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Autore: Esseinlove    31/10/2016    1 recensioni
‘Andiamo, andiamo Yoongi, voglio toccare la luna, spingimi di più.’ Stava gridando Jungkook, ridendo come un matto mentre il suo nuovo amico, perché si ormai erano amici per la pelle, lo spingeva sull’altalena. Yoongi rise ‘Scemo, non si può toccare la luna’
‘Certo che si può toccare, è così vicina. Ora la prendo e poi te la regalo.’
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Min Yoongi/ Suga
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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  CHEEKY BRAT


Jeon Jungkook era emozionato, finalmente avrebbe cominciato il primo anno delle scuole elementari con i suoi amichetti e avrebbe imparato tante cose nuove. O almeno era quello che credeva fino a quando il suo papà non era rientrato a casa dal lavoro, affermando che l’avevano trasferito a Seoul.
Aveva pianto tanto, non voleva lasciare la sua casa a Busan e non voleva lasciare il suo migliore amico Jimin. Non gli piaceva Seoul, era troppo lontana e come ci gioco a salta la tana con Jimin ora?.
‘No in quel postaccio io non ci vado, ho deciso!!.'


E fu cosi che una settimana dopo, si ritrovò sul seggiolino della sua macchina, le lacrime agli occhi, e la mamma che gli faceva tenere carezze sulla nuca per calmarlo.
Era appena cominciata l’estate quando si trasferì. La casa era bellissima anche se il piccolo Kookie non l’avrebbe mai ammesso. Era molto più grande rispetto all’altra, con due piani, la sua cameretta dalle pareti arancioni e la stanza degli ospiti che trasformò prontamente nella sua stanza giochi, come atto di ribellione per quel trasferimento indesiderato. Non che i suoi genitori gli avessero impedito di metterli li, ma a lui piaceva pensarla così.
Era passata una settimana e il piccolo si annoiava tantissimo, si era stufato di giocare con i pupazzi degli Avengers, aveva finito anche di parlare con il telefono della mamma a Jimin, e ora si girava e rigirava nel letto, aspettando che gli venisse la voglia di fare qualcosa. Qualcuno bussò alla sua porta e lui si mise a sedere di scatto. Magari è Jimin, si ritrovò a pensare, ma era impossibile, e nascose la sua tristezza quando ad entrare fu la mamma. ‘Tesoro è una bella giornata, perché non vai al parchetto qua dietro a casa? Magari ti fai degli amichetti nuovi.’

Faceva davvero caldo, e il parco era piccolo, cerano solo due altalene ed entrambe erano occupate, cera uno scivolo e una coda lunghissima per salire. Kookie sbuffò, non gli piaceva quel posto, e più guardava gli altri bambini più li trovava antipatici. La voce del papà che gli diceva di non giudicare male le persone prima di averle conosciute si fece largo tra i suoi pensieri che prontamente scacciò via. Era pronto ad andarsene quando, in disparte, sotto un albero che lo riparava dal sole, notò un bimbo minuto, dai capelli neri e i tratti dolci. Fu inevitabile per lui avvicinarsi, e più si avvicinava e più sentiva di star bene.
Si fermò davanti a lui, aveva le sopraciglia aggrottate, proprio come il suo papà, quando tornava a casa da una giornata estenuante di lavoro. Teneva tra le mani un piccolo album da colorare ed era molto concertato a non uscire dai bordi, cosa che era inutile dato che cera più colore fuori rispetto a dentro al dinosauro disegnato.
‘Che cosa stai facendo?’
‘Non lo vedi? Sto colorando, sei forse scemo?’ Kokkie piegò di lato la testa e mise il broncio.
‘La tua mamma non ti ha insegnato a non dire le parolacce?’
‘Allora sei proprio scemo. Scemo non è una parolaccia.’
‘Smettila di darmi dello scemo.’ Sbuffò Jungkook. Si lasciò cadere vicino all’altro bambino e lo guardò per diverso tempo. Anch’io voglio colorare uffa.
‘Io sono Jungkook, mi sono appena trasferito. Ho sei anni, quest’anno comincio la prima. Anche tu hai sei anni?’. Chiese speranzoso.
‘No, io ne ho otto.’
‘Oh. Waw e com’è essere grandi? E la scuola? Ti piace? Io non lo so se mi piace, spero di si, la mamma dice che devo studiare perche i bravi bambini lo fanno. Tu lo fai?’
‘Sei fastidioso, parli troppo.’ Si sentiva offeso. Lui voleva solo fare amicizia, essere gentile. Quando stava a Busan Jimin diceva che era molto chiacchierone, ma che era una bella cosa perché a lui piacevano le persone che parlavano tanto. Forse a questo bambino non piacciono quel genere di persone. Stranamente Kookie sentì una fitta alla pancia, voleva davvero piacere a quel bimbo.
Evidentemente il più grande aveva notato il dispiacere del moro, perché sbuffò chiudendo il suo album da disegno.
‘Sono Min Yoongi e no, non mi piace la scuola. E sono sicuro che presto cambierai idea anche tu. Quel posto è bruttissimo.’ Disse annuendo con veemenza per rafforzare il suo concetto. Si ritrovò a ridacchiare il più piccolo e poi gli sorrise timidamente, si persero un po’ via ad osservarsi a vicenda, è proprio un bel bambino.

