Caro diario,

oggi per me è una giornata molto importante, finalmente sono stata dimessa dall'ospedale, questo è stato un mese molto lungo e difficile per me, non avevo mai passato così tanto tempo in quella stanza. Finalmente posso dire che ho sconfitto la malattia, e adesso posso cominciare una vita normale, o almeno ci proverò. Questo nuovo percorso sarà molto difficile, non ho amici che possono stare al mio fianco e aiutarmi, la mia unica amica è la mamma, perché a causa della malattia non ho mai potuto frequentare la scuola. Ero insicura all'idea della mamma, ovvero scrivere un diario per memorizzare ogni evento della giornate, però dice che mi sarà molto utile, quindi ho iniziato a scriverti, rendendoti partecipe di ogni veneto. Ora però devo andare a dormire, sono stanca e domani inizierà la mia nuova vita, per questo devo stare più carica che mai.

Buonanotte.
 

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Sono davanti alla porta dell'aula, di fianco a me il preside. Bussa alla porta e in quel momento il mio cuore batte come non mai.

"Nora devi stare tranquilla, è il tuo primo giorno di scuola e devi partire col verso giusto" pensavo dentro di me. Ma era più facile da dire che da fare. Il preside entrò nell'aula con me dietro.

-Ragazzi, comodi. Oggi sono venuto qui per presentarvi la vostra nuova compagna di classe, vi prego di trattarla nel giusto modo. Prego può presentarsi alla classe.- mi giro verso la classe,"Nora devi stare calma."

-Piacere di conoscervi, il mio nome è Nora, spero che mi seguirete in questo nuovo percorso.- Mi inchinai. "Complimenti Nora, gran bel discorso." Il professore mi indica il banco dove sedermi, per mia fortuna, o sfortuna, sono all'ultimo banco, a fianco a me ci sta un ragazzo che... che sta dormendo? Davvero a scuola si possono fare queste cose? "Ok, non pensare più a questo ragazzo e concentrati sulla lezione". Le ore passarono in fretta e senza accorgermene era già ora di pranzo, mi sta davvero piacendo la scuola, sono divertenti le lezioni; si okay, può sembrare strano ma per me che non la ho mai frequentata è così. Tutti iniziano ad alzarsi e a formare i gruppi, per poi lasciare l'aula. Ero sola. "Cosa mi aspettavo? Le lezioni sono già iniziate da 2 mesi e tutti si sono già conosciuti", presi il pranzo dalla borsa e iniziai a mangiare. "Chissà se presto riuscirò a farmi degli amici, qualcuno che mi apprezza davvero, che ha voglia di conoscermi".

-Ragazza nuova!- sobbalzai nel sentire la voce del mio compagno di banco, mi girai verso di lui e notai che mi osservava, - è già ora di pranzo?- mi incantai in quei bellissimi occhi a mandorla. -Mi risponderesti?- di nuovo la sua voce entrò nelle mie orecchie e mi risvegliai da quello stato di trance.

-S..Si è ora di pranzo.- "grande Nora! Balbetta pure.", portai una mano sulla fronte, dandomi della stupida.

-Grazie per l'informazione.- alzò la testa dal banco e iniziò a stirarsi e sbadigliare. -Che sonno, e nemmeno ho portato il pranzo.- mi iniziò ad osservare -mmh... senti ragazza nuova, che ne dici di condividere con me il tuo pranzo?- "Si Nora. Questa è l'occasione perfetta per avere un amico."

-Non mi chiamo ragazza nuova, ho un nome.- "STUPIDA. IMBECILLE DI UNA NORA!"

-Allora dimmi il tuo nome no?- disse sorridendo

-Nora. Tu invece sei...?-

-Park Jimin, è un piacere conoscerti. Quindi Nora che ne dici di condividere il pranzo insieme a me?- il suo sorriso è così bello, ma non feci in tempo a rispondergli che un gruppo di cinque o forse sei ragazzi arrivò alla porta dell'aula chiamandolo. -Scusami Nora, devo proprio scappare, sarà per la prossima volta il pranzo insieme.-

-Mmh.. si va bene, ci si vede.- ammetto di esserci rimasta male, la mia unica possibilità di fare amicizia con lui è svanita nel nulla.

-Sai Nora...- la sua voce mi arriva chiara e forte, è ancora alla porta, mi sorride. -sei davvero una ragazza interessante, e per essere nuova è strano che ancora non mi salti sopra.- alzò la mano per salutarmi e andò via. "Perché mai dovrei saltare sopra ad un ragazzo sconosciuto, si perché non posso dire di conoscerlo, e ancora ai suoi amici?, ancora non capisco questa cosa..." Le lezioni ricominciarono e Jimin non tornò in classe, che ragazzo strano che era.

ANGOLINO AUTRICE