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Autore: narden91    07/11/2016    1 recensioni
Cosa è successo nell'anno di vuoto a Mira e ai suoi fratelli? Be è ora di scoprirlo
Genere: Avventura, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Elfman, Lisanna, Mirajane
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Hiro Mashima; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro

Quel giorno il sole sembrava non voler sorgere, la fredda e cupa notte persisteva più del solito, adornata da un immenso fiume di stelle; la luna piena , così vicina da poterla quasi sfiorare, illuminava le cime degli alti alberi della fitta foresta di Mikage con i suoi tenui e pallidi raggi , mentre la fresca brezza del Nord le sospingeva leggiadre in un ipnotico e rilassante movimento.

Sulla ricurva superficie della terra buia che sosteneva le loro figure e le innalzava verso il cielo stellato, i tre fratelli Strauss sembravano camminare in mezzo a quella fiumana di stelle, temerari, nonostante fossero immersi in quel buio elettrico da giorni ormai.

«Mira-nee… quanto manca?» chiese Lisanna visibilmente assonnata e con lo stomaco brontolante.

«Dovremmo esserci, non credo manchi molto» rispose Mirajane in testa al gruppetto.

«Sono tre giorni che non mangio un pasto decente, un uomo ha bisogno di energie» replicò Elfman dalle retrovie e caricato come un mulo di tutti gli effetti delle sorelle.

«Vuoi darmi qualche zaino Elf nii-chan?» chiese Lisanna girandosi preoccupata verso il fratello.

«Sta tranquilla Lisanna, è compito di un uomo farsi carico di tutto ciò» rispose fieramente l’omone.

«Finalmente ci siamo ragazzi!» esclamò Mirajane in lontananza, indicando l’uscita della foresta.

«Yeee evviva, dai Elfnii-chan, andiamo» esclamò Lisanna prendendo per mano Elfman.

«Finalmente si mangia da uomini» replicò il ragazzo trascinando con forza erculea la sorella.

Dopo varie peripezie i tre erano finalmente usciti da quell’enorme foresta che circondava la città di Malva, una ridente città di 30000 persone e centro nevralgico di commercio ed informazioni.

I tre osservarono la città con una gratificante sensazione di appagamento, vagabondare per la foresta di Mikage indubbiamente li aveva provati, mentre il sole finalmente iniziò a fare capolino dietro le lontane montagne ad est, facendo risplendere i primi raggi sulle alte mura della città e sulle case di pietra, come in una onirica visione.

«Nee-chan, troviamo una locanda e prendiamo subito del cibo, non ci vedo più dalla fame» disse Elfman con la bava alla bocca.

«D’accordo Elfman, così magari potremmo raccogliere  anche delle informazioni sul demone che ha attaccato Oak Town» replicò Mirajane sorridente come al solito.

La ragazza dai lunghi capelli non ebbe modo di finire la frase che Elfman era già partito di corsa verso la città.

Mirajane e Lisanna giunsero in città alcuni minuti dopo, ansimanti, scorsero Elfman agitare la mano davanti ad una locanda aperta che serviva i pasti a qualsiasi ora, quindi lo raggiunsero ed entrarono.

«Buongiorno, è già possibile avere la colazione?» chiese Mirajane rivolgendosi alla ragazza dai lunghi capelli biondi raccolti in una semplice coda di cavallo che era dietro il bancone.

«Buongiorno e benvenuti alla locanda Heartdem, si è giù possibile avere la colazione, prendete pure posto e tra poco verrò a prendere le vostre ordinazioni» rispose la ragazza cortesemente.

I tre presero posto nell’angolo più lontano della locanda, sotto un’ampia finestra dalla quale era possibile osservare il centro della città.

«Ditemi, cosa desiderate?» disse la giovane ragazza avvicinatasi solerte al loro tavolo.

«Mmm vediamo, io prendo una tazza di estratto di rododendro e un pezzo di meringa» disse Lisanna scrutando il menù posto sul tavolo.

«Per me invece una tazza di the Lokist e una fetta di crostata alla ciliegia» disse Mirajane con le mani conserte.

«Perfetto, per lei signore?» disse la cameriera rivolta verso Elfman e ancora intenta a scrivere le precedenti ordinazioni.

«Mi porti tutto quello che ha, ho una fame da uomo!» esclamò Elfman con la bava alla bocca e battendo i pugni sul tavolo di legno che sussultò in modo innaturale.

«T-tutto?» rispose la ragazza basita.

«Si certo! Ho una fame incredibile»

«O-ok c-come vuole, ma ci vorrà un po’ »

«Faccia con comodo, non si preoccupi» rispose Mirajane osservando la ragazza eclissarsi dietro le porte del bancone visibilmente turbata dall’ordinazione di Elfman.

Mentre i tre erano in attesa delle loro ordinazioni la locanda iniziò lentamente a riempirsi, il via vai si fece sempre più incessante, il vociare, all’inizio solo appena accennato della mattina, era ormai diventato assordante.