‘Andiamo, andiamo Yoongi, voglio toccare la luna, spingimi di più.’ Stava gridando Jungkook, ridendo come un matto mentre il suo nuovo amico, perché si ormai erano amici per la pelle, lo spingeva sull’altalena.
Yoongi rise ‘Scemo, non si può toccare la luna.’
‘Certo che si può toccare, è così vicina. Ora la prendo e poi te la regalo.’ Kookie si protese verso la luna, che spiccava in mezzo al cielo, allungò una mano ma proprio quando stava per afferrarla cascò per terra.
Si era fatto male, il ginocchio gli bruciava ma non riusciva a pensarci. Continuava a guardarsi la mano vuota, ero sicuro di averla presa, pensò prima che delle calde lacrime gli rigassero le guancie paffute. Yoongi si inginocchio accanto a lui e lo abbracciò, rimase un po’ sorpreso il minore, si conoscevano da ormai un mese e quella era la prima volta che si abbracciavano.
‘Mi-mi dispiace –disse tirando su con il naso- i-io ero convinto di prenderla.’ Affondò il viso nel petto del suo amico mentre i singhiozzi non ne volevano sapere di smettere.
‘Non piangere Kookie, la luna è lontanissima da noi. Nessuno la può prendere.’ Quelle parole sfortunatamente non ebbero la capacità di tranquillizzarlo, anzi la situazione degenerò.
‘Ma io… ma io la vole-volevo prendere per te… ‘ Yoongi rise e strinse di più le braccia su Jungkook.
‘Non la voglio la luna, se ci sei tu qua.’ Kookie lo guardò, e tra le lacrime gli dedicò il suo più bel sorriso, quello che mostrava lo spazio vuoto dovuto al dente che qualche giorno prima era caduto, il sorriso che Min Yoongi più adorava.
‘Davvero?’
‘Certo che è vero. ‘


‘YOOOOOOOONGIIIIIIIII’ Strillò Jungkook mentre correva fuori di casa. Non vedeva il suo amico da una settimana, tantissimissimo tempo. Si era preso la febbre e la mamma gli aveva detto di non andare a trovarlo perché era un bambino che si ammalava facilmente. Nonostante sapesse che avesse ragione, aveva pianto per un giorno intero e si era chiuso nella sua cameretta. Ora Yoongi sta meglio, la febbre è passata e Jungkook non ci pensa due volte prima di gettargli le braccia al collo e stringerlo in un abbraccio stritolatore.
‘Mi sei mancato tanto.’ Afferma appoggiando il viso sulla sua spalla e guardandolo sorridente. Yoongi ridacchia e lo stringe a sua volta, stampandogli un tenero bacio sulla tempia.
‘Anche tu mi sei mancato, piccola peste.’
 
