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Autore: loveis4ever    25/10/2016    0 recensioni
Quali sono le conseguenze di "investire" un idol?
Quando un giorno Jade urta con la sua auto B.B. in un incidente del tutto casuale, la ragazza non può certo immaginare di aver quasi fatto fuori una star, anche se a lei del tutto sconosciuto.
La montagna di guai in cui Jade continuerà a cacciarsi, dopo questo evento, la porteranno a condividere lo stesso tetto proprio con B.B. ... anche il fato ci mette il proprio zampino, decidendo di giocare questo brutto scherzo ai due ragazzi, che non fanno altro che litigare dalla mattina alla sera, intervallati da una strana complicità che si crea tra di loro. Ma dai famosi litigi può nascere qualcosa? L'amore è alle porte oppure è destino che rimangano solo due persone che si detestano?
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 1
 
-Gabriel, sei a casa?-Entro in casa con le buste della spesa, ho la testa che mi scoppia ormai. Dopo una giornata stressante sono finalmente arrivata alla fine della giornata.
–Oh, ciao sorellina!- Gabriel esce dalla porta del salone con i suoi un metro e 75 cm, mi si avvicina e prende le buste della spesa dalle mie mani. 
–A parte rispondere male a tuo fratello maggiore  che hai combinato oggi?- Seguo Gabriel verso la cucina e mi siedo su uno sgabello vicino al tavolo da lavoro di mio fratello, poggio la testa sul tavolo e chiudo gli occhi.  Sono tentata di digli tutto ma poi cambio idea, mio fratello è un tipo iperprotettivo nei miei confronti. 
–Niente di che, il solito.- 
Gabriel mi punta addosso i suoi occhi verdi, che anche se non vedo, li sento su di me.  
L’unica cosa che io e mio fratello abbiamo in comune sono gli occhi per il resto siamo diversi. Gabriel è moro e io sono rossa, lui alto un metro e 75 e io un metro e sessanta, lui comprensivo e dolce ed io combina guai e senza peli sulla lingua. 
–Domani parto per New Orleans, ti dovrai occupare della pensione.- 
Alzo la testa dal tavolo e fisso mio fratello terrorizzata. Non è un bene che sia io ad occuparmi della pensione, l’ultima volta stavo cercando  di cucinare e per poco prendeva  fuoco la cucina.
- Non credo di essere la persona adatta, sono al lavoro e…e…e poi non c’è nessuno, quindi magari possiamo chiudere fino a lunedì.-  Mio fratello mi sorride in modo dolce. 
Sa che sto inventando delle scuse, perché lui mi ha cresciuta e mi conosce meglio di chiunque altro.
- Verrà Andrew a cucinare! Per quanto riguarda il lavoro, domani, se non sbaglio, chiudi a mezzogiorno e hai persino il pomeriggio libero e così anche la domenica. Se hai un problema basta che mi chiami.- 
Sbuffo e rimetto la testa di nuovo sul tavolo, questa volta mi ha fregata. 
Gabriel ride e si mette a cucinare per la sera. 
–Hai prenotato l’albergo?- Gabriel parte spesso per i convegni, vuole tenersi informato sulle novità per le pensioni e tutto quello che ne è annesso. Non capisco cosa ci trovi di interessante in tutti questi convegni sulle pensioni e alberghi, io mi annoierei a morte.
–Vado a stare da papà.- Parla a voce bassa nella speranza che io non lo senti, ma invece ho sentito benissimo.
- Non puoi!- Alzo la testa e fisso mio fratello.-Ti trovo io un albergo su internet, ma da lui non ci vai.- So che mio fratello pensi che sia dura con mio padre ma la verità è che se lo merita.
Dopo il divorzio con mia madre, anche lui se ne andato lasciandoci qui da soli, e dopo nemmeno un anno si era risposato con un'altra. Mia madre ha anche le sue colpe,  forse ne ha più lei di lui. 
Ha mandato le carte del divorzio dall’Africa, dove è partita con i Medici senza frontiere per scappare da High Bridge. Dopo pochi mesi anche mio padre se ne andato con la scusa del lavoro, lasciando un Gabriel diciasettenne a prendersi cura della casa e di me. 
–E’ solo per due notti Jade.- ha la voce spezzata, ma non m’importa. Quel uomo ci ha fatto molto male, anche se mandava soldi a casa non eravamo più noi la sua prima preoccupazione. 
Le lacrime premono per uscire ma non glielo permetto, ho smesso di piangere per mio padre, ho smesso di piangere per gli uomini della mia vita che non fanno altro che deludermi.
–Per favore, Gabriel. Fammi solo questo favore, giuro che mi occuperò io di tutto in questi due giorni ma tu non andare da papà.- Gabriel annuisce, sa che per me non è facile chiedere favori e sa quanto mi costa farlo.
