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Autore: MayLing    10/11/2016    1 recensioni
La storia narra di Amy Rose McCartney, gemella di Paul McCartney. A differenziarla da Paul non è solo il sesso ma anche la capacità di controllare i metalli e creare illusioni. Gli eventi vanno dagli anni 50 a Liverpool sino agli eventi di Xmen First class. In questa storia per far conciliare meglio i personaggi ho anticipato l'arrivo dei Beatles in America ovvero nel 1963. Spero che la storia vi piaccia. Buona lettura.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Ospedale di Liverpool – Autunno del 1956 I grandi occhi color smeraldo di Mary Mohin McCartney osservavano lo spazio circostante, Il grande finestrone che dava sulla strada, l’armadietto in metallo di fronte a lei, il soffitto bianco pieno di crepe e macchie di umidità che si espandevano su tutto il muro, il suo misero letto di ospedale, ovvero una brandina metallizzata con un materasso e una coperta. Desiderava tanto piangere Mary, desiderava tanto chiudere gli occhi e andarsene senza dolori, perché di sofferenza ne stava vedendo troppa. Le sue iridi una volta luminose, giovani e attraenti erano gonfie e rosse in quel momento. A tradire i suoi sentimenti era però quel dolce sorriso che la donna non aveva perso mai. Ma cosa avrà mai da sorridere una donna morente? Beh in quel momento al capezzale di Mary vi erano tre figurine esili che le stringevano le mani e le accarezzavano il volto pallido e stanco con dolcezza, erano i suoi figli. Mike, un ragazzino basso e dalla pelle pallida le stringeva la mano sinistra, Gli occhi scuri erano pieni di lacrime che il bambino cercava di nasconderle, Mary però gli sorrise e tossendo gli parlò :” Non devi essere triste tesoro mio, Io sarò sempre con voi. Sarò la vostra forza per sempre. Lo giuro.”: Mike le sorrise lievemente prima di tornare a concentrarsi sugli occhi della madre. Era un bambino dolce, timido ma molto forte per avere dodici anni. Altre due figure però erano attorno alla donna, Paul ed Amy, i gemelli. Paul stava seduto sulla sedia vicina al letto, gli occhi color smeraldo osservavano con attenzione la stanza e si soffermavano sempre prima su Mike, poi sulla sorella ed infine radiosi sul volto della madre. I capelli corvini gli incorniciavano il viso candido e delicato. Le mani del ragazzo stringevano invece uno strumento in legno, una chitarra che Mary guardava di tanto in tanto. Paul oltre ad essere il maschio più grande di casa e il più responsabile fra i fratelli, era anche un ottimo musicista e la madre adorava ascoltare le melodie che quel ragazzino componeva con tanta passione. Il più grande dei McCartney non aveva gli occhi gonfi dal pianto o dalla disperazione, ma era radioso e pieno di gioia perché voleva dare alla madre serenità ma soprattutto si sentiva la roccia della famiglia, sentiva che doveva essere forte per i suoi fratelli ma anche per suo padre. Accanto a Paul, in piedi, vi era Amy, l’unica femmina di casa McCartney. Del fratello aveva i dolci occhi verdi, il colorito candido e i lineamenti dolci. I capelli invece erano color grano. La ragazza era immobile, le mani distese lungo il corpo e lo sguardo perso nel vuoto, perso fra mille pensieri e parole che avrebbe voluto dire alla madre. Era anche lei sul punto di piangere, proprio come Mike, ma Paul l’aveva avvertita :” Niente pianti Amelia. Mamma deve vederci forti, Michael è piccolo e può permettersi di fare scenate ma noi no. Ci siamo intesi?:” La risposta della giovane fu un lieve cenno del capo che il fratello accolse con un sorriso d’incoraggiamento. Amy aveva sempre desiderato essere come il fratello. Perfetta in tutto e forte ma lei non era così. Non sapeva suonare nessuno strumento, la sua media scolastica non era pessima ma discreta e a volte le emozioni, sia negative che positive, la travolgevano. Era però dolce e generosa. Lei e Paul erano inseparabili. Mai una volta aveva provato