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Autore: AruttulaS    24/10/2016    0 recensioni
[Oneshot dai toni angst sulla Cafèmochashipping, con unrequited/platonic Amourshipping.]
Questa cosa mi sta distruggendo, mi sta consumando.
È colpa mia, solo colpa mia.
Mi dispiace.
Genere: Angst, Demenziale, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Ash, Lyra / Kotone, Serena, Spighetto
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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Mi dispiace.


Non so come io sia finito qui. Seduto su questa sedia di legno in un angolo della stanza, addobbata per l’occasione con festoni a forma di Pumpkaboo, piccoli Joltik e Ariados di carta velina che scendono dal soffitto con tanto di finte ragnatele appese qua e là.
Continuo a fissare il mio cocktail analcolico… o almeno, questo era quello che mi avevano fatto crederepensando a quando sarei potuto finalmente tornare a casa. Strano… di solito mi piacciono le feste movimentate dato che sono una persona espansiva e piena di amici, ma qui le cose iniziano davvero  ad oltrepassare ogni limite… e la colpa può essere, come al solito, sempre di una sola persona: Cetra.


Regione di Kanto, casa Ketchum (flashback, un mese prima)

Ero in giardino ad allenarmi con i miei Pokémon in vista del prossimo torneo, quando sentii una voce femminile piuttosto acuta chiamare il mio nome da lontano.

“AAAAAAAAAAAAAAASH!!! DA QUANTO TEMPO~~”

Eccola lì.
Mi voltai, e con grande stupore vidi arrivare una mia vecchia conoscenza che non vedevo dai tempi del mio viaggio nella regione di Sinnoh.

Arrivò ansimante e senza energie per aver urlato tutto il tempo mentre correva e appoggiandosi alla recinzione, senza nemmeno darmi il tempo di poterla salutare, mi mostrò subito un grande e radioso sorriso, indicando con foga il pezzo di carta che teneva stretto fra le mani.

“Ehi Ash, ne è passato di tempo! Ascolta… lo so che è abbastanza improvviso, ma sto organizzando una  grande festa di Halloween e ovviamente ho intenzione di invitare tutti i miei amici, e gli amici degli amici, e gli amici degli amici degli amici…”

Sta già perdendo il filo.

“Ehehe… COMUNQUE! Sarei molto felice se anche tu partecipassi. Dato che sto facendo le cose in grande, vorrei che ci fossero tutte le persone a cui tengo e che tutti si divertano. Ecco, ti lascio l’invito! La festa è fra un mese, quindi hai tutto il tempo per pensarci su e farmi sapere se ci sarai o meno!! Qui —indicando un piccolo riquadro nell’angolo inferiore del foglio— ci sono anche le indicazioni e tutto il necessario per raggiungere il luogo della festa!”

Prese un bel respiro.

“Ah! E mi raccomando, procurati un costume adatto per l’occasione!”

Detto ciò, mi fece l’occhiolino e lasciandomi l’invito se ne andò via correndo come un fulmine da dove era arrivata, lasciandomi a bocca aperta e senza alcuna possibilità di chiederle come stava o di farle delle domande in merito alla festa.

(Fine flashback)
 
Diedi un altro sorso alla brodaglia fucsia che tenevo fra le mani. Non era particolarmente buona o speciale, ma era l’unico mezzo che avevo per distrarmi e per sperare di non incrociare il suo sguardo.
Non solo ero lontano da casa e dunque in un luogo per me non molto familiare, ma ero circondato da persone completamente fuori di testa che si muovevano in modo confusionario lasciandosi trascinare dal ritmo della musica e, come se non bastasse, Cetra aveva ben pensato di invitare anche la mia vecchia fiamma: Spighetto.


Lo scrutavo in silenzio dal mio angolino. Era impegnato a valutare la qualità del cibo insieme a Brock e il cuoco della festa, nientepopodimeno che il rinomato chef Narciso.

