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Autore: LadyEffeMikaelson    06/11/2016    2 recensioni
« Ehi ascoltami, sopravvivremo anche a questa. Sopravviviamo sempre. » E se in qualche modo era possibile, Elena era lì, davanti a Damon tenendogli il viso tra le mani il suo volto era serio mentre lo guardava. Supplicandolo con lo sguardo di non arrendersi, di continuare a combattere. Di non lasciarla vincere.
« Elena.. » Mormorò piano Damon perdendosi nel suo sguardo, in quel momento non sentiva più la presenza di Sybil nella sua testa, aveva pensato che fosse uno dei suo trucchi come quelli che aveva usato nella Cripta. Ma dallo sguardo di Elena, della sua Elena, capì che era veramente lei che in qualche modo lei era li. Con lui. « Ho bisogno di te. »
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Who’s Elena?
 
« Chi è Elena? »
 
La voce di Sybil arrivò subito con una nota di freddezza e si aspettava una risposta subito da lui, il volto di Damon era rimasto impassibile come negli ultimi mesi che recitava tutto ciò non facendo capire niente a nessuno. Sul suo volto non c’era nessuna emozione, ne paura ne nulla, ma dentro di lui stava negando in un mare di tutto.
Il panico si era impadronito di lui, era tre mesi che stava cercando di nasconderla di far capire a tutti perfino ad Enzo che aveva spento le emozioni. Che non provava più nulla, aveva perfino detto a Stefan che Elena faceva parte del suo passato e che ora non gli importava più nulla.
Di niente e di nessuno.
Ma in realtà, di lei gli importava eccome.
Lei era la sua umanità, era la sua luce nella sua oscurità colei che lo aveva fatto uscire da quel buio, colei che lo aveva salvato in un certo senso. Colei che amava con tutto se stesso, colei per cui aveva deciso che una volta che si sarebbe svegliato avrebbe bevuto il suo sangue, diventando un umano.
Damon voleva essere tutto per lei: suo marito, il padre dei suoi figli, voleva invecchiare al suo fianco.
Una decisione che quando era diventato un vampiro non ci aveva mai pensato, ma Elena Gilbert gli aveva fatto cambiare idea su molte cose, rendendolo un uomo migliore sotto molti aspetti.
Era per questo che quando aveva un attimo di tranquillità, dove non dava la caccia hai cattivi di nascosto si addormentava. Dormiva per rivivere quel momento, quel momento dove la sua vita aveva iniziato a cambiare.
Quella strada.
Il loro primo incontro.
Una semplice strada, Damon era steso guardando il cielo mentre aspettava con ansia la sua prossima vittima per mettere di nuovo in scena il modo con cui catturava le sue vittime, ad un tratto aveva sentito una voce.
Una voce famigliare, una voce che non aveva più pensato che avrebbe sentito dopo 163 anni che l’aveva cercata senza sosta e si era quasi arreso che fosse morta, senza pensarci nemmeno due secondi si era alzato raggiungendolo subito. Se era ancora umano il suo cuore si sarebbe fermato con il suo respiro, a quella visione.
Era identica a lei, Katherine.
Il suo primo amore la donna che lo aveva cambiato e stravolto allo stesso tempo, Damon ne era rimasto ammagliato da quella ragazza che aveva sussurrato il suo nome sperando che fosse lei, che alla fine il destino non era stato troppo crudele con lei.
Ma quando la chiamò la ragazza ammise che il suo nome era Elena, da lì, da una semplice strada era iniziato tutto.
Quella strada, quella strada che sapeva così tanto di loro.
Quella strada dove si erano detti brevemente addio, fino a quando Bonnie Bennett non sarebbe morta ed Elena sarebbe tornata di nuovo in vita.
Il destino quella notte gli aveva dato il colpo di grazia ad entrambi, anche se il lato più oscuro di Damon voleva uccidere subito Bonnie per riavere indietro la sua Elena non lo aveva fatto. Per lei. Per la donna che amava con tutto se stesso e con tutto il suo cuore, come in quel momento per lei voleva correre subito da la sua nipote che aveva appena scoperto di avere, l’ultima dei Salvatore, per salvarla.
Ma non poteva.
Poteva leggere la rabbia nei occhi di Sybil che aspettavano ancora una risposta, ma sapeva già cosa sarebbe successo. Sapeva che avrebbe fatto la stessa cosa quando era rimasto rinchiuso nella Cripta, quando credeva che Elena era lì tornata in vita in qualche modo quando aveva sentito la sua voce quella sera tutto in lui era cambiato. La speranza era ritornata. La voglia di vederla solo per qualche secondo non lo aveva fatto ragionare.
Sentiva la voce di Elena che gli dava forza, come se quell’altra notte si erano incontrati per davvero come tre anni prima quando la salutò prima di lasciarla riposare nel suo coma magico. Lo aveva supplicato, supplicato di non uccidere Sarah di combattere che era forte contro il soggiogamento ma non poteva. Non questa volta. Non era come quello dei Originali ora si rendeva conto che era troppo forte.
Sybil si avvicinò con lentezza davanti a lui, ma non poteva, non poteva tirarsi indietro per quanto voleva sapeva già cosa sarebbe successo quello che ripeteva ogni giorno a Enzo, di non opporsi a lei. Era molto più potenti di loro, si era anche arreso che forse c’era un modo per ucciderla e non gli preoccupava in quel momento se avrebbe sentito i loro sentimenti.
Per una volta Stefan lo doveva ascoltare, non doveva venire e doveva lasciare le cose come stavano.
 
