portare i suoi polsi davanti al naso della giovane, con un gesto di arresa.
Ella, colta alla sprovvista non capì il gesto e si limitò ad inarcare un sopracciglio.
-Sono stato preso, no?- chiese con un tono canzonatorio. 
-Cosa?- chiese la mora. 
-Mi hai trovato, ora devi consegnarmi- accennò un sorriso finto che mostrò una lieve protuberanza sulla guancia destra.
-Io- balbettò qualcosa di incomprensibile - Io non voglio consegnati- affermò dopo aver trovato le parole giuste. 
-Allora perché sei qui?- chiese curioso il giovane. 
Hayley ragionò sulla sua risposta -Abito nella casa quì a fianco, ho visto tutti i ragazzi che sono passati per di quì- spiegò semplicemente. 
-Wow, molto interessante bambolina- la derise -E tu non vuoi scappare?- chiese dopo leggermente interessato.

Hayley si mise a pensare alla sua famiglia, aveva tutto, si convinse. Così scosse il capo negando.

-Davvero?- chiese stupito il ragazzo.

-Si, credo. Non ci ho mai pensato- ammise alzando lievemente le spalle. Era vero, non ci aveva mai pensato. Sua madre le stava con il fiato sul collo, questo è vero ma non le aveva mai dato un valido motivo per scappare da tutta la sua famiglia. Anche se qualche volta...no, nemmeno in quei momenti aveva pensato di svignarsela.

-Non ci hai mai pensato? Qual'è il tuo nome?- chiese incuriosito di sapere il nome della mora.

-Hayley, Hayley Queen- affermò sicura di se, quella era l'unica domanda che gli aveva posto il ragazzo che non l'aveva fatta vacillare; -il tuo?- chiese poi.

-Ho capito, la figlia del sindaco non deve avere certi problemi. In ogni caso io sono Ashton Irwin, cosa che dimenticherai dopo sta sera visto che me ne andrò- fece un sorriso sghembo.

La ragazza ignorò l'ultima parte e chiese ancora informazioni, - Che genere di problemi intendi?- aggrottò le sopracciglia.

Ashton iniziò a fissare quegli occhi scuri cercando di capire se poteva fidarsi di lei. Sospirò prima di iniziare a parlare.

-La mia famiglia è povera, come quasi tutto il paese, ma questo non ferma certo le autorità locali. Ci sfruttano a loro piacimento rendendo i nostri genitori succubi di un governo dittatoriale. Gli adulti non se ne rendono conto ma i giovani hanno paura di questa cosa- fece una breve pausa sperando che la ragazza non gli chiedesse altro e lo lasciasse andare per il suo conto. 
-Nel paese non c'è un governo dittatoriale- affermò sicura.
-Tu dici? E come spieghi che le stesse persone sono al potere da più di quindici anni nonostante la legge vieti questa cosa?-
-Io, io- non seppe come replicare. 
-Vedi? Non lo sai nemmeno tu!- affermò alzando di poco la voce. Si rese conto solo in seguito di questa cosa. Prese a guardarsi nervosamente intorno per assicurarsi che nessuno lo vedesse in compagnia di quella ragazza o in quel posto. 
Di colpo la prese per il polso cercando di nasconderla dietro l'albero così da non essere vista. Le fece appoggiare la schiena al tronco dell'albero e lui le si parò difronte. 
-Sta di fatto che non può considerarsi una dittatura- sibilò, infondo lui aveva offeso i suoi genitori. 
-Forse nella tua famiglia è diverso- si limitò a dire. 
-Ovvero?- chiese spiegazioni perché bene o male non ci stava capendo nulla. 
-Gli adulti di una famiglia sono comandati da tuo padre. Lui, essendo il sindaco, sa tutto; dove abitiamo, che lavoro facciamo, chi siamo e chi frequentiamo. Appena una cosa non gli comoda manda dei militari alla casa della famiglia ed inizia a torturare i genitori per far 'rigare dritto' i figli. Generalmente dopo la prima volta che questo succede le cose in casa cambiano- puntò il suo sguardo all'albero che era dietro la giovane, studiò la corteccia con occhi stanchi e spenti di qualsiasi luce.
Aspettò un po prima di riprendere- Dopo la visita iniziale i genitori iniziano a tenere d'occhio i propri figli, iniziano a seguire le regole imposte. Niente più uscite, i giovani non possono parlare se non gli è concesso, devono chiedere anche prima di andare in bagno. Potrebbero sembrare cose molto stupide e superficiali ma questi sono solo alcuni esempi, le prime tappe. Con l'avanzare dell'età i ragazzi sono costretti a lavorare per sostenere la famiglia tutto il pomeriggio mentre al mattino si deve andare a scuola. Se si sbaglia di un minuto l'orario si può finire in diversi casini- gli occhi gli si fecero lucidi al ricordo di quelle numerose volte in cui era stato punito.
-Di che casini parli?- chiese in un lieve sussurro, talmente lieve che si chiese se era solo un suo pensiero o se l'avesse detto a voce alta.