Immagini di un tempo ormai passato scorrono veloci nella mia mente e se mi concentro mi sembra quasi di poter rivivere i momenti in cui io e Spighetto eravamo ancora innamorati, ancora felici insieme…
Ricordo il profumo di cioccolata con cui mi svegliavo ogni mattina, che inebriava i miei sensi e mi faceva alzare ogni giorno con il sorriso stampato sul volto.

Bevo un altro sorso.

E pensare che fino a qualche ora prima mi stavo divertendo con tutti gli altri… fin quando non mi accorsi della sua presenza.
Che stupido, dovevo immaginarlo.

Mi alzo.

Il frastuono della musica troppo alta e l’effetto dell’alcol mi fanno perdere l’equilibrio e mi sento un po’ barcollare. Non posso darla vinta all’alcol, non stasera almeno, e con decisione mi dirigo verso il bagno.

Appoggio i dentini da vampiro sul bordo del lavandino e do una bella rinfrescata al mio volto. Il vigore dell’acqua fresca sulla pelle mi fa già sentire meglio, ma quella sensazione di serenità è destinata a durare ben poco perché, subito dopo aver alzato lo sguardo, noto il riflesso di Spighetto nello specchio.

Panico. Strofino con grinta i miei occhi credendo si tratti di un’allucinazione, ma ben presto torno alla realtà quando lo sento chiamare il mio nome con la sua voce calda e composta.

“Ciao, Ash.”

Diamine.
Mi giro e prendo tutto il mio coraggio per guardarlo negli occhi ed accennare un piccolo saluto. Sarebbe scortese non ricambiare, no?

“Oi.”
Cala il silenzio per qualche secondo, poi il primo a parlare è il verde.

“Sono felice che anche tu sia qui. È passato un bel po’ di tempo, non è vero?”
“… già.”

Mi scappa un sorriso nervoso. Non so davvero come comportarmi in questo momento e il suo sguardo dolce non aiuta.
Solo ora mi rendo conto del suo costume da detective, poco coerente con il tema della festa.

Che idiota, sempre il solito.
E sempre bellissimo.

Si avvicina a me, appoggiando delicatamente una mano sulla mia spalla.
“Mi sei mancato. Posso abbracciarti?”

Lo fisso incredulo. Che sia l’alcol a parlare per lui?
Annuisco. Infondo, un abbraccio non ha mai fatto del male a nessuno.

Tutto d’un tratto, mi ritrovo stretto fra le sue braccia ed il suo profumo intenso invade le mie narici. Ricambio l’abbraccio tenendolo stretto a me.

Dopo qualche minuto di silenzio, sento le labbra del verde posarsi sulla mia tempia e non posso fare altro se non arrossire vistosamente.

“Io… a-ah, scusami… non sono riuscito a resistere. Forse è meglio che me ne vada, ho già sbagliato in passato e non voglio rovinare tutto di nuovo. Mi dispiace.

Lo vedo allontanarsi e istintivamente lo afferro per la manica del suo costume .

“Resta.” Lo supplico.
Forse l’alcol sta facendo effetto anche su di me.

Spighetto si volta e, senza un attimo di esitazione, si avvicina alle mie labbra.
Non riesco a spostarmi. Non voglio spostarmi.
Si, l’alcol è decisamente entrato in circolo.

Senza neanche rendermene conto, ci stiamo baciando. E con foga aggiungerei.
Sento il suo respiro caldo sulla pelle e le sue mani scorrere sotto la mia camicia.
Non riesco a fermarmi, mi manca.
Ho bisogno della sua presenza.


*~*~*~*~*~*~*~*~*~*

Allungo le mani verso la zip dei suoi pantaloni, ed una volta liberato il suo sesso pulsante mi avvicino intrepido e voglioso. Quando stiamo finalmente per colmare i nostri desideri repressi, sentiamo la porta del bagno aprirsi.

Presi dalla lussuriosa veemenza del momento avevamo completamente dimenticato di essere in un luogo pubblico.
E come se non bastasse, la persona che aveva varcato la soglia del bagno era Serena, la quale nutriva dei sentimenti nei miei confronti da diverso tempo, e di questo io ne ero a conoscenza.

