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Autore: Kagome Malfoy    31/10/2016    0 recensioni
Siamo così perfetti ma non ci apparteniamo se non per brevi momenti. E il giorno me lo ricorda inesorabile.
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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"Chri, ma le manette pelose rosse?" "Eh...cosa vuoi sapere?" "Ma niente ahahahah, comunque mi stupisci ogni giorno di piu" Che scemo era quel ragazzo, con i suoi modi di fare da pagliaccio a parlarmi da dentro il bagno mentre era seduto sul suo "trono", ma cosa ci si vuole aspettare d'altronde da un "re"? Poco prima, mentre mi trovavo ancora in camera da letto stavo coccolando la sua gattina che aveva finito di partorire da poco e alzando lo sguardo mi saltò all'occhio questa strana cosa rossa mezza nascosta su un mobile a scaffali fra libri e altro ciarpame. Incuriosita mi alzai e andai a vedere cosa fosse e scoprì che si trattava di un paio di manette pelose rosse, accanto spuntavano delle fascette da elettricista, solo dopo realizzai che sarebbero state utilizzate in contemporanea. Lui uscì dal bagno, guardandomi negli occhi mi sorrise e mi disse una delle sue tipiche frasi "Sei proprio una pagliaccia", io sorrisi e risi a mia volta, non potevo farne a meno, era più forte di me, lui aveva questo strano potere di provocarmi sorrisi incontrollati e incontrollabili ogni volta che posava lo sguardo sulla mia figura. Che scema. Salimmo le scale e andammo in camera sua, una stanza alquanto caotica, con bottiglie d'acqua vuote per terra, vestiti lanciati sparsi dovunque e il cestino colmo all'inverosimile, nella quale i due oggetti di maggiore rilievo in quella moltitudine risultavano essere senz'altro il letto poiché molto piu grande del normale dato che si trattava di due letti da una piazza e mezza posti accanto e il televisore (curvo e ultra hd preciserebbe lui). Ci sedemmo sul letto e lui con subito in mano il joystick della playstation 4 si mise a giocare ad un videogioco chiamato "Fall out" (gioco incentrato sul ritrovamento del figlio da parte del padre in una visione della realtà post-apocalittica). Si sa come si dice, no? un po' va bene ma il troppo stroppia ecco perché dopo mezz'ora di partita iniziai a abbracciarlo da dietro e a dargli baci sul collo e sulle spalle che per quanto lasciassero spazio all'immaginazione erano una chiara silenziosa richiesta, sembrava volessero dire "Lascia perdere quel livello e gioca con me come l'altra volta". Eh si, c'erano state altre volte, cinque per la precisione, ma queste sono altre storie. Lui dopo poco si voltò e ridendo mi chiese cosa avessi, io non risposi a parole, semplicemente lo baciai, presi il suo viso fra le mani e lo baciai; Dio quanto mi piaceva baciarlo, era qualcosa di meraviglioso, non sapevo se lui la pensasse allo stesso modo ma non mi importava piu di tanto in quel momento, piu che non importarmi non ci stavo proprio pensando. Continuammo a baciarci, con sempre piu passione, le mani dovunque e i respiri gia quasi affannati e senza accorgermene mi ritrovai stesa supina con le gambe aperte e lui fra di esse che sembrava mi sovrastasse. Christian era un ragazzo (oh dio, forse è meglio dire giovane uomo vista l'età ma tralasciamo) molto passionale, molto carnale, quel tipo di ragazzo che "preferisce chiedere il perdono che il permesso" anche se alla fine non chiedeva nemmeno il primo, comunque molto rispettoso di quello che poteva volere o meno l'altra persona ma diciamo che tendeva a portarti a fare quello che voleva lui, era molto seducente in certe occasioni, quella fu una di quelle. Con un movimento abbastanza rapido e guardandomi prima negli occhi mi tolse pantaloncini e perizoma in una volta sola per poi lasciarmi completamente scoperta una volta slacciato il reggiseno e levato anch'esso insieme alla canottiera; contrariamente a quanto si potesse pensare sia perché non era il mio