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Autore: Chierri chan    25/10/2016    1 recensioni
Piccola one shot che riporta i pensieri di Gajeel mentre si trova a prendersi cura di una Levy malata.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Levy McGarden
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Solid Script: I love you

 

Una piccola one-shot senza pretese, scritta in un momento di insonnia, ispirata interamente dai bellissimi disegni e storie di rboz (quella da cui è nata questa storiella la trovate qui: https://gajevyfromrboz.tumblr.com/post/653892276851965952/rboz-prompt-2-i-love-you-i-feel-like-levys), spero vi piaccia!

 

 

Guardai Levy che giaceva febbricitante in quel letto di una stanza d’albergo, orami era qualche giorno che ci trovavamo li a causa di quel soggiorno improvvisato all’ultimo secondo. Al improvviso l’avevo vista collassare nel bel mezzo della strada mi era preso un colpo ed ero andato completamente nel panico. Ridicolo vero? Il grande Gajeel che si lascia agitare da una cosa del genere, ma non posso farci niente, quando si tratta del mio Gamberetto non riesco ad essere razionale e la cosa mi infastidisce assai, specialmente da quando ho dovuto ammettere che si, sono innamorato di Levy. Da quando è svenuta non riesco a smettere di sentirmi in colpa, probabilmente era già malata da un po’, ma io non me ne sono accorto, preoccupandomi solo di arrivare presto a destinazione per finire quella missione in fretta, senza preoccuparmi se Levy stesse male. Che stupido, se ora lei sta così è anche colpa mia.

Il suono del termometro elettrico mi desta dai miei pensieri. La temperatura è ancora superiore ai trentanove gradi e non sembra intenzionata a scendere nonostante la medicina avrebbe già dovuto fare effetto.

-Non ti preoccupare, presto starai meglio- dico quasi più a me stesso che a lei, che mi risponde con un rantolo accennato. Non mi piace vederla in quello stato, quindi provo ad alleviarle il dolore rinfrescando la pezza che le ho messo sulla fronte.  Sembra funzionare e Levy apre gli occhi.

-Ga..jeel..?- mi chiama con gli occhi semi chiusi.

-Hei Gamberetto!- la saluto, intenerito dal suo tono di voce. Cavoli così sei sleale, Levy. Con gli occhioni lucidi e le guance arrossate è semplicemente adorabile e ciò mi mette a disagio. Non mette il broncio come fa di solito quando la chiamo con quei nomignoli, ne si arrabbia o mi dice che sono un stupido, in questo momento è così indifesa e fragile, sembra una bambina. Dentro di me nasce l’istinto irrefrenabile di accarezzarle la testolina blu e non riesco a trattenermi. I suoi capelli sono così soffici che potrei continuare così per non so quanto tempo.

-Grazie.. per essere rimasto qui a prenderti cura di me- mi dice abbozzando un sorriso.

-Nah, dopotutto è normale tra compagni di squadra- rispondo cercando di darmi la solita aria da duro incurante che ho sempre, ma sembra non riuscirmi. Dopotutto come potrei, con lei che mi guarda in modo così dolce. Anche con la fronte imperlata di sudore e i capelli scompigliati è comunque bellissima. Si gira verso di me scoprendo parte della spalla, dove si distingue la mia maglia nera ed il mio cuore non riesce a evitare di perdere un battito ripensando a quando ho dovuto toglierle i pantaloncini e la camicetta, vestendola con una delle mie maglie, per far si che fosse più comoda. Aaargh, devo stare calmo e smetterla di pensare a certe cose, lei sta male e io che faccio? Mi approfitto della situazione? No no, non è così che si fa Gajeel!

I colpi di tosse di Levy mi allontanano dai miei pensieri facendomi preoccupare nuovamente. Le do lo sciroppo apposito, sperando di darle un po’ di sollievo.

-Forza prendilo tutto e poi torna a dormire, ne hai bisogno. Io vado a comprare dell’altro antibiotico- dico in tono da perfetta mammina premurosa, alzandomi e dirigendomi verso la porta.

-Aspetta..-  mi richiama, mentre con la mano usa la sua magia per scrivere “Ti amo!”. La scritta mi viene incontro entrandomi dentro all’altezza del cuore e provocandomi un senso di calore dolcissimo oltre che uno scombussolamento allo stomaco.

-Ma che..? Levy..?- ma lei si è già riaddormentata e sono inutili tutti i miei tentativi successivi di ricevere una spiegazione al riguardo. Che cavolo, ora come faccio a non pensarci? L’immagine del suo sorriso da cucciolo è impressa a fuoco nella mia mente. E quella piacevole sensazione calda all’altezza del petto è ancora chiaramente percepibile. Tentando di capire il significato di quel gesto la notte passa in fretta ed io non riesco a chiudere occhio, scervellandomi senza però trovare alcuna risposta.

Il giorno dopo Levy sembra già stare molto meglio, ma alla mia domanda riguardo il suo gesto di ieri la piccoletta mi guarda con fare innocente, leggermente imbarazzata, e mi zittisce con un: -Ho.. ho fatto qualcosa di strano?- 

-Lascia perdere..- rispondo biascicando. Non so se mi sta mentendo o se è stato tutto a causa della febbre e veramente non se lo ricorda. In ogni caso non posso mostrarmi deluso e forse era davvero troppo sperare che lei ricambiasse i miei sentimenti, ma cavoli per un secondo ci ho creduto davvero.

Beh dopotutto non è ancora detta l’ultima parola, un giorno le dirò cosa provo e allora avrò la mia risposta, ma fino ad allora rimarrò qui farmi torturare da questo diavoletto travestito da angelo, che mi fa ammattire con ogni suo piccolo gesto.

Perché dopotutto anche l’amore è un campo di battaglia e non sono certo uno che si arrende io!

 

 

  
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