Serie TV > Hélène e i suoi amici
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Autore: Magica Emy    22/10/2016    0 recensioni
Può un incontro improvviso cambiare radicalmente la tua vita? Sì, se accade tutto ciò che non ti aspettavi...
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Nello stesso istante in cui l’aveva vista entrare da quella porta, la sua mente aveva smesso totalmente di pensare. Sì, si era chiesto parecchie volte in quei giorni come interpretare il silenzio di Therese e cosa fare della loro relazione, se davvero così si poteva definire, ma quella sera nulla importava. Nulla se non lei e lo splendido abito a fiori che con disinvoltura stava sfoggiando mentre prendeva lentamente posto vicino a lui, lanciandogli uno sguardo sornione che valeva più di mille parole. Uno sguardo che Christian però fece di tutto per provare a ignorare, voltando la testa dall’altra parte per non permettersi di fissare troppo a lungo quell’insolita scollatura che gli stava già mettendo strane idee in testa, e che non era proprio da lei. La sua vicinanza e il suo profumo inebriante lo stordivano, lasciandolo piacevolmente colpito, tanto che per un attimo aveva completamente dimenticato di aver quasi litigato con i suoi amici quando lo avevano praticamente costretto a seguirli a quella stupida festa di compleanno di una ragazza che nemmeno aveva voglia di conoscere. Per quale motivo avrebbe dovuto, in fondo? Solo perché piaceva al suo compagno di stanza? Avrebbe di certo potuto impiegare il tempo in maniera migliore, studiando ad esempio, o esercitandosi con la batteria ma, strano a dirsi, adesso era contento di aver accettato l’invito. Johanna era bella, eccome se era bella, e quel cambiamento non se lo aspettava di certo. Ma non lo diede a vedere, facendo ogni sforzo possibile per ignorare lo strano rimescolìo nello stomaco che la ragazza sembrava provocargli. Una sensazione mai provata prima e alla quale non seppe dare un nome, ma che per gran parte del tempo lo mise terribilmente in imbarazzo, spingendolo a tirar fuori la parte peggiore di sé. Se ne uscì così con una battuta infelice che spense in un attimo il radioso sorriso di chi gli stava accanto, trasformandolo ben presto in una triste smorfia di dolore che la giovane americana, invano, tentò in tutti i modi di nascondere per gran parte della serata. Già, quell’inutile considerazione su quanto apparisse goffa e ridicola in quella veste così elegante, lei che pareva avere il sex appeal di un surgelato la colpì nel profondo, costringendola ad ammettere con se stessa che forse aveva ragione lui. Mettersi in ghingheri a quel modo solo per una semplice serata come quella, e solo perché sapeva che sarebbe venuto anche lui…come le era venuto in mente? Cosa aveva sperato di ottenere, la sua approvazione, forse? Sperava che sarebbe bastato mettersi un paio di tacchi per conquistare il suo cuore? Bene, ora lo sapeva, non avrebbe mai avuto alcuna speranza con lui, poiché l’unica cosa che aveva ottenuto era stato mettersi in ridicolo di fronte a tutti. La sua smorfia di scherno era insopportabile, ma decise di stringere i denti e fingere indifferenza per tutto il resto della serata. L’ultima cosa che voleva era rovinare la festa a Cathy. Non poteva certo sapere che quella smorfia di scherno che tanto era riuscita a ferirla era anche l’unica che Christian conoscesse, e che era solito assumere ogni volta che qualcosa lo turbava. E quell’impertinente chiacchierona lo aveva turbato nel profondo, costringendolo a trincerarsi dietro a un odioso atteggiamento che ora, mentre la guardava di sottecchi, lo riempiva via via di un fastidioso malessere di cui si accorse, stavolta, di conoscere bene il nome. Senso di colpa. Puro e semplice. Era questo che stava provando. Sapeva che avrebbe dovuto scusarsi per quella frase spiacevole che l’aveva ammutolita di colpo, ma sapeva anche che il suo orgoglio sarebbe stato più forte di tutto. Il fanciullesco, insopportabile orgoglio maschile che da sempre gli bruciava dentro, manovrandolo a piacimento proprio come uno stupido burattino. Era a questo che stava pensando mentre, sentendosi addosso il suo sguardo, si sforzava ancora una volta di ignorarla…

 

14 novembre 1993

Ore 23.45

 

Non sono pronto per andare a dormire. Non so proprio come facciano Nicolas ed Ethienne a russare già da almeno dieci minuti buoni, ma forse è meglio così. Se si accorgessero che tengo un diario e che la sera non posso fare a meno di scrivere, credo che mi prenderebbero in giro per il resto della mia vita. E poi la mia reputazione da “cuore di ghiaccio” sarebbe distrutta per sempre, e non voglio certo che si arrivi a una cosa del genere. In questo mondo se non ti costruisci una reputazione non avrai mai il rispetto di nessuno, e io ho faticato molto per costruirmela. Sì, è proprio così, ed è per questa ragione che non posso permettere alla prima, sciocca ragazzina che passa di distruggerla come un palazzo di cartapesta. Nossignore, non esiste. Lei non esiste. Chi è in fondo, e perché mi fa sentire così? Ogni volta che la guardo, o che le sto vicino, tutto sembra cambiare colore. E quegli occhi…quegli occhi mi stordiscono, il suo profumo mi stordisce, facendomi sentire come se tutto fosse possibile. Facendomi completamente perdere il controllo. Ma che cosa vuole da me, che diritto ha di farmi questo? Maledetto il giorno in cui mi è capitata tra i piedi. Eppure…eppure c’è qualcosa in lei, nella sua risata,  qualcosa che mi fa dimenticare tutto ciò che mi circonda, confondendomi le idee.

L’unica certezza, adesso, è che il cuore di ghiaccio si sta miseramente sciogliendo…ed io non ho nessuna idea di come fare a impedirlo.

 

 

   
 
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