D’un tratto, la cameriera giunse con le ordinazioni, dovette fare quattro viaggi per portare tutto ciò che Elfman aveva ordinato; Mirajane e Lisanna consumarono le loro ordinazioni con proverbiale eleganza, mentre Elfman sembrò addirittura scomparire dietro quell’enorme ammasso di cibo che via via spariva come inghiottito da un buco nero.

Erano ormai alla fine dei loro piatti quando una figura alta, dai capelli neri e lunghi, dall’aspetto trasandato e con i vestiti a brandelli entrò ansimante nella locanda, la locanda sprofondò in un silenzio di preoccupazione e tutti i presenti si voltarono contemporaneamente in direzione dell’uomo in cerca di spiegazioni.

«Cosa le è successo?» esordì la locandiera visibilmente preoccupata.

«Anf…anf… un de…un demone ha attaccato la città di Acalypa, sono corso via appena in tempo»

Il brusio tornò a farsi insopportabile, erano ormai parecchie settimane che si avevano notizie di demoni che imperversavano senza controllo nelle città del continente, seminando distruzione e morte.

Lo sguardo di Mirajane si fece serio, si alzò di scatto dalla sedia sulla quale era seduta, si incamminò verso l’uomo e gli si inginocchiò davanti.

«Mi dica, come era fatto il demone?» chiese Mirajane con una insolita espressione.

«N-non sono stato in grado di vederlo, quando è stato dato l’allarme sono corso via più veloce che potevo» rispose l’uomo disperatamente.

«Capisco, la ringrazio»

Mirajane si alzò nuovamente in piedi, lanciò un piccolo sacchetto verso la locandiera, contenente i jewels necessari per il pagamento della colazione e corse fuori sbattendo violentemente la porta dietro di sé.

«Mira-nee aspetta! Dove vai?» tuonò Lisanna appena uscita dalla locanda e seguita a ruota da Elfman ancora intento a mangiucchiare le ultime pietanze.

Mirajane si bloccò di colpo, i pugni serrati lungo i sinuosi fianchi, si girò verso i fratelli e disse con tono deciso:

«Devo andare ad Acalypha, non siamo arrivati in tempo per fermare il demone che ha attaccato Oak Town, ma questa volta voglio… anzi devo riuscirci.. In fondo sono un demone anche io, riuscirò ad assorbirli e fare loro il mio potere»

«C-cosa? Vuoi affrontarlo da sola ? Noi verremo con te!» disse Lisanna preoccupata.

«Scordatevelo, non vi permetterò di seguirmi, non questa volta, è una questione che risolverò da sola»

«Ma Mira-nee…»

«Devo andare, non vi preoccupate, tornerò sana e salva»

Lisanna fece per correre dietro la sorella ma Elfman la bloccò, impedendole di andare oltre.

«Lisanna, dobbiamo rispettare la scelta di nostra sorella»

«Elfnii-chan… ma se dovesse…»

«Ricorda che è un mago di classe S! Abbi fiducia, nessuno è come Nee-chan, è un vero uomo»

«Mmmm d’accordo» concluse Lisanna ormai rassegnata, osservando la figura di Mirajane farsi sempre più piccola immergersi nella fitta boscaglia.

Passarono due lunghi giorni da quando Mirajane era partita da Malva lasciando i due fratelli, durante il tragitto ripensò a tutto ciò che era successo solo poche settimane prima, la battaglia contro Seilah, di come fosse riuscita a malapena a prevalere su di lei, i demoni dello scaffale di Zeref che stavano imperversando nel Mondo, lo scioglimento di Fairy Tail.

In quei frangenti si era sentita debole, inutile, insolitamente vulnerabile, si era quindi ripromessa che mai più nessuno della sua famiglia sarebbe stato in pericolo, avrebbe protetto tutti e per farlo avrebbe assorbito il potere di uno di quei demoni.

Quando mancavano pochi chilometri alla città di Acalypha, era ormai giunto il tramonto, in lontananza un insolito e allarmante colore rossastro monopolizzava lo sfondo; corse a più non posso e quando fu ai confini della città, fu in grado di vedere con i suoi occhi il raccapricciante spettacolo dal quale l’uomo della locanda era fuggito in fretta e furia.

La città era completamente in fiamme, le poche case rimaste in piedi erano in procinto di essere inghiottite dal fuoco come un gigantesco serpente in cerca della sua preda,  per alcuni istanti la ragazza rimase immobile, frustrata e inorridita da quel macabro spettacolo.

Era in procinto di gettarsi in quell’inferno rovente, quando una terrificante e gigantesca figura emerse dal muro di fiamme, rivolgendo al cielo un ruggito così assordante da costringere la ragazza a tapparsi le orecchie.

«Cosa diamine …» sibilò Mirajane colta da una innata e comprensibile paura.