invidia oppure odio nei confronti del gemello. Mary deglutì a fatica e iniziò a tossire in modo violento. Paul si avvicinò al suo volto e iniziò ad accarezzarle i capelli, Mike le dondolava la spalla mentre Amy le stringeva la mano. I colpi di tosse non finivano, Paul provava a farla respirare ma Amy toccando la spalla del gemello gli fece segno di fermarsi. La ragazza si avvicinò alla madre e si inginocchiò ai piedi del letto, le sorrise e sospirò lievemente prima di parlare. :”Mamma mamma sta calma, facciamo come l’altra sera. Chiudi gli occhi anzi chiudiamo tutti e quattro gli occhi:” Si bloccò tendendo la mano libera a Paul che strinse a sua volta la mano di Mike, :”Immaginiamo un prato, una distesa verde e soffice dove vi sono un sacco di alberi di arance e il cielo è fatto di marmellata. Una volta immaginato tutto ciò contiamo fino a tre e poi apriamo gli occhi.:” La ragazzina aspettò qualche minuto prima di contare fino a tre, quando aprirono gli occhi però, dinanzi ai loro occhi non vi era la stanza umida e fredda ma una distesa verde con alberi di arance e il cielo color marmellata di fragole. Paul scosse il capo stranito, Mike guardava a bocca aperta il paesaggio, Amy spalancò gli occhi incredula mentre Mary tirava quelli che erano gli angoli della bocca in un lieve sorriso e iniziò a chiedersi se stesse sognando o se invece era già arrivata in paradiso. A destarla da quel sogno così reale furono però altri attacchi di tosse, sempre più violenti e forti, questa volta dalla bocca della donna uscì perfino del sangue. Mary guardava attorno a se stordita iniziando a pensare che l’avevano drogata o ipnotizzata, il panico infatti arrivò subito. La povera donna iniziò ad ansimare, ad agitarsi e a gridare aiuto. Le urla furono sentite da un’infermiera che entrò nella stanza e vide la donna dimenarsi e strillare, la prima cosa che fece fu prendere Mike fra le braccia e portarlo fuori, voleva fare la stessa cosa con Amy e Paul ma appena provò a toccare la ragazza questa iniziò ad urlare. L’illusione svanì del tutto ma Amy continuava ad urlare e piangere mentre Paul cercava invano di tranquillizzare la madre. Fra il panico generale successe un’altra cosa molto strana, l’armadietto di metallo iniziò a tremare, le ante sbattevano in continuazione, anche il letto di Mary tremava e iniziò a scivolare verso l’uscita della stanza dove la gemella era stata condotta dall’infermiera. Il rumore, le urla e la situazione surreale fece avvicinare molte persone alla camera. Paul però si alzò di fretta e spinse Amy e gli altri fuori chiudendosi la porta alle spalle. Non appena chiuse la porta tutto si calmò ma Mary era ancora in stato di shock, Paul sospirò varie volte guardandosi attorno, guardò poi la madre e sorridendo tirò fuori la chitarra, secondo la madre la musica era infatti la soluzione a tutto. Il ragazzo lanciò uno sguardo alla madre e cominciò a suonare, una melodia soave e delicata accompagnata dalla voce bella e limpida di Paul. Mary guardò dolcemente il figlio mentre una lacrima le solcava il volto, si tirò su attirando l’attenzione di Paul che si fermò di botto. Mary però scosse il capo incitandolo a continuare, Paul così fece e ascoltò quello che le disse la madre :” Vi voglio bene a tutti e tre tesoro mio, dillo anche ai tuoi fratelli. Siete la cosa più bella che mi sia capitata, ora ti prego, suona per me e ricorda a te stesso e ai tuoi fratelli di fare della vita un dono:” E fu con quelle parole accompagnate da una soave armonia che si spense Mary Mohin McCartney. Paul continuò la melodia e alla fine si accasciò piangendo al corpo senza vita della madre







. Ehm… Salve a tutti…mi scuso per la depressione di questo capitolo e per la roba appena scritta. Avevo in mente questa storia da un bel po’ di tempo e niente..recensite gentilmente, vorrei sapere se posso andare avanti. Grazie ancora per aver letto. Alla prossima.
   
 
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