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Autore: Eivor17    03/11/2016    3 recensioni
Rumbelle [season 3-4] - Dal testo:
"«Sleep weel, my bairnie, sleep.
The lang, lang shadows creep,
The fairies play on the munelicht brae
An' the stars are on the deep.»
Fin dalle prime parole, il bambino iniziò​ a piangere sempre meno, fino a quando, sulle ultime sillabe, sorrise a Gold che lo depose nuovamente nella culla, dove si addormentò​ in pochi minuti ascoltando il resto della poesia."
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, David Nolan/Principe Azzurro, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve, Signor Gold/Tremotino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Belle scrutò torva l'espressione corrucciata dell'uomo davanti a lei, sforzandosi di mantenere un tono severo nonostante si stesse divertendo un mondo. 

«Rumple, sei sempre il solito. È una cena, non un funerale! Via questa cravatta... questo soprabito... e le scarpe, dai!» non si trattenne più e scoppiò a ridere, guadagnandosi un'occhiata irritata del marito. 

«Una cena tra la Bella, la Bestia e la Coppia Azzurra!» sibilò fra i denti. «Perché non invitiamo anche il pirata e la Regina Pentita? La cosa inizierebbe a farsi interessante.» 

«Smetti di fare il bambino e vestiti per una cena tranquilla. Non hai nulla da dimostrare a David e Mary Margaret, tantomeno al piccolo Neal, perciò non metterti quel tuo solito completo inquietante.» concluse Belle con una smorfia. 

«Non è inquietante...» commentò sottovoce lui per non farsi sentire, mentre controvoglia iniziava a sfilarsi la giacca e a sbottonarsi la camicia, la cravatta già riposta nel cassetto. 

«E allora sentiamo, cosa dovrei mettermi per non "sembrare inquietante"?» le chiese Rumplestiltskin, alzando un sopracciglio. 

Belle si avvicinò all'armadio e rovistò tra gli indumenti rigorosamente neri del marito, fino a quando tirò fuori una camicia bianca a motivi azzurri. Davanti all'espressione di Rumplestiltskin, tra l'attonito e il disgustato, le scappò una risatina canzonatoria. 

«Non metterò mai quella... cosa.» affermò lui, imbronciato. 

«Invece credo proprio che lo farai.» ribatté Belle a braccia conserte. 

Seguì un breve attimo in cui i due si guardarono negli occhi, dando vita a una silenziosa discussione. 

"No, non la metterò." 

"Puoi scegliere. Preferisci il nero e il divano per dormire, o il bianco e... qualcos'altro stanotte?" 

Rumplestiltskin soppesò l'espressione maliziosa di Belle. Stava facendo sul serio. 

Sospirò rumorosamente, sconfitto, accettando la camicia che la moglie gli porgeva. 

«Bene, bravo. Vogliamo pensare alle scarpe, ora?» continuò a infierire lei, incurante dell'esasperazione del marito. 

Rumplestiltskin si tese in avanti, cercando di vedere cosa stesse prendendo Belle; dopo qualche secondo, si girò verso di lui senza riuscire a trattenere un sorriso, mostrandogli un paio di scarpe bianche sportive. 

O almeno, così sembravano a lui. Secondo Belle, invece, erano eleganti ma non troppo formali, perfette per i pantaloni - neri, grazie al cielo - che aveva preparato per lui. 

L'uomo aveva accettato, consolandosi al pensiero di quando, qualche ora più tardi, avrebbe potuto finalmente toglierle quel vestito blu notte attillato. 

Mentre aspettava che Belle si preparasse, Rumplestiltskin squadrava torvo il suo riflesso nello specchio. 

I capelli lunghi, quell'orrida camicia, così diversa dai suoi abiti di sempre, che metteva in risalto il suo fisico asciutto, i pantaloni neri, le scarpe che, si accorse, quasi si intonavano alla camicia. 

Dentro di sé, dovette ammettere che nel complesso non era male. Aveva un'aria più giovane, più informale, anche se a Belle non lo avrebbe mai ammesso. 

Quando anche lei ebbe finalmente terminato i preparativi - e poi diceva a lui che era solo una cena! - indossarono le giacche e uscirono nella brezza leggera delle strade di Storybrooke, diretti alla macchina di Gold. Nonostante non abitassero distanti dai Charmings, preferiva sempre spostarsi in macchina per via del bastone; Belle lo aveva rassicurato che per lei non c'era alcun problema. 