Il demone, alto circa 16 metri era completamente ricoperto di fiamme rossastre che rendevano impossibile capire se avesse un corpo tangibile; non appena ebbe finito il suo roboante ruggito il demone, percepito il grande potere magico della ragazza, si fiondò verso di lei con i suoi lunghi artigli nel tentativo di trafiggerla.

«Tch dannazione, sarà davvero un osso duro» disse Mirajane che a stento aveva schivato l’attacco.

«Non mi resta che dare già il massimo, Take Over, Satan Soul:Sitri!»

Mirajane aveva usato il suo Take Over più potente, i lunghi capelli argentati sciolti erano sospinti da una immensa aura di potere, le lunghe corna sulla fronte e il lungo mantello nero le conferivano un’aria del tutto fuorché rassicurante.

«Bene, a noi due mostro» urlò la ragazza fiondandosi verso l’enorme figura demoniaca.

Il demone con una inaspettata agilità schivò il colpo della ragazza, che si ritrovò a pochi metri dal muro di fiamme all’ingresso della città.

«È anche agile nonostante la sua mole .. sarà davvero uno scontro impegnativo» disse Mirajane sogghignante sospesa a mezz’aria grazie alle fiamme sotto i suoi piedi.

Per dieci minuti circa Mirajane cercò in tutti i modi di colpire il demone, ma ogni suo tentativo fu vano, questi riuscì a parare e schivare ogni sua singola mossa, sfiancandola e rendendola sempre più lenta e prevedibile.

Il demone le ringhiava difronte come a volerla sbeffeggiare e  notando lo stato della ragazza, ormai allo stremo delle, fece la sua mossa, espellendo dalla bocca una sostanza verdastra che la investì in pieno.

«Ouch, che cos’è questa roba ahhhhhhh»

Lentamente le forze iniziarono ad abbandonarla,  svuotata di tutto il potere magico scese a terra e si inginocchiò in preda ad un agonizzante dolore al petto, mentre il Take Over si dissolveva come in un lento cambio di diapositiva; più passava il tempo più la situazione sembrava critica, la sostanza verdastra aveva iniziato a scioglierle il vestito, riducendolo quasi del tutto a brandelli, con le ultime forze che aveva in corpo si sollevò da terra seminuda sorreggendosi a stento sulle ginocchia, osservando inerme l’enorme figura infuocata fiondarsi su di lei e pronta ad affondare un nuovo colpo di artigli .

Con l’ormai ultimo sprazzo di energia che aveva in corpo si gettò verso sinistra nel tentativo di schivare quel poderoso affondo , ma non fece in tempo, il demone le aveva ridotto a brandelli la parte destra del corpo e asportato, come in una malsana operazione chirurgica, un occhio.

La ragazza non ebbe nemmeno la forza di gridare, il dolore era così lancinante da averle tolto il respiro, mentre il sangue fuoriusciva copiosamente dalle sue ferite; con la coda dell’ occhio osservò il demone avvicinarsi di nuovo per assestarle l’ inevitabile colpo di grazia, provò a trascinarsi a distanza da quell’ orrida creatura con l’unico braccio funzionante. Si trascinò dolorosamente per un paio di metri, dopodiché percepì la forza vitale abbandonare inesorabilmente il suo corpo, si bloccò, la vista iniziò a farsi sempre più annebbiata e ansimante, mentre osservava il demone farsi sempre più vicino, sul suo volto apparve un sorriso di resa, rigato da un fiume di lacrime, mentre nella mente le sfrecciarono davanti come un flash tutti i bei momenti passati con Elfman, Lisanna e tutti i membri di Fairy Tail,  finché il sorriso si spense e, completamente stremata, cadde a terra esanime.

«Dove sono?» disse Mirajane guardandosi intorno in quella che sembrava essere una sconfinata dimensione completamente bianca.

«Credo di essere morta… Mi dispiace Elfaman, Lisanna, amici…» continuò la ragazza in lacrime ma con il consueto sorriso.

«Non è finita!» echeggiò una voce dal nulla.

«C-chi c’è? » rispose girandosi senza sosta da una parte all’altra.

«Non è finita Mira-san»

«Chi c’è?»

Lentamente, come in un sogno,  davanti a lei apparvero tutti i membri di Fairy Tail, Natsu e Lucy le si avvicinarono:

«Il tuo viaggio non può finire qui, siamo una famiglia ricordi?» disse Natsu sorridendo.

«Ragazzi…»

«Mira-nee»

«Nee-chan»

«Non è ancora giunta la tua ora, quindi… svegliati Mira-san!» esclamò Lucy mentre i restanti membri alzarono le mani al cielo per indicare il simbolo di Fairy Tail.

Mirajane osservò in lacrime quella scena e dopo alcuni istanti, tutti i presenti si fecero sempre più sbiaditi finché, come in una lunga apnea, aprì di colpo l’occhio rimastole e iniziò a boccheggiare.

Era distesa per terra, disorientata , dolorante lungo tutta la parte destra, dove era stata duramente colpita; di fianco a lei c’era un caldo fuoco scoppiettante insieme ad una piccola pentola , sopra di lei il cielo era completamente limpido e pieno di stelle splendendi.