Ashton sapeva che ormai aveva rivelato troppo a quella ragazzina, non le avrebbe detto altro.

-Non posso dirti altro- si sbrigò a dire prima che ella si ribellasse- Ora, o mi lasci andare o vieni con me- si stava già preparando per andarsene ma la voce della ragazza lo prese alla sprovvista.

-Vengo pure io- disse semplicemente.

-Come?- chiese a quel punto il riccio, gli sembrava impossibile che quella giovane aristocratica volesse seguirlo per un posto che nemmeno lui sapeva bene dove fosse.

-Vengo con te- ripeté -Solo, solo che voglio prima altre spiegazioni. Voglio essere sicura di ciò che sto per fare-.

-Guarda che se non vuoi venire puoi stare qui. Infondo sei la figlia del sindaco, tu non hai certi problemi-

-E' vero, ma in pochi minuti mi hai fatto ricredere su tutta la mia vita. Vedi, ora tu potresti pensare che mio padre non imponga certe cose alle proprie figlie ed invece ti sbagli. Sono stata educata in una certa maniera, diversa dalla vostra. Mentre a voi certe cose venivano imposte con il passare degli anni solo se combinavate certe cose, io ho iniziato a subirle all'età di quattro anni. Non ho mai fatto una scelta mia, tutto quello che ho 'scelto' è stato solo il frutto di una decisione di mio padre e di mia madre. Pure lei è sotto il suo comando- spiegò tutto d'un fiato sperando di mantenere il volume della voce basso.

-E' molto diversa la cosa, non credo che tuo padre di abbia mai punito in certi modi quando facevi qualcosa di sbagliato- la guardò negli occhi sapendo perfettamente che un essere umano, sano di mente e non condizionato da fattori esterni, non avrebbe mai fatto del male alla propria figlia. Insomma le ragazze non si toccano neanche con un fiore.

Hayley stirò un sorriso triste ripensando alla sua infanzia -Ti sbagli, non so se ci abbiano imposto le stesse cose o le stesse pene. Non so neppure se i tuoi erano più severi dei miei sta di fatto che pure io sono stata picchiata, e non solo una volta-.

Ashton la guardò un istante prima di abbracciarla. Stettero l'uno tra le braccia dell'altro per poco tempo prima che il ragazzo si staccasse. E senza dire nulla prese una mano della giovane posizionandola in un punto ben preciso del tronco, uno con una lieve insenature giusto per l'appiglio. Forse era stata fatta da altri ragazzi che erano scappati molto tempo prima.

-Hayley ora salirai sull'albero. Al mio tre fai leva sulle braccia, io penserò a sollevarti in aria. Quando sarai lì in cima fammi un po di spazio che ti aiuterò io con tutto il resto- spiegò tutto nei minimi dettagli così che non si sarebbero trovati in difficoltà.

In un battibaleno la ragazza fu sopra l'albero. Si spostò immediatamente a destra lasciando una buona fetta del ramo a disposizione del ragazzo che era con lei. E così anche Ashton in una manciata di secondi fu sopra l'albero ad una distanza minima dalla ragazza. Divaricò così le gambe da avere il ramo in mezzo tra di esse e si fece scivolare lentamente verso l'estremità stando attento che il ramo non si spezzasse sotto il loro peso.