Sento il sangue gelare nelle vene, un nodo alla gola e l’urlo straziante di Serena che, risuonando nelle nostre teste, ci fa tornare sulla Terra.

La ragazza scappa subito fuori dal bagno, una mano sulla bocca per cercare di trattenersi ed il volto sfregiato da una cascata di lacrime. Mi stacco da Spighetto e con molta preoccupazione cerco di raggiungerla. Il verde, invece, resta immobile senza dire nulla.

Serena cerca di fuggire facendosi strada a suon di spintoni tra la folla di invitati e per un momento riesce quasi a far perdere le sue tracce. Voltandomi di scatto, la noto con la coda dell’occhio mentre si sta dirigendo verso il balcone.
La ragazza spalanca la finestra ed improvvisamente si arrampica sulla ringhiera.

Le urlo di fermarsi.

Alcuni degli invitati si girano preoccupati.
Anche Serena si volta dopo aver sentito la mia voce e mi guarda, per quella che sarà l’ultima volta, con gli occhi arrossati e pieni di lacrime. Non riesco a sentire le sue parole a causa del fracasso della musica e della distanza, ma dal movimento delle sue labbra riesco a cogliere il suo messaggio.

Mi dispiace
E si lascia cadere.
Fragile e delicata.

Vedo la gente intorno a me che inutilmente cerca di raggiungerla per portarla in salvo.
Fra gli invitati si scatena il panico, ma io rimango come pietrificato. Non reagisco.

Mi avvolgono le tenebre e perdo i sensi.



*~*~*~*~*~*~*~*~*~*



(Alcuni anni dopo)


Fisso la pagina bianca del mio diario, pronto a raccontargli ancora una volta ciò che è successo quella sera.
È diventato un tormento e non riesco a fare altro se non parlare e pensare solo a quel tragico episodio. Tutt’ora Spighetto continua a cercarmi, ma dopo l’accaduto non riesco più a darmi pace e ad avvicinarmi a nessuno.

È colpa mia.
Solo colpa mia.


La cosa che mi fa stare ancora più male è che la colpa non è ricaduta su di me, bensì su Cetra, che dopo quasi due anni di indagini resta ancora la sospettata numero uno in quanto organizzatrice della festa e della preparazione dei drink, a tal punto che gli investigatori sospettano di un ipotetico traffico di stupefacenti in mancanza di prove concrete.

Nessuno conosce la verità o il motivo per cui Serena abbia optato per una fine così drastica.
So di essere un codardo ma non riesco a dire la verità. Mi dispiace.
Questa cosa mi sta distruggendo, mi sta consumando.

Concludo la frase sul foglio, e con un sospiro chiudo il diario.
Il rumore delle pagine che scorrono riecheggia nella stanza e anche questa notte vado a dormire sapendo che quel ricordo non mi darà mai pace.




**SPAZIO DELLE AUTRICI**

Siamo tornate con l’ennesimo profilo (questo è il terzo, abbiamo perso di nuovo la password, eggià).
Eravamo TheAruttulaS, poi TheAruttulaS2 e ora… solo AruttulaS! Avevamo in mente di scrivere qualcosa di demenziale, ma ci siamo lasciate prendere un po’ troppo la mano ed è sfociato in un qualcosa di molto angst.

Cogliamo l’occasione per ripresentarci: Siamo Hikari e Miharu e ogni tanto scriveremo fanfiction su questo pairing che ci portiamo dietro dal 2010, ironicamente e non. Speriamo vi sia piaciuto questo nuovo lavoro, anche se si discosta molto a livello di stile dalle fic precedenti che abbiamo scritto sulla Cafèmocha.

Ecco il link alla nostra vecchia fic, se qualcuno è interessato:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1207025&i=1 (L’inizio non è demenziale, di più. Ma se avrete il coraggio di arrivare fino alla fine non avrete rimpianti!)
   
 
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