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Autore: nigatsu no yuki    10/11/2016    0 recensioni
Stingue week 2016 - Day 1 | OS con shounen-ai appena accennato :3
(Link dell'iniziativa all'interno)
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[...] che poi era certamente colpa del corpo dell’amico premuto contro il suo, avvolto nel suo stesso mantello, scaldato da quel fuoco della grotta, se sentiva tutto quel caldo.
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Rogue Cheney, Sting Eucliffe
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Smile
 


«Sting!»
L'urlo rimbombava tra le mura di pietra vuote, il sibillio delle lame e il boato degli incantesimi.
Rogue si liberò dei due avversari distruggendo in un colpo solo le loro membra fatte di circuiti. Il problema era che più robot venivano messi fuori gioco, più sembrava pioverne su di loro. Gli furono di nuovo addosso in quattro, non era neanche riuscito a riprendere fiato quasi.
«Sting!!» 
Lo chiamò nuovamente, sicuro che anche lui stesse combattendo da qualche parte alle sue spalle.
«Sono un po' impegnato al momento!» replicò l'altro, mentre anch'egli cercava di destreggiarsi tra troppi avversari.
Non era una delle situazioni più rosee quando Rogue aveva pensato, qualche giorno prima, a cosa avrebbe comportato quella missione: certo la classe S non era da prendere sotto gamba, ma lui e Sting insieme erano capaci di quello ed altro. 
Sembrava che tutti i robot fossero stati sconfitti, il ruggito del Drago Bianco del giovane master aveva messo al tappeto l'ultima decina in un colpo solo; ora entrambi boccheggiavano in piedi a quel grande salone di pietra. La bufera di neve infuriata fuori, l'aria era gelida e, nonostante tutto, ancora colma di tensione: entrambi si votarono nello stesso istante verso una delle finestre infrante durante la battaglia mentre un'ombra nera sembrava acquisire forma.
«Avete sconfitto tutti i miei robot, sono colpito» parlò così l'uomo uscito dall'ombra, gli occhi gelidi e grigi puntati sui due.
«È lui Rogue?»
Rogue annuì: era lui il temuto ladro che era riuscito ad introdursi nel castello della capitale e rubare i gioielli della principessa Hisui.
«Bene, questa missione è andata avanti fin troppo, restituisci ciò che hai rubato o te ne pentirai» esordì serio Sting indicandolo.
L'uomo ghignò divertito «Vediamo come ve la cavate Draghi Gemelli!»
Un'ombra nera si allargò su tutto il pavimento di pietra, solo alcuni istanti poi altre decine di robot si materializzazione nella stanza.
Ci risiamo pensò Rogue, quella missione era tutt'altro che finita.
 

Il freddo era tremendo e il sentiero sulla montagna sembrava districarsi all'infinito senza ricondurli alla civiltà. Lector e Frosch arrancano appena davanti a Rogue, coperti da vestiti pesanti, mentre affondavano nella neve fino alla vita.
Sting apriva il gruppo è da quando avevano completato la missione, sconfiggendo il nemico e recuperando i gioielli persi, non aveva aperto bocca.
In realtà il drago bianco era tremendamente silenzioso e cupo da una settimana ormai. Rogue si era arrovellato per ore cercando di capirne il motivo - anche perché chiedere al diretto interessato aveva portato solamente all'evasione del discorso in questione. 
Era passato poco tempo dalla sconfitta definitiva di Tartaros e Fairy Tail era allo sbando, lasciando l'intera loro gilda sconvolta. Non potevano credere che la gilda più forte avesse deciso semplicemente di sciogliersi, Rogue era sicuro che ci fosse un piano ben preciso nella mente del master Makarov, ma qualunque quello fosse, tutti loro ne erano dispiaciuti.
Sting soprattutto aveva preso tutto quello male: si era lamentato per giorni dicendo che Fairy Tail non poteva semplicemente sciogliersi, loro erano i migliori dopotutto, no? E visto che Natsu-san non aveva più una gilda dove andare poteva unirsi a loro, no?
Rogue aveva sorvolato sull'ultima cosa - ovvero si era limitato ad arrabbiarsi quel tanto che bastava, intimando al master di comportarsi come un adulto e non come il poppante che era, poi però sembrava che qualcos'altro avesse preoccupato il drago bianco. Qualcosa che gli aveva dipinto sul viso quell'espressione triste e corrucciata, facendo sparire il solito sorriso spropositato che era il suo marchio di fabbrica.
«Frosch ha tanto freddo!» si stava lamentando l'exceed stringendo le braccia al corpo e rallentando il passo.
Rogue si fermò guardandosi intorno: avrebbero dovuto trovare un riparo perché quella tempesta non sembrava proprio aver voglia di calmarsi. Anzi il vento si era fatto più intenso, ma forse sul cammino roccioso che stavano seguendo c’era qualche grotta o insenatura dove ripararsi e accendere un fuoco. Rogue individuò quello che faceva al caso loro, una decina di metri sopra le loro teste, avrebbero solo dovuta scalare la parete.
Ci fu uno starnuto che nel silenzio della montagna – rotto solo dal sibilo del vento – risuonò forte. Sting rabbrividì da capo a piedi e Rogue si ritrovò per l’ennesima volta a chiedersi per quale motivo andava in giro vestito in modo discutibile.
«Sembra esserci una caverna poco più in alto» arrancò fino all’amico togliendosi il mantello e senza complimenti, lanciandolo addosso al giovane master «staremo al caldo, ma magari la prossima missione ti vestirai meglio, in modo da non avere freddo» concluse la frase dandogli le spalle, sapendo che così l’improvviso calore salito alle sue guance non si notasse.
Sting borbottò infastidito «Io non ho mai freddo» sentenziò, ma sistemandosi meglio il mantello sulle spalle e seguendo il drago d’ombra.
 