Cercò di tirarsi su, in modo da capire cosa fosse successo, ma non le fu possibile, era completamente nuda e lungo il corpo aveva dei piccoli tentacoli marroni che le impedivano ogni movimento.

«Che diamine è successo?» chiese a bassa voce ,convinta che non ci fosse nessuno, nel tentativo di far mente locale.

«Non mi muoverei se fossi in te» tuonò una voce alle sue spalle.

«T-tu cosa ci fai qui?» chiese la ragazza voltatasi con la testa in un movimento istintivo che le procurò un indescrivibile dolore.

«Mph, è questo il modo di parlare a chi ti ha salvato la vita?» disse Seilah, che lentamente prese posto sul tronco di legno vicino il fuoco.

«Mi hai salvato?! E perché lo hai fatto?» chiese Mirajane accigliata.

«Tch, mi trovavo da queste parti e osservando il modo suicida con cui ti sei fiondata verso Afrgoth ho deciso di salvarti» replicò stizzita Seilah, intenta a controllare il contenuto della pentola.

«Grazie… ma perché sono nuda e collegata a questi affari?»  chiese Mirajane imbarazzata.

«Bè avevo voglia di rivedere il tuo bel corpicino dopo l’ultima volta e quei tentacoli servono per guarirti, perciò sta ferma e aspetta che finiscano il loro lavoro»

«Capisco » rispose Mirajane impotente.

Le due rimasero in un silenzio reverenziale, interrotto solamente dal crepitio del fuoco e da isolati ululati in lontananza; quando finalmente fu trascorsa un’ora circa Seilah si alzò, si inginocchiò di fianco alla ragazza e le tolse accuratamente uno ad uno tutti i tentacoli dal sinuoso corpo.

«Ecco fatto, puoi anche alzarti» disse il demone riponendo i piccoli esseri in quello che sembrava un antico astuccio.

Mirajane si alzò a fatica, ancora debole, e avvicinatasi al fuoco si sedette su uno dei tronchi lì vicino.

«Non è che avresti un vestito da prestarmi?»

«Mmm si ma non voglio»

«Perché no?! Morirò di freddo qui fuori, di notte la temperatura scende di molti gradi in questa zona!» rispose Mirajane sfregando le mani vicino al fuoco.

«Stai meglio così secondo me, comunque tieni prendi»

Il demone lanciò malvolentieri verso la ragazza un lungo vestito giallo che le calzava, inaspettatamente, a pennello.

«Un momento, ma questo è il vestito che avevo quando ci siamo affrontate» constatò stupefatta Mirajane osservando Seilah spogliarsi davanti al fuoco per cambiarsi gli abiti sporchi di sangue, dei quali si era accorta solo una volta esposti alla tenue luce del fuoco.

«Uhm si è proprio quello, l’ho ricostruito perché mi piaceva e pensavo che mi sarebbe stato bene, ma a quanto pare non mi va» replicò Seilah abbottonandosi la scollatissima veste color blu elettrico.

«Quegli abiti… Mi hai portata fin qui?»

«Eri in condizioni disperate, ti ho sollevata completamente nuda, priva di sensi e sporca di sangue, pensavi che mi sarei messa a fare la schizzinosa?» chiese Seilah osservando Mirajane negli occhi.

«T-ti ringrazio se non fosse s..»

«Di nulla» tagliò corto Seilah.

Dopo alcuni attimi di silenzio, le due iniziarono a mangiare la calda zuppa che era vicino il fuoco, osservandosi distrattamente l’un l’altra.

«Credi che il mio occhio guarirà?»

«Sono arrivata troppo tardi per salvarlo, dovrai tenerlo così per sempre, così come tutte le cicatrici lungo il tuo bel corpicino»

«Capisco, bè quantomeno sono viva, grazie ancora»

«Te l’ho già detto, non ringraziarmi, ero solo di passaggio… Piuttosto perché hai affrontato Afrgoth? Sapevi benissimo che ti avrebbe battuto vero?!» chiese Seilah incuriosita.

«Mi sono sentita in colpa per non essere stata in grado di proteggere i miei amici durante la battaglia contro di voi, quindi volevo dimostrare a me stessa di essere forte abbastanza da poterne sconfiggere uno, ma a quanto pare non è così» disse Mirajane con lo sguardo perso nel fuoco.

«Sei stata in grado di battermi, non è abbastanza questo?»

«Ci sono riuscita solo grazie all’aiuto di Elfman e degli altri, senza di loro avrei perso»

«Probabilmente… Ma credo che avere degli amici da proteggere e su cui poter contare in caso di bisogno, sia la forza più grande su cui si possa far leva per spingersi oltre i propri limiti»

«Io non…» bofonchiò Mirajane sorpresa dalle parole di Seilah.

