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Autore: disneyanime95    31/10/2016    0 recensioni
Il ragazzino si risvegliò su un letto, molto morbido e si ritrovò in una stanza bianca. Dove si trovava? Accanto a lui c'era la sua sorellina: una bambina di 2 anni meno di lui, con i capelli bruni. Nella stanza entrò un signore con la veste bianca che andò dal ragazzino e chiese:
«Buon pomeriggio ... - sembrava gentile - Io sono il dottor Shinogawa. Tu come tu chiami?» Come si chiamava? Giusto! Il suo nome era ...
Genere: Avventura, Fantasy, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 4
Ritornarono tutti e tre al orfanotrofio, dove nascosero Shippo, nella camera di Inumaru, che andò a prendere dei presidi medici, per la sua ferita.
– Anche Kagome portava sempre con se oggetti molto simili! – disse allegramente Shippo, seduto sulla sedia, mentre si faceva medicare dal ragazzo – Su questo siete uguali! – Hachiko seduta sul letto del fratello, chiese incuriosita – Kagome è … nostra mamma, giusto? – Shippo la guadò e annuì con convinzione
– Invece il vostro papà si chiamava Inuyasha. – Inumaru finì la medicazione e disse – Sì, questi nomi, mi suonano famigliari  e anche molto. – andò a sedersi accanto a sua sorella e disse – Fratellone Shippo senti, visto che in nostri ricordi sono ancora un po’ offuscati, ci racconteresti la storia di come i nostri genitori si sono conosciuti? Ci darà una rinfrescata alla memoria. – il ragazzo volpe si rimise la parte sopra del kimono e si mise a pensare
– Mh … va bene! Se questo vi aiuterà allora, lo farò. – si mise comodo commentando: – Come è comodo questo sgabello. – Hachiko inarcò il sopraciglio e lo corresse: – Si chiama “sedia” –.
Il ragazzo volpe cominciò a raccontare loro del suo incontro con Inuyasha, un mezzo demone cane irrequieto e ingenuo, e Kagome, una ragazza di un'altra epoca con poteri di sacerdotessa; era molto piccolo doveva avere all’incirca 6/7 anni i suoi genitori, due demoni volpe, vennero uccisi dai fratelli Hiten e Manten Raiju e il bambino era partito per ritrovare la sfera dei 4 spiriti, un potente oggetto magico, a quei tempi andato in frantumi, che incrementa la forza dei demoni per vendicarsi. E in questo viaggio incontrò Inuyasha e Kagome, anche loro alla ricerca dei frammenti della sfera, che lo aiutarono a sconfiggere i due fratelli demoni, prendendolo con loro nel loro viaggio. Da lì in poi riassunse in breve gli avvenimenti che segnarono la loro crescita interiore e l’amore tra i due: dall’incontro con Miroku il monaco e Sango la sterminatrice di demoni, alle lotte con Naraku, loro nemico giurato, fino alla fine di quella storia. – Dopo la battaglia e la sconfitta di Naraku, il pozzo mangia ossa che faceva da tramite dalla nostra epoca a questa, si chiuse per tre anni, ma poi un giorno si riaprì e Kagome ritornò da noi, divenne una sacerdotessa e sposò Inuyasha! – i due ragazzi erano incantati e sbalorditi da quella storia.
- Wow, questa è la storia più … - cominciò Inumaru
– Più FORTE abbia mai sentito! – continuò Hachiko, il fratello annuì convinto; sì quella storia la riconobbero e anche molto bene, forse il Babbo e la Mamma gliela raccontavano spesso da piccoli. Il ragazzo poi si rivolse serio a Shippo. – Ora però veniamo ad altro … Fratellone, come ci sei finito nella bara di ghiaccio? – chiese. A quel punto il ragazzo volpe si incupì, come affranto, stava per dire qualcosa quando alla porta bussò qualcuno. I tre si allarmarono a rispondere fu Inumaru, che fece segnoa Shippo di non parlare:
– Sì? –
– Inumaru? È ora di cena. – la signorina Momiji! Hachiko stava per alzarsi, ma venne fermata da suo fratello che le sussurrò: – Aspetta Hachiko, non ti stai dimenticando di qualcosa? – le fece segno con la mano sulle orecchie da cane che la ragazza aveva ancora in testa – Non puoi farti vedere così! Lascia fare a me! – poi si alzò e disse ad alta voce rivolto alla signorina Momiji dietro alla porta – Signorina Momiji, vede sto aiutando Hachiko con i compiti ed è rimasta parecchio indietro, vorremo cenare in camera stasera. – la bugia più colossale di tutte, ma la signorina Momiji sembrò cascarci in pieno. – Oh! Va bene caro, allora te la porto subito. – quanto tempo poteva durare quella storia?