L’estate stava giungendo al termine e Yoongi diventava giorno per giorno più scorbutico. Doveva fare i compiti che la scuola gli aveva dato durante le vacanze e Kookie non lo poteva aiutare perché lui di geografia Coreana non ne sapeva niente, e quando Yoongi pronunciava numeri in un'altra lingua, per lui sembrava quasi stesse parlando la lingua degli ufo. Si sedevano sotto il grande albero che li aveva fatti incontrare la prima volta. Jungkook stava in silenzio il più che poteva mentre l’altro faceva i suoi compiti. Ma poi si annoiava e cominciava a importunare Yoongi, che abbandonava i suoi libri e si metteva a giocare con lui, per grande soddisfazione del più piccolo. Quel giorno però il suo amico non ne voleva proprio sapere e ignorava i continui sbuffi del minore. Pensò ad un modo che l’avrebbe distratto e poi gli venne un’idea geniale. Si gettò letteralmente addosso a lui. Ridendo come un matto mentre Yoongi strillava preso alla sprovvista. Si rotolarono per un po’ sul prato, sporcano i vestiti di erba e inscenando una lotta di solletico che fece gridare e piangere Kookie per il ridere. Si fermarono ansanti l’uno sopra l’altro, ridendo come forsennati e guardandosi negli occhi, i libri abbandonati ai loro piedi.
‘Volevo attirare la tua attenzione’ ridacchiò Jungkook, facendo alzare gli occhi al cielo al più grande. Kookie, non riusciva a smettere di guardarlo, era normale che trovasse il suo amico cosi bello?. Gli piacevano i suoi capelli neri, gli occhi piccini e le guancie paffutelle in confronto alla magrezza del suo corpo. Gli piaceva quando si abbracciavano, come in quel momento, e poi si guardavano negli occhi. Sentiva qualcosa muoversi nella sua pancia e questo un po’ lo preoccupava. Capperi non voglio ammalarmi proprio ora che comincia la scuola.
 
‘Sono cosi emozionato Yoongi, tu no? Chissà come sarà la mia nuova classe, secondo te mi farò degli amici? Spero di si, però tu resti sempre il mio amico per la pelle.’ Era contentissimo Jungkook, mentre fuori dal cancello di scuola aspettava il suono della prima campanella. Lui e Yoongi stavano mano nella mano. Il più piccolo l’aveva afferrata, stringendola stretta stretta, un po’ per l’emozione e un po’ per l’ansia che in quel momento lo stava logorando. Era pur sempre il suo primo giorno di scuola CAPPERI!!
‘Smettila di agitarti, non c’è nulla di bello. E in più ti sudano le mani, mi stai bagnando tutto.’ Kookie arrossì per l’imbarazzo e sciolse la presa, strofinando le mani sulla divisa e puntando lo sguardo dove gli capitasse, osservando come i bambini correvano verso i loro amichetti che non avevano visto durante l’estate. Si stava agitando e gli veniva da piangere, l’unica persona che conosceva non era in classe con lui. E se si fosse trovato male? Se la scuola fosse stata cosi brutta come diceva Yoongi? Il più grande, notando l’agitazione del suo amico ridacchiò, afferrando nuovamente la sua mano, e stringendola con forza per dargli tutto il suo sostegno. Si guardarono e Kookie si rilassò immediatamente non appena vide il sorriso rassicurante di Yoongi.
Poi la campanella suonò.
 