« Come fai a disobbedirmi? Ci vuole un sacco di forza di volontà. Un forte controllo di se stessi, un legame ad un qualche briciolo di umanità. Che mi tieni nascosto. »
 
Mi dispiace, Elena.
Mi dispiace di averti deluso di nuovo, mi dispiace di non essere stato forte e di non essere riuscito a combattere.
Poteva immaginare il suo sguardo, deluso, come quando stava uccidendo il padre di Caroline e gli aveva urlato contro che non sarebbe mai stato Stefan perché lui non l’eroe come suo fratello, lui era la pecora nera della famiglia. Colui che avrebbe sempre fatto come gli pare, che sarebbe sempre caduto nell’oscurità specialmente se lei non c’era.
 
« Tanti mesi insieme e non mi sono mai accorta che conservassi un po’ di lealtà. E questa cosa mi irrita volto. »
 
Le mani di Sybil erano sul volto di Damon, accarezzandogli piano il volto risalendo pian piano sempre più su, deglutì un paio di volte non voleva. Voleva provare a resistergli ancora ma sapeva cosa sarebbe successo dopo, lo aveva visto quando lei lo aveva obbligato a buttare Enzo nell’acqua prima ancora che il suo corpo ritornava umano.
 
« Cosa ti passa per la mente quando cerchi di resistermi? »
 
E dopo quella domanda successe come quella notte.
Quel dolore era immenso sul volto di Damon comparivano delle smorfie di fastidio, come se mille aghi erano nel suo cervello poteva sentire la presenza di Sybil dentro la sua mente, ma non poteva fare più nulla per respingerla via.
Cosi chiuse gli occhi liberando la mente, non facendo nessun punto di resistenza e lei entrò.
E lei entrò nel suo sogno, nel suo piccolo momento di pace insieme a lei che gli dava la forza in tutti quei mesi di non mollare. Di non tornare quel mostro in quell’abisso di profondità che era stato chiuso per più di un secolo.
Stava camminando nel bosco di Mystic Falls in direzione della strada, la loro strada, poteva già sentire la voce di Elena mentre parlava con Bonnie e allora si fermò con lo sguardo puntato contro la sua figura.
« Lo so Bonnie hai ragione, e anche mia madre. E’ solo che non riesco a dirglielo. Ti chiamo dopo. » un sorriso apparve dalle labbra di Damon, ormai sapeva a memoria ogni conversazione di quella notte, di quando Elena aveva confidato allora ad un semplice sconosciuto che non era sicura del futuro con il suo fidanzato e tutto.
Ma fin dal primo momento aveva sempre saputo cosa voleva Elena e lei era riuscito a sorprendendolo lasciando senza parole. Ancora oggi, dopo tutti questi anni si era chiesto cosa sarebbe successo se i genitori di Elena avrebbero tardato di qualche minuto quella notte, cosa avrebbe risposto?
E intanto andò sempre di più verso di lei, ignorando quasi la presenza di Sybil dietro alle sue spalle come se lei in quel momento non esisteva più e tutto era solo un brutto incubo quello che era successo un attimo prima.
 
« Katherine. »
« No, sono.. Sono Elena. »
 
Elena aveva alzato lo sguardo verso di lui confusa dopo essersi guardata intorno, il suo cuore batteva così forte contro il suo sterno.
 
« Io sono Damon. »
 
E lei gli sorrise.
Quel sorriso che lo aveva lasciato senza parole fin dal primo momento e fin da subito una parte di lui sapeva che lei non era Katherine, avrebbe voluto rimanere li per sempre con lei, su quella strada a parlare per ore. O semplice a guardarsi, perdendosi nei suoi occhi scuri.
Dopo qualche secondo tutto cambiò, Elena sparì davanti a lui, ogni loro momento passato insieme, ogni frase gli ritornò alla mente come un lungo flashback poteva perfino sentire le labbra morbide di Elena sulle sue. Le sue mani che lo stringevano a sé.
Quando per la prima volta Elena aveva preso l’iniziativa e lo aveva baciato, non un semplice bacio a stampo, ma un bacio vero pieno di passione.
Il loro bacio sotto la pioggia.
 
