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Autore: xjnicodiangelo    31/10/2016    1 recensioni
Will girava per il campo con un cellulare preso da chissà chi all’orecchio e contando gli squilli a vuoto. Non gl’importava di attirare mostri, diamine, voleva solo sapere se il suo ragazzo stesse bene!
Quella settimana Nico era ritornato in Italia per andare a trovare sua madre e passare del tempo con lei e Will era venuto a sapere del terremoto che aveva colpito l’Italia centrale.
–☼–
[...] Cinque telefonate e nessuna risposta da allora. Aveva perso il conto degli squilli che aveva contato speranzoso di sentire la voce del figlio di Ade che gli assicurava che stava bene ed era ancora tutto intero.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nico di Angelo, Nico/Will, Will Solace
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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(H)Eartquake
 
 
Will stava seriamente per dare di matto.
Girava per il campo con un cellulare preso da chissà chi all’orecchio e contando gli squilli a vuoto. Non gl’importava di attirare mostri, diamine, voleva solo sapere se il suo ragazzo stesse bene!
Quella settimana Nico era ritornato in Italia per andare a trovare sua madre e passare del tempo con lei e Will era venuto a sapere del terremoto che aveva colpito l’Italia centrale. Da allora, aveva girato tutto il campo per procurarsi un cellulare e una volta trovato aveva composto il numero del moro –prima che partisse si era assicurato di fargli procurare un cellulare dai fratelli Stoll per potersi tenere in contatto– aspettando con ansia e aspettativa che il suo italiano rispondesse.
Cinque telefonate e nessuna risposta da allora. Aveva perso il conto degli squilli che aveva contato speranzoso di sentire la voce del figlio di Ade che gli assicurava che stava bene ed era ancora tutto intero.
Stava per staccare ancora una volta, quando sentì il bip dello scatto alla risposta e la voce che aspettava di sentire con ansia e fu invaso da un immenso senso di sollievo: «Pronto?»
«Nico! Sono io, Will! Stai bene? State tutti bene? Ho saputo del terremoto e volevo sapere-» Il biondo si era lanciato in una serie di domande a raffica che furono interrotte bruscamente dall’italiano che lo spronò a calmarsi: «Ehi, ehi, calma. Sto bene, stiamo bene. Qui non è successo nulla, fortunatamente, abbiamo soltanto avvertito le scosse: è stato spaventoso, ma nessuno si è fatto male: almeno, non qui.»
Will tirò un sospiro di sollievo e si sentì il cuore più leggero: «Sono andato in panico appena l’ho saputo, sai?» mormorò affranto puntando lo sguardo sulle sue converse rovinate.
«Già, immagino: è normale; però calmati, hai ancora il tono agitato.» la voce dell’altro era pacata e il maggiore quasi si sentiva in colpa perché lui, che probabilmente aveva vissuto un momento orribile, cercava di rassicurarlo e infondergli calma. Però il figlio di Apollo era agitato e frustrato e aveva i nervi a pezzi: «Calmati un cazzo, Di Angelo! Tu te ne torni in Italia e vengo a sapere che c’è stato un forte terremoto: è normale che mi preoccupi!»
«Diamine, Will, non fraintendermi. Volevo dire che dovresti calmarti ora che sai che sono vivo e incolume. –Un sospiro– Da voi tutto bene?»
«Ah beh, il terremoto c’è stato in Italia non a Long Island.» aveva borbottato Will mordendosi il labbro inferiore e non riuscendo ad apprezzare completamente il fatto che il minore cambiasse argomento, forse per tranquillizzarlo forse perché realmente non voleva parlarne.
«Sì, okay, ma siamo semidei e abbiamo altri problemi oltre a terremoti e/o calamità naturali.» aveva obiettato Nico lasciando trasparire una punta di fastidio e Will poteva immaginarselo mentre alzava gli occhi al cielo.
Sorrise al pensiero: «Se ti stai chiedendo se ci è stato annunciato l’imminente risveglio di qualche divinità malvagia o una nuova guerra tra dei, la risposta è no: qui è tutto regolare.»
«Mh.» si era limitato a rispondere l’altro: conversare non era ancora il suo forte. Il biondo si era appoggiato ad una delle colonne dalla mensa dietro di lui prima di chiedere: «Come l’hai sentito?»
Un sospiro dall’altro capo del telefono: «Stavo dormendo, a dire il vero. Mi sono svegliato di scatto sentendo tutto muoversi; poi ho guardato il lampadario e ho visto che oscillava pericolosamente. Mi sono alzato e sono andata in cucina, dove c’era mia madre che aveva sentito la scossa anche lei. Poi abbiamo ascoltato il telegiornale per vedere i danni. –Una pausa– È durato poco, ma è stato … spaventoso.»
«Anche da come ne parli sembra spaventoso.» Concordò il maggiore alzando lo sguardo e notando Chiara che andava avanti e indietro poco lontano da lui, anche lei munita di cellulare e inveendo in italiano mentre il suo ragazzo, Damien, la seguiva a ruota cercando di calmarla, ma invano.
«Come tuo dottore, ti permetto di usare il viaggio ombra per tornare qui.» aveva concesso Will, consapevole, però, che il moro non avrebbe usufruito di quella concessione.
«Non posso tornare ora, Will: non la lascio mia madre da sola; dammi qualche giorno perché si assesti, almeno in parte, la situazione e  sarò di nuovo lì.»
«Lo sai che quando torni ti stringo e non ti mollo più, vero?»
«Lo sospettavo, sì. »
Tra i due s’instaurò un silenzio rassicurante, che però venne interrotto dall’italiano che mormorò: «Ti amo, Will.»
E Will sentì i brividi sulla pelle e il cuore battere con più vigore nel petto; in quel momento non si concesse nemmeno l’idea di valutare che fosse dovuto al fatto che sembrava che Nico gliel’avesse detto perché aveva paura, paura di non avere altra occasione per confessarglielo, ma con il sorriso sulle labbra e gli occhi un po’ umidi gli rispose: «Anche io, Raggio di sole. Tanto.»
E Nico, dall’altro capo del telefono e dall’altro capo del mondo, si sentì le gambe molli e la terra mancare da sotto i piedi, ma non era il terremoto.