«Tesoro...» Belle ruppe il silenzio del tragitto in auto. 

«Dimmi, dearie 

«Cerca di essere... cordiale, d'accordo?» gli chiese, mordendosi il labbro inferiore. 

Rumplestiltskin le scoccò un'occhiata indagatrice, stringendo il volante talmente forte da far sbiancare le nocche. 

«C'è qualcosa che dovrei sapere?» chiese, con un tono più rabbioso di quanto volesse. Ormai riusciva a capire facilmente quando qualche pensiero tormentava sua moglie. 

Belle, infatti, sembrava a disagio. «È che... David non era d'accordo ad invitarti,» respirò, prendendo coraggio: «ma Mary Margaret ha insistito. Ha chiesto consiglio a me. Le ho detto... le ho detto che ti avrebbe fatto bene conoscere la famiglia di cui ormai, che ti piaccia o meno, fai parte...» 

La sua spiegazione si spense, piano piano sempre più flebile, nel silenzio intervallato solo dal rombo del motore dell'auto. 

Dopo qualche minuto, preoccupata, riprese il discorso: «Sei arrabbiato?» 

Rumplestiltskin aspettò qualche attimo prima di rispondere. Alla fine, sentenziò: «No. Non con te, comunque. Anche se devo dire che trovo difficile pensare a me e al Principe Azzurro come nonni dello stesso ragazzo.» Sfoderò un ghigno divertito​. «Henry è proprio in gamba. Se mai riuscirà a riunire davvero tutta la sua famiglia avrà fatto un vero e proprio miracolo, gliene rendo atto.» 

Belle non rispose; al contrario, posò una mano sulla gamba del marito e strinse delicatamente, cercando di trasmettergli, con quel semplice ma significativo contatto, quanto fosse orgogliosa di lui. 

Nel giro di pochi minuti arrivarono davanti all'appartamento di Mary Margaret e David. Rumple spense l'auto e scese, andando ad aprire la portiera di Belle, dall'altro lato. Questa lo ringraziò​ con un leggero bacio sulla guancia, mentre l'uomo richiudeva lo sportello. 

Percorsero il vialetto illuminato da un solitario lampione sul ciglio della strada; Belle rabbrividì​ a una folata di vento gelido, mentre Rumple, a cui non sfuggiva mai nulla, se ne accorse e le strinse la vita con un braccio. Storybrooke sembrava, per quanto suonasse ironico, avvolta in un sortilegio per cui tutti si erano ritirati in casa a proteggersi dal freddo. 

Belle suonò​ il campanello e la voce di Mary Margaret arrivò​ distorta dal citofono. Rumple guardava fisso davanti a sé e sembrava preda di emozioni contrastanti, anche se, con il suo sguardo indecifrabile, era difficile dirlo. 

Probabilmente si sta chiedendo con quale maleficio oscuro l'ho convinto a venire, pensò​ Belle, un po' tesa un po' divertita. 

Finalmente comparve un'indaffarata Mary Margaret sulla soglia, sorridente come sempre. Si scambiò un abbraccio e un bacio con Belle; poi spostò​​ lo sguardo su di lui, improvvisamente cauta. 

Seguì​ forse un secondo di silenzio, in cui Rumple si immaginò​ un sacco di scenari orrendi dove Belle lo assassinava nel sonno accusandolo di non aver salutato Mary Margaret. 

Si riscosse e mormorò​, tentando di assumere un tono che si avvicinasse il più​ possibile al gradevole: «Grazie dell'invito, signora Blanchard.» 

La tensione si sciolse immediatamente appena il volto di Mary Margaret si aprì​ in un sorriso ancora più​ ampio di prima, preceduto da un «Si figuri, signor Gold.» e li condusse nell'ingresso, appendendo i loro cappotti. Rumple ebbe cura di lasciare l'ambiente per ultimo, dopo aver prelevato il suo pugnale dal soprabito. 

Mary Margaret li condusse in salotto, dove li attendeva David, che salutò​ Belle calorosamente. Anche troppo calorosamente, pensò​ Rumple rendendosi conto di quanto fosse profonda la scollatura dell'abito della moglie. 

