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Autore: Alexiel94    07/11/2016    2 recensioni
[SPOILER! Lady Midnight]
[Julian/Emma]
"A volte vorrei che noi due fossimo sposati e loro i nostri bambini".
(Julian Blackthorn)
Genere: Angst, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Carstairs, Julian Blackthorn
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Note: in Lady Midnight ho amato la Jemma e la frase citata nell'introduzione mi ispirava troppo fanfiction. Spero che vi piaccia.
Buona lettura.
In un altro universo

Julian passava le dita sulla candida pelle della donna al suo fianco.
Svegliarsi ogni giorno di fianco alla donna che amava era una sensazione bellissima. Baciò la spalla della donna, su cui vi era una runa, proseguendo sulle scapole, baciando il collo mentre la donna emetteva un gemito di protesta.
-Potresti evitare di svegliarmi all'alba, Jules- mormorò con la voce ancora impastata dal sonno.
L'uomo ridacchiò, ma non smise di baciarla.
-Amore, sono quasi le nove di mattina-.
La donna sbuffò, allontanandosi da lui per quanto il letto lo permettesse.
-Che avevo detto? È praticamente l'alba- protestò lei.
Lui rise, si avvicinò e baciò la donna, che questa volta aprì finalmente gli occhi. Nonostante fosse più vicina ai quarant'anni che ai trenta Emma gli sembrava bella come quando ne aveva venti. I suoi capelli biondi le ricadevano morbidamente sulle spalle, dandole quell'aria eterea che lui amava raffigurare nei suoi dipinti. Sebbene si fosse appena svegliata, Julian la trovava comunque bellissima.
Una serie di tonfi e rumori fecero tornare entrambi bruscamente alla realtà. La porta della camera matrimoniale venne bruscamente spalancata e un bambino di sette anni fece il suo irruento ingresso, gettandosi tra le braccia di Julian.
-Papà- lo salutò entusiasticamente.
L'uomo sorrise, guardando il minore dei suoi figli negli occhi.
-Hey, Tavvy, è successo qualcosa?-.
-E' il giorno dei pancakes- disse un'altra voce sulla soglia della camera.
Ty ormai aveva quindici anni, ma per Julian sarebbe sempre rimasto un bambino.
Ricordava perfettamente quando Emma gli aveva annunciato di essere incinta pochi mesi dopo essersi sposati, e lui in preda all'euforia l'aveva presa e sollevata da terra facendola girare in aria, per poi ricadere entrambi sul letto ridendo perché era così incredibile l'idea che loro avessero un bambino. Raziel invece li aveva benedetti con due gemelli, sebbene si somigliassero così poco da non sembrare nemmeno parenti.
Livvy raggiunse il fratello, da cui non si separava mai. Mentre Ty se ne stava con la schiena poggiata allo stipite della porta e un paio di cuffie al collo, lei si mise al suo fianco con aria divertita. Dietro di loro arrivò Drusilla, che si sedette accanto a Emma e si ritrovò abbracciata da lei.
Vedere le rune sulla pelle dei primi tre figli ricordava a Julian che ormai erano degli Shadowhunters anche loro e che avrebbe dovuto essere un po' meno apprensivo nei loro confronti. Eppure quando guardava i suoi bambini non riusciva a non preoccuparsi della loro incolumità.
-Non ti sei dimenticato che oggi è il giorno dei pancakes, vero?- domandò Ty con un velo di preoccupazione nella voce.
Julian si lasciò andare ad un sorriso rassicurante.
-No, tranquillo. Quando la mamma si alza dal letto vengo a fare i pancakes- promise Julian.
Scoppiò a ridere quando vide l'espressione tradita e preoccupata di Emma e i loro figli cercare di buttarla letteralmente giù dal letto.
Amava la sua famiglia.

Julian si svegliò di colpo nel suo letto, mettendosi a sedere di scatto. Aveva fatto un sogno così vivido che per un attimo aveva creduto - sperato - che fosse reale.
Guardò la ragazza sdraiata al suo fianco, la cui runa parabatai sanciva l'impossibilità di averla per sé. Emma si era intrufolata nel suo letto per via degli incubi che la tormentavano e lui l'aveva accolta, come spesso faceva.
Ricadde sul materasso.
Cercò di addormentarsi di nuovo per passare le ultime ore della notte nel mondo che aveva sognato, quello in cui lui ed Emma potevano amarsi senza restrizioni, in cui lui era abbastanza adulto da prendersi cura dei ragazzi e in cui erano i suoi figli, non i suoi fratelli.
Man mano che tornava tra le braccia di Morfeo pensieri sempre più confusi passarono per la sua mente.
I mondani avevano l'assurda teoria in cui esistevano diversi universi paralleli, pensò. Sperava che, se fosse stata vera, ne esistesse uno in cui lui ed Emma erano felici.

 

   
 
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