 

Ehilà!
Okay, questa os è stata scritta ieri mattina, di getto, perché è stata la prima volta che sentivo un terremoto e l'esperienza mi ha spaventata abbastanza da farmi partorire quest'idea per distrarmi; però essendo stata improvvisata, per così dire, ci sono dei punti che secondo me vanno spiegati/chiariti, so let's start:
  • Essendo stata scritta di getto, non mi sono soffermata troppo sulle scelte riguardanti la trama, nè sul perché delle cose, motivo per cui Maria Di Angelo è viva molto random e Nico va a trovarla in Italia: non c'è un perché, semplicemente avevo bisogno fosse così;
  • C'è una sorta di buco temporale (non so se è giusto chiamarlo così, ma pls, lasciatemi passare l'espressione) tra gli orari, in quanto, per via del fuso orario, quando c'è stato il terremoto, a Long Island erano le tre/quattro di notte, ma non riuscendo a trovare un motivo per cui qualcuno potesse essere sveglio a quell'ora, ho spostato i fatti in un orario più fattibile;
  • Non so quanto sia veriterio il racconto di Nico, perché sono di Napoli e non ho idea se e/o quanto si siano sentite le scosse a Venezia: mi sono limitata a raccontare la mia esperienza (circa) e spero che la cosa non disturbi troppo;
  • Un ultimo appunto riguardo Nico: non so quanto sia corretto e/o veritiero che lui definisca il terremoto spaventoso, dopo aver affrontato, comunque, divinità malvagie, viaggi infernali e combattutto nella guerra tra titani; però ho pensato che sapere che c'è qualcosa che non dipende dalla tua volontà o quella di una divinità (Gea è stato sconfitta, quindi ho escluso la sua colpevolezza) deve essere preoccupante e ho comunque aggiunto la mia personale opinione.
Questa storia l'ho scritta per distrarmi e distrarre chi l'avrebbe letta  -o almeno per provarci- e come al solito anche mentre la pubblico ho una miriade di dubbi sulla sua riuscita.
E niente, ringrazio chiunque abbia letto e vi sarei davvero molto grata se mi lasciaste una recensione per farmi sapere se questa storia fa effettivamente schifo e anche perché ci tengo particolarmente. 
Probabilmente tornerò a pubblicare qualcosa verso gennaio (la scuola mi riscucchia), ma non si sa mai!
Alla prossima, adorabili cupcakes!
  
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