Appena il Principe ebbe finito con tutte le sue galanterie «Come vi dona questo abito», «Grazie per essere venuta» e altre frasi che avrebbero definitivamente condannato un malato di diabete, finalmente rivolse la sua attenzione al Signore Oscuro, rimasto immobile alle spalle della moglie. Subito lo sguardo gli corse al pugnale che l'uomo teneva ben stretto nella mano destra. A sua volta, Rumple lo fissò e sogghignò​​ della sua preoccupazione alla vista del pugnale. 

Passarono alcuni secondi di silenzio in cui le due donne trattennero il respiro, tese come le corde di un violino. Belle quasi rimpiangeva l'inverno fuori dall'accogliente appartamento di Mary Margaret, percependo la temperatura della stanza abbassarsi di colpo. 

Rumple distolse lo sguardo da David, incontrando quello di Belle che lo pregava silenziosamente di non fare sciocchezze. 

Il Signore Oscuro dentro di lui ruggì​ la sua disapprovazione mentre, tornando a guardarlo negli occhi, disse: «Buonasera, signor Nolan.» 

Anche l'altro, insieme a Belle e Mary Margaret, sembrò​ tornare a respirare dopo diverso tempo e rispose: «Grazie di aver accettato l'invito, signor Gold.» 

*** 

La serata era proseguita senza intoppi: Mary Margaret e Belle si erano assicurate di non toccare argomenti che avrebbero potuto turbare la pace apparente che si era stabilita fra loro. Talvolta, Belle aveva percepito il marito irrigidirsi, ma era riuscita a calmarlo semplicemente stringendogli la mano sotto al tavolo, senza farsi vedere dagli altri due. 

In quel momento, erano rimasti da soli a tavola: Mary Margaret stava sfornando il dolce in cucina, mentre David era scappato in fretta e furia a rispondere al telefono. Belle si abbandonò, sfinita, sulla spalla del marito, sussurrandogli: «Certo che è​ proprio difficile tenerti a bada. A volte mi sembra di stare con un bambino, più​ che con il Signore Oscuro.» 

Lui sorrise contro il suo orecchio e rispose, provocante: «Allora ricordati che dopo avrai a che fare con un bambino in cerca della sua ricompensa per essersi vestito come un villeggiante alle Bahamas.» 

«Rumple!» fece lei, indignata. «Stai benissimo vestito così​, smettila di fare il cinico.» 

«Io non...» la frase gli morì​ in gola non appena gli giunse alle orecchie il pianto di un bambino, probabilmente proveniente dall'altra stanza. 

Anche Belle lo sentì​ e si guardò​ intorno: David stava ancora parlando al telefono, mentre Mary Margaret stava dividendo le porzioni in cucina. 

Prese Gold per mano e lo trascinò​ lontano dal tavolo, trovando il bambino nella stanza accanto e avvicinandoglisi. Quando fu a poco meno di un metro dal lettino sussurrò​ dolcemente: «Ciao, piccolo Neal...» Lo prese in braccio e lo cullò​, cercando di farlo smettere di piangere senza grande successo. 

Il piccolo continuò​ a strillare fino a quando, alla vista di Gold sulla porta, si bloccò per un attimo, ricominciando a piangere subito dopo nonostante Belle continuasse a cullarlo. 

Gold, cauto, si avvicinò​ e le fece cenno di dargli il bambino; Belle adagiò dolcemente il piccolo tra le braccia del marito. 

Piano piano, dondolandolo delicatamente, l'uomo cominciò​​ a sussurrargli, quasi canticchiando: 

«Sleep weel, my bairnie, sleep.  
The lang, lang shadows creep,  
The fairies play on the munelicht brae  
An' the stars are on the deep.» 

Fin dalle prime parole, il bambino iniziò​ a piangere sempre meno, fino a quando, sulle ultime sillabe, sorrise a Gold che lo depose nuovamente nella culla, dove si addormentò​ in pochi minuti ascoltando il resto della poesia. 

«Non... non credevo che ci sapessi fare. Con i bambini, intendo.» disse piano Belle, stupita dalla scoperta di questo lato incredibilmente tenero del marito. 