‘Ciao io sono Taehyung, posso sedermi vicino a te?.’ Jungkook guardò il bambino minuto con una zazzera di capelli marroncini, un sorriso un po’ rettangolare che andava da un orecchio all’altro e un carinissimo neo sulla punta del suo nasino. ‘Certo!!.’ Spostò il suo zainetto di Iron Man per lasciar sedere Taehyung. ‘WAW anche a me mi piacciono gli Avengers!.’ Kookie sorrise finalmente, e passò la prima ora di lezione della sua vita a parlare con questo bambino di quando super forte fosse Captain America.
‘Ciao ciao Tae, ci vediamo domani.’ Disse Kookie lasciando andare la piccola manina del suo nuovo amico quando arrivato al cancello vide Yoongi che lo aspettava.
‘Ciao.’ Disse sorridendogli. Sorriso che non venne ricambiato. Segui Yoongi che si era incamminato verso casa senza rivolgergli una sola parola. La paura di aver fatto arrabbiare il suo amico si impadronì di lui. Cosa aveva fatto? Corse per stare al suo passo e appena gli fu abbastanza vicino gli afferrò la mano, stringendola con maggior vigore quando l’altro provò a far sciogliere le loro prese.
‘Perché sei arrabbiato con me Yoongi?.’ Domandò tristemente Kookie, le lacrime agli occhi. L’altro non disse niente finche non sentì Jungkook tirare su con il naso. Si fermarono nel bel mezzo del marciapiede e Yoongi si girò verso di lui.
‘Chi era quel moccioso?’.
‘Moccioso? Era Taehyung, è il mio compagno di banco. Gli piacciono gli Avengers.’
Anche a me piacciono.’ Kookie questo non lo sapeva. Non ne avevano mai parlato e quando gli mostrata la sua collezione di pupazzi non sembrava che gliene importasse qualcosa.
‘Non mi piace quel bambino.’ Continuò poi il più grande mettendo il broncio. ‘Non voglio che gli parli.’
‘Perché no?.’
Ti porterà via da me, io lo so. Non voglio!.
Non mi porterà via da te. Tu sei il mio amico per la pelle. Io, io… io ti amo!!’
‘Mi-mi ami? ‘Certo! Mamma lo dice sempre al papà, e loro si vogliono tanto bene. Anch’io ti voglio tanto bene, quindi ti amo.’
‘oh, s-si. Ti amo anch’io allora.’ Kookie sorrise afferrando la mano di Yoongi e riprendendo il loro viaggio verso casa. Si sentiva felice. Il suo amico aveva paura di perderlo, e questa era una cosa bella giusto? Voleva dire che gli importava di lui. Non riuscì a non sorridere e il restante tragitto lo passò a raccontare la sua prima giornata di scuola mentre Yoongi lo osservava concentrato.
Lui lo sapeva il vero significato della frase Ti Amo.
 

Erano passati due anni, Kookie era pronto per affrontare la terza elementare mentre al contrario Yoongi non era pronto per l’ultimo anno. Poi ci sarebbero state le scuole medie, sapeva che ciò significava molto più studio e molto meno tempo libero. L’anno stava andando a gonfie vele, alla fine Jungkook si era rivelato un bambino intelligentissimo, gli piaceva leggere e studiare. La mamma era fiera di lui e ne era molto felice. La campanella dell’ultima ora era suonata, aveva salutato TaeTae, anche quell’anno suo vicino di banco ed aveva raggiunto il cancello. Si era fermato poco prima di uscire. Yoongi era li, con un gruppo di bambini che non aveva mia visto e rideva e scherzava come faceva solo con lui. ‘Yoongi.’ Gli sorrise appena lo raggiunse, e ci rimase un po’ male quando l’altro semplicemente lo guardò rivolgendogli un semplice saluto con la mano prima di tornare a parlare con i suoi amici. Jungkook restò pazientemente in disparte mentre lo aspettava. Ma poi Yoongi si incamminò con gli altri verso una direzione che non portava a casa sua.
‘Non andiamo a casa?.’ Gli chiese piano. Solo in quel momento i bambini che stavano con lui lo notarono.
‘Dai Yoongi, lascia questo marmocchio e andiamo. Ho sentito, che al supermercato di SeokHium vendono le figurine delle Tartarughe Ninja.’ Yoongi annuì e Kookie sentì una strana sensazione pungergli lo stomaco.
‘Si arrivo. Vai a casa Kookie, ci vediamo domani.’
‘Promesso?.
‘Sisi certo, ciao.’
Restò a guardarlo mentre correndo raggiungeva i suoi nuovi amici. E lo osservò, con la speranza che si girasse, che tornasse indietro e lo accompagnasse a casa come succedeva da quando si erano conosciuti, ma ciò non avvenne. Yoongi sparì dietro l’angolo e Jungkook non si seppe spiegare il motivo di quelle calde lacrime che lentamente abbandonarono i suoi occhi.
 
 
Il significato di quelle lacrime lo capì dopo. Quando Yoongi sempre più spesso lo aspettava per comunicargli che no, non l’avrebbe accompagnato a casa perché doveva andare a fare un giro con i suoi nuovi amici. O forse lo capì, quando smise definitivamente di essere suo amico.​
Alla fine non era stato lui ad andarsene.
 
 
 
 

 
 
Umh ecco spazio a me, volevo ringraziare quelle povere persone che hanno avuto il coraggio di leggere fino a qui. E' la seconda storia che ho il coraggio di pubblicare e spero che vi piaccia.
CiaoCiao
-Esse
   
 
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