ragazzo, sia per la differenza di età e di esperienza che certe volte mi faceva sentire davvero piccola, non provavo imbarazzo a stare nuda davanti a lui, riusciva a mettermi a mio agio e a non farmi vergognare di quelli che potevano essere i chili in piu o le smagliature ai lati dei seni. Vederlo li, fra le mie gambe, io con le mani una intenta a stringere i suoi capelli e l'altra che tirava il lenzuolo e lui con le labbra appoggiate alla mia femminilità mentre mi dava piacere con la lingua e con le mani mi torturava piacevolmente i capezzoli, mentre mi guardava e al contempo sentiva godere era impagabile come visione. Improvvisamente smise e un sorrisetto sornione gli nacque in volto, non prometteva niente di semplice ma di sicuro sarebbe stato a dir poco piacevole. "Vuoi provarle?" "Cosa?" "Le manette" "Sarò alla tua mercè, non potrò fare niente per fermarti...Assolutamente si" Mai feci una dichiarazione di fiducia più grande, affidare totalmente il controllo ad un'altra persona, essere completamente al suo volere, ma fidarsi vuol dire anche questo, almeno credevo. Prese le manette e dopo averci pensato su un attimo prese anche le fascette da elettricista; vedendo il mio sguardo un pochino titubante mi sorrise e basta, come a significare "fidati di me", non so tutt'ora se fosse consapevole di quanta fiducia riponessi in lui, in ogni senso, in ogni situazione, io con lui mi sentivo al sicuro, sempre. Ritornò sul letto, mi serrò i polsi nelle manette e poi con una fascetta legò il filo che collegava i due polsi alla testata del letto, dopodiché mi diede un bacio semplice, quasi innocente e pronunciò una frase che mi rimarrà dentro per sempre: "Ora inizia il gioco...Cosa vuoi che faccia?" "Lo sai che mi imbarazzo a parlarne così esplicitamente..." "Lo so, ma dimmelo comunque" "Voglio che mi baci" "Dove?" "Ovunque." E così fece, mi baciò dappertutto, la fronte, le labbra, il collo, i seni, il ventre e tutte le gambe; ogni bacio era un sospiro sempre più forte. "E ora cosa vuoi?" "Voglio te" "E dove mi vuoi?" "Dentro di me, ti voglio, voglio che mi scopi adesso" Trovai e trovo tutt'ora che "scopare" sia davvero una pessima descrizione per un'atto così bello, il più bello del mondo, ma non potevo dire nient'altro, soprattutto non potevo dire quello che pensavo sul serio; come ho gia detto non era il mio ragazzo, era il ragazzo di qualcuna ma non il mio, quindi non potevo in alcun modo dirgli che per me quello che facevo con lui non era solo e semplicemente sesso. Dire che sapevo cosa fosse è una bugia, sapevo quello che non era, e non era solo sesso. Non sapevo nemmeno perché venisse con me dato che sembrava tanto innamorato della sua ragazza, ma la risposta a questa domanda non ci tenevo così tanto a saperla; meglio cullarsi in un non totalmente rassicurante dubbio che essere sicuri della peggiore delle ipotesi. In ogni caso l'eccitazione di quell'istante non era nemmeno lontanamente paragonabile a quella provata in nessun'altra occasione, c'era qualcosa di perversamente magico in quel momento. Le sue braccia tese a sostenerlo, il suo viso a un centimetro con il respiro pesante che mi riscaldava il collo, e poi finalmente lui dentro di me con un movimento deciso, fermo, ma non prepotente. Dopo un secondo, tempo di abituarmi ad averlo dentro, iniziò a muoversi e io a gemere con e grazie a lui. Non era solo bravo, era il migliore di tutti, non che io fino a quel momento fossi andata con moltissimi ragazzi ma avrei scommesso tutto quello che mi apparteneva su di lui, era perfetto, per me era perfetto: il suo modo di muoversi, di guardarmi, di farmi sentire desiderata e soprattutto il suo essere leggermente dispotico nei modi anche se con una certa gentilezza iniziale, il tutto unito insieme dava vita a un mix spettacolare del quale non mi sarei mai stancata. La testata del letto iniziava a fare rumore dato che muovendomi ed essendo legata ad essa era come se la