 
Non ritoccarono più l’argomento della bara per tutta la sera, Inumaru e Hachiko alla fine studiarono davvero, lasciando parte degli avanzi della cena al loro ospite segreto, e andarono a letto stanchi, Shippo invece si mise in un angolo della stanza di Inumaru e si addormentò seduto con le gambe conserte. Il giorno dopo i due fecero promettere a Shippo di non allontanarsi dalla “casa” e di non farsi beccare da nessuno e andarono a scuola normalmente, sperando che nessuno noti troppo il loro cambiamento fisico: il colore degli occhi di Inumaru potevano essere cambiati magari con la luce o il periodo e i capelli rosso acceso di Hachiko, posso essere tinti, il problema più grosso furono le orecchie di quest’ultima, che dovette nascondere, mettendosi un nastro nero attorno ad esse. Nella via di scuola, Inumaru venne avvicinato da Kaito, mentre Hachiko da Yozora, che subito si fiondò ad ammirare il nastro dell’amica
– Hachi! Bello quel nastro! – esclamò sbalordita. – e che hai fatto ai capelli, te li sei tinti? – eccola lì chiacchierona e invasiva come sempre. Hachi disse con la solita aria un po’ scazzata – è naturale, mica sono cambiati di punto in bianco, come per magia! – Yozora la guardò maliziosa e chiese – Non è che stai cambiando stile, per fare colpo su Hojo? – Hachiko arrossì e scosse la testa imbarazzata e arrabbiata – Ma che dici perché … ?–
– E dai Hachi, lo sai che a me puoi dire tutto, e poi è così palese, che ti piaccia! – la ragazza con i capelli rossi rivolse lo sguardo da un’altra parte:
– Ha! Non dire cose senza senso Sora! – disse. Le conversazioni tra le due erano sempre di quel tipo, Yozora chiacchierava e punzecchiava Hachiko e lei che faceva la non curante scazzata, ma imbarazzata.
Inumaro e Kaito invece parlavano di quello accaduto al museo. – Inumaru … - cominciò Kaito, erano amici da così tanto tempo, che poteva permettersi di chiamarlo per nome – tu e Hachi state bene, vero? Dopo ieri … –
– Tranquillo Kaito, tutto bene, solo … – non poteva parlargli di Shippo allora tirò fuori qualcos’altro – Ieri è venuto a trovarci, il proprietario della collezione, il signor Himiya Taisuke e … – Kaito spalancò gli occhi e lo interruppe – Cosa!?!? – esclamò attirando l’attenzione di Hachiko e Yozora
– Quel Himiya Taisuke? Uno dei più ricchi e famosi collezionisti di storia del Giappone? – Inumaru annuì, e l’amico continuò – e che voleva? – fu Hachiko a rispondere: – A detta sua voleva scusarsi, per quello che è successo. Perché ti sconvolge tanto? –
– Beh sai, ci sono delle voci – rispose Yozora . si dice che faccia parte di una setta di spiritisti, o robe così. – Inumaru rimase sorpreso
– Una setta spiritica? – i misteri di quella storia si infittivano sempre di più: come era finito Shippo nella bara di ghiaccio? E quell’Himiya Taisuke chi era? –
 
La giornata di scuola passò in fretta e normale, finché, che era nella sua classe attendendo che Yozora mettesse a posto i libri in cartella e tornassero a casa, venne avvicinata da Hojo Makoto.