- Va bene Jade, ma spero per te che sia un bel albergo.- scherza lui per smorzare l’atmosfera. 
Con il cuore che si alleggerisce, prendo il pc e mi siedo sul divano in sala cercando tra gli alberghi e faccio la prenotazione. 
–Cosa cucini di buono stasera?- Dopo che  ho fatto tutto, mi rilasso sul divano.
- Cucina orientale.- risponde entusiasta. Una lampadina si accende nella mia mente.
- Porca miseria, bellimbusto!- Mi alzo in fretta dal divano e mi avvio a prendere la borsa che ho lasciato in cucina vicino allo sgabello in cui ero seduta prima.
-Cosa?- Mio fratello mi guarda come se all’improvviso fossi diventata matta. 
–Ho dimenticato bellimbusto chiuso in libreria!-  Esco di fretta dalla casa senza lasciare a mio fratello il tempo di replicare. 
“ Come diavolo ho fatto a dimenticarlo li dentro? Ora sì, che  mi denuncia per davvero.”Cammino per le strade come una pazza e cercando di tenere un passo sostenuto. 
Non mi ero accorta di aver lasciato qualcuno dentro alla libreria quando ho chiuso. A mia discolpa si può dire che il ragazzo coreano dormiva beatamente tanto da farmelo dimenticare del tutto. 
“Come ha fatto a non svegliarsi per tutto il tempo io non lo so, quel deficiente me ne sta facendo passare di tutti i colori oggi. Lo odio!”
Per fortuna non c’è molta gente per strada quindi in 20 minuti raggiungo la libreria, scendo veloce e rovisto nella borsa alla ricerca delle chiavi. “Dai, maledette dove siete?Proprio adesso che ho più bisogno di voi non vi fate trovare.”  Le mia dita toccano un paio di chiavi e sorrido soddisfatta. 
Apro la porta e accendo le luci accanto all’entrata, mi avvio di corsa alla sala comune dove ci sono i tavoli da studio e lo trovo lì…sveglio e molto incazzato.
- Non ti bastava investirmi, ma dovevi pure chiudermi dentro la libreria?-  Si alza dalla sedia in modo lento e mette le sue mani sui fianchi,  si vede a miglia,  miglia che è arrabbiato e non ha tutti i torti.
- Io non ti ho investito!-  Abbasso la testa comunque colpevole, se avessi fato attenzione a quest’ora non sarei qui a subirmi il ragazzo che si credeva Kurt Cobain.
A spezzare la tensione che si è creato ci pensa il brontolio dello stomaco del ragazzo e io non posso fare a meno di sorridere. Forse ho trovato il modo per levarmelo dalle scatole senza finire nei guai.
–Come faccio a sdebitarmi?- chiedo a me stessa ad alta voce. 
-Che te ne pare di un piatto caldo e di un letto per stasera?- e indica la sua pancia che continua a brontolare. 
-Ti stai autoinvitando a casa mia?- 
Lui si incammina verso l’uscita, senza prendersi la briga di rispondermi. 
-Vieni si o no? Per quanta ho fame io abbia, potrei mangiarmi anche a te.-
Ritiro tutto, non mi sento più in colpa anzi, ho fatto bene a chiuderlo qui dentro. Esco anche io, dopo un controllo alla libreria nella speranza che non abbia dimenticato nessun altro, spengo le luci e chiudo bene a chiave. 
Bellimbusto è appoggiato alla mia machina, ha il viso rivolto verso l’alto a vedere le stelle,  sembra un ragazzino ad un occhiata esterna e dal suo comportamento infantile. 
C’è la luna piena  e il cielo è sgombro dalle nuvole, per essere Aprile non fa molto freddo e non piove nemmeno molto. Di giorno c’è un sole piacevole che ti accarezza con i suoi raggi caldi e di sera c’è una notte piena di stelle. 
–Andiamo?- chiedo leggermente scocciata. Il ragazzo abbassa la testa e mi sorride, lancia un ultima occhiata al cielo ed entra nell’abitacolo, mi siedo anche io e poi parto verso casa. Mio fratello sarà contento di avere un ospite dopo tanto tempo, ma io no. 
–Mi vuoi tutto per te e per questo mi ha rinchiuso in una libreria? Sai, non dovevi arrivare a tanto, bastava che mi chiedessi un autografo. Io sono di tutti.-  non siamo partiti nemmeno da due minuti che inizia a vantarsi. 
–Guarda che non ti volevo chiudere, e sinceramente non so nemmeno tu chi sia! Adesso che ci penso, avrei fatto meglio lasciarti a digiuno, rinchiuso in libreria solo come un cane.- 
Lui mi guarda offeso e io faccio un sorriso angelico, per quanto mi senta in colpa ad averlo fatto non ho mica intenzione di dirglielo.  
