Serie TV > Hélène e i suoi amici
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Autore: Magica Emy    02/11/2016    0 recensioni
Può un incontro improvviso cambiare radicalmente la tua vita? Sì, se accade tutto ciò che non ti aspettavi...
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Non era stato in grado di smettere di pensare a lei e alla serata che avevano trascorso  insieme per tutta la notte, ed era ciò che stava facendo anche adesso in garage perchè, anziché concentrarsi sulle prove la sua mente continuava a ripercorrere ogni morbida curva di quel corpo meraviglioso che tanto a lungo aveva stretto a sè, accogliendone  ogni gemito, ogni dolce sospiro ormai sopito tra le pieghe più remote del suo cuore. Per qualche strano e inspiegabile motivo, infatti, quell’adorabile uragano dagli occhi chiari e la risata contagiosa sembrava averlo colpito molto più di quanto egli stesso fosse disposto ad ammettere, una scheggia selvaggia che pian piano, molto lentamente pareva aver stravolto e infine domato la sua parte più profonda e  razionale, finendo per sgretolare completamente ogni sua certezza. Era proprio su questo che stava rimuginando quando l’aveva vista entrare, ridendo e spalancando la porta di colpo, tanto che per la sorpresa le bacchette gli erano cadute di mano. La giovane americana non gli aveva però lasciato neppure il tempo di chinarsi a raccoglierle visto che gli si era praticamente gettata addosso, avviluppandolo in un soffocante abbraccio che lo aveva fatto sbuffare seccato mentre cercava faticosamente di liberarsi da quella fastidiosa morsa che gli aveva già scomposto i capelli e la camicia. Odiava ritrovarsi con i capelli scompigliati e i vestiti spiegazzati così, di punto in bianco, senza neppure riuscire a difendersi.

A difendersi…

Era così, avrebbe davvero voluto difendersi da lei e da qualunque cosa stesse facendo al suo cuore, che adesso sentiva galoppare come impazzito? Cos’è che voleva veramente, ma soprattutto per quale motivo continuava a cambiare idea su di lei? Le era bastato solo vederla, infatti, perché la bramosa sensazione di fastidio tornasse a farsi sentire, più forte e prepotente che mai, incitandolo ad allontanarla da sé con un brusco movimento che le aveva quasi fatto perdere l’equilibrio. Ma Johanna non vi aveva neppure badato, impegnata com’era a ridacchiare divertita da quell’adorabile broncio che si era di colpo permessa di apostrofare in un modo che Christian non si sarebbe mai aspettato di sentire.

Mio Cri Cri adorato!

Aveva esclamato, allegra, facendolo sussultare. Mio Cri Cri adorato…questa poi! Con quale diritto si era presa la libertà di storpiare in maniera così ridicola il suo nome di battesimo? Accidenti a lei e alle sue insopportabili stupidaggini, cosa c’era che non andava nella sua testa? E glielo disse, a denti stretti, frustrato da quell’assurda situazione che di certo non si era andato a cercare, aggredendola a lungo con le parole prima che gli amici, imbarazzati da quell’atmosfera scaldatasi troppo presto decidessero silenziosamente di dileguarsi, lasciandoli soli.

-  Te lo ripeto, non provare mai più a chiamarmi a quel modo! E adesso via, aria, fuori dai piedi. Ho bisogno di respirare!

- Si può sapere che bisogno c’è di reagire in questo modo? Credevo fosse una cosa carina da dire, ora che stiamo insieme.

A quel punto gli ci volle qualche secondo per afferrare il senso di quelle parole.

- Ora che stiamo…cosa? Ma di che droghe ti fai, si può sapere? Come fanno a venirti in mente certe idee, non potrei stare con te nemmeno se fossi l’ultima donna su questa terra!

Sbottò, esasperato. Ci mancava solo questa, adesso. Era carina e a modo suo piacevole, certo, ma di qui a pensare che…

Cosa stai facendo, Christian? Perché la respingi con tanta forza…è davvero questo ciò che desideri?

Zittì la sua coscienza, rivolgendo poi un’occhiata gelida alla sua stupita interlocutrice, che scuoteva ora la testa senza smettere di fissarlo. 

Smettila, smetti di guardarmi così, come se non capissi…i tuoi occhi mi confondono…mi…

- Insomma, non è carino che mi parli in questo modo, specialmente dopo quello che c’è stato tra noi.

- Sei ancora più ingenua di quello che credevo, lo sai? Pensi sul serio che quello che è successo abbia importanza?

Lo gridò senza pensarci, realizzando di aver esagerato solo quando vide i suoi occhi riempirsi lentamente di lacrime. I suoi occhi splendidi e sinceri, sinceri come lui non riusciva  mai ad essere. Neppure con se stesso.

- Mi dispiace che per te non abbia significato nulla, perché per me invece è stato importante e credevo proprio che…credevo…non ha importanza, ormai. Sei solo uno stronzo!

 

 

17 novembre 1993

Ore: 23.30

Già, uno stronzo. Lo credevo anch’io Johanna, perché quando sei scappata via in lacrime non ti sono subito venuto dietro, cercando di fermarti. Uno stronzo per averti detto tutto quello che invece non pensavo affatto e che per l’ennesima volta avrei voluto cancellare per sempre, solo per riavvolgere il nastro. Solo per parlarti di ciò che sento davvero. Uno stronzo per averti ferita di nuovo, quando invece non lo meritavi. Ma sai che c’è, mia cara? Oggi mi sono finalmente  reso conto che tra noi due la stronza sei tu. Sì, è così, e anche della peggior specie, per avermi costretto a vedere ciò che oggi, da Alfredo non avrei mai voluto e che, colpendomi come un fulmine a ciel sereno, è riuscito a farmi più male di quanto credessi…

 

   
 
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