tirassi verso di me. Dopo averlo fatto per un bel po' così, cambiando magari la posizione delle mie gambe che potevano finire sulle sue spalle come anche rimanere rase al lenzuolo e avermi baciato piu volte per far si che le mie urla non si sentissero troppo, si scostò, forse anche per riprendere un attimo fiato, e mi fece segno di girarmi. Avevo gia capito tutto e mi andava piu che bene. Una volta girata prona il torcersi della fascetta fece si che le manette tirassero di più e anche smuoverle non serviva a niente. "Alza i fianchi" e così feci, sentivo il suo sguardo su di me che percorreva la linea della spina dorsale e si soffermava sul mio sedere e così non del tutto inaspettatamente sentì prima il suono e poi l'umidità della sua saliva su di me, mi stava preparando. Dapprima le dita e poi il suo membro, accoglierlo dentro di me in quel modo era sempre come la prima volta, sempre: all'inizio un po' di male, al principio ci si deve abituare un pochino e poi una sensazione a metà fra piacere e dolore che fa andare fuori di testa; è difficile descrivere un'emozione, la si bisogna vivere in prima persona ma posso assicurare che non avrei voluto che nessun'altra la provasse, non con lui. Mi pare ovvio non fosse possibile, ma molto spesso quello che si vuole non corrisponde alla realtà dei fatti. Lui era l'unico con il quale l'avessi fatto in quella maniera a parte con quello che era stato il mio primo ragazzo con il quale ci avevo provato una volta sola più per curiosità che per voglia vera e propria e avevo pensato, prima di incontrare Christian, "mai più"; non mi ero fidata mai di nessun'altro a tal punto da lasciargli fare una cosa che gia a priori sapevo mi avrebbe fatto male, almeno all'inizio. Lui era speciale per me, ma penso si sia gia capito. Era destabilizzante e rassicurante allo stesso tempo e io non riuscivo proprio a dirgli "ciao" pur sapendo che avrei dovuto lasciarlo perdere fin dal principio di tutto, non ci siamo mai voluti allo stesso modo, sinceramente non sono sicura tutt'ora se mi avesse mai voluto davvero. "Cosa senti?" "Che mi piaci sempre di più" Sempre di piu, mi piaceva ogni momento di più e non solo per quello che stavamo facendo, lui mi piaceva per quello che era, mi piaceva conoscerlo ogni giorno un pochino di piu, mi piacevano le sue stranezze e le sue fissazioni, mi piacevano tutte le storie che aveva ancora da raccontare e che non sapevo, mi piaceva lui per com'era fatto e mi piaceva tanto. Dopo essermi venuto dentro mi diede un bacio sulla testa e si stese accanto a me ancora con il fiatone e il respiro molto pesante, poco dopo con il coltellino che teneva sempre fra il materasso e il bordo del letto tagliò la fascetta e io fui di nuovo libera di muovermi anche se non del tutto, la vera liberà arrivò quando mi liberò i polsi dalle manette. Ci sdraiammo e mettemmo su un film Disney (genere che piaceva molto ad entrambi) e stando abbracciati lui si addormentò praticamente subito, ormai erano le sei emmezzo di mattina, dopotutto era capibile la sua stanchezza. Prima di addormentarsi però mi fece i grattini e le coccole e io mi ci cullai come una bambina. Non dormii molto quella notte, stetti in un dormiveglia per la maggior parte del tempo, abbracciata, quasi aggrappata a lui e non potevo fare a meno di guardarlo, era troppo bello, troppo imperfettamente perfetto. I pensieri viaggiavano e si alternavano quelli belli a quelli reali: per quanto avessimo potuto stare bene quella notte lui non era mio e il giorno seguente non avrebbe tardato a ricordarmelo. -Le gioie violente hanno violenta fine e muoiono nel loro trionfo, come il fuoco e la polvere da sparo che si distruggono al primo bacio. Il più squisito miele diviene stucchevole per la sua stessa dolcezza, e basta assaggiarlo per levarsene la voglia. Perciò ama moderatamente, l'amore che dura fa così.- William Shakespeare.
  
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