-Principessina, segui i miei movimenti. Tra poco salterò dall'altra parte della rete e solo quando pronuncerò il tuo nome potrai saltare- voleva saltare prima di lei così che se avesse visto delle guardie avrebbe potuto metterla in salvo, anche se questo avrebbe comportato un suo arresto.
Lentamente si alzò in piedi cercando di rimanere in equilibrio. Contò con voce bassa così che la giovane potuto sentire le sue parole. Al tre il ragazzo era in aria, sospeso tra la libertà e la prigione. Una frazione di secondo dopo era per terra che rotolava su se stesso per la caduta. Braccia al petto, gambe serrate e occhi chiusi; questa era la sua attuale posizione. Lentamente aprì prima un occhio e poi l'altro e sospirò di sollievo vedendo che la notte era l'unica cosa nei paraggi. Si alzò un po dolorante per la caduta ma non si lamentò con gemiti o quant'altro. Fece alcuni passi per studiare una posizione giusta affinché riuscisse a prendere la ragazza tra le braccia, lei sicuramente non avrebbe resistito al dolore di una caduta.

-Hayley?- 

-Ci sono- affermò sicura.

-Una cosa bambolina- intervenne Ash prima di farla saltare -ti prego di non emettere gridolini o cose varie, non possiamo permetterci di essere scoperti-.

-Certo- affermò sicura di se, non avrebbe aperto bocca per tutto il salto e anche qualche istante successivo se ce ne sarebbe stato bisogno.

Fece un bel respiro a fondo sapendo perfettamnte che tra poco la sua vita sarebbe cambiata drasticamnete. niente più abusi di ogni genere subiti dal padre o dalla madre e non avrebbe più rivisto quelle poche persone che le stavano a cuore e che la capivano, come suo fratello minore Tyler. 
Chiuse gli occhi ed affidò la sua vita a quel ragazzo conosciuto poco prima. Sentì il vuoto avvolgerla e serró maggiormente gli occhi. Un paio di secondi dopo ad avvolgerla era ben altro, un paio di braccia robuste la mia tenevano stretta ad un petto ugualmente tonico. Portò le sue mani sulle spalle del ragazzo cercando di mantenersi salda ad una superficie. 
-C'è l'hai fatta piccola- le sussurrò all'orecchio preso da un inspiegabile felicità. Erano liberi.

Piano piano la ragazza riaprì gli occhi per vedere com'era lì fuori. Scrutò lentamente il mondo al di là quella rete. Tutto le sembrava diverso nonostante fosse uguale al mondo in cui aveva vissuto per tanti anni. Si fermò poi a fissare il ragazzo che la teneva ancora tra le sue braccia. Gli occhi verdi screziato di piccole pagliuzze castane iniziavano a stregarla. Si chiese come facesse il verde a scontrarsi con il castano dei suoi occhi come se fossero due stagioni diverse. Il verde era la primavera e il castano era l'autunno, così simili ma così diversi anche perché non si incontrano mai nell'arco di un anno. In mezzo c'è sempre qualche altra cosa come l'inverno o l'estate ma in quel momento sembrava che fosse successo il finimondo. Le due stagioni si erano incontrate pe formare una fusione perfetta ma irreale.

Sulle labbra del ragazzo spuntò un sorriso.
-Hay, dobbiamo andare- sussurrò ad un palmo dal suo volto. La ragazza annuì ancora rapita dalla primavera. 
Lentamente si staccarono e si incamminarono su un sentiero tra degli alberi.

Stettero in silenzio per un arco di tempo infinito prima che Ashton parlasse. 
-Sai, Hayley, ho vissuto una vita abbastanza difficile come ho detto prima. Sono sempre stato costretto a vivere in un certo modo e, ora, l'unica cosa che mi chiesto è : Tu, Hayley, mi riuscirai a salvare?-

-Fidati Ashton, ho l'obbligo di doverti salvare perché tu hai salvato me- sorrise prima di afferrargli la mano e stringerla leggermente. 
 

Spazio d'autruce : 
Allora, diciamo che ci lavoro da tantissimo tempo e ho trovato il coraggio di pubblicarla solo ora, 21 Ottobre. 
Il titolo da storia è stato preso dall'omonima canzone degli All Time Low mentre il protagonista è, come avrete capito, Ashtonia. Inizialmente doveva essere su Luke ma poi mi sentivo leggermente in colpa visto che Ash non aveva ancora una storia quindi ho cambiato idea.
Non so bene come mi sia venuta fuori quest'idea , insomma un'ora di arte frutta sempre buone idee per fan fiction o one shot ma bho questa mi piace particolarmente perché ha una leggera sfumatura fantasy. Non avrà draghi, streghe o quant'altro ma ha un vero e proprio mondo parallelo. In ogni caso spero vi sia piaciuta nonostante sia di sole 2000 parole.
Alla prossima.

TheonlyNiallHoran 

  
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