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Autore: ElderClaud    12/05/2009    5 recensioni
Che la gentilezza sia una virtù, è una cosa risaputa da tutti. Che poi faccia passare la gente come masochista o cogliona alle volte, va solo per certi elementi e non per tutta la massa. Riducendosi quindi a persone davvero singolari. E Tesla era una di queste
[TeslaxHalibel]
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Arrancar, Espada
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Raining Stones'
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Seconda oneshot su Bleach che scrivo, su due personaggi che mi affascinano assai.
Ossia Tesla e Halibel.
Storia abbastanza semplice e forse anche banale, ma che dovrebbe comunque allacciarsi in futuro ad altre fanfic sempre in ambito AU. Ho voluto comunque mostrare un Tesla un po' diverso dal solito, spiegare il perché della sua devozione.
Come ultima cosa non pensate male, Nnoitra mi piace ma mi piace ancora di più metterlo in determinate situazioni!
Ad ogni modo, commentate anche questa per favore!



• {Gentilezza




Che la gentilezza sia una virtù, è una cosa risaputa da tutti.
Che poi faccia passare la gente come masochista o cogliona alle volte, va solo per certi elementi e non per tutta la massa.
Riducendosi quindi a persone davvero singolari.

In molti si chiedevano il perché Tesla von Becker si ostinasse tanto a stare dietro a quel bastardo di Nnoitra Jilga che altro non faceva che abusare di lui e della sua gentilezza.
In molti si chiedevano come potesse guardare con ammirazione il proprio superiore che era forse una tra le creature più viscide di questo pianeta.

Essere stagisti di una delle più grandi industrie farmaceutiche del paese voleva dire correre per essere al passo coi tempi, ma correre per un bastardo che per ringraziarti ti donava pedate nel sedere era una cosa davvero assurda.
Eppure non c'era vassallo più devoto di Tesla verso il proprio “padrone”.
Era quasi un anno da quando prestava il suo servizio in ditta, fresco di accademia assieme a tutti i suoi compagni di corso, che non aveva ancora mancato di rispetto a Jilga.
Nnoitra era la prepotenza fatta a persona, una prepotenza alta quanto la sua notevole statura.
Perfida come il suo sorriso e cieca come l'occhio sinistro mancante. Coperto amabilmente da una benda nera.
Era l'addetto al reparto controlli e quindi, di conseguenza, un monte di cartaccia varia ingombrava perennemente il suo ufficio.
Ordini, consegne e fatture vecchie anche di anni aspettavano di essere catalogate e tolte dalla polvere e dalle ragnatele.
Era toccato proprio a Tesla il compito di sistemare quel disordine immane. Perchè per il suo sensei quella carta era un insulto alle sue vere qualità.
Roba da inutili stagisti quindi.
“Vedrai che ti farai le ossa Tesla... La strada per il successo inizia dallo spalare merda”
testuali parole gli aveva dettato l'allampanato superiore, e lui – senza fare nessunissima piega – aveva accettato l'incarico felice di essere d'aiuto.

Alcuni sostenevano che fosse la discendenza ariana di von Becker a imporgli solennità a quel maiale allungato.
Che fosse nientemeno che la disciplina quasi militarista impostagli dal nonno a “costringerlo” alla fedeltà del proprio capo. Devoto ad un credo anche se sbagliato.
Un autentico tedesco sia di aspetto che di carattere quindi, se non fosse che nelle sue vene scorresse anche il sangue di madre francese.
Una donna furba come poche che aveva sposato suo padre prettamente per i soldi.

Alla parola “furbizia” pronunciata mentalmente non riuscì a trattenere un timido sorriso.
Nonostante la mente stesse vagando su ben altri pensieri, era perfettamente concentrato sul lavoro che doveva fare.
Dei lievi colpi di luce si infrangevano sui suoi occhi di ghiaccio mentre la grande fotocopiatrice d'ufficio scansionava i vari documenti con rumore assordante.
Ennesimo lavoro inutile addossatogli da Jilga che aveva cose ben più importanti da fare che insegnare il mestiere al suo apprendista.
Tra l'altro erano persino documenti importanti che lo stesso Nnoitra doveva occuparsene, roba poi da un mucchio di soldi che non andava in nessun modo ceduta a terzi.
Tuttavia il sorriso del giovane Tesla non spariva affatto, e di questo se ne accorse persino un'altra persona.
“Ti stai divertendo con quell'immondizia Tesla?”
la voce suadente e femminile che giungeva alle sue spalle, possedeva comunque una nota autoritaria e fredda, ma non faticò comunque a riconoscerne la proprietaria.
“Ah, Halibel sama! Sto solo pensando mentre svolgo il compito che Nnoitra san mi ha affidato”
Rispose educato il biondo alla nuova presenza accennando persino un rigido inchino. Con devota professionalità mentre i suoi occhi di ghiaccio incontravano brevemente quelli verdi e distaccati della donna che sul ciglio della porta lo osservava a braccia conserte.
Bella e riservata com'era, Halibel era l'esatto opposto del suo superiore e decisamente più accorta nel trattare i propri stagisti.