«Sai credevo che Kyuoka potesse essere la mia famiglia, o qualcosa del genere, quando però ho sentito il discorso di Mard Geer, sul fatto che siamo solo degli strumenti insignificanti mi sono ricreduta, per questo ho deciso di distruggere tutti i demoni fuoriusciti dalla libreria di Zeref, cercando di espiare le mie azioni»

«Capisco, sei davvero cambiata…. »

«Hai intenzione di combattere nuovamente Afrgoth vero?»

«Si, devo farlo» rispose Mirajane decisa stringendo in una morsa rabbiosa la ciotola di legno che aveva in mano.

«Allora verrò con te e lo affronteremo insieme»

«No, ci riusc..»

«Senza il mio aiuto non ce la farai mai e questa volta le mie cure potrebbero non bastare» intervenne bruscamente Seilah seria in volto.

«Perché vuoi aiutarmi?» chiese Mirajane insospettita dalle continue attenzione di Seilah per la sua incolumità.

«Chi lo sa, forse non voglio vederti morire così stupidamente» replicò di getto il demone con un sorrisetto abbozzato e una sfumatura di imbarazzo il volto.

«Va bene… Cosa farai una volta finita la caccia a tutti i demoni di Zeref?»

«Non ci ho ancora pensato… Magari girerò il mondo alla ricerca di Zeref, cercando di scoprire il vero motivo per cui sono stata creata» rispose Seilah degustando l’ultimo boccone della zuppa.

«Capisco… si è fatto tardi, meglio fare un pisolino per riprendere le forze, non mi sento al massimo »

«Fai pure, io non ho bisogno di dormire, farò la guardia»

Mirajane si alzò dal piccolo tronco di legno sul quale aveva consumato la cena, ripose la ciotola di legno accanto al fuoco e, rannicchiatasi nel piccolo giaciglio sul quale si era risvegliata, sprofondò in un letargico sonno ristoratore.

L’indomani i raggi del sole la svegliarono fastidiosamente, colpendola direttamente sul viso, mentre era ancora sdraiata si stiracchiò in maniera plateale e cercò con lo sguardo Seilah; inaspettatamente il demone era proprio dietro di lei, accucciata dietro la sua schiena come una bambina vicino ad una madre, con una espressione rilassata e un piccolo accenno di bava sul margine della bocca.

Si alzò lentamente nella speranza di non svegliarla e in punta di piedi si diresse verso i resti del fuoco,  ma gli acuti sensi di Seilah le impedirono di passare inosservata.

«Buongiorno Seilah» disse Mirajane con tono sarcastico, osservando il demone sbadigliando a bocca aperta.

«Buon… ehm ehm , n-non stavo dormendo» replicò Seilah cercando di ricomporsi.

«Oh si invece, stavi dormendo eccome »

«Non è vero, stavo solo riposando gli occhi!» replicò il demone palesemente imbarazzato.

«Va bene, va bene, non preoccuparti! Dunque è ora di partire…»

«Direi di aspettare la notte, Afrgoth è più debole alla luce lunare» rispose Seilah alzatasi in piedi.

«D’accordo allora, vado a procurarmi del cibo»

«O-ok»

Mirajane si addentrò nella foresta lì vicino, dopo alcune ore tornò con una quantità indescrivibile di funghi e piante selvatiche, prese la pentola e, acceso il fuoco, iniziò a preparare una delle sue specialità; l’odore emanato da quella pentola ammaliò perfino Seilah, la zuppa della sera prima non era nemmeno lontanamente paragonabile a tale prelibatezza, e quando Mirajane ebbe finito di prepararla, Seilah divorò letteralmente la sua porzione in un sol boccone:

«È la cosa più buona che abbia mai mangiato!» esclamò con gli occhi che le brillavano.

«Sono felice che ti piaccia» rispose soddisfatta Mirajane ancora intenta a mangiare la sua razione.

«Sei davvero un’abile cuoca»

«Bè grazie, magari un giorno te la insegnerò»

«Ci conto eh» concluse Seilah versandosi un altro mestolone di zuppa.

Calò la notte, le due si riposarono tutto il pomeriggio per arrivare cariche allo scontro con il demone, quindi spensero il fuoco e partirono nuovamente alla volta di Acalypha.

Giunte alle porte della città, lo spettacolo era lo stesso del giorno prima, l’immenso muro di fiamme aveva ormai bruciato tutto ciò che poteva far somigliare quel luogo ad una città, perfino la nuda roccia delle mura di cinta sembrava iniziare a liquefarsi a causa dell’ alta temperatura delle fiamme.

«Fa attenzione e iniziamo già alla massima potenza, Afrgoth potrebbe apparire da un momento all’altro» disse Seilah impugnando il suo libro.

«Certo, Take Over, Satan Soul:Sitri!» esclamò Mirajane.

Non appena le due iniziarono a espandere il loro potere magico nella zona, Afrgoth fece la sua trionfale ed epica entrata in scena da quello che una volta era il centro città, coperto da fiamme ardenti e brillanti su tutto il corpo.

