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Autore: Sara_f15    03/11/2016    0 recensioni
Sara è una ragazza normale,obbligata a crescere prima dei suoi coetanei a causa dei suoi genitori.Durante una giornata ''no'' incontra un gruppo di ragazzi strani.All'inizio pensa sia solo uno scherzo,ma presto capirà che non lo è affatto.Come verrà travolta la sua vita?
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ero una ragazza semplice,con mille complessi,mediocre e con un senso di inadeguatezza sopra ogni limite.I miei non erano mai stati molto presenti a causa del loro lavoro e pur essendo figlia unica,avevo imparato presto ad elemosinare le loro attenzioni cercando di essere sempre la prima in tutto:la scuola,lo sport,progetti vari,concorsi…
Non c’era rapporto umano tra noi,ma in fondo ero abituata e non mi dispiaceva avere  molte più libertà delle mie amiche,visto che anche le assenze a scuola non erano un problema e ne approfittavo.

L’altra faccia della medaglia era però che,a volte,sentivo  il bisogno impellente di sentirmi meno sola e in quei momenti le mie scarpe da ginnastica logore e un paio di cuffie collegate al mio cellulare erano le uniche cose a rappresentare una via di fuga. Quella sera era una di ‘’quelle’’ sere.

Nello stretto viale buio con pali arancioni che diventavano fiochi a causa della nebbia,sentii però una sensazione mai provata prima,come un brivido accompagnato da una vocina nella mia testa che mi intimava di scappare più veloce del vento.

Eppure non lo feci.

Dopo aver corso per quartieri e chilometri ero troppo stanca,la maglietta appiccicata al corpo e i capelli grondanti di sudore.Visto l’orario,decisi di incamminarmi verso casa mia.Un altro brivido lungo la schiena.
Un terzo brivido di adrenalina  mi fece ignorare la stanchezza e aumentare il passo e cercare una strada più trafficata.Solo in quel momento infatti,mi ero accorta di essere in una di quelle stradine strette e buie,tutte uguali,dove nei film americani muore sempre qualcuno o avviene qualcosa di spiacevole.

Mi sentivo tremendamente stupida e paranoica mentre cercavo una strada più luminosa e frequentata,ma mi resi conto che quella sensazione non era stata solo suggestione quando un gruppo di ragazzi pseudo-rockettari fasciati da borchie e abiti scuri in pelle, si avvicinarono a me.
Uno tra loro,il più alto,si avvicinò di più a me facendo segno agli altri di arrestarsi.
Dietro di lui un ragazzo bruno e grassoccio,a occhio e croce due spanne più alto di me e due ragazze,una più bella ed egocentrica dell’altra a giudicare dal colore rosso fuoco dei capelli corti della più alta,e dalle lentine blu chiaro della ragazza di colore che esaltavano il contrasto con i capelli cortissimi e bianchi.
La mia attenzione passò anche al ragazzo che stava più vicino a me e che stava schiudendo le labbra e parlò.
Non so cosa volesse poiché con un colpo d’occhio notai che avevo ripreso fiato e stavo prendendo in considerazione di seminarli se la cosa si fosse fatta ancora più strana;fasciati in quei vestiti non doveva essere comodo inseguire qualcuno...In quel preciso istante ricollegai il cervello alle orecchie:

"So che può sembrarti strano,ma noi siamo i buoni."
Aveva una bella voce per fare parte di un gruppo di ragazzi inquietanti che si divertono a spaventare la gente.

"Se volete un accendino,non fumo."-Tagliai corto io cercando di non far tremare la voce e facendomi largo tra loro,pronta ad andarmene.Ero piacevolmente sorpresa da me stessa per la sicurezza nella mia voce e pensavo di essermene liberata,ma…

"Nessuno ti ha chiesto un accendino.Dobbiamo solo parlarti."
La situazione diventava ancora più inquietante.Se fossi stata in un film adesso mi avrebbero messo un sacco in testa,drogata e mi avrebbero espiantato gli organi,per poi venderli nel mercato nero.

"Cosa diavolo volete? Se è uno scherzo,piantatela!"

"So che può sembrarti strano,ma noi siamo i buoni,sai?"-"L’hai già detto."-tagliai corto io.
Il ragazzo dai capelli corvini per tutta risposta,mi guardò male e continuò:
"Sei solo troppo ingenua per capirlo ancora.Pensi che le forze dell’ordine siano i buoni soltanto per le divise che indossano?Dovrei chiederti di seguirci,ma ti farò avere il numero del quartier generale,per oggi credo siano abbastanza informazioni da recepire per te e bianca come sei credo che tu stia per svenire da un momento all’altro."

"Tu,voi siete malati!"-dissi osservandoli uno per uno. Mi facevano accapponare la pelle,freddi e inespressivi com’erano.

"Ragazzi andiamo, per ora!"-ordinò scandendo bene le ultime due parole e girandosi verso di loro e sparirono camminando a passo svelto furtivamente.

Corsi verso casa e mi fermai nella mia stanza inspirando a fondo il buon profumo di casa.Poggiai lo zainetto da jogging sul pavimento della mia stanzetta.Avrei potuto colpirlo con quello e scappare via,ora che ci pensavo meglio.
I miei non erano ancora tornati e nessuno mi avrebbe creduto anche se lo avessi detto a qualcuno.
Nessuno tranne lui.
Avrei potuto chiamarlo,ma l’adrenalina mi aveva tolto ogni capacità di ragionare lucidamente.

Anch’io,d'altronde, sapevo che era improbabile aver fatto un incontro del genere davvero e pensai seriamente che fosse stata solo un’allucinazione,per la stanchezza fisica data dal correre troppo magari.

Andai in cucina e mangiai dei rimasugli trovati nel frigorifero e consapevole che neanche quella sera i miei sarebbero tornati a casa,mi gettai sul mio letto accogliente.
 



Folli.Non erano reali,solo un brutto scherzo del mio cervello.
Eppure,gli occhi strani verde smeraldo di lui le erano sembrati più che reali.
Sarà stato solo uno scherzo di cattivo gusto.
Solo uno scherzo…
 
   
 
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