«Diciamo che... prima che le cose tra me e Baelfire degenerassero, prima che diventassi il Signore Oscuro... me la cavavo abbastanza.» Gold continuava a tenere lo sguardo sul bambino, con una smorfia molto simile a un vero sorriso, che persino Belle aveva visto pochissime volte. 

«Rumple...» 

L'uomo si girò​ verso di lei, ascoltandola. 

«Saresti... saresti un padre meraviglioso» Gold, stupito, notò​ una lacrima rigare la guancia della moglie e si apprestò​ ad asciugarla con il pollice. 

«S-scusa s-se piango, ma d-dopo tutto quello che abbiamo passato... credevo che...» 

Gold la zittì​ attirandola a sé e baciandola sulla fronte. «Va tutto bene, tesoro. Sono qui.» 

Lei smise di singhiozzare quasi subito; non appena si fu calmata, disse: «A volte ho ancora paura di perderti. Capita sempre più​ raramente, ma a volte sogno ancora Peter Pan e quel giorno in cui lo hai sconfitto...» Nuove lacrime minacciavano di scendere, ma si bloccò​ e sorrise: «Dovremmo tornare in salotto, non vorremo mica far credere alla coppia azzurra che siamo spariti?» Riuscì​ a strappare un sorriso a Gold, che la prese per mano e la condusse di nuovo da David e Mary Margaret. 

*** 

Tornati in salotto, fecero appena in tempo a risistemarsi a tavola che arrivò David, seguito da Mary Margaret con il dolce. 

«Millefoglie con crema e gocce di cioccolato!​» annunciò entusiasta, guadagnandosi un sospiro di desiderio da parte di David: «Amore, adoro quando fai quella torta.» 

«Certo, David, ma prima gli ospiti.» prese un piatto e vi adagiò​​ sopra una bella fetta di millefoglie. 

«Va bene così​, signor Gold?» chiese guardandolo. 

«Certamente, dearie, grazie mille.» le rispose prendendo il piatto. 

Rumplestiltskin attese finché ognuno ebbe ricevuto la propria porzione. Sentiva vagamente Mary Margaret parlare di Emma con David e Belle; lui, però​, si estraniò dalla conversazione. I suoi pensieri erano rivolti a Bae​​, mentre lentamente si portava il dolce alle bocca. 

Se solo avessi potuto salvarlo... rimuginò​ amareggiato. Cercava sempre di evitare questi pensieri, ma certe volte non poteva proprio farne a meno. Non si accorse neanche che Belle lo stesse chiamando fino a quando non sentì​ un leggero tocco sul braccio. 

«Mh?» si riscosse, guardandola interrogativo. 

«Stavo giusto dicendo a Mary Margaret e David quanto sei stato bravo con Neal, prima.» gli spiegò​ con un sorriso affettuoso. 

«Non è stato nulla.» affermò​, portandosi il tovagliolo alle labbra per togliere i residui di cioccolato. 

«Non credevo che avesse esperienza con i bambini, dopo quello che è successo con il padre di Henry». 

Uno schiaffo in piena faccia avrebbe fatto meno male a Rumplestiltskin, che fissò​ il Principe con disgusto. 

«Temo che lei non abbia alcun diritto di nominare Baelfire, signor Nolan.» ribatté, freddo come il ghiaccio. 

«David, adesso basta.» Rumplestitskin avrebbe potuto giurare di non aver mai sentito Mary Margaret Blanchard rivolgersi così​ duramente al marito. 

La temperatura della stanza tornò​ ad avvicinarsi pericolosamente a quella del Polo Nord. 

Belle e Mary Margaret sembravano pietrificate, rigide sulle loro sedie. 

David scrutava torvo il signor Gold, che sembrava quasi rilassato, se non fosse stato per gli occhi ridotti a due fessure. 

Passò​ ancora qualche secondo. 

«Le chiedo scusa, signor Gold. Non so cosa mi sia preso.» la tensione si allentò​ di colpo. 

«Se pensa che abbia addormentato suo figlio con un incantesimo, forse dovrei regalarle un libro di filastrocche, per Natale.» 

David parve colpito che Gold avesse intuito il motivo del suo improvviso malumore, ma si riprese quasi subito e sorrise forzatamente fissandosi le scarpe. 