«Sta attenta, ci attaccherà da un momento all’altro, nonostante la mole la sua velocità è strabiliante» tuonò Seilah che aveva assunto la posizione di difesa, arretrando di qualche metro.

«Me ne sono accorta» replicò Mirajane con lo sguardo fisso verso il demone.

Le fiamme intorno la città si fecero improvvisamente più alte e abbaglianti a tal punto di accecarle quasi completamente per alcuni istanti; Afrgoth approfittò di quel breve momento di cecità delle due per lanciarsi a testa bassa nella loro direzione.

Con un gesto istintivo Seilah, che aveva riacquistato solo una frazione di secondo prima la vista, si tuffò in direzione di Mirajane, ancora abbacinata dallo splendore delle fiamme, salvandola da un colpo in pieno petto.

Afrgoth non le diede un attimo di respiro, iniziò a colpirle ripetutamente con i suoi lunghi artigli, alle due non restò altro che schivare i colpi e attendere il momento propizio per attaccarlo; furono attimi concitati, il demone continuava imperterrito ad affondare i suoi colpi verso le due, impossibilitate ad attaccare il corpo avvolto dalle fiamme del demone, e costrette perennemente sulla difensiva.

«Anf, anf, non caveremo un ragno dal buco così, proviamo ad attaccarlo con colpi a distanza, Take Over, Satan Soul:Halphas!»  » disse Mirajane cambiando nuovamente aspetto mentre il dolore del giorno prima sembrò iniziare a riacutizzarsi.

Seilah la osservò attentamente, notò immediatamente che non era ancora in grado di combattere, ne era consapevole,  nelle condizioni critiche in cui versava, le poche ore di cure non furono sufficienti per farla ristabilire completamente, quindi decise di attirare su di sé l’attenzione di Afrgoth, provando a distruggerlo con le proprie forze.

Seilah colpì ripetutamente il demone con una schiera di libri apparsi dal nulla, attirando come auspicava la sua ira, quindi corse più lontano possibile dalla città allontanandolo da Mirajane .

«Dove vai Seilah?!» urlò Mirajane in ginocchio mantenendosi il fianco.

«Sta’ tranquilla, ci penso io a lui, non sei in grado di combattere»

Seilah corse per svariati metri, finché ebbe condotto il demone ad una distanza di sicurezza dalla città e da Mirajane; Afrgoth era visibilmente alterato,  iniziò a tempestarla di assalti e lanci di fiamme che in lontananza e nel buio della notte, sembravano raffigurare uno spettacolo pirotecnico senza precedenti.

Mirajane osservò per alcuni minuti quel violento scambio di colpi sentendosi inutile, quindi raccolse tutte le forze che aveva e si diresse claudicante verso il luogo dello scontro.

Seilah sembrava avere la meglio su Afrgoth, quando d’un tratto il demone si bloccò, piantò saldamente i piedi al terreno ed  iniziò ad accumulare uno spropositato quantitativo di energia magica. Una palla rossastra e luminescente iniziò a crearsi davanti la sua bocca e con il passare dei secondi diventava sempre più grande, crebbe a tal punto da sovrastare perfino la stazza del demone stesso; nelle vicinanze del demone la temperatura era insostenibile, sembrava di essere all’interno di un vulcano in eruzione, Seilah capì che se quel colpo l’avesse raggiunta sarebbe stata la sua fine, quindi tentò in tutti i modi di colpirlo, ma ogni tentativo si rivelò controproducente, in quanto i suoi colpi vennero assorbiti dalla sfera rossastra:

«Tch, è tutto inutile… sembra che questa sarà la mia fine, ma almeno lei è salva, forse questa è la giusta punizione per i miei crimini…» bofonchiò Seilah tra sé e sé sorridente, sentendosi lentamente avvolgere dalla fredda mano della morte.

Afrgoth era sul punto di dirigere l’enorme sfera verso Seilah, ma un istante prima che potesse vibrare il colpo, dalle spalle del demone si levò una voce rabbiosa:

«Cosmic Beam!»

Un enorme fascio di magia colpì il demone sulla schiena, piegandolo dal dolore e facendogli esplodere il colpo in direzione del terso cielo stellato; l’enorme sfera rossa salì vorticosamente in cielo per una decina di secondi, detonando in un fragoroso lampo abbagliante visibile da svariati chilometri.

«Anf…anf…»

«Che ci fai qui! Scappa!» urlò Seilah accortasi che Afrgoth era pronto ad un’immediata rappresaglia.

«Anf.. anf… io non scappo, non lascerò mai un’amica da sola!»

«Sei una sciocca!» urlò Seilah con gli occhi lucidi.

Mirajane ebbe a malapena il tempo di finire la frase che Afrgoth, giratosi in un istante verso di lei con uno sguardo arcigno,  esplose verso di lei un abbagliante raggio di luce avvolto di fiamme.

«Ordino al mio corpo di superare ogni limite» sibilò Seilah che in un istante liberò il proprio corpo da ogni coercizione fisica grazie al potere della propria maledizione, in un’aura di potere talmente intensa da fendere l’aria.