La piccola caverna li aveva isolati dal gelo, merito anche del piccolo fuocherello magico che scoppiettava piano. Lector e Frosch si erano già addormentati in un angolo, stravolti dopo la lunga giornata.
Sting continuava a fissare assorto le fiamme, indosso ancora il mantello dell’amico, come se avesse ancora tremendamente freddo. Rogue era di fronte a lui, dall’altra parte del falò, che invece fissava il master cercando di leggere oltre la sua espressione risentita.
Quello starnutì ancora, tanto forte che prima di qualunque altra mossa entrambi controllarono che gli exceed non si fossero svegliati. Rogue sospirò cercando di ravvivare il fuoco per poi spostarsi proprio al fianco dell’amico.
Sting lo guardò a metà tra lo stizzito e l’imbarazzato «Piantala di guardarmi in quel modo» sbottò anticipando qualsiasi altra osservazione da parte del drago d’ombra.
«Non ho detto nulla» si giustificò Rogue senza tornare a guardarlo, poi la domanda che aveva incastrata in gola uscì senza che potesse fermarla «mi vuoi dire che ti prende?»
Calò un silenzio fin troppo pesante: Rogue sapeva bene che l’altro aveva ben capito a cosa si riferisse, protrarre quel mutismo non aveva senso. Avevano sempre risolto le cose insieme, il fatto che Sting volesse tenersi qualcosa, che lo stava evidentemente preoccupando, per sé, non faceva che accrescere l’ansia di Rogue.
E poi non vedere quel suo dannato sorriso... continuava a credere che fosse del tutto sbagliata quell’espressione per Sting.
«Allora?»
Sting si riscosse, allontanò appena lo sguardo dal fuoco per posarlo su Rogue, che al suo fianco lo guardava serio ed irremovibile. Questa volta non sarebbe riuscito ad evitare di vuotare il sacco «Non è nulla di così preoccupante idiota, smetti di assillarmi» tentò una blanda difesa, che però non servì a nulla.
Rogue diceva molto di più rimanendo in silenzio, il suo sguardo addosso – in quei casi più del solito – era insopportabile.
«Sto dormendo male nell’ultimo periodo, va bene? E questo mi sta semplicemente rendendo nervoso» tirò fuori quella mezza verità sperando che l’altro demordesse.
Rogue corrugò la fronte «Sai che non è credibile, tu e il dormire andate fin troppo d’accordo» iniziò «cosa deve essere di così terribile se non vuoi parlarmene?»
Sting sbuffò di nuovo. Non sorridi più ma quello evitò accuratamente di dirlo, ritrovandosi a sospirare quasi sconfitto «E va bene, se non vuoi parlarmene non posso certo obbligarti» e si chiuse nel suo solito silenzio tornando a fissare il fuoco.
Dannato così mi obblighi a farlo si trovò a pensare Sting che, dopo dieci buoni minuti di silenzio, voleva solo vuotare il sacco: non importava se quello lo rendesse debole e spaventato.
«Ho avuto dei brutti incubi, sei contento ora?» esalò infine, evitando accuratamente lo sguardo dell’altro.
«Cioè incubi come quando hai perso la gara di abbuffata con Orga e sei quasi scoppiato a piangere davanti all’intera gilda?» chiese Rogue come se nulla fosse, sapendo che tirando la corda in quel modo forse avrebbe potuto alleggerire la tensione, soprattutto quella che sembrava aver paralizzato Sting.
L’altro si limitò ad insultarlo sommessamente, ma la sua espressione non variò neanche quando addirittura Rogue si concesse un sorriso.
«Sting…»
«Ho ripensato a Tartaros, a come siamo cambiati una volta finito tutto» incominciò «alle parole di mio padre e inevitabilmente ho ripensato ai draghi e a ciò che è successo ai Dai Matou Enbu»
Non ci fu bisogno di altro perché Rogue capì al volo su quale argomento sarebbero di nuovo scivolati.
Dopo la chiusura di Eclipse ci erano volute settimane per riprendersi: Rogue stesso si ea chiuso in un mutismo prolungato, ci aveva messo un po’ a ritornare quello di un tempo. Immagini terribili gli si affacciavano in mente quando era troppo sovrappensiero per evitarle: pensava a Frosch e aveva il terrore di perderlo di vista anche solo un secondo, immaginava Sting lontano, sempre più lontano, finché anche lui non scompariva e sentiva il potere del drago bianco dentro di sé, rubato e mutilato.