Era una donna decisamente attraente e dall'aspetto esotico, possedeva infatti una pelle scura combinata con tratti somatici marcatamente europei, che tuttavia esibiva con una certa naturalezza senza inutili ammiccamenti e forzature nell'essere seducenti.
Era perfettamente naturale ma sembrava fregarsene se un uomo potesse guardarla o meno.
Tutto il suo aspetto e modo di presentarsi, era unicamente rivolto a se stessa e non a qualche capo d'ufficio compiacente o a qualche ragazzino arrapato.
Tesla questo lo sapeva, e sapeva anche che era in una posizione nettamente superiore a Nnoitra.
Sapeva anche che lei non poteva vedere il suo senpai, ma che anzi, lo disprezzava con tutta se stessa per il modo in cui ci provava con lei.
Una donna potente quindi, con la quale c'era poco da scherzare e c'era solo da portarle rispetto.

“Uhm... suppongo che Nnoitra avesse da spiare le liceali piuttosto che svolgere questo compito al posto tuo... - borbottò la donna osservando il sottoposto con discreto, ma velato, interesse - ad ogni modo mi spiace che tu venga sempre trattato come uno zerbino Tesla...”
Non vi era sentimento di compassione mentre pronunciava quelle parole che sapevano quasi di piatto. Quasi di vuoto se non fosse stato per quel suo lieve sguardo e sorriso che il giovane uomo aveva imparato a conoscere e apprezzare.
“Per me non esiste nessun disturbo nell'assecondare gli ordini di Nnoitra san. Lo faccio ben volentieri”
Perché quando si parlava di furbizia, Tesla allacciava in automatico quella parola alla figura della bellissima Halibel.
Una donna potente, una donna che risiedeva in alto.
Una donna che lo avrebbe sicuramente aiutato a fare strada nel mondo del lavoro.
Egli infatti sapeva che quella donna lo avrebbe premiato se si fosse fatto valere come stagista, e non solo in quello sia chiaro, avendo quindi la possibilità di vedere strada del successo.
Avrebbe avuto più possibilità a stare con lei che con quel viscido del suo attuale capo.

Ma esattamente accadeva nel campo della seduzione, bisognava farsi desiderare.

Bisognava mostrarsi rispettosi verso il proprio senpai e totalmente devoti, in modo da suscitarle invidia e spronarla a desiderarlo di più.
A desiderare il ragazzino biondo bello come il principe delle fiabe. Educato come un nobile e disposto al sacrificio proprio come lei.
Perfetto gentiluomo, ligio al dovere e poco incline al lamentarsi come facevano quelle tre scalmanate delle sue attuali stagiste. Halibel lo desiderava ma sapeva a che gioco stesse giocando il fanciullo in questione.
Tesla non era poi così stupido come potesse sembrare in un primo momento ma anzi, era dannatamente furbo e sapeva bene quello che voleva.
E glielo avrebbe dato se si fosse mostrato gentile anche con lei.

“Bene allora... - iniziò nuovamente la dirigente dopo averlo osservato con più attenzione – ci pensi tu a portare quella roba nel mio ufficio? Pensi di poterlo fare?”

Come a dire: Vuoi avere una chance in questo mondo di merda? Allora vieni con me...

Lui colse quel messaggio subito, e nella penombra di quel piccolo ufficio si ritrovò a sorridere con più intensità in quello che era un perfetto sorriso cordiale.
“Nessun problema Halibel sama, glieli faccio trovare stasera sopra la scrivania...”

Per la donna quella risposta bastava ed avanzava. Quella di soffiare un stagista per lei era una giusta e sottile “vendetta” nei confronti del malizioso collega. Molestatore e provocatore.
Perciò, soddisfatta della risposta complice alzò i tacchi dalla soglia dell'ufficio e se ne andò.
Lasciando il giovane uomo alle prese con il suo inutile lavoro.

“Allora ti aspetterò stasera Tesla”

Perchè ostinarsi a seguire un totale bastardo? Perchè essere devoti a qualcuno che altro non fa che insultarti e maltrattarti?
Per la rigida educazione e senso dell'onore?!
Anche, ma per Tesla vi era quella piccola stilla di furbizia alla base di tutto ciò.
Perchè solo grazie a Nnoitra e alla sua maleducazione, era riuscito a farsi notare da qualcuno che stava ben più in alto di lui.
Qualcuno disposto a tutto pur di averlo con se solo per fare un torto ad un odiato collega.



E questo, ormai lo aveva capito bene, aveva un solo ed unico nome descrittivo.
Ossia il tanto famigerato mondo del lavoro.

   
 
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