Come un fulmine, si fiondò verso Mirajane, superando ad una velocità inaudita Afrgoth e il colpo che aveva appena lanciato, ciononostante , in quello che per lei fu un istante di tempo talmente piccolo da non essere percepibile da un essere umano, capì che non sarebbe riuscita a salvare la ragazza, quindi, dandosi uno slancio prorompente con tutta la forza che aveva in corpo, si frappose tra il colpo e la ragazza, finendo trafitta da parte a parte in pieno petto.

Mirajane chiuse l’unico occhio rimastole istintivamente, si sentì colpire violentemente in pieno petto e spingere all’indietro, quando lo riaprì si ritrovò Seilah tra le braccia, immobile.

«Ehi Seilah…Seilah!» urlò Mirajane scuotendone il corpo che aveva delicatamente deposto dalle braccia.

«Anf… anf…Alla fine avevo ragione io…» biascicò Seilah a fatica sputacchiando sangue.

«Su cosa?» chiese Mirajane con gli occhi umidi che sembravano brillare di luce propria.

«Non ricordi cosa ti dissi quando ci scontrammo?»

«Io non…»

«Eh eh… hai  la memoria corta… ti dissi che l’essere così gentile e disposta ad aiutare gli altri un giorno ti sarebbe costata cara»

«M-ma perché lo hai fatto?» chiese Mirajane tenendo stretta la mano di Seilah mentre una cascata di lacrime rigava il suo volto perlaceo.

«Non deve esserci una spiegazione per tutto… Ho solo fatto ciò che ritenevo giusto, coff coff»

«Non ti lascerò morire qui! Dove sono quella specie di tentacoli!» chiese Mirajane strappandole di dosso il vestito e osservando sgomenta, il profondo buco nel bel mezzo del prosperoso e virgineo seno.

«Anf… anf… è inutile, non possono curare una ferita del genere… il colpo era intriso di veleno… quindi non avvicinarti!» disse Seilah cercando di allontanare la ragazza con le poche forze rimaste.

«Veleno?! Quindi anche ieri io…»

«Si, aveva colpito anche te… Ma l’ho rimosso prima di curarti con i tentacoli…»

«Allora lo farò anche io adesso»

«Non essere sciocca…. coff coff…il veleno che avevi ieri era situato solo sulla superficie del tuo corpo»

«Ma ci sarà qualcosa che possa fare! Ti prego, dimmelo Seilah» 

«Ormai i miei organi interni sono irrimediabilmente compromessi… Non c’è più nulla che tu possa fare… Mirajane»

«Io… mi dispiace… non..» sibilò Mirajane con la testa abbassata.

«Non merito il tuo dispiacere….coff…coff.. dopo tutto quello che ho fatto a te e alla tua famiglia» disse Seilah ormai senza forze e con gli occhi umidi.

«Non dire così! Quello ormai è il passato! »

«Il passato rimarrà per sempre scritto nella mia storia…. »

«Rimarrà per sempre scritto è vero, ma il futuro sono solo pagine bianche, sta a noi fare in modo di scriverci sopra una grande storia»

«La mia esistenza ormai è al termine, ma la tua non deve esserlo per forza…..coff…Afrgoth… coff.. è ancora qui, tra poco tornerà alla carica… coff coff… prima di subire il colpo l’ho accecato con un lampo di magia»

«Non sono in grado di affrontarlo… ucciderà anche me….» disse Mirajane sconsolata.

«Non sei in grado di affrontarlo è vero… ma noi due insieme ci riusciremo»

«Cosa vuoi dire?» chiese Mirajane sorpresa.

«Quando ci scontrammo assimilasti una piccola parte del mio potere… Ora lascerò che tu mi assorba del tutto, diventando una cosa sola»

«Io non credo di potercela fare…»

«Tu sei l’unica in grado di assorbire un demone, in fondo dentro il tuo petto batte un cuore di demone, fa come ti dico… Per una volta potrò essere utile per qualcuno!»

«Io non»

«Ti prego! È la mia ultima chance di fare del bene» disse Seilah fissando Mirajane negli occhi.

«D’accordo! » replicò Mirajane decisa, asciugandosi le lacrime.

«Mph, dalla prima volta che ti ho visto in quel laboratorio…. Ho capito quanto fossi forte e speciale, sarà un onore diventare parte di te»

Mirajane prese con forza la mano di Seilah ponendola sul suo petto, la osservò diritta negli occhi un’ultima volta; dal nulla il corpo della ragazza iniziò a brillare di luce intensa e a farsi via via sempre più intangibile, fino a sparire del tutto in una abbacinante e calda luce color indaco che la investì in pieno, avvolgendo completamente il suo corpo.