Entrambi avevano iniziato ad avere incubi, ma erano quelli di Sting a spaventarlo. Urlava spesso la notte, mentre Rogue covava tutto dentro, Sting non ci riusciva. Una volta l’aveva trovato nella sua stanza che continuava a tirare pugni sul muro, lo sguardo trasfigurato che ripeteva, come una preghiera rabbiosa «Non me lo porterai via!»
Il tutto era durato non più di due mesi, poi la vita aveva ricominciato a correre come sempre, sempre più missioni, la gilda che cresceva e diventava sempre più una famiglia.
«Rogue» si sentì chiamare e si riprese dai suoi pensieri, Sting continuava a fissare il fuoco «me lo avevi promesso ricordi? Ho passato una settimana intera con gli incubi, vedevo te che mi dicevi che la promessa non valeva nulla; non puoi osare farmi una cosa simile, se ci provi io… io…»
Il bisogno impellente di rassicurarlo gli fece muovere il braccio prima che il cervello potesse collegare il tutto: poggiò una mano sul ginocchio del master stringendolo appena, cercando di essere rassicurante, ignorando l’imbarazzo che già nasceva sul suo viso.
«Io non mi rimangio la parola» disse piano «quello che vedi nei tuoi incubi non sono io, non puoi…»
«Allora dimmelo ancora, perché è una settimana che sono in questo stato pietoso!» ringhiò, lui che odiava mostrarsi così debole, a cui quella confessione costava fin troppo; non si voltò in tempo, Rogue vide l’imbarazzo acceso sulle sue guance.
Il drago d’ombra sospirò, poi sorrise perché già sapeva che di lì a poco avrebbe rivisto quell’altro sorriso che gli era mancato come l’aria «Sei proprio testardo! Avresti dovuto dirmelo prima» iniziò voltandosi verso l’amico «l’ombra non avrà la meglio su di me e ti prometto che qualunque cosa accada non ti abbandonerò, non permetterò che quel futuro si avveri, non diventerò quel Rogue. Ora togliti dalla faccia quest’espressione arrabbiata perché non ti dona affatto, idiota»
Lo sguardo di Sting sembrò sciogliersi e sul suo volto apparve di nuovo un po’ di pace, mentre i suoi occhi tornarono a brillare.
Rogue sentì le orecchie fin troppo calde e decise che era meglio alzarsi e ritornare a respirare aria fresca – non quella torrida che respirava ogni volta che Sting era troppo vicino.
Guarda tu questo idiota se deve ogni volta farmi preoccupare in questo modo… il filo dei pensieri di Rogue si interruppe quando sentì due braccia cingergli il petto e una fronte premersi contro la sua spalla, il calore dissipato tornò ad avvolgerlo in fretta.
«Rogue… grazie» sorrise in un sussurro.
Rogue non lo vide, ma lo sentì il suo sorriso e quel calore che lo stava circondando gli si conficcò nel petto, aumentando in modo ridicolo il battito del suo cuore – che poi era certamente colpa del corpo dell’amico premuto contro il suo, avvolto nel suo stesso mantello, scaldato da quel fuoco della grotta, se sentiva tutto quel caldo.













Angolo autrice
(Qui il link dell'evento)
Salve gente eccomi qui :D 
Come al solito l'idea del tornare a scrivere su questi due non è del tutto mia (mi arrivano minacce del tipo "guarda c'è la settimana Stingue quindi DEVI scrivere). Non che mi dispiaccia tornare in questi lidi e scrivere sui miei dragon slayer preferiti *w*
Spero che questa cosuccia senza pretese vi sia piaciuta, ho cercato di farla meno angst possibile :D in ogni caso è scritta molto di getto e se ci saranno errori sarò felice di correggerli quando mi saranno segnalati :3
Quindi grazie a tutti per aver letto e grazie a chi commenterà! Non siate timidi e scrivete su questi due, approfittate della week che c'è davvero poco su questi due cucciolini 3:
Io vi saluto e alla prossima :D

 
   
 
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