Rumplestiltskin sentì​ la presa di Belle sulla sua mano distendersi e si chiese quante volte ancora sarebbe riuscito ad evitare di mettere le mani addosso a quel maledetto Principe. 

Fu abbastanza fortunato, infatti Belle non lo obbligò​ a restare a lungo, forse perché percepiva la sua impazienza. 

Si scambiarono dei brevi saluti sulla porta; Rumple e Belle si avviarono in direzione della macchina, stringendosi nei cappotti per ripararsi dalla gelida aria notturna. 

Appena furono all'interno dell'auto riscaldata, Gold aspettò​ un attimo prima di ripartire verso casa e tirò​ un sospiro di sollievo. 

«Belle, puoi dire davvero qualunque cosa su stasera, ma non che David Nolan sia una persona intelligente.» 

«Amore, sei stato bravissimo. Quel commento su... su Bae - abbassò​ la voce nel pronunciarlo – era davvero fuori luogo. Ma sono orgogliosa di te.» gli si avvicinò​ dandogli un leggero bacio sull'angolo della bocca. 

Gold trattenne a stento un mezzo sorriso e accese il motore, dirigendosi ad alta velocità verso casa. Superò​ un semaforo rosso e imboccò​ la successiva curva quasi senza frenare. 

«Rumple... cos'è tutta questa impazienza? Sei per caso inseguito da un pirata che grida vendetta?» domandò​ Belle, divertita dalla smorfia contrariata del marito. 

«Dearie, credevo avessimo un impegno stasera.» rispose semplicemente. 

Belle scosse la testa e capitolò​, in tono di resa: «Promettere qualcosa a te è peggio di fare un patto con il diavolo.» 

«Lo sai perché non mi trattengo.» 

«Davvero? Perché?» 

Lui le scoccò​ un'occhiata che significava palesemente: "Ti ho sposata e non lo sai?" 

Belle ridacchiò​ sommessamente, preferendo rimanere in silenzio. 

Gold accostò​ l'auto davanti al portone di casa e attese la moglie, che lo stava fissando pensierosa. 

«Dearie?» fece, con la fronte aggrottata. 

Lei lo guardò​ per un attimo e disse, tutto d'un fiato: «Vuoi avere un bambino con me?» 

Rumple la fissò​, interdetto, per cinque secondi buoni, prima di sfoderare un ghigno divertito rispondendo: «Ne sarei onorato, signora Gold.» 

Belle sorrise e lo baciò​ intensamente, annullando la distanza fra loro imposta dai sedili. 

Si staccò​ un attimo per riprendere fiato e affermò​: «Abbiamo un accordo, allora 

Non fece in tempo a finire la frase che fu zittita con un nuovo bacio. 

*** 

Nel frattempo, a casa di Mary Margaret e David, il piccolo Neal dormiva tranquillo, stringendo nelle manine paffute un vecchio coltellino che sarebbe stato perfetto per appuntare i carboncini. 

 

 

 

Ciao a tutti ed eccomi di nuovo qua! XD 

Non ho idea di cosa abbia combinato, sinceramente, ma ho avuto un'ispirazione improvvisa e l'ho subito scritta. Lì​ per lì​ mi sembrava un'idea carina, anche se ora non ne sono più tanto sicura. 

Comunque, il periodo in cui si svolge la storia è dopo la sconfitta di Zelena, tra la terza e la quarta stagione. 

La filastrocca che Rumple canta a Neal, per chi non l'avesse riconosciuta, è la stessa che abbiamo sentito da lui registrata nella sesta stagione. 

Infine, l'ultima, geniale intuizione (probabilmente quasi impossibile da capire) che ho avuto è​ quella del coltellino che Rumple aveva regalato a Bae in un flashback, dicendogli che poteva usarlo per appuntare i carboncini. Ho pensato: ma sì, facciamolo ritrovare nella culla di Neal! Lo so che le due cose non hanno nessuna connessione logica, ma... volevo che rimanesse un legame tra Rumple e Neal. 

Ho praticamente già​ scritto una fic solo con i saluti, perciò​ ora mi eclisso XD 

Ciao a tutti e, mi raccomando, recensite, anche solo per dirmi che ho scritto una gran cavolata! XD
   
 
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