Mirajane si ritrovò nuda a mezz’aria, circondata come da una barriera, le profonde cicatrici sul corpo iniziarono a rimarginarsi istantaneamente, l’occhio perso il giorno prima tornò a permetterle di vedere nuovamente, il tutto mentre assumeva le sembianze di Seilah, inclusi i suoi vestiti. Ad un tratto una voce familiare le sussurrò soavemente:

«Ora hai i miei poteri, fanne buon uso!»

«Io… mi dispiace Seilah… se non fossi stata così impulsiva ora tu…» rispose Mirajane singhiozzante.

«Non fare così, io non smetterò di vivere, perché vedrò il sole sorgere ogni giorno attraverso i tuoi splendidi occhi blu, fino alla fine del tuo tempo…. ora va’, sconfiggi Afrgoth e rincontra i tuoi amici, io sarò per sempre al tuo fianco» concluse Seilah, la cui immagine eterea posò la fronte contro quella di Mirajane.

Afrgoth era nuovamente tornato in possesso della vista, e, al vedere Mirajane sospesa in aria,  non esitò due volte a lanciare un nuovo poderoso attacco magico.

Con un solo movimento della mano Mirajane, in forma Take Over: Seilah, deviò il colpo a centinaia di metri di distanza, quindi scesa a terra, aprì il libro lasciatole in dote da Seilah e urlò:

«Ordino al mio corpo di superare ogni limite»

Istantaneamente tutto il corpo si ricoprì  di una quasi tangibile aura nera, talmente potente da far barcollare il demone Afrgoth distante una decina di metri, quindi con una ferocia mai vista , si avventò sul corpo del demone, che, senza avere nemmeno la benché minima idea di cosa stesse succedendo, fu dilaniato dalla ferocia e dalla rabbia che Mirajane aveva impresso ai suoi colpi magici, riducendolo dopo pochi istanti ad un cumulo di cenere.

La sconfitta Afrgoth fece si che anche le fiamme che imperversavano nella città si estinguessero, così, assicuratasi di averlo definitivamente sconfitto, Mirajane annullò il Take Over, si accasciò a terra e svenne senza forze in prossimità del punto in cui Seilah era scomparsa.

L’indomani l’aria era colma di un fastidioso odore di bruciato, il vento aveva sparso le ceneri dell’ormai estinto incendio per tutta la zona; Mirajane osservava con espressione vuota il sole splendere alto nel cielo, chiedendosi se tutto ciò fosse stato solo un incubo, ma poi percepì una insolita presenza magica dentro di sé e si rese conto che quella era la pura e semplice realtà, finché, ancora immersa nei suoi pensieri, si sentì chiamare a gran voce in lontananza:

«Mira-neeeeeeee!»

«Nee-chan»

Lisanna ed Elfman le corsero in contro, abbracciandola come non avevano mai fatto in vita loro.

«Cosa ci fate qui ragazzi?»

«Non potevamo lasciarti sola Mira-nee, siamo una famiglia, abbiamo aspettato un giorno e poi siamo corsi da te» singhiozzò Lisanna strofinandosi le guance con quelle della sorella maggiore.

«Non è da uomo lasciare andare da sola una sorella Nee-chan» continuò Elfman che aveva stretto le due in una morsa tanto calorosa quanto soffocante.

«Ahahah grazie ragazzi, ma ora basta o mi soffocherete» disse Mirajane scoppiata in un pianto di gioia.

«Hai ucciso il demone Mira-nee? Sei stata grandiosa!» urlò fiera Lisanna.

«Tu si che sei un vero uomo Nee-chan»

«Si ce l’ho fatta, ma grazie soltanto ad una vecchia conoscenza»

«Chi?» chiese Lisanna osservando il fumo sollevarsi dalla città.

«Lei, Take Over: Seilah» urlò Mirajane trasformatasi in Seilah.

I due fratelli sussultarono nel vedere la nuova tecnica della sorella, ancora traumatizzati da ciò che era successo nella battaglia di Tartaros, ma Mirajane spiegò loro per filo e per segno tutto ciò che era successo.

«Oh capisco… quasi quasi mi dispiace per lei..»

«Si è comportata da vero uomo»

«Già lo credo anche io…»

«Bene, ora che abbiamo chiarito tutto quale sarà la nostra meta?»

«Io ho ancora un compito da svolgere, non vi chiederò di seguirmi» disse Mirajane stingendo il pugno lungo i fianchi.

«Mph, noi verremo con te Mira-nee, non ci separeremo mai più»

«Saremo con te ora e per sempre Nee-chan, da veri uomini»

«D’accordo ragazzi, allora partiamo! E un giorno torneremo a Fairy Tail!»

«Siiiii» esclamarono in coro Lisanna ed Elfman seguendo Mirajane.

I tre si misero in viaggio, alla ricerca degli ultimi demoni dello scaffale di Zeref rimasti a seminare distruzione per il continente, per esaudire l’ultimo desiderio di Seilah; alla fine della sua impresa Mirajane fu ricordata nelle leggende di Earthland come l’Ammazzademoni Argentato, con ben 8 demoni uccisi in 6 mesi.

THE END

   
 
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