“Questo qui è già pieno di sé, se ammettessi i miei sensi di colpa non farei altro che aumentare il suo ego. Non voglio contribuire a rinforzare il suo autostima che è già alle stelle.”
–Tu non sai cosa siano le scuse, vero?- 
Sorrido il più dolcemente possibile e gli rispondo un “no” secco.  Lui mi fulmina di nuovo e io continuo a sorridere, senza saperlo bellimbusto mi sta aiutando a non pensare alla mia disastrosa famiglia. 
–Cappuccetto rosso, sai chi sono io?-
–Fammi pensare…no.- Scuoto la testa in segno di negazione.  E sono sincera, lo giuro. Almeno credo.
Quando lascio High Bridge e prendo la strada che conduce a casa mia, il ragazzo si oscura in viso.
- Stai pensando ad uccidermi adesso?-
“Questo qui ha davvero poca fiducia in me!”
–Grazie per la fiducia, comunque no, sarebbe troppo facile.- 
Lui rilassa le spalle e il discorso finisce lì, quando intravedo le luci di casa mia abbasso la velocità fino a parcheggiare vicino alla porta d’ingresso. 
Di notte la casa sembra spettrale nella sua grandezza, prima di trasformarla in una pensione era una villa di due piani con molte stanze in disuso. Scendo dalla macchina e la stella cadente mi segue, apro la porta e mi faccio da parte per far passare il ragazzo. Mio fratello appena sente la porta chiudersi si fionda verso l’ingresso ma si ferma alla vista del ragazzo.
- Lui sarà nostro ospite per stasera.- Parlo prima che uno dei due apri bocca. 
Gabriel sorride tutto felice e fa un inchino con il busto imitato dalla stella cadente, mentre io gli guardo dubbiosa. 
Mi avvio verso la cucina da dove viene un profumo invitante. E’ bello quando tuo fratello è uno chef, puoi mangiare tante prelibatezze. Gabriel mi segue con la stella cadente, di cui ancora non so il nome.
-Quindi eri lui che ti eri scordata? Come si chiamava… bellimbusto?- Gabriel fa un cenno al ragazzo di prendere posto e lui si siede vicino a me, alle parole di mio fratello mi rivolge uno sguardo criptico. 
-Bellimbusto?- questa volta si rivolge a me.- Me ne hanno dato di migliori, non credi di esserti sprecata?- Lo guardo anche io mentre mio fratello torna ai fornelli. 
–Beh,in realtà penso che stella cadente ti calzi meglio.- 
Se gli sguardi potessero uccidere sarei morta di sicuro, a quanto pare al ragazzo non piace il nuovo soprannome che gli ho affibbiato. 
“ Peccato che un visino tanti carino nasconda un vero narcisista.”
-Se fossi una mia fan, sapresti come mi chiamo.-  Lui distoglie lo sguardo da me in modo teatrale e fissa mio fratello per attirare la sua attenzione. 
–Il mio nome è…- Prende una pausa lunga mezzo minuto come se il suo nome fosse chi sa cosa. “E’ davvero pieno di sé!”
–BadBeat.- Tutta quella pausa per un soprannome che poteva risparmiarselo. Non che sia un brutto nome ma solo scontato. B. B. sorride mordendosi un labbro in modo sensuale. 
-Bad Beat?- ripete Gabriel a macchinetta. 
-Ti sei dato come nome d’arte un termine da poker?- non che sia scandalizzata, chissà come mai me lo aspettavo da uno che crede di essere un Dio sceso in terra. 
–Sì.- dice compiaciuto di sé. 
Mio fratello mi guarda scettico. -Come fai a sapere che è un termine da poker? Non ci hai mai giocato.-
Anche B.B. sembra interessato alla questione e io sorrido maliziosa. -Non a poker, fratellone. Ma a strip poker.- 
Il coltello con cui mio fratello sta tagliando l’insalata cade per terra e mi fissa scioccato. La piccola stella cadente mi lancia uno sguardo dalla testa a piedi e annuisce soddisfatto.
“Se pensa che io farei un strip poker per lui, beh, dovrà sognarselo.”
–Tu… tu! Non l’hai fatto, vero? Chi è il bastardo per cui l’hai dovuto fare? Ti hanno costretto?- Gabriel parla in modo arrabbiato e il bellimbusto sorride sotto i baffi.
–Che c’è? Non hai mai sentito di una donna che si spoglia?- Gabriel mi manda uno sguardo ammonitore ma io lo ignoro alla meglio,  invece è B. B. a stupirmi, non ha fatto nessuna battuta. 
Mi alzo dallo sgabello e mi avvio verso le scale per andare in camera mia, mio fratello inizia a dire parolacce a raffica, ma è una battuta che non capisco della stella cadente a smorzare la sua rabbia. 
“A quanto pare Gabriel ha trovato la sua anima gemella.”