« Promettimi che durerà per sempre. »
 
E lui glielo aveva promesso senza pensarci due volte, perché per la prima volta in vita sua sapeva che quell’amore sarebbe durato per sempre. Ne avevano passate di tutti i colori, ma quando finalmente tutti avevano accettato la loro storia, il loro amore, gliela avevano portata via.
Il loro ultimo ballo.
In mezzo alla loro strada, Damon poteva portarla ovunque anche sotto il portico della casa di Elena dopo si erano dati il primo bacio e per la prima volta Elena non lo aveva respinto come faceva di solito. Un bacio dolce. Ma Damon per quel bacio non si era mai sentito in colpa.
Aveva deciso che il loro ultimo saluto, per quel momento, sarebbe stato lì sulla loro strada dove si erano incontrati per la prima volta, dove era iniziato tutto.
E prima di lasciarla avevano danzato, sotto una canzone immaginaria perdendosi entrambi nei loro occhi, dopo le promesse che lui aveva fatto ad Elena dopo che l’aveva stretta per l’ultima volta tra le sue braccia.
Dopo che le aveva dato un bacio per l’ultima volta, fino a quando non si sarebbe svegliata e avrebbe continuato a vivere la storia senza che nessuno li avrebbe mai più interrotti.
Damon si era rilassato osservando tutte quelle immagini nella sua mente, il sorriso di Elena, la sua risata ogni momento che avevano passato insieme, che lo avevano fatto sentire vivo. Come se lei era l’unica che lo faceva sentire di nuovo un umano, come se non fosse mai diventato un vampiro.
« Ehi ascoltami, sopravvivremo anche a questa. Sopravviviamo sempre. » E se in qualche modo era possibile, Elena era lì, davanti a Damon tenendogli il viso tra le mani il suo volto era serio mentre lo guardava. Supplicandolo con lo sguardo di non arrendersi, di continuare a combattere. Di non lasciarla vincere.
« Elena.. » Mormorò piano Damon perdendosi nel suo sguardo, in quel momento non sentiva più la presenza di Sybil nella sua testa, aveva pensato che fosse uno dei suo trucchi come quelli che aveva usato nella Cripta. Ma dallo sguardo di Elena, della sua Elena, capì che era veramente lei che in qualche modo lei era li. Con lui. « Ho bisogno di te. »
« Combatti, Damon. Combatti. » La sua voce era seria così seria che Damon non era riuscito a dire nemmeno una parola, il suo solito sorriso era stampato sulle sue labbra, come ogni volta che Elena era lì davanti a lui.
Damon stava per dire qualcosa ma tutto accadde velocemente ed Elena scomparve come risucchiata in una luce bianca, e sentì di nuovo la presenza di Sybil nella sua mente ma con ancora gli occhi chiusi sul suo volto era ancora dipinto quel sorriso.
Quando Damon riapre gli occhi ha davanti una ragazza che gli sorride, inclinò leggermente la testa osservandola curioso e quasi affascinato sentiva qualcosa dentro di lui, una sorta di richiamo qualcuno che lo stava avvisando ma lui lo ignorò.
 
« Ciao. Non ci siamo ancora presentati, come ti chiami? »
« Damon. »
« Io sono Sybil. »
 
Lo sguardo di Damon era ancora immerso nello sguardo della donna di fronte a lui, quella voce si faceva sempre più insistente su quella strada deserta, cosi insistente che quasi lo infastidiva.
« Damon.. Damon! » Il volto della ragazza era distrutto quasi rassegnato, continuava a guardarlo supplicante ma lui la ignorò.
 
Riaprì gli occhi con un sorriso sulle labbra, sentendosi strano, per la prima volta da mesi bene come se era ritornato indietro nel tempo, Stefan gli stava parlando di qualcosa che poteva ancora salvare l’ultima dei Salvatore che poteva ancora combattere. Che doveva svegliarsi.
Il suo sguardo si posò su quello del fratello che lo guardava supplicante, aveva lo stesso sguardo di lei. « Puoi combatterla. » Continuò a dire, suo fratello non avrebbe mai smesso di combattere per lui anche se quest’ultimo gli aveva detto più volte di non farlo. Che non c’era più speranza.
 
« Perché dovrei? »
 
Fù quella risposta che Stefan sperava che non usciva mai dalle labbra di Damon, la conferma che ormai lo avevano perso, quella breve speranza che Stefan aveva ritrovato quando aveva nominato Elena e lui si era fermato lasciandola andare. Prima che quella donna uccise Sarah facendo la sua entrata in scena, facendogli qualcosa che Stefan non sapeva come poterlo aiutare.
Da quando Damon aveva conosciuto Elena era diventato una persona migliore,  Stefan lo aveva visto cambiare giorno dopo giorno, riconoscendolo quasi quanto erano umani il loro rapporto era tornato come un tempo e non c’era nessuna traccia di odio, ma ora guardando gli occhi color ghiaccio di suo fratello gli ricordava com’era otto anni prima.
Quando era immerso nella oscurità più totale. 


{ Angolo dell'Autrice.

Ciao a tutti! 
Dopo tanto, tantissimo tempo direi, torno con una nuova Oneshot completamente dedicata a Damon ed Elena, mi era mancato cosi tanto scrivere di loro, questa ottava stagione mi sta davvero ispirando giorno dopo giorno, devo ancora vedere la terza puntata ma sono dettagli!
Spero davvero che questa OS vi sia piaciuta e pensavo che ogni settimana, se la mia ispirazione mi vuole bene, potrei scrivere una os Delena dedicata alla puntata se ci sono spunti!

A presto,
LadyEffeMikaelson.

 
   
 
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