– Ehi Higurashi – La nominata si voltò e vedendo il ragazzo arrossì impercettibilmente e chiese sempre con l’aria non curante – Cosa c’è Hojo? – il giovane arrossì un po’
– Posso parlarti, per favore? In privato? – chiese. Hachiko mandò un’ occhiata a Yozora, che annuì con la testa con un sorriso a trentadue denti, allora rispose – Ehm, ok – si rivolse prima all’amica e disse – Glielo dici tu a mio fratello? – a Yozora brillarono gli occhi
– Ma certo! – esclamò.
Makoto portò Hachiko su un corridoio vuoto, lontano da occhi indiscreti, era rosso in faccia e le labbra strette; mentre Hachiko lo guardava confusa e gli chiese – Allora, cosa mi vuoi dire? – il ragazzo alzò la testa e prese un bel respiro profondo
– Higurashi, questa cosa che voglio dirti… – cominciò – io ce l’ho dentro me da quando ti ho vista per la prima volta. Quando ti ho vista che facevi le acrobazie, correvi, facevi parcour e … eri stupenda, bellissima, fiera, forte …. E lo sei anche ora, con la tua incredibile persona. Io … Higurashi Hachiko – abbassò lo sguardo, mentre Hachiko era arrossita da quei complimenti e lo lasciò continuare – Mi piaci molto! Vuoi uscire con me? – in quel momento Hachiko si immobilizzò rimanendo ferma con un’espressione sconvolta e impaurita. Makoto le chiese ancora, scoraggiato – Non vuoi? – Hachiko agì d’istinto.
– No! – Si corresse – Cioè sì! Lo voglio, certo che lo voglio! Lo voglio da quando eravamo alle medie! – senza saperlo si era messa ad urlare arrossendo come un peperone. Makoto la guardò e sorrise.
– Dici sul serio? – chiese e Hachiko annuì con la testa. Makoto l’abbracciò di impulso, sorprendendo ancora di più la ragazza tra le sue braccia, ma si rese conto di aver sbagliato e si allontanò dicendo tutto rosso in faccia: – Ah! Scusami! – ma Hachiko lo guardò, sorrise e disse con un tono falsamente rassegnato
– Sei un imbranato! – Si avvicinò gli prese la faccia, se la portò davanti alla sua, chiuse gli occhi e lo baciò; Makoto rimase sorpreso da quel gesto, ma chiuse gli occhi, abbracciando la compagna di classe e lasciandosi andare a quel bacio. Da dietro l’angolo c’erano per tutto il tempo, Inumaru, con lo sguardo corrucciato e geloso, Yozora, che li guardava intenerita, e Kaito che sorrideva rassegnato.
 
Si rincontrarono tutti al uscita della scuola, con Hachiko che zampettava e saltellava allegra come una pasqua, sorrideva come una scema e raggiungeva suo fratello e i suoi amici.
– Come va ragazzi? – chiese.
– Aspettavamo solo te. – disse Inumaru corrucciato.
 – Come è andata? – chiese Yozora fintamente curiosa
– Non c’è male ... – Rispose Hachiko, anche se sapeva che era un eufemismo.
– Basta sia andata bene –commentò Kaito tranquillo. Stavano per avviarsi quando videro una macchina parcheggiare davanti alla scuola. Una macchina? Una limosine era! Lunga bianca e luccicante sotto i raggi del sole che tramontava. Da quella macchina uscirono una ragazza dell’età dei ragazzi, con i capelli biondi e gli occhi color ambra, e Himiya Taisuke, che si avvicino a loro, seguito dalla ragazza, che si muoveva in maniera leggera ed elegante.
– Salve Inumaru e Hachiko, ben ritrovati – disse loro l’uomo. Inumaro lo guardò sospettoso, ma abbassò il capo rispettosamente e dicendo:
– Buon pomeriggio a lei, Signor Himiya. – mentre Hachiko, non si inchinò si limitò a dire solo – Salve. –
– Voglio presentarvi la mia protetta, Rose Willow. – continuò Himiya Taisuke, presentando la ragazza dietro di loro – Da domani frequenterà la vostra scuola. – 
   
 
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