Entro nella mia camera che è uguale a come lo avevo lasciato questa mattina. Prendo il secchio vicino alla scrivania e inizio a togliere le bottiglie di tequila e quelle di birra, ci sono delle macchie sul pavimento. 
“Ma che cavolo, ora sarà tutto appiccicoso.”
Tolgo anche i vestiti e butto in cestino alcuni dei vestiti di Ryan, un sorriso mi spunta quando lo faccio. Rimetto a posto i libri che erano per terra e prendo la pila di vestiti da mettere in lavatrice, faccio uno sbadiglio che spaventerebbe anche un orso e metto i vestiti nella lavatrice dove ci trovo pure  quelli di Gabriel. 
“Perfetto, adesso c’è più ordine.”
Dopo aver lavato il pavimento scendo sotto e trovo il tavolo già pronto, mio fratello e B. B. si sono già accomodati ma aspettano me per mangiare.
- Jade, oltre a sparare cavolate, perché non mi hai detto che B. B. era nei guai?- A quanto pare il ragazzo ha raccontato le sue disavventure a mio fratello,  ma faccio un sorriso forzato e decido di rispondere. 
-Beh, non volevo snocciolare i problemi di questa povera stella.-  B. B.è seduto di fronte a me e mi lancia uno sguardo d’intesa, come se ci fosse un segreto tra noi due.
“Mi stupisce che non abbia aperto bocca sul presunto incidente, non sa fare altro.”
–Mangiamo che ho fame.- Iniziamo tutti a mangiare, la stella  doveva essere davvero affamata perché non fa altro che mangiare senza poggiare un attimo le posate. 
Gabriel mi rivolge un sorriso dolce da tipico fratello maggiore, ma nel suo sguardo c’è anche una nota di avvertimento. Credo che sia davvero felice di avere compagnia maschile e questo mi fa apprezzare un po’ di più la stellina, ma solo di poco, per il resto lo trovo insopportabile.
 La serata passa tranquilla, Gabriel e B. B. parlano cucina orientale e della Corea del sud, io invece mi siedo davanti alla tv ma dopo poco la spengo perché le palpebre cominciano a diventare pesanti. 
–Gabriel, accompagna tu il nostre ospite nella sua stanza, io vado a nanna.- Mio fratello annuisce e bellimbusto mi ha un saluto muovendo solo le dita. 
Arrivo in camera e mi cambio in fretta mettendo il pigiama, ma  appena appoggio la testa sul cuscino mi addormento. 

Sento la sveglia suonare e apro gli occhi, ho dormito come un ghiro per tutto il tempo anche se è stata una notte senza sogni. Esco dal letto  e mi sciolgo i capelli che cadono come una cascata di colore rosso. 
Mi avvio verso la stanza di mio fratello ma la trovo vuota, Gabriel dev’essere partito alle prime luci dell’alba, passo una mano alla faccia ed entro in bagno, la quale è occupata. 
– Che ci fai ancora qui?- B.B  mi rivolge uno sguardo assonato, è davanti allo specchio del bagno con le mani sotto il rubinetto dell’acqua, ma non è questo il particolare che attira il mio sguardo. 
Il ragazzo ha i pantaloni del pigiama prestati di sicuro da Gabriel, ma è a torso nudo. 
Sbatto le palpebre un paio di volte, ma la situazione non cambia.
 –Non ce l’hai una maglietta?-  Il ragazzo abbassa gli occhi sul suo petto nudo e mi rivolge uno sguardo malizioso. –Perché, non è di tuo gradimento quello che vedi?-
 Alzo gli occhi al cielo e faccio una smorfia. 
“Una persona la mattina ha bisogno di caffè, non di una stella cadente narcisista.”
-Chi lo sa.- Non che abbia un brutto fisico anzi,  ha un fisico asciutto e con una tartaruga appena accennata, ad un occhiata più attenta, mi accorgo dei tatuaggi sparsi sul petto.
 –Mi stai prendendo in giro?- Lui chiude il rubinetto e si avvicina a me.
“Se si aspetta che gli salti addosso come una ragazzina di quattordici anni, si è preso un abbaglio.”
 -Io? Come potrei mai prendere in giro un ragazzo fantastico come te.-  dico ironica. Mi sfugge un sorriso birichino e lui mi lancia un’occhiataccia. 
Rincaro la dose.- Pensa, non sei nemmeno il mio tipo.- 
Stellina  inarca un sopracciglio e mi sorride in modo diabolico. 
-Cappuccetto rosso, non puoi nemmeno immaginare quanto possa essere il tuo tipo.- 
Scuoto la testa e mi avvio per le scale, lasciandolo solo nel bagno. Nel bel mezzo delle scale rido a scoppio ritardato. 
–Cappuccetto, aspetta!- Mi segue giù per le scale. 

   
 
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